NFL Preview 2019: Miami Dolphins

“Culture” (countable and uncountable, plural cultures): The beliefs, values, behaviour and material objects that constitute a people’s way of life. (tratto da Wiktionary).

Questa è la parola d’ordine dei Miami Dolphins 2018: cultura. Dopo la disarmante stagione 2017, sulla quale – davvero, per piacere – è meglio stendere un pietosissimo velo e passare avanti, il front office ha deciso di voltare pagina…

Come? …già sentito??

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Sì, sì, già sentito. Questo era l’inizio della preview 2018 dei Miami Dolphins: lo scorso anno, giorno più, giorno meno. E, forse, vi sembrerà che le stesse parole vadano in fondo bene anche per quest’anno, e che alla fin fine lo andassero anche per il 2017, il 2016 e via così. A questo punto, magari vi sorgerà la domanda: ma non è che i Miami Dolphins sono in una sorta di gigantesco loop spaziotemporale, in un colossale “giorno della marmotta” in cui tutto succede sempre uguale, anno dopo anno, compreso il mediocre risultato finale? Dopo anni di preview e di review più o meno sempre uguali qui su Huddle (garantito: non sono copiate una dall’altra) il dubbio è legittimo. Quest’anno, però, qualcosa di davvero diverso c’è: un’idea nuova.

Ma perché stavolta non copiamo direttamente dal primo della classe? Perché non la smettiamo di spendere container di soldi ogni estate per niente e cerchiamo di imparare dai più bravi? Anzi, già che ci siamo, perché non prendiamo direttamente qualcuno da lì che ci insegni come si fa? Risposta: perché magari ci dice a) che finora abbiamo sbagliato tutto, anche se su questo una lieve intuizione l’avevamo avuta pure noi b) che sì, ci si può provare ma sarà dura e prima verranno il pianto e lo stridore di denti e c) ocio, che bisogna iniziare come quando ti trovi il frigo del picnic pieno di formiche: buttare via tutto, lavare e disinfettare bene bene e solo dopo rimettere dentro il cibo, meglio se di quello buono. Sai che c’è? Facciamolo!

Ladies and gentlemen, please welcome the 2019 Miami Dolphins.

OFFENSE

Kenyan Drake Dolphins Colts

 

Prima regola del rebuilding: via il vecchio quarterback, a meno che non costi poco e sia giovane e sano. Sfortunatamente per lui Ryan Tannehill, pur essendo un ragazzo d’oro e una bellissima persona, non soddisfaceva ormai nessuno di questi requisiti. E, con lui, non è che si sia vinto tutto ‘sto chissà che… Per cui, grazie e ciao. Poi: via tutti quelli sempre rotti, i nongiovani, quelli che ci costano un botto di soldi e quelli che magari non costano un botto ma in giro c’è di meglio. Ooook… e allora, salutati Tannehill, Sitton, Gore, James, Amendola e una bella fetta dei ricambi della OL, chi rimane?

Molti occhi quest’anno sono puntati sul RB Kenyon Drake. Ha già dimostrato che le doti le ha, adesso dovrà trasporle nei nuovi schemi in cui verosimilmente sarà parecchio coinvolto. Alla voce “stagione del riscatto” si trovano soprattutto i nomi del WR DeVante Parker e del TE Mike Gesicki, per i quali il 2019 è una chiamata quasi senza più appello, anche se per motivi molto diversi l’uno dall’altro. E, nella nuova linea d’attacco, Laremy Tunsil ha l’opportunità di indossare i panni del leader, cosa tutto sommato scontata per uno che molti indicano come il miglior left tackle dell’intera NFL e il prossimo giocatore in linea a Miami per un sostanzioso rinnovo contrattuale.

E il quarterback? Di parole su Josh Rosen e sulle circostanze e prospettive del su arrivo ai Dolphins ne sono state spese fin troppe; adesso se davvero è in grado di recuperare la sua carriera NFL ha una grossissima opportunità di dimostrarlo, e dipende solo da lui. Per il momento, però, il titolare è Ryan Fitzpatrick, uno che se cerchi il qb del futuro allora è meglio andare altrove, ma che sembra capitato nel posto giusto per riuscire a risvegliare un po’ di passione (e vendere un po’ di biglietti) in una città ormai oltre la soglia della disillusione per la sua squadra di football.

