Coach Carousel NCAA: delirio e pandemonio! Riley a USC, Kelly a LSU

Dopo la sconfitta contro Oklahoma State di sabato sera, Lincoln Riley rispondeva così al reporter che aveva chiesto informazioni circa il suo possibile interesse verso LSU:

“I’m not going to be the next coach at LSU. Next question”

Alla fine, si è scoperto che la risposta era vera e giusta, ad essere inesatta, infatti, era la domanda o meglio la domanda che non c’è stata:

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and what about the USC job”?

Lincoln Riley lascia Oklahoma per approdare a USC in quello che è stato il colpo di scena di una stagione che, fino ad ora, ce ne ha regalati diversi. In campo e fuori.

Riley finisce la sua esperienza a Norman con un invidiabile record di 55 vittorie, 10 sconfitte e 3 apparizioni ai College Football playoff. La sua legacy con i Sooners resterà sempre legata al suo lavoro con i QB: Baker Mayfield, Kyler Murray (entrambi vincitori dell’Heisman Trophy), Jalen Hurts e, da ultimo, anche Caleb Williams che sembra essere destinato ad una carriera simile a quella dei suoi illustri predecessori.

Insomma, non è certo questo il caso di un allenatore che lascia un’università per andare in un’altra più prestigiosa: Oklahoma fa sicuramente parte di quella ristretta cerchia di programmi che possono vantare successi in ogni era dello sport. Ma allora cosa ha spinto Riley ad accettare la corte di USC? Si dice che sia stato infastidito dal futuro passaggio di Oklahoma nella SEC e questa nozione è rafforzata dal fatto che pare abbia rifiutato anche la corte di LSU (altra potenza della SEC) nelle scorse settimane. Più probabilmente è una questione di stimoli (e soldi, tanti soldi): USC rappresenta una sfida intrigante (ne abbiamo parlato con questo articolo in occasione del licenziamento di Clay Helton) e per la prima volta in molti anni pare abbiano deciso di puntare in maniera seria sul programma di football.
Il primo obiettivo per Riley sarà quello di riconquistare lo Stato della California per quanto riguarda il recruiting e questo potrebbe anche avvenire in tempi brevissimi: Oklahoma ha impiegato un sacco di risorse per reclutare il Golden State negli anni e quindi sia Riley che il suo staff conoscono molto bene le sue dinamiche territoriali.

Giù il cappello di fronte al lavoro di Mike Bohn, l’athletic director di USC, per come ha condotto la ricerca del nuovo allenatore nel silenzio (non facile in una realtà come quella losangelina) portando a casa il risultato massimo possibile.

Lincoln Riley allenerà i Trojans, USC is sexy again.

E Oklahoma?

I Sooners si trovano in una posizione non invidiabile a questo punto. Nessuno si aspettava una mossa del genere, i rumors che vedevano Riley molto vicino ad LSU erano stati archiviati come fake news e probabilmente tutto l’ambiente, dai tifosi ai media, era convinto che, se mai Riley fosse andato via da Oklahoma, lo avrebbe fatto solo per una proposta irrinunciabile dalla NFL.
La proposta irrinunciabile è arrivata, invece, da un’università che, per quanto allo stesso livello “storico” dei Sooners, certamente non vanta la stessa costanza nei successi e questo sicuramente dovrebbe far riflettere.

Come spesso accade in questi casi, la notizia di Riley ha provocato un esodo di massa nella recruiting class dei Sooners, ovvero nel gruppo di quei giocatori che, solo verbalmente, si erano promessi a Riley ed al suo staff.

Tra questi c’è Malachi Nelson, uno dei QB più forti della classe 2023. Californiano, di Los Alamitos (Contea di Orange) che non ha perso tempo e si è subito accasato a USC.

Bob Stoops, che dopo il ritiro aveva continuato a collaborare con OU nel ruolo di consulente, sarà l’interim head coach da qui alla fine della stagione (Bowl compreso), dopodiché Oklahoma dovrà scegliere il successore di Riley.

Sono usciti già i primi nomi:

Kliff Kinsgbury (HC – Arizona Cardinals) difficilmente lascerà la NFL per tornare al college, più verosimili i nomi di Brent Venables (DC – Clemson) e Josh Heupel (HC – Tennessee) che hanno legami con il programma. Matt Campbell (HC – Iowa State), che sembrava essere un nome caldo per USC, potrebbe essere il giusto compromesso tra esperienza e upside per i Sooners.

