[NFL] SB 50: Carolina Panthers Preview

Dopo il preview del Super Bowl spostiamo il focus sulle due squadre che saranno protagoniste domenica notte. E’ il turno dei Carolina Panthers.

SUPER BOWL STORY

Per i Carolina Panthers, franchigia nata nel 1993, si tratta della seconda apparizione al Gran Ballo. La prima fu al termine della stagione 2003 quando, da wild card team, i Panthers, guidati in cabina di regia da Jake Delhomme e in difesa da Julius Peppers, eliminarono i Dallas Cowboys, battendoli 29-10, poi andarono a vincere in casa dei St.Louis Rams 29-23 e dei Philadelphia Eagles 14-3.
Il Super Bowl fu giocato il primo febbraio 2004 e Carolina fu sconfitta 32-29 dai New England Patriots della coppia Belichick-Brady con un field goal di Vinatieri allo scadere. Due anni dopo Carolina riprovò la scalata ma si fermò alla finale di conference, battuta 34-14 dai Seattle Seahawks.

OFFENSE

Molti avevano dato l’attacco di Carolina per morto (o quasi) dopo che l’astro nascente, il receiver Kelvin Benjamin, era andato k.o. in preseason per la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. L’infortunio di Benjamin, che nella sua stagione da rookie aveva messo insieme 73 ricezioni per 1008 yard e 9 touchdown, lasciava a disposizione di Newton un gruppo di ricevitori diciamo sospetto, fra giocatori in parabola discendente (Cotchery), rookie (Funchess), presenze marginali (Corey Brown) e ottimi special teamer ma che in carriera in campo con l’attacco c’erano stati ben poco (Ginn).

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Invece, grazie ad un misto di velocità ed elusività, il quartetto è riuscito a costituire un reparto magari non troppo solido (le palle droppate sono state una costante in stagione) ma comunque in grado di creare non pochi problemi alle secondarie avversarie anche grazie al cannone di cui madre natura ha dotato Newton. Tanto per darvi un’idea, Ginn è stato il ricevitore di ruolo più servito con 44 palloni, mentre Funchess e Brown sono stati quelli meno utilizzati con 31 ricezioni, ma Ginn ha fatto registrare la mostruosa media di 16,8 yard per ricezione, seguito a poca distanza da Funchess (15,3) e Brown (14,4).

Il vero fuoriclasse fra i terminali di Newton gioca però nel ruolo di tight end: Greg Olsen, arrivato da Chicago nel 2011, ha agguantato la bellezza di 77 palloni per 1104 yard, alla media, clamorosa per un tight end, di 14,3 yard per ricezione, confermandosi uno dei più prolifici atleti nel suo ruolo.

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Per altro non c’è dubbio che il vero volto della franchigia neroazzurra sia lui, Cam Newton, il regista nero con un fisico statuario ed un braccio velocissimo e potentissimo. Intendiamoci, nel 2015 Cam non ha stabilito il record della carriera per yard lanciate, né quello per numero di completi e neppure quello per percentuale di completi, ma ha battuto di gran lunga il record personale di touchdown segnati e ha subito appena 10 intercetti, minimo in carriera, il tutto per un QB rating di 99,2 chiaramente il migliore del suo lustro in NFL.

Ma ciò che ha stupito tutti, è stata la sicurezza con cui Newton ha gestito il suo attacco. Il rushing game, naturalmente molto importante per quello che è il team che corre di più nella NFL, è stato invece per la prima volta interamente sulle spalle di Jonathan Stewart, che invece nelle sette stagioni precedenti aveva sempre dovuto dividere le portate con il “gemello” DeAngelo Williams. E il prodotto da Oregon ha riposto presente, collezionando 989 yard in regular season pur avendo saltato tre gare, cui vanno aggiunte le 189 yard corse nei playoff contro due difese temibili come quelle di Seattle e Arizona.
Dietro di lui c’è Newton, che ha offerto il consueto preziosissimo contributo con le sue gambe (132 portate per 636 yard alla media di quasi 5 yard a portata), quindi il tuttofare Tolbert, temibile sia via terra (62 corse per 256 yard, decisamente non male per un fullback) sia per via aerea (23 ricezioni per 154 yard e tre mete).

E comunque un dato statistico credo sia significativo a proposito dell’efficienza dell’attacco delle Pantere: in regular season nessuno ha segnato come Newton e compagni, gli unici a toccare quota 500 punti e in otto delle ultime nove gare il reparto di coach Mike Shula è andato oltre i trenta punti segnati.

