Quella del 2023 sarebbe dovuta essere la stagione zero per i Green Bay Packers che, dopo 18 stagioni, si presentavano ai nastri di partenza per la prima volta senza Aaron Rodgers, ma con “l’incognita” Jordan Love, al primo anno da starter dopo tre vissuti come backup di Rodgers; il risultato finale è stato a dir poco sorprendente, con i Packers che dopo un inizio un po’ a rilento, dove si sono ritrovati con un record di 3-6 dopo 9 partite giocate, sono “esplosi”, fino ad arrivare ad essere considerati una seria contender sul finale di stagione, complici anche un paio di vittorie importanti sul finale di stagione.
I Packers possono così ritenersi soddisfatti, essendo riusciti a superare il vuoto lasciato da ARod, trovando probabilmente per la terza volta consecutiva dopo Favre e lo stesso Rodgers, il QB su cui costruire il proprio futuro, con un Jordan Love che arriva alla sua seconda stagione come uno dei QB più attesi della NFL.
COME DOVEVA ANDARE…
I Packers erano una delle squadre più attese prima dell’inizio della stagione, non tanto per il talento a disposizione, quanto per la curiosità intorno a Jordan Love, chiamato a prendere il posto di Rodgers dopo tre anni di “apprendistato”, con un reparto offensivo fra i più giovani della lega, ed un gameplan da rivoluzionare rispetto a quello visto l’anno precedente, complice anche la differenza di atletismo, e talento, fra lui ed il neo QB dei Jets; proprio per questo le preview intorno alla franchigia del Wisconsin si dividevano fra gli ottimisti, come noi di Huddle Magazine che abbiamo previsto un record di 10-7 per GB prima dell’inizio della stagione, ed i pessimisti, che invece non vedevano in Jordan Love un QB in grado di fare il titolare in NFL, e complice anche i molti dubbi intorno a tutto il reparto offensivo dei Packs, con il solo Aaron Jones come vera e propria arma offensiva, ed il parco WR più giovane e con meno esperienza di tutta la lega.
A salvare Green Bay sarebbe dovuta essere la #D green&gold, su cui ancora una volta sono state spese la maggior parte delle pick nel corso dell’ultimo draft NFL, su cui non vi era però la certezza che sarebbe bastata per poter raggiungere i playoff.
La realtà però è stata completamente ribaltata dai Packers che, con la decisione di spedire Rodgers ai Jets, hanno dato via al loro rebuilding, durato in realtà giusto qualche settimana di regular season in cui Love ha potuto ambientarsi e trovare confidence con il suo attacco, prima di dare dimostrazione di tutto il suo talento.
…E COME E’ ANDATA
Probabilmente se avessimo fatto questa domanda a qualche residente in Wisconsin dopo week 8 ti avrebbe risposto dicendoti niente; i Packers hanno infatti iniziato la loro stagione con una partita dominata a Chicago contro i Bears, per poi incappare in cinque sconfitte nelle successive sei partite, quattro delle quali consecutive, e contro avversari tutt’altro che di livello. La sconfitta con i Vikings in week 8 sembra però aver dato la svolta alla stagione dei Packs, che nelle successive 10 partite hanno chiuso con un record di 7-3 che è valso l’accesso ai playoff tramite le wild card. A farsi notare in questo filotto di partite sono sicuramente le vittorie in trasferta contro i Lions nel più classico dei Thanksgiving Game, con i Packers che hanno dominato dall’inizio alla fine contro i lanciatissimi Lions, e le due vittorie con cui i Packs hanno chiuso la stagione contro Vikings, ed ancora una volta i Bears.
L’altra grande partita dei Packers è stata poi quella del turno delle Wild Card, dove Love e soci, in trasferta all’At&T Stadium di Dallas, hanno completamente annichilito i Cowboys, arrivando così al Divisional Round poi perso di misura contro i 49ers.
COSA HA FUNZIONATO…
Jordan Love. Il giocatore con più attenzione attorno prima dell’inizio della regular season, e non solo da parte dei suoi tifosi, ma di tutto il mondo NFL, ha giocato una stagione stellare alla sua prima esperienza da starter. Dopo un inizio un po’ claudicante, nonostante buone prestazioni arrivate anche nelle sconfitte patite da GB ad inizio stagione, Love si è caricato la squadra sulle spalle, trascinando i Packs al settimo seed della NFC e ad un’impresa come quella arrivata contro i Cowboys, con GB che è diventata la squadra con il roster più giovane di sempre a qualificarsi ai playoff.
Non solo Love però ha funzionato: anche il parco ricevitori di Green Bay ha avuto un ottimo anno, con Dontavyon Wicks e Jaylen Reed che si sono dimostrati ottime prese nel corso dell’ultimo draft, e che con un anno di esperienza in NFL si candidano ad assoluti protagonisti negli anni a venire.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
Ancora una volta, il punto debole dei Packers, si è dimostrata la difesa guidata da Joe Barry; l’ormai ex DC di Green Bay ha pagato caro le prestazioni a dir poco sottotono avute dalla sua difesa nel corso della stagione, venendo licenziato dopo la fine della stagione dei Packers.
Molte volte nel corso della stagione la difesa messa in campo da Barry è sembrata incapace di difendere contro gli attacchi avversari, e la dimostrazione più lampante di tutte è arrivata nella partita giocata contro i Carolina Panthers, con la franchigia di Charlotte che, dopo due partite in cui non era riuscita a segnare alcun touchdown, ha trovato ben 30 punti contro la difesa di GB, apparsa incapace di difendere e nettamente surclassata dal gameplan avversario.
E ADESSO?
Adesso è il momento più difficile per Green Bay: è il momento di confermarsi.
L’attacco dei Packers ha già subito una piccola rivoluzione, con Aaron Jones che non è stato rifirmato, accasandosi quindi ai rivali divisionali dei Vikings, e con i Packs che hanno deciso di puntare sul forte RB ex Raiders Josh Jacobs; la rivoluzione più grande è arrivata però in difesa, con il front seven di GB che ha deciso di licenziare Joe Barry e di affidarsi a Jeff Hafley, ex HC di Boston College, e chiamato a risollevare dalle ceneri il reparto più in difficoltà lo scorso ano.
Per fare questo i dirigenti hanno deciso di puntare su Xavier McKinney, S ex Giants, in free agent e di spendere sei delle proprie undici pick al draft su un giocatore di difesa, con la difesa che quest’anno potrà puntare su un attacco ancora più rodato, e dovrà farsi trovare pronta quando chiamata in causa, e non essere invece “causa” di sconfitte come accaduto lo scorso anno