[NFL] Week 6: Seattle ancora beffata nel finale (Carolina Panthers vs Seattle Seahawks 27-23)

La maledizione dell’ultimo quarto colpisce ancora i Seattle Seahawks che per la quarta volta su sei partite iniziano la frazione conclusiva in vantaggio salvo poi perdere la gara nei minuti finali, stavolta ad opera dei Carolina Panthers.
Con questo k.o. Seattle si ritrova con un record negativo di due vinte e quattro perse, anche se nulla è ancora compromesso perché la capolista Arizona continua a suicidarsi, sportivamente parlando, ed è due sole vittorie avanti agli uomini di Carroll.

Il successo mantiene invece i Carolina Panthers nel ristretto novero dei team imbattuti e, se alcuni avevano un po’ storto il naso a proposito della qualità degli avversari battuti fin qui dalle Pantere, il successo nella tana dei vice campioni NFL farà ricredere molti scettici. Non solo, Carolina ha anche sconfitto una tradizione assolutamente negativa, visto che aveva affrontato Seattle ben cinque volte negli ultimi quattro anni, e la vittoria era sempre andata ai Falchi.

Molti addetti ai lavori avevano previsto che l’aria al CenturyLink Field fosse già quella di un match di playoff e non hanno sbagliato: la partita è stata dura, intensa, con grandi giocate in attacco e in difesa e alla fine l’ha spuntata il team che ha commesso meno errori. “E’ stata una delle più belle vittorie da quando sono qui” è stato il commento a caldo dell’head coach ospite Ron Rivera, la cui frase credo spieghi perfettamente l’importanza della posta in palio. Carolina si presentava a Seattle con il quarto attacco della NFL sulla terra, e contro una difesa rocciosa come quella di Seattle sono arrivate 135 yard, con uno Stewart che magari non è stato spettacolare (20 portate, 78 yard e due mete), ma ha conquistato metro su metro yard importantissime anche per aprire spazi per il passing game.

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Seattle Seahawks running back Marshawn Lynch

Cam Newton ha invece faticato nel primo tempo, quando ha patito non poco la pass rush della difesa avversaria ma ci ha messo anche del suo con lanci non proprio precisi. Poi, nel secondo tempo, con alcuni aggiustamenti in linea le cose sono andate meglio e soprattutto nel quarto finale si è rivisto un Newton inarrestabile. Leading receiver sia come yard che come ricezioni, è stato il tight end Greg Olsen che ha fatto impazzire il secondario di Seattle ed ha chiuso con 7 palle catturate per 131 yard e la meta del definitivo sorpasso.

Carolina è priva sin dalla preseason del receiver più forte, quel Kelvin Benjamin andato k.o. già in agosto per la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro e così deve arrangiarsi come può a livello di receiver, e infatti dopo Olsen, il secondo terminale più cercato da Newton è stato un altro tight end, vale a dire Dickson (3 ricezioni, 24 yard) mentre il receiver di ruolo più efficace (si fa per dire) è stato il rookie Funchess che ha contribuito con appena 24 yard, anche se le due ricezioni sono arrivate nel momento chiave della sfida. In un match contro una difesa molto fisica come quella di Seattle, la linea di attacco di Carolina ha confermato la sua ottima solidità, soprattutto grazie alle prestazioni del centro Kalil e dalla guardia Norwell.

La difesa dei Panthers era priva dell’end Charles Johnson, ma poteva contare sul rientro del formidabile linebacker Kuechly, che dopo quasi un mese di stop è sembrato essere dappertutto ed ha chiuso con 11 tackle, otto dei quali per perdita di terreno o un guadagno molto limitato. Nel reparto difensivo di Carolina ha però brillato anche il tackle Short che, oltre ad un gran lavoro contro la corsa, ha aggiunto due sack, un hit su Wilson e due placcaggi per perdita di terreno.

Seattle ha invece sciupato l’ennesima occasione di “ripartire” in una stagione che inizia a farsi deficitaria. La nota più lieta è comunque senza dubbio la prestazione del tight end Graham: acquisito da New Orleans come il pezzo mancante per completare una formazione fortissima, il prodotto da Miami aveva fin qui largamente deluso. Domenica invece Wilson l’ha cercato spesso e Graham ha ripagato al fiducia con 8 ricezioni per 140 yard.

