ALL IN… due parole semplici e concise che sono suonate alle orecchie dei tifosi dei Dallas Cowboys, meglio di una sinfonia di Bach eseguita da Glenn Gould. Ma in realtà ci si è messo davvero poco a capire che la canzone giusta era quella di Mina… parole …parole… parole… soltanto parole…
Per chi di voi è poco addentro alle faccende del nord Texas, “all-in” è stata la frase pronunciata da Jerry Jones, rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva come avrebbero affrontato l’off-season della stagione 2024. Beh diciamo che le cose non sono andate esattamente così, ma prima di arrivare a questo punto, e ripartire con la narrazione della disgraziatissima stagione 2024, vediamo un attimo in che condizioni è arrivato l’America’s Team ad affrontare l’inizio della scorsa stagione.
Il 2023 era stato un anno molto promettente, in cui la squadra aveva fornito una prestazione di alto livello sia in campo offensivo che difensivo, aiutata anche dal fatto di non aver dovuto patire infortuni importanti per tempi lunghi, e ben sappiamo quanto sia importante questo aspetto per il successo in questo sport. Ma nonostante la squadra guidata da Mike McCarthy abbia infilato il terzo record consecutivo di 12-5, ancora una volta fatali per il fallimento della stagione sono stati i playoffs. Nonostante i Cowboys si presentassero con la testa di serie N°2 della NFC, il primo turno dei playoff è stato ancora la tomba dei texani. Il finale recita 48-32 per i GB Packers, ma la realtà è stata molto più cruda, ad un certo punto dell’ultimo quarto infatti i Cowboys erano sotto 48-16.
COME DOVEVA ANDARE…
Con un HC uscito senza troppo battagliare da ogni apparizione ai playoff e all’ultimo anno di contratto, il QB all’ultimo anno di contratto e il WR1 in hold out sempre per questioni contrattuali, quello di cui avrebbe avuto bisogno questa squadra era decisione e chiarezza. Chiarezza di rapporti, di ruoli, di comunicazione, ma ancora una volta tutto ciò è mancato. L’all-in è diventato un meme senza nessuna realizzazione pratica, e l’off season dei Cowboys è stata uguale, se non peggio, delle precedenti, con l’addio del DC Dan Quinn e l’arrivo del “vecchio” Zimmer, le firme di giocatori di livello medio-basso la cui ciliegina sulla torta è stata dar via una preziosa quarta scelta per Trey Lance, estenuanti trattative contrattuali che hanno portato a svuotare in un certo modo le casse, arrivando ai rinnovi di Prescott e Lamb a poche ore dall’inizio della stagione, con gli agenti e i giocatori a tenere ben saldo il coltello dalla parte del manico, e un Draft che non è apparso brillante e al livello dei precedenti. In fin dei conti, nonostante tutto, c’era comunque lo spazio per provarci, almeno per ingaggiare un po’ di battaglia in una Division abbastanza aperta sulla carta, ma se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo…
…E COME È ANDATA
Male, anzi, malissimo, e forse si potrebbe chiudere qui l’analisi di una stagione praticamente mai iniziata davvero. Ho parlato prima di sfortuna, ma in effetti la sfortuna è stata solo una parte del fallimento. Rispetto all’anno precedente, tanti, troppi infortuni hanno piagato la stagione dei Cowboys, dove il più importante è stato sicuramente l’infortunio al ginocchio che ha interrotto alla week 9 contro i Falcons la stagione di Dak Prescott. Ma dobbiamo essere sinceri e dire che comunque, anche prima di quella sconfitta, la situazione era già abbastanza drammatica. Totale incapacità di vincere tra le mura amiche, a fine stagione saranno solo 2 su 9 incontri le vittorie casalinghe. Una Offense senza un gioco di corse credibile. Negli ultimi giorni della offseason c’era stato il ritorno di Zeke Elliott, o almeno dell’ex-giocatore che portava il suo nome, ma nonostante la evidente inettitudine, c’è voluta mezza stagione per capire che l’accantonato Rico Dowdle era un RB decisamente migliore del pet-cat del Proprietario. Una Difesa totalmente incapace di gestire il gioco di corsa avversario, e di conseguenza impossibilitata a provare a mettere pressione ai QB avversari. Insomma una vera e propria tragedia greca che alla fine porta in eredità di buono solamente la possibilità di scegliere in una buona posizione del Draft.
COSA HA FUNZIONATO…
Davvero poco. Si può salvare l’annata di Lamb che rimane il punto focale della nostra Offense, e sicuramente la seconda parte di stagione di Dowdle che ha alimentato un po’ di rimpianti su quello che sarebbe potuto essere se fosse stato schierato titolare dall’inizio. Nota di merito al back up QB Cooper Rush che ha comunque condotto degnamente la squadra post-infortunio di Prescott, beneficiando di un ritrovato gioco di corse.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
In opposizione a quanto scritto prima, molto, quasi tutto, a cominciare da una Difesa incapace di fermare chicchessia specialmente sulla terra, e una Offense che anche al completo ha sofferto da morire l’incapacità di sviluppare un credibile gioco di corse, danneggiando così anche le prestazioni di una OL giovane che si è ritrovata per larga parte degli incontri a doversi cimentare in pass protection, esponendosi alle difese avversarie. La cosa più dolora da vedere secondo me comunque è stato l’atteggiamento, l’attitudine di una squadra apparsa troppo spesso sfiduciata e rassegnata, senza offrire segnali veri di reazione, se non altro, caratteriale.
E ADESSO?
Così d’acchito mi verrebbe un “…e mo’ so’ cazzi”, eppure, non sappiamo naturalmente quali saranno i risultati, bisogna essere onesti e ammettere che quantomeno un accenno di reazione da parte del front office si è vista. Lungi certo dall’all-in, si è cominciato con un cambio quasi totale del Coaching Staff con il nuovo HC e playcaller Marty… ah no… Brian Schottenheimer che ha passato il 2024 a fare l’OC senza poter chiamare i giochi…quando si parla di disfunzionalità…e il nuovo DC Matt Eberfluss (una faccia comunque già molto nota a Dallas). La free agency non è certo stata scoppiettante, ma almeno ha avuto una coerenza nella firma di giocatori non di primissimo piano, ma che dovrebbero servire a coprire alcuni buchi aspettando di trovare più qualità nel Draft che speriamo torni a rivederci protagonisti. Chiudo con l’addio a due giocatori che hanno fatto la storia dell’ultimo decennio dei Cowboys: Zack Martin e DeMarcus Lawrence, in attesa che parta a brevissimo la nuova telenovela che probabilmente terrà banco per tutta l’estate: il contratto di Micah Parsons. E la chiamano estateeeee….