[NFL] Oakland Raiders, uno sguardo alla stagione appena conclusa

Siamo a gennaio e si stanno giocando i playoff… Gennaio? Playoff? Perché, il football continua oltre dicembre?

Per gli Oakland Raiders la parola playoff è un ricordo lontano, essendo ben 12 anni che la squadra manca l’appuntamento con la postseason. Ogni anno si parla di rilancio, si tirano fuori statistiche legate alla facilità di ribaltare il destino di un team dopo una stagione negativa, ma per i Silver & Black queste chiacchiere vanno avanti dal 2003 senza che ci sia stata una prova concreta che sia possibile tornare competitivi.

AL DAVIS E LA FRETTA DI VINCERE

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Diciamoci la verità, i Raiders che dominavano la NFL e che avevano il biglietto assicurato per l’accesso ai playoff non esistono più da metà anni 80. Poi è iniziato il declino, intervallato da qualche breve lampo di successo.

Oakland RaidersDal 1985 al 1989 non era arrivata neanche una stagione vincente, un piccolo ritorno di fiamma nei primi anni 90 (perchè i Raiders per contratto devono andare all’AFC Championship almeno una volta ogni decennio) e poi più niente dal ritorno ad Oakland nel 1995 fino all’avvento di Jon Gruden, il cui regno è durato però troppo poco. Dopo il Super Bowl perso proprio contro i Buccaneers di Chucky è stato soltanto inferno per la Raider Nation.

Tante mosse sbagliate, tante acquisizioni di free agent dal nome altisonante ma dalle prestazioni mediocri (Randy Moss, DeAngelo Hall, Warren Sapp, Javon Walker e tanti altri), tanti soldi sprecati e tanti head coach cambiati al ritmo di uno ogni 2 anni, con tanti saluti alla continuità.

Parliamoci chiaro, Al Davis sentiva il peso degli anni e degli acciacchi, e stava cercando delle scorciatoie per poter tornare a sollevare un Lombardi Trophy prima ch il sipario si chiudesse per sempre. Davis è stato un genio, un innovatore e una delle figure più influenti nel panorama del football professionistico, ma la fretta è una cattiva consigliera e il buon vecchio Al è rimasto vittima di questa scelta di non progettare per il futuro come invece avevano imparato a fare le altre squadre.

MARK DAVIS E IL NUOVO REGIME

Dopo la morte di Al Davis nel 2011 è stato il figlio Mark a prendere in mano la squadra. Sapendo di non poter gestire da solo la situazione, il nuovo proprietario si è fatto consigliare da personalità importanti della NFL (gli ex Raiders John Madden, Ron Wolf e Ken Herock) ed ha assunto Reggie McKenzie come General Manager. McKenzie, proveniente dai Packers, era considerato un grande talent scout.

Oakland Raiders FanIl primo passo di McKenzie ad Oakland è stato valutare lo staff, il roster e la situazione dei contratti e decidere che era necessaria una rivoluzione. E così è iniziata la fase definita di “decostruzione”, durante la quale il GM ha rinnovato il dipartimento degli scout, ha cambiato il coaching staff ed ha iniziato la grande purga, mandando via i giocatori con i contratti più onerosi.

Le prime due stagioni sotto il coach Dennis Allen sono state difficili, caratterizzate da poco spazio sotto il salary cap per via del dead money legato ai contratti dei giocatori tagliati, dalla carenza di scelte nei primi round del Draft (a causa dei trade fatti dalla gestione precedente per esempio per Richard Seymour e per Carson Palmer) e dall’arrivo di giocatori usa e getta, scarti di altre squadre chiamati con contratti di un anno a rattoppare la squadra.

McKenzie ha molte scusanti, ma ha sicuramente anche fatto molti errori. Era davvero necessario smantellare tutto e ricominciare da zero? Non era proprio possibile procedere a piccoli passi nel cambiamento della filosofia di gestione della squadra e dei contratti? E’ possibile che molti giocatori non considerassero nemmeno l’idea di andare a giocare ad Oakland se non in cambio di una montagna di soldi che McKenzie non era disposto né poteva offrire, ma in free agency in questi tre anni le scelte vincenti del GM si possono contare sulle dita di una mano. Gli errori più evidenti sono stati nella scelta dei QB Matt Flynn e Matt Schaub, ai quali sono stati offerti molti soldi in cambio di un contributo decisamente scadente.