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DEFENSE

A differenza dell’attacco, alla vigilia della stagione 2015 la difesa di Carolina era considerata una sicurezza e in effetti il reparto di Kuechli e compagni non ha deluso le aspettative terminando la regular season come la sesta miglior difesa per yard concesse ma risultando la prima per turnover e intercetti. Tra l’altro il gruppo guidato dal coordinator Sean McDermott è l’unico, insieme a quello di Seattle, ad essere rimasto fra i primi dieci nelle ultime quattro stagioni appunto per yard concesse ai team avversari.

Carolina utilizza di base una difesa 4-3 con Charles Johnson ed il veteranissimo Jared Allen come end e la coppia Short e Lotuelelei come tackle. Allen, ormai trentatrenne, è il giocatore che ha all’attivo più sack fra gli atleti ancora in attività insieme a Peppers di Green Bay, mentre Short nel 2015 è stato il leader nei sack fra i defensive tackle con 11 a pari merito con giocatori formidabili come Donald dei Rams e Atkins di Cincinnati. In una difesa nel complesso molto valida, il punto forte è costituito dai linebacker soprattutto per la presenza di due fuoriclasse come il middle linebacker Kuechly e il weakside linebacker Thomas Davis.

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Kuechly non è solo una macchina da placcaggi, ma eccelle soprattutto nelle coperture sui lanci: secondo Pro Football Focus, nei passaggi lanciati nella zone dei linebacker, i registi della NFL hanno avuto un qb rating di oltre 102, mentre contro Kuechly il QB rating è di appena 57,8, un totale degno dei migliori cornerback. Su Thomas Davis invece si è ormai scritto di tutto: reduce da tre operazioni al legamento crociato del ginocchio destro fra il 2009 ed il 2011, il prodotto da Georgia non solo è tornato a giocare, ma anche quest’anno lo ha fatto alla grandissima, andando per il quarto anno consecutivo oltre i 115 placcaggi, ed essendo l’unico giocatore della NFL ad aver totalizzato nel 2015 almeno cinque sack e tre intercetti.

Quasi schiacciato da questi due mostri sacri, l’ultimo linebacker titolare è il rookie Shaq Thompson che ha comunque contribuito con oltre 60 placcaggi, un sack e quattro passaggi deviati. Il personaggio chiave del secondario è invece il cornerback Josh Norman che al quarto anno fra i professionisti si è ormai affermato come uno dei più forti nel suo ruolo dell’intera NFL. I numeri di Norman sono impressionanti: sempre secondo il Pro Football Focus, i quarterback avversari hanno lanciato 96 volte verso il numero 24 completando appena 49 passaggi per 457 yard, il tutto per un QB rating di 54.

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Opposto a Norman giocherà Robert McClain, firmato dai Panthers (che per altro l’avevano scelto nel draft del 2010) a metà dicembre, dopo l’infortunio al titolare Benwikere. McClain è forse l’anello debole della difesa dei Panthers e infatti è stato bersagliato spesso dai quarterback avversari e in post season è il secondo per placcaggi nella difesa di McDermott. Le due safety sono Kurt Coleman e un altro veterano come Roman Harper. In un reparto che è stato il migliore come numero di palle catturate agli attacchi avversari, Coleman ha messo a segno ben 7 dei 24 intercetti, il terzo in questa categoria nella Lega. Harper ha invece aggiunto un fondamentale apporto di esperienza ed è stato il quarto miglior placcatore del team.

COME FERMARE L’ATTACCO DEI CAROLINA PANTHERS

Newton ha segnato finora la bellezza di 50 mete, 38 delle quali passaggio, ed è corridore decisamente temibile, ma come lanciatore puro rimane un giocatore assolutamente normale. Uno degli imperativi per Denver sarà quello di contenere il pericolo pubblico numero 1 all’interno della tasca e costringerlo a vincere la partita con i lanci.

Altro elemento decisivo sarà l’annullare o almeno il limitare i passaggi a lunga gittata, che sono uno dei marchi di fabbrica di Carolina. A parte il tight end Olsen, tutti gli altri ricevitori sono letali sui lanci lunghi, ma a rischio di drop su ogni passaggio e non in grado di caricarsi l’attacco sulle spalle in caso di necessità. Un’altra chiave sarà se e come la difesa di Denver riuscirà a fermare le read option della coppia Newton-Stewart che spesso sono risultate estremamente efficaci.

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