NCAA Preview 2023: PAC 12

Così come l’anno scorso oltre ai preview delle squadre NFL vi proponiamo anche quelli delle maggiori conference NCAA, oggi è il turno della PAC 12 (BIG 12SECACCBIG TEN).

La Pac 12 è sull’orlo dell’estinzione e il football (ad alti livelli) della costa ovest non sarà più lo stesso. Quello che, parzialmente, ci rincuora è che questa conference se ne andrà con un bel botto: tra favorite al titolo, candidati all’Heisman e nuovi ingombranti protagonisti la Pac 12 si appresta a regalarci uno degli anni più imprevedibili di sempre. Ce la faranno a far tornare almeno una squadra ai playoff oppure, come spesso è successo, il cannibalismo tra i migliori avrà la meglio? Sarà una grande, ultima, cavalcata verso il tramonto.

Le favorite

Cominciamo da chi, per due anni consecutivi, la conference l’ha vinta quasi dominando. Utah, come al solito e nonostante la costanza dimostrata negli ultimi anni, parte sempre un po’ dietro rispetto a nomi più “sexy” ma riesce sempre a sbugiardare un po’ tutti. La squadra di Kyle Whittingham ha il grande pregio di avere una identità ben marcata, probabilmente poco flessibile, ma sicuramente sfruttata al massimo della potenzialità possibile. Identità ma anche costanza nello schema (stessa coppia di coordinatori dal 2019) e negli uomini gli Utes introdurranno in questa stagione una delle squadre più esperte dell’intera conference. Cam Rising torna a guidare un attacco che punterà tantissimo su RB e TE, a tal proposito dobbiamo tenere bene a mente due protagonisti: Ja’Quinden Jackson e Brant Kuithe. Jackson è un ex QB che lo scorso anno ha esordito nel nuovo ruolo prendendosi sempre più responsabilità sul finale di stagione mentre Kuithe, la cui stagione è finita presto a causa di un infortunio, sarebbe stato già un anno fa il TE1 e l’uomo su cui l’OC Andy Ludwig aveva disegnato il suo attacco. La mancanza di un vero WR1 in grado di allargare e allungare il campo è il tallone d’Achille di questo reparto: Devaughn Vale, grosso e rapido, è emerso sul finire della stagione e vedremo se saprà ricoprire questo ruolo per gli Utes.

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Lo scorso anno Utah ha schierato una difesa molto giovane che ha faticato a trovare l’equilibrio durante le prime 7 partite, da lì in poi però il miglioramento è stato netto e costante: alla fine dell’anno abbiamo potuto ammirare la solita solida difesa di Morgan Scalley. Rimpiazzare Clark Phillips III (NFL) non sarà facile ma Utah si ripresenta con 11 dei migliori 15 giocatori difensivi della scorsa stagione.

I favoriti d’obbligo sono i Trojans di Lincoln Riley e non potrebbe essere altrimenti dal momento che schierano il miglior giocatore dell’intero panorama collegiale. Caleb Williams torna dopo una stagione stellare e l’attacco di USC passerà ancora dalle sue sapienti mani. Nonostante la perdita di Jordan Addison, la receiver room mantiene (se non addirittura aumenta) la potenza di fuoco dimostrata nella stagione di esordio dei nuovi Trojans. A Mario Williams, altro esule da Oklahoma, Brenden Rice, figlio di Jerry, e Tahj Washington si aggiungono Dorian Singer (uno dei migliori giocatori dal portal) e Zacharian Branch (freshman con doti atletiche e tecniche già ben sviluppate). Williams avrà di nuovo una pletora di playmaker ai quali distribuire la palla.