Greg Olsen Carolina Panthers

Wilson dal canto suo ha completato tutto sommato pochi passaggi, 18, per 241 yard, ma ha dovuto spesso correre per salvarsi la vita. Il coaching staff di Seattle ha cercato di far muovere la tasca passaggio per facilitare il compito di una linea che aveva concesso 22 sack, record per la NFL 2015, e qualche risultato si è visto ma ancora troppo poco. Fra i bersagli di Wilson, dopo Graham, troviamo Lockette che ha aggiunto 43 yard, 40 delle quali grazie ad una splendida ricezione direttamente in meta, quindi Baldwin che però ha al suo attivo solo tre palle catturate per 23 yard.
Dopo due giornate di stop rientrava anche il runner Marshawn Lynch e “Beast Mode” come viene soprannominato, ha mostrato qualche buon movimento ma è stato contenuto benissimo dalla difesa dei Panthers che alla fine gli ha concesso appena 54 yard in 17 portate (più una meta ma da una sola yard).

La difesa dei Seahawks ha sicuramente patito l’assenza del forte linebacker Wagner, ma ha avuto nell’End Avril e nella safety Thomas due interpreti fantastici, con quest’ultimo che nel primo tempo su tre passaggi lanciati nella sua direzione ha totalizzato un intercetto e due palloni deviati. Chiaro che però, dopo aver anche visto l’epilogo del match, con la ricezione da touchdown di Olsen praticamente da solo in mezzo al campo, viene da chiedersi cosa stia succedendo alla famosa Legion of Boom, come viene soprannominato il temutissimo secondario di Seattle.

La crisi dell’intero reparto deriva in realtà da un insieme di fattori: il primo è sicuramente dato dalle partenze in contemporanea di cornerback non spettacolari ma capaci, come Brandon Browner, Byron Maxwell e Walter Thurmond che non sono stati sostituiti a dovere poiché ad esempio il nuovo arrivo Cary Williams sta faticando tremendamente. Poi c’è da considerare che a forza di sbatterci il naso contro, gli offensive coordinator della NFL hanno iniziato a trovare dei punti deboli nelle coperture preferite da Seattle, che in genere prevedono una safety nel mezzo, sia essa una cover uno o una cover tre.
Infine, altro elemento da non sottovalutare, il nuovo coordinator Kris Richard, che non solo deve abituarsi a chiamare i giochi in un ambiente di livello stratosferico come la NFL, ma che dovrà anche lavorare sulla comunicazione con e fra i suoi uomini visto che, ad esempio, nella già citata azione della meta di Olsen, per stessa ammissione dei giocatori, metà secondario ha giocato una copertura e metà un’altra.

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Venendo invece alla cronaca della partita, l’avvio di Seattle è stato decisamente aggressivo con Wilson che provava tre lanci ma ne completava solo uno per 5 yard. Sull’altro fronte, Carolina partiva più cauta con due corse di Stewart, poi appena Newton provava il dropback per lanciare, arrivava Irvin a stenderlo per il primo sack di giornata. Sul drive seguente si metteva in moto anche il rientrante Lynch ma ancora una volta la difesa di Carolina faceva ottima guardia e Seattle andava al secondo punt in neppure 6 minuti di gioco.
Il primo break della gara lo producevano però i padroni di casa, con Earl Thomas che intercettava un passaggio lungo di Newton a Cotchery. Nonostante l’ottima posizione di campo i Seahawks non riuscivano però a capitalizzare più di tanto ed erano costretti al field goal messo fra i pali da Hauschka.

Cam Newton - Carolina Panthers

A quel punto Carolina decideva di rendere una partita già fisica, ancora più dura e impostava la serie seguente praticamente tutta sulle corse: Stewart portava palla 5 volte per 34 yard, poi sulle 2 di Seattle, era Newton che dalla shotgun si incaricava di varcare la linea di meta avversaria (da notare che su 80 yard totali del drive ben 63 venivano grazie al rushing game).
La risposta di Seattle però non si faceva attendere: la difesa dei Panthers metteva grande pressione su Wilson che però riusciva sempre a sfuggire un po’ con i passaggi (3 lanci completati per 43 yard) un po’ grazie alle sue gambe (3 portate per 39 yard). Seattle arrivava così sulla 1 avversaria da dove Lynch festeggiava il rientro in campo con la meta del 10-7 a coronamento di quello che era il più lungo drive con segnatura del 2015 per i padroni di casa.

