Dal’inferno al paradiso senza passare dal purgatorio (Buffalo Bills vs Baltimore Ravens 23-20)

Sfido chiunque avesse avuto l’onore (o l’onere) di poter assistere ai primi 30 minuti di gioco, anche solamente a pensare che i Buffalo Bills sarebbero riusciti ad uscire dal sempre ostico terreno di gioco di Baltimora con il bottino pieno ed invece, trascinati dalla solita difesa arcigna e mai doma, gli ospiti sono stati in grado di ribaltare ben 17 punti di deficit, ponendo finalmente la parola fine ad una maledizione che pareva averli ormai colpiti, quella delle vittorie in partite decise da un possesso pieno o meno di scarto.
Erano stati addirittura 6 i passi falsi consecutivi negli “One possession” game da quel Wild Card Game del 2020 vinto ai danni degli Indianapolis Colts di Frank Reich e Philip Rivers.
Come se non bastasse, quella portata a compimento nella serata di ieri è stata la maggior rimonta dalla stagione 2011, nella quale i Bills furono in grado di rimontare addirittura 21 punti ai fino a quel momento inarrestabili New England Patriots, sconfitti per 34-31 al termine di una partita al cardiopalma che resterà per sempre negli annali di questo sport.

L’inizio di match, disputato in condizioni atmosferiche non ottimali a causa di vento e pioggia battente, è stato in tutto e per tutto a tinte viola-nero, complice un Josh Allen apparso parecchio sotto tono e di certo non aiutato aiutato dai propri compagni di reparto, rei di aver commesso una serie apparentemente interminabile di drop alquanto inusuale.
Pronti via è stato infatti il leader della secondaria Marlon Humphrey ad approfittare di un lancio fuori misura del n°17 diretto al TE Dawson Knox (apparso lento e impacciato nell’occasione), intercettando il pallone.
Da lí a poco sarebbe stato l’asse Jackson-Dobbins a prendere in mano il pallino del match, logorando il cronometro ed apparendo per lunghi tratti della prima frazione pressoché incontenibile per gli avversari (2 i TD, uno su corsa e l’altro su ricezione, messi a referto dal giovane RB, rientrato dal grave infortunio solo nella precedente partita).

Fino a 2 minuti dall’intervallo, oltre ad aver commesso l’intercetto, Allen non si era mai dimostrato in grado di muovere la catena, completando solamente 5 dei 13 passaggi tentati per un modesto guadagno di 42 yard. Da quel momento in poi, quasi come se si fosse accesa una sorta di lampadina, l’indiscusso leader della squadra è stato in grado di completare 14 dei successivi 23 passaggi tentati, tramutati in 170 yard ed un TD, quello messo a referto da McKenzie.
Nonostante il netto cambio di marcia nel passing game, il vero e proprio X Factor nella conquista della vittoria sono indubbiamente state le proprie gambe, provvidenziali nel contribuire alla causa con 62 yard in 10 portate, facendo riaffiorare nella memoria il Josh Allen dai primi due anni tra i Pro, meno cerebrale e maggiormente dipendente dagli straordinari mezzi atletici.

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Mentre il running game dei Ravens non smetteva di creare continui grattacapi alla difesa del duo Frazier-McDermott (162 yard in 33 portate, 4.9 Y/A), quello dei Bills si dimostrava per l’ennesima volta una sorta di zavorra per il reparto offensivo, riuscendo ad ammassare solamente 55 yard in 14 tentativi, 3.9 Y/A, numero che crolla vertiginosamente ad un misero 2.9 Y/A se dal computo non viene conteggiata la portata di Devin Singletary (autore tra le altre cose di sanguinoso fumble ed un drop) in apertura di 3° quarto, valevole di 18 yard di guadagno.

Proprio come dichiarato dal CB Taron Johnson in conferenza stampa, gran parte del merito per la vittoria va attribuito al DC Leslie Frazier, sagace nel porre tutti gli aggiustamenti necessari nel corso dell’intervallo, grazie ai quali il reparto difensivo è stato in grado di limitare Lamar Jackson a solamente 36 yard e ad intercettarlo per ben 2 volte nel corso della seconda frazione, mandandolo letteralmente in tilt con repentini cambi di coverage e schieramento tra pre e post snap.

Grazie a questo approccio diametralmente opposto rispetto al primo tempo, i Bills sono riusciti a terminare l’incontro con un passivo di solamente 296 total yard, ammontare valevole dell’ottava partita consecutiva (record di franchigia) nella quale i rispettivi avversari sono stati tenuti al di sotto del muro delle 300.
L’azione che ha definitivamente svoltato l’inerzia del match in favore degli ospiti è indubbiamente il 2° intercetto di giornata del rientrare Jordan Poyer, fenomenale nel leggere le intenzioni del QB n°8 (apparso in verità troppo riluttante nell’approfittare dell’enorme separazione creata da Duvernay ai danni del diretto marcatore Dane Jackson) e tramutare quello che sarebbe potuto essere il TD del 20-27 in un’ottima posizione di campo in cui posizionare il pallone per il drive decisivo guidato dallo stesso Allen.

La difesa ha faticato per la seconda settimana consecutiva nel portare efficacemente e soprattutto con costanza pressione al QB avversario, venendo limitata a solamente 2 sack (Miller e la premiata ditta Rousseau-Jones) e pochissime pressure, da un’Offensive Line dei padroni di casa sempre attenta e mai in severo affanno.

I Buffalo Bills, nonostante la peggior prestazione di questo primo scampolo di stagione, riescono a rialzarsi prontamente dall’immeritata sconfitta maturata esattamente 7 giorni prima sul campo dei Miami Dolphins, riagganciati in testa alla AFC East grazie alla complicità dei Cincinnati Bengals, usciti vincitori dal Thursday Night, ponendo così fine all’imbattibilità della squadra di McDaniel.
Domenica prossima ad attendere i Bills ci sarà un’altra compagine della AFC North, i Pittsburgh Steelers, squadra che farà capolino all’Highmark Stadium vogliosa di rialzare la testa dopo ben 3 sconfitte consecutive, ultima delle quali inflittagli in rimonta dai New York Jets.

Dall’altro lato i Baltimore Ravens, scottati dalla 2° “rumorosa” rimonta patita in questo primo quarto di Regular Season, ospiteranno sul proprio terreno di gioco i Cincinnati Bengals, reduci da 2 vittorie consecutive, in quello che si preannuncia un match “sporco” e senza esclusione di colpi. La AFC North, aperta ed incerta come non mai, può contare su addirittura 3 squadre (Ravens, Bengals e Browns) appaiate in testa con un non particolarmente entusiasmante record di 2 vittorie ed altrettante sconfitte.

A cura di Luca Poglio

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Una sola ed unica penna che scrive, portavoce di una piccola grande famiglia accomunata da una scriteriata passione per i Buffalo Bills.

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