Se siamo sicuri che l’attacco non avrà problemi di efficacia, altrettanto non possiamo dire della difesa. Il reparto guidato dal DC Alex Grinch è stato il vero ostacolo di USC nella corsa ai playoff ed è inutile girarci intorno: il finale della scorsa stagione con 47 e 46 punti concessi rispettivamente a Utah (in finale di Pac 12, sconfitta che ha di fatto escluso USC dalla corsa al titolo) e Tulane nel Cotton Bowl è stato solo il manifestarsi di un problema con il quale i Trojans hanno dovuto fare i conti per tutta la stagione. Riley non ha nascosto la questione e, alla ricerca di game changer difensivi, ha attaccato il transfer portal come un forsennato portandosi a casa 7 giocatori da altre squadre delle Power 5. Il grosso del lavoro di reclutamento è stato concentrato sulla linea dove sono arrivati: Anthony Lucas (Texas A&M) e Bear Alexander (Georgia), entrambi ex prospetti 5-star, oltre a Kyron Barrs (Arizona) e Jack Sullivan (Purdue) che comunque hanno già molta esperienza da titolari. Un’altra aggiunta importante è il LB Mason Cobb (Oklahoma State) che ha lasciato il ruolo da leader ai Cowboys per tentare la corsa al titolo in California. Gli uomini per schierare una difesa decente ci sono (decente basta e avanza quando hai Caleb Williams in attacco) e le scuse per Grinch, ma soprattutto per Riley sono terminate.

Non permettere ad un giocatore potenzialmente epocale come Williams di giocarsi, almeno una volta, il titolo nazionale sarebbe un duro colpo alla reputazione, finora immacolata, dell’allenatore ex Oklahoma.

Kalen DeBoer ha fatto i miracoli al primo anno sulla panchina di Washington e gli Huskies hanno finito la stagione in crescendo con 7 vittorie consecutive (compresa quella contro Texas nell’Alamo Bowl). Il quarterback Michael Penix è stato il protagonista di un attacco che è stato talmente bello ed efficace da riscattare gli ultimi anni bui della gestione Jimmy Lake. Oltre al ritorno di Penix, DeBoer ha messo a segno un altro colpaccio quando è riuscito a trattenere, con un sensibile adeguamento contrattuale, l’offensive coordinator Ryan Grubb che è stato corteggiato da Texas A&M e ad un passo da firmare per Alabama. Grubb e DeBoer sono un tandem solido da tanti anni e insieme hanno disegnato un attacco perfetto per i tempi moderni. Fulcro del gioco sono i ricevitori ed il passing game, con Rome Odunze e Jalen McMillan che formano, insieme a quella di Ohio State, la coppia di WR più forte dell’intera nazione (entrambi sopra le 1000 yard in ricezione nel 2022). L’infortunio a Cameron Davis, designato come RB1, è una tegola e Washington dovrà trovare una soluzione interna per mantenere sufficiente un running game che viene da una stagione solida. Dal transfer portal sono arrivati Dillon Johnson (Mississippi State) e Daniyel Ngata (Arizona State). Una delle caratteristiche principali dell’attacco di Grubb è la capacità di sfornare drive lunghissimi nei momenti topici delle partite, a livello statistico il paragone regge solamente con la storica USC del 2004 in questo particolare dato: gli Huskies hanno avuto 25 scoring drive con minimo 10 giocate. Non sforni statistiche del genere senza una linea offensiva di livello assoluto per questo, a causa delle perdite importanti (Jaxson Kirkland su tutti) sarà interessante vedere come gli Huskies ricaricheranno questo reparto che non pecca comunque di esperienza.

Washington, abituata a sfornare defensive back ad un ritmo impressionante, ha vissuto un anno difficile per quanto riguarda la difesa aerea. Sicuramente il nuovo schema ma soprattutto la sfortuna (sono 7 i titolari fermati per infortunio nel 2022) non hanno aiutato, una difesa più sana potrà tenere il ritmo dell’attacco e portare Washington alla finale di conference e, perché no, anche ad una potenziale partecipazione ai playoff.

