Uno sguardo al 2023: Arizona Cardinals

Dopo aver finito la stagione regolare 2022 con il terzo record peggiore della lega, il 2023 si prospettava come un anno di ricostruzione per Arizona. A Glendale c’erano diverse novità, a partire dal coaching staff. Le aspettative non potevano essere alte, e per questo i tifosi Cardinals non sono rimasti delusi.

COME DOVEVA ANDARE…

Jonathan Gannon era alla prima esperienza da head coach in NFL dopo i fortunati anni da coordinatore difensivo a Philadelphia. Gran parte del nuovo coaching staff era composto da giovani con molto da imparare. Il 2023 doveva essere un anno di rodaggio per loro. Un ulteriore obiettivo era quello di far crescere i giocatori presenti in squadra e capire su quali puntare per il futuro. La perdita di Hopkins, il ritiro di Watt e l’infortunio di Murray (che non gli ha permesso di scendere in campo fino a metà novembre) hanno ulteriormente abbassato le pretese su questa squadra, in quello che per cause di forza maggiore non poteva essere un anno vincente.

… E COME È ANDATA

La prima sorpresa della stagione è arrivata in Week 3, quando i Cardinals, che avevano perso contro Washington e Giants, hanno battuto i Cowboys. La squadra peggiore delle prime due settimane di regular season aveva battuto la migliore. Sembrava l’inizio di una bella favola, ma poi sono arrivate sette sconfitte consecutive, tra cui un 27-0 in casa dei Cleveland Browns.

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La stagione di Arizona può essere divisa in due: nella prima metà hanno un record di 1-8, nella seconda hanno raccolto tre vittorie e cinque sconfitte. Un miglioramento, certamente non netto, ma dato dal ritorno in campo di Kyler Murray. Il punto di svolta nel 2023 dei Cardinals è proprio il ritorno da titolare di Murray, 355 giorni dopo l’infortunio. Al suo rientro in Week 10, Murray ha guidato i suoi nella vittoria contro Atlanta. E anche se non è stato perfetto, e non ha mai recuperato al 100% dallo stop per la rottura del legamento crociato anteriore, la sua presenza in campo ha permesso ad Arizona quantomeno di lottare per le vittorie.

COSA HA FUNZIONATO…

Visto che siamo in periodo di Draft, possiamo iniziare dai giocatori arrivati dal college ai Cardinals nel 2023. La sesta scelta assoluta, Paris Johnson Jr., ha giocato 17 partite da titolare nel suo anno da rookie. Ha commesso sicuramente alcuni errori, e ha ancora margini di miglioramento, ma le prestazioni sono state positive. Il coaching staff è sicuro delle sue capacità, e dopo l’addio di D.J. Humphries lo vedremo in campo come left tackle, ruolo in cui ha giocato al college.

BJ Ojulari, scelto al secondo giro, ha avuto una stagione meno continua. Non è mai partito titolare, e i primi snap importanti li ha giocati soprattutto nello special team. Nella seconda parte di stagione ha giocato di più e meglio, mettendo a segno quattro sack nelle ultime nove partite. L’importante è che continui a lavorare in palestra per costruire un fisico più adatto alla lega.

Il premio di miglior giocatore dei Cardinals nel 2023 va al RB James Conner. I problemi fisici non lo hanno risparmiato, ma l’ex Steelers ha superato per la prima volta in carriera il muro delle 1000 yards corse. Conner è stato importante anche nel passing game, e ha segnato nove TD totali. È stato il motore dell’attacco di Arizona, e nelle cinque partite in cui non è sceso in campo i Cardinals hanno sempre perso. Arrivato a quasi trent’anni, ha giocato la sua miglior stagione da quando è in NFL, e i tifosi Cardinals sperano che si confermi anche nel 2024.

La sorpresa dell’anno è il tight end Trey McBride. Scelto al secondo giro del Draft 2022, aveva toccato poco il campo nella stagione da rookie. Era facile considerarlo già un bust, ma quando Ertz si è infortunato i suoi snap sono aumentati, e ci siamo accorti del suo grande talento. Ha chiuso la stagione con 825 yards e tre TD, ed è stato il miglior ricevitore in attacco. Sarà lui il tight end del futuro per Arizona.

Tutto sommato, è stato un primo anno positivo anche per il nuovo coaching staff. L’head coach Gannon era alla prima esperienza nel suo nuovo ruolo, così come i due coordinatori, Drew Petzing (attacco) e Nick Rallis (difesa). Gli errori che si potevano fare erano tanti, ma fin dall’inizio Gannon ha imposto un modello di lavoro e una mentalità diversi rispetto al passato, quando sulla panchina sedeva Kliff Kingsbury. L’ex coach di Texas Tech era stato accusato di scarsa gestione dello spogliatoio. Con Gannon le regole sono cambiate: allenatore non più amico dei giocatori, e multe in caso di assenze o ritardi agli allenamenti.

Queste novità hanno portato a un miglioramento della mentalità con cui i Cardinals affrontavano le partite. Poche volte i giocatori sono scesi in campo con la consapevolezza di essere già battuti, anche quando gli avversari partivano favoriti (cioè quasi sempre).