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La scelta di LSU: Brian Kelly

Vi avevamo parlato (qui) di LSU in occasione del licenziamento di Ed Orgeron ed avevamo ipotizzato che l’athletic director Scott Woodward, visto il suo ruolino di marcia, sarebbe andato dietro ad un pesce grosso:

“[…] Woodward è famoso perché, specialmente nella scelta degli allenatori di football, è uno che goes BIG. Dappertutto. Quando era AD a Washington dopo aver ingaggiato (e licenziato) Steve Sarkisian è riuscito a portare via da Boise State Chris Petersen [..]. Successivamente e più recentemente, come AD a Texas A&M ha strappato Jimbo Fisher a Florida State offrendogli un contratto faraonico […]. Insomma quando Woodward sceglie un allenatore lo sceglie e lo paga bene, vedremo se l’approccio a LSU cambierà ma attualmente non esistono ragioni per pensare che non sarà così.”

E infatti l’approccio non è cambiato: Brian Kelly (HC – Notre Dame) sarà il prossimo allenatore dei Tigers.

Per rendersi conto dell’imponenza di questa mossa, basti pensare che Kelly è il terzo HC più vincente ancora in attività. Nella sua carriera a Notre Dame ha un record di 113 vittorie e 40 sconfitte in dodici stagioni con una partecipazione alla BCS Championship Game (2012) e due apparizioni a College Football Playoff (2018 e 2020). Solo un anno al di sotto del 50% di vittorie (4-8 nel 2016) alla fine del quale ha completamente rivoluzionato il suo staff, il risultato? Mai sotto le 10 vittorie stagionali da lì in poi.

Notre Dame è uno dei pilastri dello sport collegiale il cui brand va ben oltre la dimensione sportiva, non penseresti mai che il capo-allenatore della squadra di football possa lasciare gli Irish per un’altra università. Eppure eccoci qui. Destinazione Baton Rouge.

Parliamoci chiaro: Brian Kelly è l’esatto opposto di Ed Orgeron. Non è forse il nome più “sexy” a cui i Tigers potevano arrivare, non è un “genietto” dell’attacco come Lincoln Riley e non è nemmeno, apparentemente, un cultural fit ideale per la Louisiana e il profondo sud in generale (un severo e ombroso cattolico-irlandese a Baton Rouge, potrebbe essere l’inizio del plot di una serie crime di successo) ma è quello di cui ha bisogno LSU ora per il semplice fatto che è rimasto costante in una particolare attività che alla fine dei salmi conta più di altre: vincere.

Ha vinto a Grand Valley State (118 vittorie e 35 sconfitte in tredici anni), ha vinto a Central Michigan (da 4-7 a 9-4 in tre anni), ha vinto a Cincinnati (34 vittorie e 6 sconfitte) prima di riportare Notre Dame in maniera costante tra le migliori squadre della nazione.

E Notre Dame? Marcus Freeman.

Gli Irish si trovano nella stessa situazione di Oklahoma ma, a differenza dei Sooners, sono ancora pienamente in corsa per ottenere uno dei primi 4 posti e partecipare ai prossimi playoff. Infatti, una sconfitta di una tra Oklahoma State (finale di Big 12 contro Baylor), Michigan (finale di Big Ten contro Iowa) e Cincinnati (finale di AAC contro Houston) potrebbe favorire gli Irish che sono, al momento, la numero 6 della nazione con un record di 10 vittorie e 1 sconfitta. Se ciò avverrà, ovviamente, Brian Kelly non sarà in panchina.

Il nuovo allenatore, sarà Marcus Freeman (DC – Notre Dame) che potrà contare su un sistema di grande livello messo in piedi dalla gestione precedente di cui lui stesso ha fatto parte.

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Freeman è un predestinato. Kelly lo ha strappato in estate, ironicamente, proprio ad LSU dopo che la sua difesa a Cincinnati era stata una delle migliori della nazione e, a quanto pare, ci ha riprovato anche in queste ultime ore:

La scelta di Notre Dame di affidarsi al proprio defensive coordinator è stata sicuramente presa nell’ottica di mantenere sulla stessa carreggiata una macchina ben oliata. Fortemente voluto dai giocatori, Freeman sarà uno dei più giovani HC in circolazione, il fatto che tutto questo avvenga a Notre Dame è davvero singolare: siamo curiosi di sapere come andrà a finire.

