[NFL] TOP (& FLOP) della stagione 2015: Carolina Panthers

Una regular season da 15 vittorie su 16 partite giocate, playoff iniziati tra ombre e luci e proseguiti da autentici dominatori della NFC. Poi, il crollo, improvviso e fragoroso, all’ultimo atto contro i Broncos. Serve ancora un ultimo passo a questi Carolina Panthers, per entrare nella storia.

Un’annata meravigliosa per Cam Newton, eletto MVP di una regular season dominata in lungo e in largo, con lui al comando di un attacco fantastico. Le 3.837 yard guadagnate al lancio, con una discreta percentuale del 59.8%, non rappresentano un career-high, circa 200 yard ed un paio di punti percentuali più in alto. Senz’altro, invece, i 35 touchdown pass lanciati (7.1%), con un minimo in carriera tanto per intercetti (10), quanto per fumble persi (1), sono la statistica che più balza all’occhio tra quelle proprie del quarterback, che ha stampato un fantastico 99.4 di passer rating.

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A ciò ha aggiunto un fatturato da ben 636 yard su corsa in 132 portate (4.8 di media), con la bellezza di 10 touchdown. Si possono perdonare le ulteriori 4 palle perse agendo palla alla mano. Newton ha lanciato appena un intercetto nelle ultime otto partite di regular season, confermando la tendenza favorevole con le ottime prestazioni nei playoff contro Seahawks e, soprattutto, Cardinals, contro i quali ha propiziato ben quattro touchdown. Al Super Bowl, ha invece mostrato i propri limiti e Carolina è uscita sconfitta, ma il futuro è dalla sua parte.

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Nonostante l’attacco complessivamente si sia stanziato all’11esimo posto per yard a partita (366.9), nessuno ha fatto di meglio in termini di punti a tabellone, ben 500, 31.2 di media. Le “sole” 224.3 yard a partita lanciate da Newton non gli hanno impedito di raggiungere il terzo posto nella classifica dei touchdown pass, uno soltanto in meno di Giants e Patriots. Di magnifica efficienza è stato il backfield, spintosi al secondo posto alle spalle dei Bills con ben 2.282 rushing yard conquistate, 4.3 di media nelle 526 portate totali.
I Carolina Panthers hanno inoltre raggiunto il primato di 19 rushing touchdown della stessa Buffalo. Merito di Newton, ma soprattutto di Jonathan Stewart, capace di 989 yard in 242 portate (4.1 di media) nelle 13 partite giocate (76.1 di media), cui ha aggiunto 6 touchdown ed altre 218 yard con tre ulteriori viaggi in end zone nei playoff. Solido anche il contributo del trio composto da Mike Tolbert, Cameron Artis-Payne e Fozzy Whittaker, autore di 547 yard e 3 touchdown di grande importanza.

Un parco ricevitori privo del piccolo prodigio Kelvin Benjamin e dato tra i peggiori alla vigilia ha smentito ogni critica con una stagione strepitosa di tante delle sue componenti. Ben cinque elementi sono volati oltre le 400 yard e a guidarli c’è un magistrale Greg Olsen, spintosi a 1.104 yard in 77 ricezioni (14.3 di media) su 123 target, con 20 giocate da oltre 20 yard e 7 touchdown.
Ted Ginn ha raccolto appena 44 lanci su 96 target, ma li ha trasformati in ben 739 yard (16.8 di media) e spesso in oro, come dimostrano i 10 touchdown complessivi in regular season. Come nel caso dei runningback, essenziali sono state le 1.405 yard messe insieme dai comprimari, l’esperto Jerricho Cotchery, il sorprendente rookie Devin Funchess ed il coriaceo Corey Brown, che hanno aggiunto anche 20 giocate da oltre 20 yard e 12 touchdown, con appena una palla persa. Tolbert ha ricevuto anche tre pepite da Newton, oltre al fatturato su corsa.

