[NFL] TOP (& FLOP) della stagione 2014: Baltimore Ravens
I Baltimore Ravens sono il simbolo di ciò che significa essere una franchigia vincente. In meno di 20 anni sui campi NFL hanno raggiunto risultati e obiettivi, tra cui basta ricordare due Super Bowl, che squadre presenti già dal Day 1 non hanno mai reso niente di più che semplici sogni. Due anni fa il trionfo più recente, guidati da un Joe Flacco miglior giocatore della finale vinta sui 49ers, oltre che di quei playoff giocati tanto magnificamente, e da un Ray Lewis all’apice della sua onnipotenza, tanto da chiudere una carriera da hall of famer con il secondo Lombardi Trophy tra le mani.
L’anno seguente, però, non è stato altrettanto di gloria, anzi. Iniziato malissimo contro quei Broncos che hanno poi scippato a Baltimore il titolo di AFC, si è chiuso ancor peggio, senza un biglietto per i playoff. Erano forti, dunque, le speranze di rivalsa alla vigilia della passata regular season. E non sono state deluse.
Se i Ravens sono il simbolo di una franchigia vincente, Flacco è il loro degno e vincente timoniere. Quarterback dalla regular season per lunghi tratti soporifera, ma con un colpo sempre pronto a esplodere in post-season, il prodotto di Delaware ha confermato i suoi standard anche l’anno passato.
La stagione è stata comunque ottima, da 3.986 yard (238.7 a partita) ed un buon 62% di completi, cui ha aggiunto 27 touchdown pass, oltre che 12 intercetti ed appena 19 sack subiti. Il piatto forte, però, è arrivato tra l’ultima gara della stagione regolare, con la decisiva vittoria sui Browns, e le due di playoff contro Steelers e Patriots: la produzione si è alzata considerevolmente a 288 yard a partita e Flacco ha aggiunto 8 touchdown pass ad appena due intercetti, di cui uno su un lancio volutamente forzato per cercare di superare nuovamente New England, nella partita che ha messo fine alla stagione dei Corvi. E proprio in quel match il quarterback fa scintille, lanciando ben 4 TD pass, che spaventano fino allo scadere i futuri campioni NFL.
Se i numeri di Flacco non sono più corposi è anche colpa di un parco ricevitori di medio livello, privo di un vero e proprio punto di riferimento. Il più cercato, con 133 target, è stato un fantastico Steve Smith, che ha raggiunto e superato, per l’ennesima volta in carriera, le 1.000 yard in stagione (1.065 in 79 ricezioni), aggiungendo alla causa 6 touchdown e ben 15 giocate da oltre 20 yard, che hanno mostrato a pieno come l’età non gli abbia tolto dei colpi ancora di grande effetto. Torrey Smith ha mancato di efficacia e spesso ha offerto mani non proprio affidabili, ricevendo appena 49 volte su 93 target. Ha, comunque, aggiunto la bellezza di 11 touchdown e il modesto numero di 767 yard. Bene anche il tight-end Owen Daniels, capace di 527 yard e 4 segnature, in una stagione per lui assai convincente.
Lo scandalo Ray Rice avrebbe potuto provocare, oltre all’effettivo scandalo mediatico nel condannare l’osceno comportamento del runningback, una spaccatura insanabile nel backfield di Baltimore. A salvarlo, però, ci ha pensato un egregio Justin Forsett, fenomenale nel macinare ben 1.266 yard in 235 portate (5.4 di media), con 17 giocate da oltre 20 yard ed anche 8 touchdown, a rendere la sua stagione di rara bellezza. La sua conferma in off-season, per cifre assai ragionevoli (9 milioni di dollari per i prossimi 3 anni), è stata uno dei colpi più azzeccati, a detta di tutti, della free agency nella Lega. Solido anche il contributo delle altre due opzioni nel ruolo, Bernand Pierce e Lorenzo Taliaferro, capaci di scrivere un totale di 658 yard e 6 touchdown, con il rookie da Coastal Carolina sugli scudi in termini di viaggi in end zone (4).
[jwplayer mediaid=”22159″]I Ravens, dunque, non si possono certo lamentare di una produzione offensiva in grado di mettere ben 409 punti a tabellone, 25.6 a partita, oltre che di totalizzare 364.9 yard a partita in un totale di 1.021 azioni d’attacco (5.7 yard di media). Allo stesso modo, un’ottima difesa ha saputo chiudere la porta per lunga parte di una regular season in cui Baltimore ha subito 302 punti (18.9 a partita), oltre 100 in meno rispetto a quanti ne ha messi a segno, e lasciato spazio per 336.9 yard a partita in 1.034 scrimmage plays (5.2 di media). Particolarmente efficace è stata la difesa sulle corse avversarie, limitata ad appena 88.2 yard a partita, per un totale di sole 1.412 yard, quarto risultato complessivo in NFL.
La media a portata è stata di sole 3.6 yard ed ottimo è anche il dato di appena 8 touchdown subiti palla alla mano, tanti quanti sono i viaggi in end zone del solo Forsett. Non altrettanto efficace, anzi, la difesa contro i passing-game che i Ravens si sono trovati di fronte. Una percentuale del 64.2% concesso ai quarterback avversari si accompagna al totale di 3.979 yard subite, 248.7 a partita e 7.3 a giocata. A fronte di 22 touchdown pass lasciati ai QB opposti a Baltimore, poi, sono appena 11 gli intercetti messi a segno dalla franchigia del Maryland.
