TOP (& FLOP) della stagione 2014: Green Bay Packers
Sul tragico, per i Green Bay Packers, e leggendario, per i Seattle Seahawks, atto finale del Championship NFC di quest’anno, i commenti si sprecano. Se Seattle ha abusato della sua fortuna, anche al Super Bowl, lasciando che i Patriots mettessero le mani sul Vince Lombardy Trophy, chi è rimasto con l’amaro in bocca e con la convinzione di aver potuto meritare miglior sorte, è senz’altro Green Bay. Che ha comunque dimostrato di essere viva più che mai, grazie ad una saggia amministrazione delle proprie risorse ed innesti mirati e quanto mai azzeccati, tanto in free agency quanto allo scorso Draft.
La rinascita dei Packers ha un nome marchiato a fuoco: Aaron Rodgers. Ai numerosi titoli individuali e record che gli appartengono, il quarterback di Chico ha aggiunto un secondo titolo di MVP della NFL, dopo quello vinto nel 2011, grazie ad una stagione a dir poco meravigliosa.
I numeri parlando da soli: 341/520 (66%) per 4.381 yard (262.9 a partita) con 38 touchdown pass e la miseria di 5 intercetti (1% delle giocate). Il QB rating dice 112.2, (stra)ordinario per uno come lui. Ragionando soltanto sulle partite vinte da Green Bay quest’anno, 12 sulle 16 disputate, i numeri diventano disumani: 257/379 per 3.427 yard con 35 touchdown pass. No, non ho scordato di inserire il numero degli intercetti. Risulta pari a 0. Nei playoff la musica non sembrava cambiata, almeno contro i Cowboys: 24/35 per 316 yard e 3 TD pass per un fenomenale 125.4 di QB rating. Nel Championship, però, la difesa dei Seahawks lo ha costretto ad una tra le peggiori prestazioni stagionali, ma le colpe della sconfitta sono da ricercare soprattutto altrove, considerando anche la deleteria condizione fisica con cui si è presentato all’incontro.
A dare man forte a Rodgers sono stati due tra i migliori wide receiver dell’intera Lega quest’anno e, certamente, la coppia più formidabile, Jordy Nelson e Randall Cobb. Se combinate, le loro statistiche sono spaziali: 189 ricezioni su 277 target, 2.806 yard di guadagno (14.8 di media a giocata), 25 touchdown, la strepitosa cifra di 43 giocate oltre le 20 yard e 1 solo fumble, di Cobb.
Davvero niente male anche la stagione da rookie di Davante Adams, che ha ricevuto 38 palloni per 446 yard e 3 touchdown, tenendo la prestazione migliore per il Divisional contro Dallas, in cui ha messo insieme la bellezza di 117 yard, con molte catch decisive nei momenti chiave del match ed anche un touchdown. Un altro giocatore capace di spostare gli equilibri nel fenomenale attacco di Green Bay è senz’altro Eddie Lacy: il prodotto di Alabama, già decisivo nella sua passata stagione da rookie, quest’anno ha fatto anche meglio, combinando per 1.566 yard di guadagno, 1.139 su corsa in 246 portate (4.6 di media) e 9 touchdown, con soli 2 fumble persi, a cui aggiungere altre 427 yard su 42 ricezioni ed altri 4 viaggi in end zone. Le sue 40 portate per 174 yard nei playoff lo hanno reso un fattore che, però, i Packers hanno saputo sfruttare a dovere soltanto contro i Cowboys.
Le statistiche offensive parlano di Green Bay come il miglior attacco in termini di punti segnati (486, 30.4 di media), il sesto per produzione a partita (386.1 yard), di nuovo il migliore, insieme agli Steelers, per yard guadagnate a giocata (6.2) e per turnover ratio (+14). In termini difensivi i numeri sono, invece, nella media della Lega: 348 punti subiti in totale (21.8 a partita), 346.4 yard lasciate agli avversari di media, 5.3 a giocata. I Packers hanno superato la fatidica quota dei 1.000 tackle (1.063) e messo a segno l’ottimo numero di 41 sack. Le statistiche non sono per nulla negative nemmeno a livello di pass deflected (102) e di intercetti (18), da cui hanno ricavato ben 396 yard e 3 touchdown, cui se ne aggiunge un quarto ottenuto dai 9 fumble recuperati su 12 forzati.
Passando agli interpreti individuali, ottima stagione d’esordio in NFL per Ha Ha Clinton-Dix: 94 tackle, 1 sack, 6 pass deflected e 1 intercetto. Il tutto avrebbe potuto essere perfetto, considerando soprattutto la fenomenale prestazione contro i Seahawks nel Championship, in cui Dix ha messo a segno 2 intercetti per 53 yard di guadagno e 3 pass deflected, se il giovane nativo di Orlando non si fosse perso incredibilmente Luke Willson sulla conversione da due punti del touchdown di Marshawn Lynch, risultata decisiva per protrarre la gara all’overtime poi vinto da Seattle.