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Khalil Mack RaidersPer molti McKenzie ha fallito e non ha meritato ulteriori chance, ma un buon Draft 2013 (con piccoli gioielli come Mychal Rivera e Latavius Murray trovati nei round finali) e soprattutto un ottimo Draft 2014 (con 5 instant contributor come Khalil Mack, Derek Carr, Gabe Jackson, Justin Ellis e TJ Carrie) gli hanno permesso di rimanere in sella almeno per un altro anno. Ora all’orizzonte si prospetta una nuova rivoluzione, con un nuovo head coach da scegliere e tanti free agent da rimpiazzare.

2014

Sarebbe inutile e troppo doloroso ripercorrere il cammino dei Raiders nel 2014 partita per partita, quello che si può dire è che la squadra non ha avuto continuità e dopo una partita combattuta ha sempre fatto seguire pessime prestazioni. Sono arrivate tre belle vittorie nelle ultime tre partite casalinghe, ma allo stesso tempo sono arrivate tante umiliazioni, soprattutto in trasferta. I Raiders sono risultati ultimi nella NFL per yard corse ed hanno faticato per tutta la stagione a convertire i terzi down, consentendo invece agli avversari di farlo troppo spesso. I WR sono stati inconsistenti ed hanno commesso troppi drop, la difesa ha avuto momenti di smarrimento preoccupanti ed a tratti è parsa incapace di coprire gli avversari e di chiudere i placcaggi.

Prima dell’inizio della regular season sono stato intervistato da Luca Domenighini ed ho fatto le mie previsioni sulla stagione. Andando a rileggere le mie risposte con il senno di poi viene da sorridere per alcune e viene da pensare “l’avevo detto” per altre.

Avevo previsto che McKenzie avrebbe tenuto il suo posto e così è stato, avevo detto che sotto Dennis Allen i Raiders erano incapaci di adattarsi alle diverse situazioni di gioco e questo è stato proprio uno dei motivi che hanno portato al licenziamento del coach, ma avevo anche previsto una stagione di riscosse per Maurice Jones-Drew ed infine un record di 6-10.

Se nella valutazione di Jones-Drew ho commesso un “drop” madornale, resto convinto che un 6-10 fosse decisamente alla portata di questa squadra.

Roy Helu Nick RoachLa stagione dei Raiders è iniziata nel pegiore dei modi, con la perdita del MLB Nick Roach per una commozione cerebrale più grave di quanto previsto inizialmente. Prima ancora di scendere in campo per la partita d’esordio, i Raiders si erano così già giocati l’annata. E’ stato infatti messo subito in luce uno degli errori più gravi commessi da McKenzie in free agency: i Silver & Black non avevano un backup da schierare al centro della difesa. L’outside LB Miles Burris è stato adattato in corsa ed è stato messo al posto di Roach, e si è capito subito che sarebbe stata una stagione difficile da digerire per i tifosi visto che Burris era incapace di chiamare gli schemi giusti, aveva difficoltà a riconoscere gli spazi da coprire e soprattutto aveva problemi a chiudere i placcaggi. Nella prima metà della stagione la difesa dei Raiders era completamente disunita e pateticamente confusa.

Coaching Staff

Il primo aspetto da valutare, guardando indietro al 2014, è l’operato del coaching staff. Si era tanto parlato di costruire una squadra che avrebbe dato la priorità alle corse in modo da alleggerire la pressione sul QB e sfiancare le difese avversarie. Invece i Raiders sono stati incapaci di correre, i giochi chiamati da Greg Olson sono stati conservativi e soprattutto ripetitivi e gli allenatori si sono intestarditi nel mettere in campo Darren McFadden (3.4 yard per corsa tentata e 2 soli TD) e un inguardabile Maurice Jones-Drew (2.2 yard per corsa e una tendenza a perdere terreno nelle situazioni più importanti) anziché dare fiducia al giovane Latavius Murray (5.2 yard di media in stagione, 413 yard guadagnate e 2 TD segnati nelle ultime 6 partite giocate).

