[NFL] Week 7: Stewart e la difesa abbattono le Aquile (Philadelphia Eagles vs Carolina Panthers 16-27)

I Carolina Panthers stendono anche i Philadelphia Eagles e per la prima volta nella loro storia approdano ad un record di 6-0.
Gli uomini di Chip Kelly vedono invece interrotta a due la loro striscia vincente ma, soprattutto, l’attacco degli uomini in verde fa un notevole passo indietro dopo aver segnato 66 punti nelle ultime due partite.

Col successo del Bank of America Stadium, Carolina vendica il pesante 45-21 subito l’anno scorso, vince la quarta sfida su dieci giocate contro le Aquile e mantiene il piccolo vantaggio in classifica sui Falcons che hanno vinto anche loro sei gare ma su sette match disputati. Un rushing game devastante e un’ottima difesa sono stati ancora una volta il marchio di fabbrica dei Panthers che hanno potuto contare su un’altra prestazione monstre di Jonathan Stewart, autore di 24 portate per 125 yard, molte delle quali guadagnate dopo il primo contatto.

Jonathan Stewart Panthers

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L’ex allievo di Chip Kelly (l’attuale head coach degli Eagles era offensive coordinator a Oregon quando Stewart giocava là) non è stato l’unico a creare problemi agli ospiti, visto che sul tabellino di Carolina figurano anche una corsa da 43 yard di Ginn e tre portate per sedici yard di Tolbert che ha anche una meta all’attivo. Tutto sommato invece è stato contenuto piuttosto bene Newton, quarterback temibilissimo anche sulla corsa, ma alla fine sono state 204 le yard ammassate su corsa da Carolina, che si è dunque confermato l’attacco n°1 della NFL sulla terra.

Sicuramente meno brillante è stato invece il passing game degli uomini di Rivera: Newton è partito molto bene nel primo drive, poi però nel prosieguo del match non sono mancati i passaggi a receiver sotto doppia copertura, alcuni palloni lanciati decisamente fuori bersaglio e ben tre intercetti. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, si può dire che a livello di passing game, Newton ha fatto il minimo per vincere la partita, con le statistiche che parlano di 14 passaggi completati su 24 tentati per 197 yard, una meta e appunto tre palle consegnate agli avversari.

Il suo bersaglio principale stavolta è stato un Ted Ginn che durante questa sua seconda parentesi con i Panthers (aveva già giocato con questa maglia nel 2013) sembra rinato, e contro Philadelphia ha chiuso con 5 ricezioni per 59 yard più una gran corsa da 43 yard. Il maggior guadagno a livello di ricezioni è stato però del solito Olsen che con tre palle catturate ha portato a casa 65 yard.

La difesa ha disputato un’altra grande partita, con la coppia di linebacker Thomas Davis-Kuechli assolutamente sugli scudi. In realtà questa volta è stato il numero 58 a piacere di più, e i tredici placcaggi sono lì dimostrarlo, mentre Kuechli ha fatto grandi cose ma ad esempio ha sulla coscienza il touchdown su corsa di Mathews del terzo quarto che ha tenuto aperto il match fin quasi alla fine.

Tornando a Davis, atleta che fra il 2009 e il 2011 ha subito tre operazioni al legamento del ginocchio, è da cineteca il placcaggio messo a segno ai danni di Sproles, uno che in campo aperto è abituato a far fare pessime figure agli avversari. A onor del vero però la palma di MVP della difesa va ad un altro giocatore, quel Kawann Short che dalla posizione di tackle sta avendo una annata semplicemente mostruosa e contro gli Eagles ha messo a segno ben sette hurries ai danni di Bradford, un passaggio deviato, cinque placcaggi per perdita di terreno o per guadagni minimi e due sack, il primo dei quali arrivato con addosso l’offensive lineman di Philadelphia.

Ryan Mathews Eagles

In casa Eagles come detto, è arrivata un’altra prestazione deficitaria dell’attacco e nei giorni seguenti la sconfitta si è scatenato un dibattito sull’opportunità di tenere in cabina di regia come titolare Bradford. Tutto sommato, vista anche la gara di domenica, credo che il partito dei non (troppo) colpevolisti sia nel giusto: il prodotto da Oklahoma, che è il quarterback più intercettato della Lega insieme addirittura a Payton Manning, ha disputato appena sette gare nelle ultime due stagioni a causa degli infortuni, dunque è naturale che fatichi a recuperare il ritmo partita, e contro una difesa feroce come quella di Carolina ha disputato la sua miglior gara stagionale, muovendosi bene all’interno della tasca e completando 26 passaggi su 46 per 205 yard e un intercetto.