La scelta di Florida: Billy Napier

napier florida gators

Dopo l’atteso licenziamento di Dan Mullen, Florida sceglie Billy Napier (HC – Lousiana) come nuovo head coach.

Quello di Napier è un nome che i passionisti del coaching carousel conoscono molto bene poiché da diversi anni al centro di ogni rumors sul mercato allenatori: ci hanno provato in moltissimi, infatti, a portarlo via da Lafayette (con offerte faraoniche) negli anni scorsi.

Nessuno ci è riuscito perché Napier ha atteso la situazione giusta, ha scommesso su se stesso ed ha vinto nel momento in cui i Gators gli hanno messo gli occhi addosso qualche giorno fa.

Ci deve aver messo veramente poco a convincere il suo futuro datore di lavoro:

Cosa porterà in dote a Florida? Napier si è fatto le ossa seguendo i migliori allenatori della nazione: Dabo Swinney a Clemson e Nick Saban ad Alabama. Per i Tide ha avuto anche un ruolo molto importante nel recruiting, si dice che Saban mandasse lui a concludere gli accordi con i migliori prospetti delle high school.
Come capo-allenatore ha costruito il programma di football a Louisiana-Lafayette partendo praticamente da zero e rendendo i Ragin’ Cajuns una delle realtà più solide e vincenti in tutta la Sun Belt.
Rispetto a, Dan Mullen, Napier recluterà sicuramente meglio e, sebbene non abbia dimostrato di essere lo stesso guru offensivo che invece è il suo predecessore, ci sono chance che Florida in attacco possa diventare una squadra molto più fisica ed equilibrata. Sono sicuro, inoltre, che sarà in grado di costruire uno staff di tutto rispetto.

Napier era considerato, fino all’interesse di Florida, il piano B per LSU qualora i Tigers non fossero riusciti a mettere le mani su di un allenatore già affermato. Per questo sarà interessante vedere tra un po’ di tempo chi ha fatto la scelta migliore tra UF e LSU, due squadre che giocano contro ogni anno nella SEC.

In breve

  • In settimana scorsa James Franklin e Mel Tucker hanno firmato il rinnovo contrattuale rispettivamente con Penn State e Michigan State. Le cifre sono faraoniche (10 anni e 75 milioni garantiti per Franklin, 10 anni e 95 milioni garantiti per Tucker), probabilmente perché entrambi sono stati accostati ad altre università nell’ultimo mese.
  • TCU ha scelto Sonny Dykes (HC – SMU) come nuovo allenatore. Mossa che farà discutere quella di Dykes che passa ad una rivale quasi concittadina per riprovare ad avere successo a livello di Power 5. SMU aveva tentato di trattenerlo proponendogli un aumento di ingaggio nelle scorse settimane ma pare che l’offerta economica degli Horned Frogs fosse impossibile da pareggiare per i Mustangs.
  • Duke si separa da David Cutcliffe dopo 14 anni, 77 sconfitte, 97 vittorie ed un titolo divisionale (2013).
  • Washington ha ufficializzato il nuovo HC, Kalen DeBoer (HC – Fresno State). Scelta interessante per gli Huskies,:il lavoro fatto da DeBoer a Fresno è una delle storie migliori in tutto il panorama collegiale e sicuramente aiuterà a “curare” i malanni dell’attacco di Washington.
  • Brent Pry (DC – Penn State) è il prescelto per Virginia Tech. Gli Hokies si assicurano un assistente di lungo corso che ha sempre prodotto ottime difese. Il primo compito da HC sarà quello di recuperare il terreno perduto dagli Hokies nel recruiting del proprio stato.
  • Sempre in bilico la posizione di Manny Diaz a Miami. Gli Hurricanes devono ancora scegliere il nuovo athletic director che poi, presumibilmente, dovrebbe decidere il destino dell’attuale allenatore. Viste le tempistiche ristrette, non mi meraviglierei se, in caso di mancanza di candidati meritevoli, Diaz dovesse restare un altro anno alla guida di Miami. Con mio sommo dispiacere.
  • Bronco Mendenhall ha rassegnato le dimissioni da HC di Virginia. I Cavaliers si mettono in fila per questo “carosello” di allenatori che non finisce mai di stupire.
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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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