[NFL] TOP (& FLOP) della stagione 2014: Pittsburgh Steelers

Nonostante i Vince Lombardi Trophy certo non manchino nella bacheca dei Pittsburgh Steelers, la squadra più titolata della Super Bowl Era con sei vittorie e con il maggior numero di finali disputate all’attivo, otto, insieme con Cowboys e Patriots, un paio di stagioni deludenti non hanno fatto mancare i malumori a Pittsburgh. Due annate da 8 vittorie e 8 sconfitte, come la già citata Dallas, e le somiglianze con i texani non finiscono qui. A partire da come entrambe le squadre hanno superato le proprie ansie e le proprie paure con una regular season 2014 straordinaria.

Altro punto in comune tra Steelers e Cowboys è il fatto che soltanto queste due formazioni, offensivamente, abbiano potuto schierare tre giocatori in grado di portare avanti un’intera stagione su livelli fenomenali e con risultati assolutamente strepitosi. Come nel pezzo su Dallas, partiamo dal runningback, nonché uomo più che mai decisivo nei piani offensivi di Pittbsurgh: Le’Veon Bell. Il 23enne prodotto di Michigan State ha unito una produzione su corsa quanto mai proficua da 1.361 yard in 290 portate, tenendo una media incredibile di 4.7 yard a giocata, ad una fenomenale vena in veste di ricevitore, mettendo insieme 83 catch su 105 target ed altre 854 yard extra.

In totale i touchdown per lui sono stati 11, 8 palla alla mano e 3 in collaborazione con Ben Roethlisberger, senza dimenticare le 18 giocate totali da oltre 20 yard e prestazioni mostruose come quella da 204 yard su corsa contro i Titans (222 totali) e quella immediatamente successiva da 254 yard complessive contro i Saints (95+159). Semplicemente straordinario. E quanto è pesata la sua assenza contro i Ravens nei playoff è davvero facile da comprendere.

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Il già citato Big Ben non è stato da meno, nella stagione che, a detta di tutti, è stata la più convincente e proficua di una carriera che, in ogni caso, conta già due anelli di campione NFL alle dita. Una percentuale di completi strepitosa (67.1%), considerando che ha completato la bellezza di 408 lanci sui 608 tentati ed ha aiutato a macinare terreno per 4.952 yard, ad un soffio da quota 5.000 e da quota 300 yard a partita (298.8), ma a pari merito con Drew Brees al primo posto tra i quarterback durante la passata stagione. Nemmeno a dirlo è stato un numero record per la sua carriera e per la franchigia, così come quello di 32 touchdown pass, accompagnati per altro da appena 9 intercetti. Indimenticabili resteranno le due gare consecutive contro Colts e Ravens, nelle quali Roethlisberger ha scritto un totale di 862 yard, ma soprattutto 12 TD pass, equamente divisi tra le due sfide, come mai nessuno era riuscito a fare nella storia NFL. Peccato che alle grandi speranze nutrite a seguito di una stagione tanto fenomenale non abbia fatto seguito un Wild Card Game altrettanto esaltante, che ha messo la parola fine prematuramente rispetto alle attese.

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A dar man forte, anzi, fortissima, a Big Ben è stato un Antonio Brown mostruoso per lunghi tratti della stagione e che ha dimostrato ancora una volta tutti i progressi già mostrati l’anno passato, ampliando ulteriormente i suoi orizzonti. Un totale di 1.698 yard su 129 ricezioni (13.2 di media), con succulenta aggiunta di ben 19 giocate da oltre 20 yard e 13 touchdown, a completamento di un’annata da miglior ricevitore NFL, almeno in termini di cifre sul campo. Non soltanto Brown ed il già citato Bell, però. Heath Miller si è messo in mostra tra i migliori tight-end della Lega con ottimi numeri, tra cui 761 yard in 66 ricezioni e 3 touchdown, ma soprattutto Martavis Bryant è stato un rookie quanto mai incisivo e decisivo, visto che in appena 26 ricezioni è riuscito a macinare 549 yard (21.1 di media) e lo straordinario numero di 8 touchdown.

Pittsburgh SteelersNon è dunque un caso se gli Steelers hanno segnato la bellezza di 436 punti a tabellone nella scorsa regular season, 27.2 a partita, con una media di 411.1 yard di guadagno, seconda per spiccioli soltanto a quella dei Colts, leader NFL nella statistica. Sono stati invece 368 i punti subiti da Pittsburgh, corrispondenti all’alta cifra di 23 a partita. La difesa non ha convinto a pieno, come dimostrano le 353.4 yard a partita lasciate agli avversari e l’altissima media di 6 yard per ognuna delle 944 giocate portate a termine. A lasciare particolarmente perplessi è stata la difesa sui passing-game che la franchigia della Pennsylvania ha dovuto affrontare durante la regular season. Le 4.049 yard totali (253.1 a partita) fatte guadagnare ai lanci dei quarterback opposti sono un numero altissimo, come quello di 30 touchdown subiti, cui fa da contraltare quello di appena 11 intercetti messi a segno. Decisamente le statistiche più deludenti di una grande annata. Assai migliori sono stati i numeri della difesa sui runningback avversari, limitati ad appena 1.605 yard (100.3 a partita) e 9 touchdown, con 9 fumble provocati. Nel complesso, dunque, una modesta regular season, certo non al livello dell’attacco, ma nemmeno da condannare eccessivamente.