Dennis Allen ha perso il posto dopo la terribile trasferta di Londra quando il record era un pessimo 0-4 ed i Raiders hanno dato l’incarico di interim HC a Tony Sparano, l’allenatore della linea d’attacco. La squadra è sembrata più vogliosa di combattere, la difesa si è compattata ed ha iniziato a giocare meglio, l’attacco ha avuto qualche uscita positiva, ma è mancata la continuità tanto che alle tre belle vittorie conquistate contro Chiefs, 49ers e Bills, sono seguite tre sconfitte in partite a senso unico.

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Infortuni

Era lecito aspettarsi una stagione poco esaltante dai Raiders, visto che la squadra aveva poco talento e la schedule era durissima. I tifosi hanno però dovuto soffrire ancora di più quando i titolari hanno iniziato ad infortunarsi uno dietro l’altro, rendendo evidente il fatto che il roster non aveva “profondità” e che i backup non erano in grado di competere contro i titolari delle altre squadre.

Oltre al MLB Nick Roach sono finiti nella Injured Reserve list tanti titolari: la SS Tyvon Branch e i suoi backup Usama Young e Larry Asante, i CB Carlos Rogers e Tarell Brown, il LB Sio Moore, il WR Rod Streater, il KR Taiwan Jones e il DE LaMarr Woodley (che a dir la verità non è stata una perdita tanto pesante visto che non ha combinato nulla fintanto che è stato in campo). Questi sono i nomi principali, ma l’infermeria ha accolto diversi altri giocatori.

IL FUTURO

Cosa ci si deve aspettare dai Silver & Black nel 2015?

Head Coach

Tony Sparano è ancora in corsa per il posto di HC a tempo pieno, ma i Raiders stanno guardandosi intorno.

Dopo che Jon Gruden ha rinnovato il contratto che lo lega a ESPN e dopo che Jim Harbaugh ha accettato l’offerta di Michigan nonostante, secondo indiscrezioni, i Raiders avessero offerto un contratto più ricco non restavano grandi nomi tra cui scegliere, quindi Mark Davis e Reggie McKenzie stanno vagliando alternative meno accattivanti per i tifosi.

Jack Del Rio, Mike AdamsSecondo fonti più o meno credibili il GM ha già fatto colloqui preliminari con l’OC dei Seahawks Darrell Bevell, l’OC degli Eagles e ex HC dei Browns Pat Shurmur e il DC dei Broncos ed ex HC dei Jaguars Jack Del Rio. Accostati ai Silver & Black ci sono anche i nomi del TE coach dei 49ers Eric Mangini (capo allenatore con i Jets e i Browns), il passing game coordinator dei Cowboys ed ex HC dei Rams Scott Linehan, l’OC dei Colts Pep Hamilton e il DC dei Cardinals Todd Bowles (che ha ricoperto il ruolo di interim HC dei Dolphins nel 2011 dopo il licenziamento di Tony Sparano). A parte Bevell e Hamilton, gli altri candidati hanno tutti esperienza da head coach, anche se con risultati non troppo convincenti.

Giocatori in scadenza

I Raiders, come ogni anno da quando McKenzie gestisce la baracca, hanno tantissimi giocatori che diventeranno free agent. Molti sono stati pezze usa e getta per questa stagione e non verranno riconfermati, ma altri potrebbero tornare al giusto prezzo. Anche chi non è free agent potrà essere tagliato senza eccessivo impatto sul salary cap. La cosa positiva è infatti che McKenzie ha strutturato i contratti che ha firmato in maniera tale da potersi liberare facilmente dei giocatori assoldati nel caso questi non producessero come sperato. Questo significa insomma che anche quest’anno i Raiders potranno spendere una montagna di soldi per rinforzarsi.