Carolina Panthers Ted Ginn Jr

Strepitoso l’attacco, a dir poco stellare la difesa. Il sesto posto complessivo per yard subite a partita (322.9), diventa ben presto il quinto se si analizzano i punti subiti a partita, appena 308 (19.2 di media) ed il secondo alle spalle dei Broncos (4.4) per yard concesse a giocate, solo 4.9, mentre nessuno può superare l’incredibile score di +20 tra palle recuperate e palle perse.
La difesa contro i passing-game avversari è stata eccellente nel contenere i quarterback al 60% al lancio, con 3.752 yard in totale, 234.5 a partita e 6.2 a giocata. Discretamente alto il numero di 21 touchdown pass concessi, cancellato però completamente dai 24 intercetti, uno straordinario primato stagionale. La difesa ha fatto ancor meglio nel contenere le corse, stanziandosi ad appena 1.415 concesse, 88.4 a partita e 3.9 a giocata, con 11 viaggi in end zone. Ben 1.049 i tackle messi a segno, con la bellezza di 44 sack e soprattutto 106 pass deflected, secondo miglior dato stagionale dopo i 112 dei Chiefs, con gli intercetti sopra citati, di cui quattro riportati in touchdown. Dei ben 22 fumble, 15 sono stati recuperati. Nessuno ha fatto meglio in NFL.

Individualmente parlando, i nomi da citare si sprecano, a partire dal magnifico Luke Kuechly, autore di 118 tackle, 8 tackle for loss, 10 pass deflected, 4 intercetti, di cui uno riportato in touchdown, ed un fumble recuperato. Nei playoff, il leader del front seven ha regalato altri 29 tackle, 3 pass deflected e 2 intercetti, entrambi poi trasformati in fondamentali segnature.

Luke Kuechly (Carolina Panthers)

Dei fantastici 7 fanno parte, tra gli altri, anche Thomas Davis, arrivato a 105 tackle, 5.5 sack, 7 pass deflected, 4 intercetti e 4 fumble forzati, Kawann Short, leader con 11 sack, cui ha aggiunto 4 pass deflected e 3 fumble forzati, di cui 2 recuperati, ed infine Kony Ealy, capace di 5 sack, 3 fumble forzati e 2 recuperati, oltre che di una prestazione encomiabile nel complesso Super Bowl giocato contro i Broncos, in cui ha sorpreso tutti con 3 sack, un fumble forzato ed un intecetto, riportato per 19 yard in touchdown.
Leader della secondaria il duo delle meraviglie composto da Josh Norman, letteralmente esploso per 56 tackle, 18 pass deflected, 4 intercetti, di cui due riportati fino alla end zone avversaria, e 3 fumble forzati, di cui 2 recuperati, e da Kurt Coleman, devastante nei suoi 90 tackle, 9 pass deflected e ben 7 intercetti.

L’intercetto con touchdown annesso di Norman, parte di una prestazione difensiva strepitosa, piega i sogni di gloria dei Jaguars all’esordio. Le importanti, ma poco frizzanti vittorie contro Texans, le cui velleità sono spente da un pessimo Ryan Mallett, Saints, contro cui si accende la connection tra Newton ed Olsen, e Buccaneers, con Norman che sale a quota quattro intercetti in un amen e Ginn che due volte perfora la end zone avversaria, fanno pensare ad un fuoco di paglia, destinato presto a spegnersi.
La rimonta vincente messa in atto contro i Seahawks, però, propiziata dai touchdown di Stewart ed Olsen e dalle magie difensive di Kuechly, dimostra che c’è di più. I Carolina Panthers non si fermano e sbriciolano il record di franchigia per vittorie consecutive ad inizio stagione (5) contro Eagles, stesi dal devastante Short, Colts, con il numero 59 ancora sugli scudi e Graham Gano decisivo al supplementare, e Packers. A completare una prima metà di regular season perfetta, contro Green Bay è Newton a scaldare definitivamente i propri motori, roboanti e scalpitanti soprattutto da qui in avanti.