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DEFENSE

miami dolphins defense

Le regole del rebuilding hanno colpito pesante anche in difesa, dove ad esempio la partenza di Cameron Wake ha privato i tifosi di uno dei loro beniamini. Da questo lato della palla, però, la potatura ha (inaspettatamente) risparmiato alcuni nomi che tutti si aspettavano di veder cadere e che invece, fino a questo momento, sono ancora a roster nonostante prospettive non di lungo termine e contratti pesanti: Kiko Alonso, TJ McDonald, Reshad Jones. A parte quest’ultimo, le proiezioni per gli altri non sono però quelle dei ruoli predominanti che avevano fino allo scorso anno. Nel ruolo di linebacker il futuro di Miami appartiene ai due ex-Buckeyes Jerome Baker e Raekwon McMillan, nella secondaria a Xavien Howard e Minkah Fitzpatrick, per cui sarà interessante vedere come si svilupperanno le battaglie per i posti a roster nel corso del training camp.

In linea, invece, tutto è molto più chiaro: Christian Wilkins è stato scelto alla 13 assoluta sicuramente per cercare di ammazzare Roger Goddell con un epico chest bump sul palco di Memphis ma soprattutto per diventare un perno del reparto per anni a venire, e Davon Godchaux e Vincent Taylor al suo fianco sono due interessanti punti di partenza. Se poi all’esterno comparisse anche un filo di pass rush non sarebbe male, ma in questo momento la cosa non sembra il punto di forza dei Dolphins, visto che la carta migliore è il riscatto dell’ex-first round pick Charles Harris.

COACHING STAFF

Brian Flores Dolphins

E siamo al pezzo forte. La missione di portare un po’ di Patriot Way a Miami è sulle spalle di Brian Flores. Che sono spalle anche abbastanza larghe, vista la storia personale e il notevole spessore umano dimostrato dall’ex coordinatore difensivo in pectore dei New England Patriots, ma il compito che lo attende non è niente male in quanto a difficoltà e complessità. A supportarlo, uno staff assemblato con molta intelligenza, attingendo a piene mani a persone che lavoravano con Flores ai Patriots (come il nuovo OC Chad O’Shea) o che comunque erano venute a contatto in precedenza con la medesima filosofia (come il nuovo DC Patrick Graham). Era stato saggiamente individuato anche un “mentore anziano” per Flores, nella persona dello stimatissimo Jim Caldwell, ma una malattia lo ha costretto a rinunciare all’incarico, rimanendo a supporto solo come consulente. Solo il tempo dirà che ripercussioni potrà avere questo colpo imprevisto.

Record previsto: 5-11

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Offense: dipenderà tutto dalle evoluzioni nella posizione di qb Defense: c’è del talento, ma anche buchi difficili da non vedere Coaching Staff: staff ovviamente con poca esperienza, ma interessante

Merchandising Merchandising

Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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2 Commenti

  1. Buon giorno a tutti. Secondo me la parola chiave per quest anno e speranza. Speranza che le scelte fatte e le decisioni prese posso dare buoni frutti. Attenzione, non quest anno, ma in quelli seguenti. Perché ci dobbiamo preparare a un anno di sangue,sudore, e lacrime. Se però ne viene qualcosa di buono,alleluia. Un saluto a tutti.

  2. Mia previsione :3 -13
    La difesa non mi convince affatto e con i LB del roster gli avversari andranno a nozze con screen dei RB e i passaggi ai TE.
    L’attacco ha una OL che rischia di chiudere la carriera a Fitzpatrick e far tornare a Rosen gli incubi dell’anno in Arizona.
    Ammetto che sono forse troppo duro nel giudizio su una squadra che sta provando un rebuild con modalità differenti rispetto all’anno scorso e pertanto degna forse di miglior fiducia.

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