Uno sguardo al 2024: New Orleans Saints

Le ultime tre stagioni dei Saints erano state alquanto deludenti. Nel 2023 le 9 vittorie non sono bastate a raggiungere il play-off che erano l’obiettivo stagionale. La franchigia della Louisiana nel corso della off-season ha effettuato dei movimenti di mercato per recuperare capienza nel salary cap e rinforzare le due linee.

COME DOVEVA ANDARE…

L’obiettivo dichiarato era l’accesso alla post season, realizzabile vincendo la propria division, una delle meno competitive della lega. Le avversarie, Atlanta e Tampa Bay sembravano tutt’altro che irresistibili, e l’offense, pur avendo dovuto rinunciare a Michael Thomas per questioni legate all’ingaggio, ma anche ai troppi infortuni patiti dal grande receiver, sembrava ben attrezzato con un QB affidabile come Dereck Carr e degli ottimi ricevitori come Chris Olave e Rashid Shaeed. La difesa, molto forte nel secondario, dava ottime garanzie contro il gioco aereo, un po’ meno contro le corse, ma nel complesso la squadra sembrava ben costruita per raggiungere l’obiettivo.

…E COME E’ ANDATA

E invece, come e forse più che negli anni precedenti, la stagione dei Saints é sfumata, soprattutto per i tanti infortuni che hanno messo fuori uso Dereck Carr, fuori per sette partite, Chris Olave per nove incontri e Rashid Shaheed addirittura per undici, per citare i casi più eclatanti. Così, dopo un inizio molto promettente con le larghe vittorie su Panthers e Cowboys, é arrivata la serie di sette sconfitte che ha compromesso pesantemente le possibilità di lottare per il titolo. E’ finita con un 5-12 che rappresenta il peggior risultato dai tempi del Super Bowl vinto.

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COSA HA FUNZIONATO…

Poche cose hanno funzionato, anche se con l’attenuante degli infortuni. Si é ancora comportata bene la difesa contro il gioco aereo, tra le migliori, ma non la migliore come era risultata nel 2023. Tra gli aspetti che possono essere salvati nell’attacco é il gioco di corsa, che ha prodotto mediamente 4,40 yard/carry, non eccellente ma senza dubbio positivo. Bene anche Dereck Carr che ha chiuso con un buon 67% di completi per una media di 7,7 yard/attempt, tenuto conto che i targets più importanti a sua disposizione sono stati il TE Juwan Johnson e Alvin Kamara che é un RB.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Innanzi tutto il passing game, soprattutto nelle sette partite di assenza di Carr, i cui sostituti non si sono mostrati all’altezza, ma anche la difesa contro le corse che ha concesso 4,9 yard per portata agli avversari e che é stata abbastanza deludente nella pass rush. Dalle due linee, d’attacco e di difesa era lecito aspettarsi molto di più, ma anche l’OL ha dovuto registrare infortuni importanti

E ADESSO?

Per l’offense team il ritorno dei due WR infortunati, insieme al prolungamento del contratto del TE  Juwan Johnson e all’ingaggio del WR che é stato il ricevitore più produttivo, dovrebbe garantire un buon rendimento. Sarebbe opportuno rinforzare la linea d’attacco e trovare, magari nel draft, un secondo RB che possa dare respiro ad Alvin Kamara oltre ad un valido backup per il ruolo di quarterback. In difesa é già stato ingaggiato il safety Justin Reid a migliorare un secondario già forte nonostante la perdita del forte CB Marshon Lattimore passato ai Commanders nel corso della stagione appena conclusa.

Sensa dimenticare l’arrivo di un nuovo Head Coach, Kellen Moore, che dovrebbe portare una ventata di nuovo sul quale costruire il futuro dei New Orleans Saints.

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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