Finiamo il tour delle favorite (quattro squadre, a proposito dell’equilibrio) con Oregon. L’esordio di Dan Lanning da head coach è stato più che positivo con una stagione che poteva essere addirittura storica se i Ducks non avessero lasciato lì due partite combattute contro Washington e Oregon State. Bo Nix ritorna nel ruolo di QB1 e si candida come possibile outsider nella corsa all’Heisman Trophy. In attacco Oregon ha perso l’offensive coordinator Kenny Dillingham (divenuto HC ad Arizona State) che è stato sostituito da Will Stein (UTSA), il quale resterà sul solco tracciato dal predecessore con ritmi alti, maggiore utilizzo dei TE e ricerca di giocate esplosive. Tutti aspetti in cui i pregi di Nix sono esaltati e i difetti ben nascosti. I Ducks reclutano bene da ormai molti anni e questo significa che il roster è carico di giocatori di livello assoluto. Saranno protagonisti il RB Bucky Irving, reduce da una stagione storica, e una receiver room zeppa di talento con Troy Franklin, outside receiver, e Kris Hutson, nello slot, su tutti. Un’altra caratteristica costante dei Ducks è l’alto livello nelle prestazioni della linea offensiva, per mantenerlo e far fronte alle perdite Lanning ha pescato dal portal due potenziali titolari in Ajani Cornelius (Rhode Island, ma non fatevi ingannare dalla provenienza) e Junior Angilau (Texas). A questi si aggiunge Josh Conerly, ex prospetto 5-star della classe 2022.

Lanning ha dichiarato che il suo obiettivo finale è quello di costruire una difesa dominante come quella di Georgia del 2021 della quale lui era il coordinatore. A tal proposito siamo ancora ai lavori in corso dopo una stagione appena sufficiente (i Ducks sono stati una delle peggiori difese per sack e pass coverage), in questo reparto ci aspettiamo un netto miglioramento, soprattutto sulla linea, viste le aggiunte del DE Matayo Uiagalelei (5-star, fratello di DJ) e Jordan Burch, transfer da South Carolina. I nomi ci sono, ora non resta che portare a casa i risultati.

Le inseguitrici

Chip Kelly è finalmente riuscito a riportare UCLA sulla strada giusta dopo 4 anni di alti e bassi. Sostituire Dorian Thompson-Robinson non sarà affatto facile ma a Westwood le soluzioni non mancano. Tra queste c’è una delle vittorie più importanti dell’era Kelly ovvero Dante Moore (ex prospetto 5-star, terzo miglior QB e quinto miglior giocatore della nazione per la classe del 2023), strappato ad Oregon e Michigan State lo scorso dicembre. Il commitment di Moore ha portato entusiasmo all’ambiente e si è trascinato dietro alcuni giocatori, sia dall’high school che dal portal, che diversamente non avrebbero nemmeno considerato UCLA. In questi giorni Chip Kelly ha nominato Ethan Garbers come QB titolare per la prima partita, una scelta safe ma che ha un senso: Garbers è l’unico QB che ha più di una stagione di esperienza nel sistema offensivo. Detto questo sono previsti scampoli di partita anche per il suddetto Moore e per Collin Schlee (arrivato da Kent State) ad evidenziare una situazione ancora piuttosto fluida. Tra i ricevitori avranno un ruolo fondamentale due transfer come J. Michael Sturdivant (California), sostituto naturale di Jake Bobo sull’esterno, e Kyle Ford (USC), talentuoso WR bloccato dalla depth chart spietata dei Trojans. I Bruins superano l’era DTR con un attacco che probabilmente sarà ancora al top delle statistiche del running game, la variabile Moore e l’aumento di qualità tra i WR sarà l’ago della bilancia per mantenere alto il livello.

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Cambio di coordinatore in difesa dove è arrivato dai Baltimore Ravens, D’Anton Lynn alla prima esperienza come DC. Il punto di forza è nella linea , soprattutto sull’esterno, dove risiede una stella assoluta come Laiatu Latu. La difesa potrà e dovrà fare un passo in avanti rispetto allo scorso anno perché UCLA riesca ad agguantare una possibile finale di conference che resta, comunque, un obiettivo ampiamente alla portata della squadra di Kelly.