Il grosso problema è stato il resto dell’attacco: i receiver ospiti hanno droppato una montagna di palloni, ben 8, in più nel primo quarto è andato k.o. il fortissimo tackle Jason Peters, ed i suoi sostituti non sono certamente stati alla sua altezza, col risultato che Bradford si è ritrovato sempre con una grande pressione addosso. E così alla fine il receiver più prolifico è stato l’emergente tight end Ertz (5 ricezioni, 63 yard) seguito dal veteranissimo Miles Austin che, sfruttando soprattutto le traiettorie verso l’interno del campo, ha catturato quattro palloni per 52 yard.

Ma i problemi per il buon Chip Kelly non sono finiti qui: la sfida contro Carolina ha infatti riproposto il problema Murray. Dopo le prime tre inguardabili gare (media a portata 1,6 yard), sembrava che per l’ex runner dei Cowboys le cose andassero meglio, e contro New Orleans e New York la media era salita a 4,8. Contro i Panthers però siamo tornati ad un insufficiente 3,6 (18 corse, 65 yard) con un Murray che in più è sembrato l’ombra di se stesso e durante tutta la gara non ha rotto neppure un placcaggio.
Il runner più brillante in casa Eagles è così stato Mathews il quale, complice anche la splendida galoppata da 63 yard conclusa in meta, ha totalizzato 97 yard in sei portate a cui vanno aggiunte tre ricezioni per 24 yard. Sarà interessante vedere se nel prosieguo della stagione, Kelly darà più spazio ad un Mathews che a questo punto lo merita in pieno.

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Cam Newton Panthers

La difesa di Philadelphia invece non è spiaciuta: il rientro del linebacker Kendricks si è fatto sentire, il linebacker rookie Hicks ha disputato un’altra grande gara, mentre il cornerback Maxwell, ex Seattle, dopo aver giocato in modo largamente insufficiente nelle prime tre gare, ha fornito la miglior prestazione stagionale, concedendo appena 3 ricezioni per 18 yard più un intercetto.

Venendo alla cronaca del match, il primo possesso era di marca Eagles che, probabilmente per smentire le critiche sull’incapacità di usare DeMarco Murray, partivano con una ricezione e due portate dello stesso runner ex Dallas che fruttavano 20 yard, anche se il drive si arenava prima della metà campo per una penalità e un sack di Mario Addison che riusciva a battere addirittura Jason Peters.

Carolina invece non perdeva tempo e metteva subito punti sul tabellone: Stewart fintava una corsa sulla destra per poi sterzare verso sinistra, tutta la difesa delle Aquile “beveva” la finta, e per il runner arrivavano 36 yard. Sulle 27 degli Eagles, Newton trovava con una tremenda sassata quasi da fermo Corey Brown, poi dalla linea delle 2 era il fullback tuttofare Tolbert che si incaricava di varcare la linea di meta grazie alla strada spianata dal trio di interior linemen Kalil, Norwell e Turner.

Philadelphia sembrava complicarsi sin da subito la vita con l’intercetto subito da Bradford ad opera di Colin Jones, ma esattamente nel gioco dopo gli ospiti restituivano il favore: Ted Ginn riceveva il pallone da Newton ma sulle 5 degli Eagles il cornerback Carroll gli strappava la palla restituendola così al suo attacco. Lo scampato pericolo sembrava finalmente svegliare gli uomini di Kelly che grazie alle ricezioni di Austin e Mathews approdavano nel territorio di Carolina, ma qui il formidabile Short seccava Bradford facendo in pratica abortire il drive. La notizia peggiore per gli ospiti era però l’infortunio alla schiena che colpiva il pro bowler Jason Peters che terminava qui la sua partita.

sam bradford eagles

Carolina recuperava il possesso, ma stavolta era la difesa di Philadelphia a diventare protagonista soprattutto grazie a Kendricks: l’ottimo linebacker, al rientro dopo due giornate di stop per problemi fisici, prima fermava un tentativo di corsa di Newton, poi “saccava” lo stesso regista da Auburn battendo Stewart cioè il miglior bloccatore fra i runner della NFL, e anche Carolina era costretta al punt.