Charles Woodson RaidersCharles Woodson, Pat Sims, Darren McFadden, Denarius Moore, Stefen Wisniewski, Vincent Brown, David Ausberry, CJ Wilson, Carlos Rogers e Tarell Brown sono tutti unrestricted free agent, il che significa che potranno firmare con chi vogliono senza che i Raiders possano fare nulla.

Woodson ha 38 anni ma insieme a Khalil Mack è stato il miglior giocatore del 2014 e potrebbe valere la pena di richiamarlo per un’altra stagione, il DT Pat Sims e il C Stefen Wisniewski sarebbero utili se presi al prezzo giusto (soprattutto il giovane Wiz ha fatto capire che le offerte finora ricevute da McKenzie non gli sono piaciute per niente), CJ Wilson potrebbe restare e Darren McFadden non è detto che non torni a prezzo di sconto anche l’anno prossimo, visto che non ha fatto molto per destare l’interesse delle altre squadre. Gli altri hanno già la valigia pronta.

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Giovani da cui ripartire

Rispetto agli anni scorsi la situazione è però più rosea di quanto ci si potrebbe aspettare. I Raiders hanno un nucleo di giovani da cui ripartire e intorno ai quali ricostruire.

Derek Carr, Justin HoustonDerek Carr è stato solido nella sua stagione da rookie titolare (3270 yard lanciate, 58.1% di completi, 21 TD e 12 intercetti), ha mostrato di essere a suo agio alla guida della squadra e sicuro nella tasca, ma ha anche dimostrato di non essere preciso quando messo sotto pressione e troppo spesso ha fatto checkdown che hanno portato a completi inutili perché corti rispetto alla linea del primo down. Una cosa è certa, il QB del futuro è lui quindi per la prima volta McKenzie non dovrà andare alla ricerca di un “titolare” come nelle due stagioni passate.

Khalil Mack è anche più di quello che ci si aspettava. E’ stato costantemente uno dei migliori LB della lega, è stato fenomenale contro le corse e, nonostante i soli 4 sack all’attivo, ha messo costante pressione sul QB avversario. Si è classificato secondo fra tutti i difensori NFL con 11.5 placcaggi sulla linea di scrimmage o dietro la linea. Queste e tante altre statistiche legate alla sua fenomenale stagione da rookie le potete trovare sul sito dei Raiders.

Oltre ai due nuovi volti della squadra, molti giovani hanno fatto esperienza ed hanno ben figurato nel 2014. Dall’ultimo Draft sono usciti come detto diversi titolari: la LG Gabe Jackson, il DT Justin Ellis, il CB e PR TJ Carrie. Questi si aggiungono a giocatori al secondo anno come il LB Sio Moore, il RB Latavius Murray e il TE Mychal Rivera, che hanno mostrato a tratti di avere i numeri per diventare qualcuno nella NFL. Ci sono inoltre ancora speranza di trasformare il RT Menelik Watson e lo sfortunato CB DJ Hayden in titolari nel 2015.

Altri giovani potranno dire la loro durante il training camp e la preseason, come la FS Jonathan Dowling, i CB Keith McGill, Neiko Thorpe e Chance Casey, il DE Benson Mayowa e il WR Kenbrell Thompkins.

Draft e Free Agency

Cosa serve ai Raiders per fare il salto di qualità? Sicuramente un coaching staff con le idee chiare e con la capacità di adattarsi all’avversario e fare gli aggiustamenti necessari durante la partita, ma questo non basterà. Ai Silver & Black serve un roster completo, con talento tra i titolari ma con backup che sappiano sostituirli in caso di necessità.

Servirà un altro ottimo Draft e probabilmente sarà necessario spendere qualcosa più del dovuto in free agency per accaparrarsi talenti giovani che possano contribuire negli anni a venire. Vedremo cosa offrirà il mercato, ma una cosa è certa: ci sono tanti ruoli da coprire e tanti altri da rinforzare.

Tra le priorità c’è sicuramente il ruolo di WR e quello di MLB. Servirà inoltre un pass rusher giovane e dei rinforzi per il secondario, soprattutto nel ruolo di safety vista l’età di Woodson e la sfortuna di Branch.

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Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

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