Negli ultimi 8 minuti del primo tempo non succedeva più molto: Newton faticava contro la pass rush feroce di Seattle mentre i due drive dei Seahawks venivano bloccati il primo da un sack di Short, il secondo da due incompleti di Wilson. In avvio di terzo quarto la partita sembrava prendere decisamente la via di Seattle: Carolina iniziava la frazione con un tre e fuori, mentre sul rovesciamento di fronte, dapprima Wilson pescava Graham con un ottimo passaggio da 27 yard, poi provava un pass lungo a Lockette che riceveva direttamente in meta eludendo l’ottima guardia della safety Coleman.
Da notare tra l’altro che l’azione della meta era iniziata con un handoff a Lynch che restituiva palla a Wilson che appunto lanciava un preciso tracciante per Lockette. Due azioni dopo e Newton veniva nuovamente intercettato, stavolta ad opera dall’altra safety Chancellor, ma Seattle, che recuperava la palla sulle 33 avversarie, in tre tentativi faceva appena un metro. Il calcio dalle 50 di Hauschka era buono, ma nonostante il momento favorevole, Seattle era avanti solo di due segnature.

Il drive seguente di Carolina era travolgente: prima Newton trovava Corey Brown con un passaggio da 11 yard, poi Stewart e l’altro runner Tolbert guadagnavano 24 yard in appena tre portate, infine Newton serviva due volte in rapida successione Olsen per un totale di 44 yard. Il touchdown da una yard di Stewart riapriva quindi completamente il match. Si arrivava così in avvio di ultimo quarto e grazie ad un gran passaggio di Wilson a Graham per 45 yard, Seattle sembrava vicina al colpo del k.o.
Peccato che sulle 16 dei Panthers due corse di Lynch fruttassero appena 1 metro, quindi il sack di Thomas Davis faceva perdere a Seattle altre 10 yard. Hauschka metteva comunque fra i pali la palla del 23-14 e quando Seattle costringeva ad un altro tre e fuori l’attacco di Carolina, per i padroni di casa sembrava fatta.

Seahawks tight end Jimmy Graham

Gli uomini di Rivera non mollavano di un millimetro e costringevano pure loro ad uscire rapidamente dal campo l’attacco di Seattle. A poco più di otto minuti Carolina iniziava il drive della “quasi” disperazione, ma Newton era chirurgico nel pescare prima Olsen, poi Brown quindi Dickson. Già nella metà campo di Seattle, Newton serviva il rookie Funchess, poi con un passaggio corto trovava nuovamente un liberissimo Olsen che galoppava fin sulla 1 di Seattle. La corsa di Stewart valeva il 20-23 a quattro minuti dal termine.
La serie seguente sembrava partire benissimo per Seattle con un lancio di Wilson a Graham per 20 yard. Poi però arrivavano una penalità per holding contro Lynch e un sack di Short e Carolina riaveva il possesso dell’ovale con 140 secondi da giocare.

I Panthers avrebbero anche potuto accontentarsi di un field goal ma andavano per vincere il match e neppure un sack subito da Newton li fermava. Su un secondo e 19 infatti il regista da Auburn completava un lancio delicatissimo per Funchess poi chiudeva il terzo e tre con un pass a Cotchery. Con 36 secondi da giocare arrivava poi la parabola perfetta che pescava Olsen in mezzo ad un secondario di Seattle in stato confusionale e l’ex Bears la trasformava in 6 punti.
Il calcio di Gano portava Carolina a +4 con 32 secondi da giocare. Seattle aveva ancora due timeout a disposizione, ma ormai il morale era a terra e il tempo terminava con i Seahawks che non arrivavano nemmeno a metà campo mentre sulla sideline i musi lunghissimi della difesa la dicevano lunga sul stato d’animo del team di casa.

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