In avvio di secondo quarto Philadelphia iniziava un drive lunghissimo ma inconcludente, con Kuechly e Thomas Davis che sembravano essere dappertutto. Kelly, probabilmente frustrato per l’inefficacia del suo attacco, decideva di giocarsi un quarto e uno nella sua metà campo, e in questa situazione era bravo e coraggioso Bradford a buttarsi in avanti per chiudere il down, ma poco dopo una penalità contro il centro Kelce bloccava le Aquile a metà campo.

Nella serie seguente i Panthers chiudevano un solo down ancora grazie a Jonathan Stewart, ma poi la difesa ospite faceva buona guardia e Carolina andava nuovamente al punt. Finalmente, dopo un quarto e mezzo quasi nullo, l’attacco di Philadelphia dava segni di vita: Bradford trovava Ertz con un pregevole passaggio, poi Mathews prendeva di infilata la difesa di Carolina e portava a casa altre 22 yard. Il drive di Philadelphia andava in stallo sulle 34 di casa, ma Sturgis non sbagliava il difficile field goal dalle 52 e si era sul 3-7.

Lo stesso Sturgis però commetteva un grave errore subito dopo calciando fuori il kickoff. Carolina partiva così dalle 40 e dopo un passaggio a Olsen per 9 yard, l’offensive coordinator di casa Mike Shula tirava fuori il gioco a sorpresa che funzionava alla grande: l’end around per Ginn fruttava altre 43 yard e dalle 2 di Philadelphia era poi lo stesso Newton che dopo aver fintato di dare palla ancora a Tolbert siglava la meta del 14-3. L’attacco degli Eagles si produceva in un “tre e fuori”, ma ancora una volta la difesa teneva a galla gli ospiti: la safety Jenkins saltava davanti al runner Whittaker e intercettava il passaggio di Newton restituendo palla a Bradford e compagni.

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Ted Ginn Panthers

I ragazzi di Kelly arrivavano però fin sulle 11 di Carolina e al terzo down sembravano riuscire ad andare in meta ma un intervento sensazionale di Norman, in questo momento uno dei migliori cornerback in circolazione, negava a Ertz la ricezione del 10-14. Grazie a Sturgis arrivavano comunque tre punti e Philadelphia poteva dirsi fortunata per essere ancora in partita dopo un primo tempo dominato da Carolina.

Gli stessi Panthers sembravano prendere il largo in avvio di secondo tempo quando, grazie a tre ottimi lanci di Newton a Cotchery, Ginn e Olsen, i padroni di casa arrivavano sulle 2 avversarie, da dove Newton pescava Tolbert per il 21-6. Ci pensava però Mathews a riaprire i giochi, colpendo la difesa di Carolina nel suo punto forte, cioè al centro. Il runner ex Chargers sfruttava l’errore di posizionamento di Kuechli e si involava per 63 yard ed il 13-21.

Tre giochi e gli Eagles avevano di nuovo la palla grazie a Maxwell che intercettava Newton, ma sul rovesciamento di fronte Philadelphia non riusciva a sfruttare al meglio il regalo. Sulle 7 di Carolina arrivavano infatti due corse praticamente senza guadagno di Murray ed un incompleto di Bradford a Huff che non riusciva ad atterrare all’interno della end zone. Sturgis trasformava il terzo field goal di giornata e si arrivava così all’ultima frazione con Carolina avanti di 5.

Philadelphia aveva un’altra possibilità di limare ancora il distacco ma il calcio di Sturgis da 50 yard finiva fuori dai pali. Dopo un lungo letargo invece Carolina tornava a far punti soprattutto grazie a Newton che trasformava un secondo e venti in un primo down grazie ad un bel lancio al rookie Funchess, poi portava palla per 16 yard. In red zone la difesa di Philadelphia reggeva, ma il calcio di Gano riportava gli uomini di Rivera a +8.

In fin dei conti gli ospiti erano a una sola segnatura di ritardo ma i due drive seguenti erano bloccati da un sack di Short e da uno del veteranissimo Jared Allen, tutt’ora il leader nei sack ancora in attività, giocatore firmato dai Panthers a fine settembre. La fine del secondo dei due drive lasciava ai padroni di casa la palla addirittura sulle 16 di Philadelphia, con Gano che segnava facilmente il calcio del 27-16 assicurando a Carolina una storica vittoria.

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