Jonathan Smith ha costruito nel tempo un programma vincente alla guida della sua alma mater Oregon State. I Beavers non possono contare sull’afflusso annuale di talento come le squadre al top della conference e devono per forza affidarsi totalmente allo sviluppo dei giocatori, in questo Smith e il suo staff (che pare immune al turnover) sono stati pressoché perfetti. In attacco l’OC Brian Lindgren e l’OL coach Jim Michalczik hanno trovato la formula vincente e un’identità precisa basata sul power football: la fisicità è una grande costante nei successi di Oregon State. Il colpo dal portal è stato l’arrivo di DJ Uiagalelei (Clemson) che spera di ritrovarsi a Corvallis, a lui è stato affidato il ruolo di QB1 ma lo sfidante, il freshman Aidan Chiles (sesta migliore recluta nella storia dei Beavers) ha fatto strabuzzare gli occhi a molti in preseason e potrebbe essere una futura stella. A proposito di stelle, quella attuale è senza dubbio il RB Damien Martinez che lo scorso anno ha sfiorato le 1000 yard corse all’esordio. Martinez correrà dietro una delle migliori linee offensive della conference e il marchio di fabbrica offensivo di Oregon State resterà invariato anche nel 2023. Il punto interrogativo del reparto è la WR room che deve sostituire molti dei protagonisti della scorsa stagione.

Anche la difesa perde molto con il portal che ha tolto (Omar Speights è andato a LSU) ma anche aggiunto, soprattutto per quanto riguarda i linebacker. La linea resta un punto di forza con giocatori esperti come Sione Lolohea e James Rawls in un reparto che è stato in costante miglioramento negli ultimi anni.

Se Uiagalelei dimostrerà di aver ben digerito i dettami tattici di Smith e Lindgren e se i sostituti in difesa si dimostreranno all’altezza dei predecessori, Oregon State è destinata ad essere nuovamente la mina vagante e una squadra tremendamente ostica per chiunque.

Le altre

Arizona e Arizona State vivono due momenti molto differenti. Per i Wildcats Jedd Fisch è riuscito a rendere decente un programma che sembrava perso prima del suo arrivo. Arizona metterà in campo un attacco molto efficiente (attenzione a Jayden de Laura, confusionario ma talentuoso) ed una difesa giovane ma già testata lo scorso anno. I Sun Devils sono al primo anno della gestione Dillingham (allenatore più giovane dell’intero panorama collegiale) e dovranno fare i conti con le conseguenze dei fattacci dell’era Herm Edwards. Per alleggerire l’eventuale colpo dalla NCAA, Arizona State si è auto-inflitta l’esclusione dalla Bowl Season, considerato il vero obiettivo stagionale. La storyline interessante da seguire è quella relativa a Jaden Rashada, salito alla ribalta per lo scandalo NIL con Florida, il freshman ha trovato a Tempe la sua redenzione immediata e partirà titolare. Lavori in corso su praticamente tutto il resto della squadra.

Washington State cambia offensive coordinator ma mantiene l’Air Raid Offense con l’arrivo di Ben Arbuckle che ha fatto benissimo a Western Kentucky. Il quarterback Cameron Ward è chiamato alla stagione della consacrazione dopo aver dominato a livello FCS due stagioni fa (Incarnate Word). Il calendario è favorevole poiché i Cougars evitano due delle migliori squadre della conference come USC e Utah ma devono andare in trasferta a Oregon e Washington.

Una delle storie della offseason è stato l’arrivo di Deion Sanders, a Colorado. Coach Prime ha rivitalizzato quello che, statistiche alla mano, è stato per anni uno dei peggiori programmi di tutte le maggiori conference. Come prima cosa Sanders ha fatto un ripulisti senza precedenti (50 partenze/tagli a fronte dell’arrivo di altrettanti nuovi giocatori) e se questa strategia sarà un successo modificherà per sempre la concezione di roster management a livello collegiale. Tra tutti gli arrivi spicca quello di Shedeur Sanders (Jackson State), figlio dell’allenatore e quarterback titolare dei Buffs, ma il vero colpo Prime lo ha fatto con i coordinatori: Charles Kelly (DC da Alabama) e Sean Lewis (OC da Kent State dove era HC) proviene dal ramo di Dino Babers e della Veer and Shoot Offense resa famosa da Briles a Baylor ma che vede la migliore odierna interpretazione nelle mani di Heupel a Tennessee. Il calendario è spietato: le prime due partite sono con TCU in trasferta (reduce da un’apparizione ai CFP) e Nebraska, a queste si aggiungono USC in casa e le trasferte a Oregon, UCLA e Utah.