[jwplayer mediaid=”21072″]La stagione è stata senz’altro strepitosa per Julius Peppers, arrivato dai Bears in estate, che ha messo insieme 44 tackle, 7 sack, 11 pass deflected e 2 intercetti, entrambi trasformati in un viaggio nella end zone avversaria. Non hanno deluso nemmeno Morgan Burnett (129 tackle), Clay Matthews (11 sack) e Casey Hayward (3 intercetti), leader nelle statistiche citate.
Se la stagione fosse andata come le sue premesse, i tifosi dei Packers avrebbero vissuto ben poche gioie. All’esordio i Seahawks schiacciano Green Bay grazie ad una difesa straordinaria nel limitare il playmaker degli ospiti e ad un Marshawn Lynch pronto ad iniziare al meglio la sua incredibile stagione. Nella seconda sfida stagionale, gli uomini del Wisconsin sono sotto 21-3 contro i Jets e i fantasmi rischiano di diventare realtà, ma Rodgers rialza la squadra e la conduce ad una convincente vittoria. Gli spettri, però, impersonati dalla retroguardia dei Lions e, soprattutto, da un DeAndre Levy in forma atomica, ritornano ancor più definiti dopo la sconfitta contro Detroit.
Green Bay ha bisogno di una scossa per ritrovare la strada maestra. Rodgers distrugge Jay Cutler nella sfida contro i Bears, l’attacco dei Packers si conferma mortifero contro i Vikings, stritolati anche sotto 42 lunghezze di scarto, e il record torna positivo. Il meglio, però, deve ancora arrivare. Solo uno come Rodgers può permettersi di sconsacrare i miti altrui e di riproporre il fake spike di Dan Marino in casa sua, permettendo a Green Bay di superare i Dolphins con una grande rimonta nel finale.
L’onda anomala si abbatte la settimana successiva sui Panthers, che iniziano a giocare quando gli avversari sono avanti 38-3 e, di fatto, hanno già chiuso la pratica. Il quarterback da California si prende una pausa contro i Saints e Drew Brees gli ruba il palcoscenico, costringendo i Packers alla terza sconfitta nella prima metà di stagione, che lascia la squadra alle spalle dei Lions, in testa alla NFC North.
La musica cambia, però, velocemente e i Bears sono nuovamente schiacciati dalla prepotenza degli avversari sotto 55 punti subiti e soltanto 14 messi a segno. La sfida tra Packers e Eagles è di quelle ad alta tensione, ma Green Bay all’intervallo è avanti 31-6 e la partita, poi chiusa dai padroni di casa ancora con oltre 50 punti segnati, non ha che un solo padrone. La squadra di Mike McCarthy è indiavolata e, dapprima stende facilmente i Vikings, poi marcia anche sui Patriots, guidata, questa volta, da una difesa perfetta per lunghi tratti del match. Le vittorie consecutive diventano cinque grazie al successo sui Falcons, partita in cui infiamma una lotta selvaggia tra Jordy Nelson e Julio Jones a chi macina più yard.
I Bills si confermano un avversario stregato per i Packers e Rodgers non aiuta a sfatarlo, giocando la sua peggior partita dell’anno. Si riprende, però, in fretta e furia e, anche grazie a una retroguardia straordinaria, i Packers conquistano i playoff battendo i Buccaneers. Il secondo posto in NFC, che permette a Green Bay di saltare direttamente al Divisional Round, è cosa fatta grazie al successo finale sui Lions.
La storia della post-season è nota a tutti, a partire dal meraviglioso Rodgers, pur a mezzo servizio, contro i Cowboys, con l’omonimo Richard che decide la sfida andando in touchdown, prima che Dez Bryant compia uno degli incompleti più controversi e meglio chiamati della storia recente, dopo aver afferrato il pallone con una presa straordinaria e aver fermato il cuore della Green Bay accorsa allo stadio. I Packers volano al Championship e giocano una partita meravigliosa, fermando ogni offensiva dei Seahawks e meritando, a pieni voti, il Super Bowl.
Gli episodi, però, sono tutti a favore degli avversari, a partire dal touchdown dello sconosciuto Gary Gilliam su lancio del proprio punter, all’onside kick bucato incredibilmente e malauguratamente da Brandon Bostick, alla fortunosa e sanguinosa conversione da due punti di Willson, fino alla segnatura finale in overtime di Jermaine Kearse. Un incubo da cui i Packers, però, hanno talento e volontà giusti per uscire. Già dal prossimo anno.
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