È, però, soltanto il dato riguardante gli intercetti ad essere deludente, perché i Ravens sono al secondo posto in termini di sack messi a segno (49), tra i primi per tackle totali (1.062) ed anche con un discreto numero di pass deflected (84) e di fumble recuperati (11), sui 16 forzati. La vera sorpresa, in termini individuali, della difesa di Baltimore è stato il rookie C.J. Mosley, 17° scelta assoluta dello scorso Draft, da Alabama, in grado di mettere insieme numeri da fenomeno: 133 tackle totali, di cui ben 89 in solitaria, cui aggiunge 3 sack, 8 pass deflected, 2 intercetti e 1 fumble recuperato. Numeri che, forse, avrebbero meritato il titolo di Rookie Defensive Player of the Year, non fosse stato per Aaron Donald dei Rams. Sono molti, però, i grandi protagonisti nella retroguardia dei Ravens: da un Daryl Smith capace di 128 yard e 9 pass deflected, a Terrell Suggs, “reo” di 61 tackle e 12 sack, fino al terrificante Elvis Dumervil, in grado di mettere a terra i quarterback avversari per ben 17 volte.
Un primo tempo senza scossoni e senza alcun punto a tabellone apre la stagione dei Corvi, sconvolta, però, da Forsett e S. Smith, come sarà normalità di qui in avanti. I Bengals, comunque, sospinti da A.J. Green trovano il successo. La rivalsa, però, non si fa attendere e Baltimore batte un triplo colpo consecutivo alla propria stagione: Daniels festeggia un doppio touchdown e schiaccia i desertici Steelers, Taliaferro, con l’aiuto del solito, decisivo Justin Tucker guida la squadra oltre l’ostacolo Browns ed infine ai Ravens basta aspettare che Steve Smith serva la sua vendetta ai Panthers, contro cui erano volate parole di fuoco in estate, e prenoti un doppio viaggio in end zone, con annessa terza vittoria consecutiva. Mosley e una difesa arcigna fermano Andrew Luck, ma il fenomenale quarterback dei Colts trova comunque il modo, palla alla mano, di stoppare la corsa degli avversari, fermati da un attacco quanto mai a secco di idee.
Il 38-0, con cinque touchdown pass di Flacco, nel solo primo tempo contro i Buccaneers scaccia la paura e la franchigia del Maryland, pur dovendo fare i conti con il doppio intercetto di Robert Alford, non ha problemi a sbarazzarsi pure dei Falcons, offensivamente assenti dal terreno di gioco. La prima parte di stagione si chiude come la stessa si era aperta, ovvero con una sconfitta contro i Bengals, apparecchiata da un Mohamed Sanu quanto mai importante e confezionata da una offensive pass-interferience al limite del profano chiamata ad un incolpevole S. Smith. 5 vittorie e 3 sconfitte, una Division quanto mai aperta e ancora una lunga strada per volare ai playoff sono i temi all’ordine del giorno a metà stagione.
Baltimore si inchina al divino Ben Roethlisberger di inizio novembre e la situazione inizia a complicarsi, ma contro i Titans basta il minimo indispensabile per rialzare la testa. Forsett scrive 182 yard e 2 touchdown per sbrigare la pratica Saints, non senza che la difesa dia la solita man forte, questa volta nel nome di Will Hill. Philip Rivers e Keenan Allen, nonostante una continua rincorsa dei Chargers a Baltimore, hanno la vittoria stampata in testa e finiscono per ottenerla, superando una squadra poco combattiva e superata incredibilmente, a ridosso dello scadere, dal touchdown di Eddie Royal. Flacco riaccende subito la luce e le speranze contro i Dolphins in crisi di risultati, prima che Daniels e la solita, straordinaria difesa pieghino le poche voglie di gloria dei Jaguars.
Nulla è ancora definito, la post-season resta in dubbio. E il dubbio rischia di diventare assenza quando Baltimore esce sconfitta dalla sfida contro i Texans, sotto i colpi di un Randy Bullock da sei field goal su altrettanti tentativi e con Flacco in crisi contro la tostissima retroguardia di Houston. I Chiefs, però, stendono gli sciagurati Chargers, che avrebbero soltanto dovuto vincere per assicurarsi i playoff a discapito dei Corvi, e i Ravens ottengono l’ultimo ticket per il treno da non perdere. L’avversario che arriva al Wild Card Game è di quelli complessi, perché Pittsburgh sta vivendo un finale di stagione da sogno.
Flacco, però, sa far bene il suo dovere e supera nettamente Roethlisberger nello scontro a fuoco. Baltimore, ancora una volta, arriva al Divisional da protagonista e, pur partendo sfavorita contro i Patriots, ha tutte le carte in regola per tentare l’impresa. La partita è leggendaria, Flacco e Brady si danno battaglia a suon di lanci da touchdown e i Ravens restano avanti per la maggior parte dell’incontro, anche con un vantaggio considerevole. Tra il finire del terzo quarto e l’ultimo periodo, però, l’MVP del recente Super Bowl è capace di magie ancora nascoste in un repertorio sconfinato e, con il lancio per Brandon LaFell in end zone, chiude i giochi a favore di New England. I Corvi non hanno molto da recriminarsi, ma il rammarico per essere arrivati così vicini al successo è, ovviamente, enorme.
I Ravens hanno visto partire, appena dopo il termine della stagione, il loro offensive coordinator, Gary Kubiak, che aveva lavorato egregiamente nell’anno trascorso nel Maryland, e accasarsi sulla panchina dei Broncos. Haloti N’gata, pedina fondamentale della difesa, è partita verso Detroit per sostituire il grande partente Ndamukong Suh, mentre Torrey Smith è volato a San Francisco. Confermato Forsett, è arrivato Kendrick Lewis, per cercare di puntellare una secondaria non propriamente a suo agio nella scorsa stagione. Baltimore non ha certo il roster più completo in NFL al momento, ma c’è sempre un dato da tener presente. Nessuna vittoria è mai scontata contro una franchigia vincente.
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