Carolina arriva a dieci vittorie su dieci grazie ai successi contro Titans, demoliti dal quarterback tanto al lancio quanto su corsa, e Redskins, contro cui Newton esagera e colpisce con ben 5 touchdown pass, frutto anche di ben quattro fumble forzati dalla difesa, tutti quanti poi recuperati. Non c’è storia contro i Cowboys, con un Tony Romo fatto a pezzi dallo scontro contro Kuechly ed infortunatosi definitivamente per il resto della stagione. Il quarterback da Auburn fa di nuovo cinquina contro i Saints e riesce ad avere la meglio di un’ostica squadra, trascinata da un Drew Brees in gran forma.

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Dopo il 38-0 contro i Falcons, in cui Ginn trasforma appena due ricezioni in 120 yard e due touchdown e Short mette continuamente Matt Ryan alle corde, sono i Giants a far suonare un campanello d’allarme. Newton, neanche a dirlo, arriva nuovamente a 5 touchdown pass, andando anche oltre le 100 yard su corsa, ma Eli Manning è maestoso e riesce a trovare un pareggio assurdo, prima che la difesa crolli e lasci a Gano l’occasione vincente, sfruttata da 43 yard. Ecco che, però, Atlanta si prende la più dolce delle rivincite e grazie a un Julio Jones fantascientifico scrive la prima ed unica sconfitta della regular season dei Carolina Panthers, poi nuovamente vincenti contro Tampa Bay, grazie soprattutto a Funchess.

Il primo posto in NFC, oltre ai premi di MVP per Newton e di Coach of the Year per Ron Rivera, entrambi meritatissimi, galvanizzano Carolina, che sale 31-0 all’intervallo nel Divisional contro Seattle, tramortita dai touchdown di Stewart ed Olsen, manco a dirlo. Russell Wilson, dopo mezz’ora di nulla assoluto, guida però, con l’aiuto di un Jermaine Kearse da 110 yard e 2 touchdown, una rimonta che avrebbe dell’incredibile, se non si fermasse ad un viaggio in end zone dal pareggio.

top 5 Greg Olsen Carolina Panthers

La paura vissuta contro i Seahawks sembra svanire nel Championship dominato totalmente contro i Cardinals, con Newton capace di due touchdown su corsa e due pepite per Brown e Funchess. Le sei palle perse nella partita di Carson Palmer fanno il resto ed i Carolina Panthers volano al secondo Super Bowl della loro storia da grandi favoriti, per affrontare i Broncos. La difesa fa quel che può per contenere uno spento Peyton Manning, ma l’attacco è da zero assoluto, per colpa di un Newton da tre palle perse ed appena 18/41 al lancio, messo a terra ben 6 volte dalla difesa avversaria. Ancora nessun Lombardi Trophy nella bacheca di Carolina, si tenterà nuovamente l’impresa l’anno prossimo.

Una tranquilla offseason, in cui Charles Johnson e Tolbert hanno firmato il rinnovo del contratto e sono arrivati il cornerback Brandon Boykin dagli Steelers, il tackle Paul Solilai dai Falcons ed il centro Gino Gradkowski dai Ravens, per cercare di completare al meglio un meccanismo già straordinario, è stata letteralmente scossa dalla partenza di Norman verso Washington, dove percepirà la bellezza di 75 milioni di dollari nei prossimi 5 anni, di cui ben 50 garantiti. I Carolina Panthers si trovano ora con la necessità impellente di puntellare la secondaria al Draft, oltre che di completare la linea difensiva e, possibilmente, aggiungere un ulteriore gregario in attacco, sperando che Benjamin torni al pieno delle forze.

L’anello è stato ad un solo passo di distanza. Troppo vicino, per non avere fame di conquistarlo al più presto.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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Un Commento

  1. Newton ha fatto una stupenda stagione, e potrebbe cambiare la visione della figura del quarterback di questo sport nei prossimi anni (secondo me naturalmente).
    Purtroppo però è tanto eccelso quanto irrispettoso e arrogante.

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