Anche in questa stagione, il reparto della difesa che ha regalato più soddisfazioni sono le safeties. La coppia formata dal veterano Budda Baker e dal più giovane Jalen Thompson è tra le migliori della lega. Baker a fine stagione ha meritato la sesta convocazione in carriera al Pro Bowl, mentre Thompson ha giocato il 95% degli snap difensivi e ha meritato un rating di 71.3 (e 77 nelle situazioni di coverage) da PFF.

L’attacco di Arizona ha cambiato marcia al rientro di Kyler Murray, che ha portato pericolosità sia dal passaggio sia in uscita dalla tasca. K1 non è riuscito a giocare al massimo delle sue possibilità, e le sue prestazioni migliori sono arrivate proprio a fine stagione. Nelle ultime tre partite ha completato il 72.4% dei passaggi e ha lanciato sei touchdown e un solo intercetto. Riaverlo in campo da inizio anno e in salute è il segnale più incoraggiante per la stagione 2024 dei Cardinals. Dopo cinque stagioni in NFL abbiamo capito che non sarà mai tra i migliori della lega nel ruolo, ma ha tutte le carte per guidare un attacco esaltante e divertente da vedere, oltre che funzionale.

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… E COSA NON HA FUNZIONATO

I Cardinals hanno avuto il peggior gruppo di ricevitori della NFL nel 2023. Anche a causa degli infortuni che lo hanno limitato, Hollywood Brown non è riuscito a imporsi in maglia Cardinals. Il suo talento è sempre stato sotto gli occhi di tutti, ma ora che ha lasciato l’Arizona per accasarsi ai Chiefs si può dire: quella prima scelta spesa per prenderlo nel 2022 è stata sprecata. Dopo l’addio di Hopkins doveva dimostrare di poter essere il WR numero uno in una squadra NFL. E invece non è riuscito a rendere la vita più semplice a Joshua Dobbs, starting QB nelle prime otto partite.

Un’altra delusione nello stesso ruolo è arrivata da Rondale Moore. Arrivato nel Draft del 2021 come coltellino svizzero da poter utilizzare in molti modi diversi, ha finito per pagare la sua versatilità. Nella scorsa stagione ha chiuso con 352 yards e due touchdown segnati, numeri bassi per ciò che ci si poteva aspettare. Era stato richiesto da Kliff Kingsbury, e con il nuovo coaching staff non si è trovato. I Cardinals lo hanno mandato ad Atlanta, prendendo al suo posto Desmond Ridder come backup QB.

Anche la linea offensiva è tra le peggiori della lega, soprattutto nella pass protection. Nel gioco di corsa ha aperto buoni spazi per Conner e il secondo RB Emeri Demercado. Quella che è mancata è stata proprio la protezione del QB, soprattutto da parte dei due tackle. In alcune partite Paris Johnson ha fatto vedere di essere sempre un rookie, commettendo parecchi errori. Anche Humphries, veterano e leader dello spogliatoio, ha avuto una stagione deludente.

In questo Draft sarà fondamentale lavorare sulla secondaria, per aggiungere almeno un paio di CB nel roster. Il “premio” di peggior giocatore tra i defensive back va a Marco Wilson, che nonostante i tanti snap giocati non è mai riuscito a produrre delle prestazioni positive. PFF ha valutato la sua stagione con un bassissimo 41.2, e i Cardinals non hanno nemmeno aspettato la fine della regular season per svincolarlo, rilasciandolo a fine dicembre.

Nella sezione dedicata agli elementi positivi della stagione abbiamo parlato del coaching staff. Nella prossima stagione sarò però importante vedere dei miglioramenti, soprattutto nella gestione della partita. Un aspetto sul quale sarà necessario lavorare è la scelta nelle situazioni di quarto down. Troppo spesso si è deciso di giocarlo quando sarebbe stato meglio limitarsi a un punt più conservativo. La motivazione è certamente che questi Cardinals non avevano nulla da perdere, ed è vero. Però non si può sempre giocare il quarto down e rischiare il turnover in una posizione di campo favorevole per l’avversario.

E ADESSO?

La free agency dei Cardinals è stata povera di sorprese. Dopo i (ne)fasti dell’era Keim, in cui era solita la firma di un paio di veterani pronti a prendere il sole nel deserto di Sonora, il general manager Monti Ossenfort ha preso delle decisioni più conservative. Sono arrivate delle buone firme, come Justin Jones, Bilal Nichols e Jonah Williams, che miglioreranno la squadra senza intasare il salary cap.

La vera offseason di Arizona inizierà giovedì 25 aprile, il giorno del Draft. Nessuna squadra può contare su un capitale di scelte come i Cardinals, che hanno due pick al primo giro (4ª e 27 ª), una al secondo e altre quattro fino alla 104esima. La decisione più importante riguarderà proprio la quarta scelta assoluta. Si potrebbe prendere Marvin Harrison Jr., wide receiver da Ohio State con upside da Pro Bowler. O visto che c’è la fila alla porta, si potrebbe venderla a caro prezzo a una di quelle squadre in cerca di QB (come i Vikings e i Raiders).

Non possiamo predire come andrà, ma di una cosa siamo sicuri: da questo Draft dipenderanno i prossimi anni degli Arizona Cardinals.

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Carlo Giustozzi

Nato nelle Marche nel 2003, nel tempo libero cerco di unire la passione per lo sport e quella per la scrittura, con la speranza di farlo per vivere, un giorno. Parlo di parecchie cose, soprattutto pallacanestro, football americano e ciclismo.

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