California cerca di ritrovare se stessa con Justin Wilcox che è stato vicinissimo a lasciare i Bears un anno fa. L’offensive coordinator Jake Spavital è la vera grande novità ed è anche la pubblica amissione da parte di Wilcox che la sua idea di football conservativo non era più efficace e Berkeley. Se California sarà in grado di unire le sue due anime (la difesa solida di Wilcox e l’attacco esplosivo di Spavital) i Bears potrebbero sorprendere nonostante un calendario abbastanza complicato.

Troy Taylor esordisce da HC di Stanford dopo la traumatica fine dell’era David Shaw. Il nuovo allenatore ha portato Sacramento State a vette inesplorate con un attacco molto interessante e innovativo che in molti sono curiosi di vedere anche con i Cardinal. A livello tattico è una discreta giravolta rispetto a quello che i pochi spettatori hanno assistito negli ultimi anni: tornare a essere quantomeno divertenti è il primo, abbordabile, obiettivo per Taylor ed i suoi. Troppo presto (o tardi visto il futuro in bilico della conference) per vederli competere per qualcosa di serio.

Giocatori da seguire (oltre a quelli nominati sopra)

ARIZONA: Tetairoa McMillan (WR), sophomore, esploso al primo anno con 18.0 yard per ricezione dopo essere stato una delle migliori reclute mai firmate dai Wildcats.

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ARIZONA STATE: Jalin Conyers (TE), uno dei pochi giocatori con esperienza rimasti a Tempe per una squadra che ha fortemente bisogno di un leader tecnico.

CALIFORNIA: Sam Jackson V (QB), transfer da TCU e vero dual-threat QB che aumenta l’imprevedibilità al nuovo attacco di Spavital.

COLORADO: Travis Hunter (CB/WR) scioccò il mondo quando scelse Jackson State al posto di Florida State nel 2021 da recluta numero 1 della nazione. Ha seguito Sanders anche a Boulder e sarà uno dei giocatori più interessanti da seguire il prossimo anno con la possibilità di diventare una stella assoluta.

OREGON: Terrance Ferguson (TE) ha visto il suo ruolo espandersi sempre di più la scorsa stagione, i Ducks chiederanno molto ai propri TE anche il prossimo anno e Ferguson è quello destinato a ricevere le attenzioni maggiori.

OREGON STATE: Andrew Chatfield (OLB/DE) è pronto ricoprire un ruolo importante nella difesa aggressiva dei Beavers.

STANFORD: Ari Patu (QB) è l’esatto opposto del QB che solitamente gioca a Stanford ma anche Taylor è l’esatto opposto del solito allenatore dei Cardinal, scommettiamo sul successo di questo matrimonio.

UCLA: Kam Brown (WR) specialista nel route-running e giocatore molto elegante che ha avuto un ruolo sempre maggiore sul finire dello scorso anno.

USC: Raleek Brown (WR/RB) ex RB che sta imparando ancora nel nuovo ruolo. Scommettiamo che Riley riuscirà a trovare spazio per la sua rapidità in un attacco che solitamente adora i gadget player.

 UTAH: Jaylon Glover (RB). Sostituire Tavion Thomas non sarà facile ma teniamo presente Glover che ha la possibilità di correre dietro una buonissima offensive line e caratteristiche complementari con quelle di Ja’Quinden Jackson.

WASHINGTON: Jabbar Muhammad (CB) transfer da Oklahoma State. Gli Huskies necessitano di un deciso cambio di passo nella secondaria, Muhammad, uno dei migliori CB nella Big 12 lo scorso anno, servirà proprio a questo.

WASHINGTON STATE: Kyle Williams (WR) transfer da UNLV. I Cougars ristrutturano la receiver room con alcuni dei migliori talenti della Mountain West. Williams è uno di questi.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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