Se i tackle non sono mancati, andando oltre quota 1.000 per 5 interventi, altrettanto non si può dire dei soli 33 sack messi a segno della retroguardia degli Steelers. Pochi anche i 64 pass deflected e gli 11 intercetti, di cui però ben 4 riportati in touchdown. Non ci si può lamentare nemmeno dei 12 fumble forzati, di cui ben 9 recuperati. A livello individuale, spicca la stagione di William Gay, capace di scrivere numeri eccezionali: 69 tackle, 12 pass deflected e 3 intercetti, riportati tutti a bottino pieno nelle end zone avversarie e con un guadagno che ammonta a 113 yard.

Spaventosa la quota di tackle raggiunta da Lawrence Timmons (132), mentre ottimo risultato per Jason Worilds e Cameron Heyward, che hanno unito le forze per 112 tackle, 15 sack, 6 pass deflected, 1 intercetto e 2 fumble recuperati. I grandi vecchi, James Harrison e Troy Polamalu non hanno, come al solito, deluso. Se il primo, però, proseguirà anche il prossimo anno, Polamalu ha salutato la franchigia in cui ha scritto la storia di questo sport. Sarà certamente una grave perdita e il Draft dovrà essere in grado di sistemare a dovere i tanti problemi di una secondaria ancora manchevole.

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L’esordio di una fantastica regular season è nel segno del trio Roethlisberger-Bell-Brown, che stendono, non senza difficoltà, i rognosi Browns di inizio stagione. Shaun Suisham decide il favorevole esordio, dunque, ma gli Steelers non vi danno continuità e i Ravens vincono agilmente all’M&T Bank Stadium nella seconda uscita stagionale, acuendo i dubbi di una squadra ancora di dubbio valore. I fantasmi vengono scacciati dai due touchdown di Brown e da una prova corale meravigliosa contro i fino ad allora imbattuti Panthers, ma, nella successiva sfida, il team di Mike Tomlin si scompone nuovamente, perdendo incredibilmente contro i disastrati Buccaneers, cui un touchdown di Vincent Jackson, pressoché allo scadere, regala un successo insperato. Continuano gli alti e bassi. Dopo un nemmeno troppo convincente successo sui Jaguars, firmato dall’intercetto riportato nella end zone avversaria da Brice McCain, gli Steelers cadono nuovamente.

Questa volta sono i Browns e Ben Tate a calpestare le volontà di gloria degli avversari e relegarli ad un 3-3 decisamente sconfortante. La prima metà di stagione, antipasto di una seconda assai più ricca di soddisfazioni, però, si chiude con due vittorie fondamentali. Brown si scopre anche quarterback e trova Lance Moore in end zone, Bryant apre la sua stagione di caccia al touchdown e i Texans cadono al tappeto. È tutto di Roethlisberger, invece, il successo sui Colts: la sua prestazione da 522 yard e 6 touchdown pass è da record per lui e per la franchigia più titolata in NFL, oltre che tra le migliori di tutti i tempi per un quarterback. Il record di 5-3 con cui si chiude il primo spicchio d’annata è, dunque, pronto a spiccare il volo.

Steelers RavensI Ravens vengono piegati dalla prepotenza indemoniata di un Roethlisberger che regala altri 6 touchdown pass ai propri compagni, ma qui riprendono le montagne russe. Michael Vick fa il fenomeno per un quarto e tanto basta ai Jets per avere la meglio degli Steelers, ridimensionati dopo le spaziali prestazioni precedenti. Le 204 yard di Bell e il solito intercetto ritornato in touchdown di Gay mettono una decisa ipoteca sui Titans, che lottano fino alla fine e sono puniti dall’ennesima segnatura stagionale di Brown. Drew Brees trova 12 ricevitori diversi e 5 touchdown pass, stendendo Pittsburgh e facendo tornare il mal di mare ai tifosi gialloneri, che, però, da qui alla finale Week 17 avranno ben poco di cui lamentarsi.

La decisiva striscia positiva arriva quando è più importante e regala i tanto agognati playoff, oltre al record positivo. Fondamentali quattro successi consecutivi, contro Bengals, stesi da un Bell capace di mettere insieme più di 200 yard complessive per la terza gara consecutiva (come solo Walter Payton nella storia NFL) e da un Bryant capace di un touchdown infinito da 98 yard, Falcons, cui Suisham, Gay e Bell impongono una batosta decisiva per condannarli all’anonimato, Chiefs, stesi dal trio dei record che continua a scrivere nuove pagine di primati per la franchigia, e di nuovo Cincinnati, che lascia lo scettro di AFC North agli Steelers dopo la sconfitta per 27-17 nel decisivo scontro finale.

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Di qui i playoff e la sfida contro quei Ravens che solitamente non deludono quando si parla di post-season. Pittsbugh è favorita, ma non conferma i pronostici, facendosi sopraffare da un Joe Flacco quanto mai decisivo e non trovando le adeguate risposte ad un’assenza evidentemente troppo pesante come quella di Bell, out per un problema al ginocchio. Lo stesso runningback potrebbe saltare le prossime prime tre gare di regular season per uso illegale di sostanze proibite.

Per i Pittsburgh Steelers dunque una grande regular season, una post-season da dimenticare e una off-season vissuta nell’ombra, che lascia qualche dubbio di troppo sul team di Tomlin, anche se ciò che è stato dimostrato l’anno passato potrebbe riconfermarsi. Sperando che, in caso di ritorno ai playoff, ci sia Bell a suonare la sveglia. Per continuare a sognare ad occhi aperti.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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