NCAA Bowl 2021 preview – Peach Bowl

È iniziata la stagione dei Bowl NCAA (qui il calendario completo) e come tradizione pubblicheremo preview e review delle partite accorpandole visto l’alto numero in programma 🙂 Oggi il preview è dedicato al Peach Bowl tra Pittsburgh e Michigan State. Le partite trasmesse da ESPN o ABC sono visibili su ESPN Player.

INFO

Data: 31 dicembre 2021, ore 1:00 di notte in Italia (notte tra il 30 e il 31 dicembre)

Luogo: Atlanta, Georgia

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Match: #12 Pittsburgh Panthers (11-2) vs #10 Michigan State Spartans (10-2)

TV: ESPN

Stadio: Mercedes-Benz Stadium

Dal: 1968

Conference Coinvolte: Solitamente Group of Five vs at-large (quando non è semifinale CFP), Nel 2021 con Cincinnati ai playoff dal Group of Five, si scontreranno due conferences di power 5 (Big Ten vs ACC).

Nota a margine: Nel momento della stesura di questo articolo, il bowl è programmato per il 30 dicembre americano (il 31 dicembre all’una di notte in Italia). La situazione attuale del covid negli USA ha pero’ causato la cancellazione di vari bowl games, seguite questo link per controllare che la partita sia ancora in programma al momento della pubblicazione di questo articolo.

STORIA

Si gioca dalla stagione 1968, e, in oltre 50 anni di storia, non si è mai spostato da Atlanta: per i primi tre anni si giocò al Grant Field (stadio di Georgia Tech), poi si trasferì nella casa degli Atlanta Falcons e si spostò contestualmente ad essi (prima il Fulton-County Stadium, poi il Georgia Dome e infine il Mercedes-Benz Stadium, dal 2017).

Il Peach Bowl è nono per anzianità tra i bowl game del college football. In origine, il Peach Bowl fu creato per finanziare il Lions Club dello stato della Georgia, associazione umanitaria tutt’ora esistente fondata nel 1916 a Evansville, Indiana.

Nei primi anni soffrì di scarsa partecipazione, complici anche le pessime condizioni ambientali praticamente in ogni edizione, e se, nel 1985, il direttore esecutivo del Peach Bowl non avesse chiesto un aiuto economico “pubblico” alla città di Atlanta, con tutta probabilità esso non sarebbe sopravvissuto. Nel 1985 erano solo 18 i bowl esistenti e la morte del Peach Bowl si sarebbe tradotta in una perdita di reputazione per la città. Anche se, col passare degli anni, il problema relativo alle condizioni metereologiche restò, e rese quasi sempre impossibile una partecipazione di massa all’evento. Il problema venne risolto con la costruzione del Georgia Dome, impianto coperto nel quale si giocò dal 1993 al 2016, quando fu sostituito con il nuovo Mercedes-Benz Stadium (anch’esso, ovviamente, dotato di copertura).

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La crescita di questo bowl partì proprio dalla metà degli anni ’80 grazie ai finanziamenti stanziati dalla camera di commercio di Atlanta, che si premurò di pubblicizzare a dovere l’evento e di garantirgli una discreta visibilità. Con l’aumentare dell’interesse collettivo nei confronti di questo match, i problemi economici vennero via via meno, terminando definitivamente nel 1996, quando venne intrapresa una collaborazione con Chick-Fil-A, catena di fast food americana che sponsorizza ancora oggi la partita. Mediante i fondi derivanti da questo accordo economico, l’organizzazione aumentò i premi per le scuole invitate, e così, dal 2006 al 2014, il Peach Bowl divenne il più importante dei Bowl “non-BCS”, ossia non facenti parte della Bowl-Championship-Series, i 5 Bowl che ospitavano le migliori 10 squadre del ranking. Dal 1997 al 2013, dopo decenni di scarsa affluenza, lo stadio fu sempre esaurito, registrando così la seconda striscia più lunga di sempre di sold-out consecutivi per un bowl game (dietro all’inarrivabile Rose Bowl). Nel 2012, in particolare, il Peach Bowl divenne il bowl “non-BCS” più visto di sempre su ESPN, con 8’557’000 spettatori.

Nel 2014 esso fu inserito tra i “New Year’s Six” garantendogli dunque ogni anno due tra le migliori squadre della stagione. Il 2014 fu anche l’anno di creazione dei Playoff e questo Bowl è entrato a far parte della cerchia di quelli che possono ospitare una semifinale nazionale (con rotazione triennale). Quando il Peach Bowl non si traveste da Semifinale nazionale, come detto, ospita (di solito, anche se non necessariamente) una partita tra una squadra appartenente ad una conference del Group of Five e una scelta at-large, ossia senza restrizioni. Questi i risultati degli ultimi Peach Bowls:

31 Dicembre 2016 > Alabama vs Washington 24-7 / 75’996 spettatori (semifinale playoff)

1° Gennaio 2018 > UCF vs Auburn 34-27 / 71’109 spettatori
29 Dicembre 2018 > Florida vs Michigan 41-15 / 74’006 spettatori
28 Dicembre 2019 > LSU vs Oklahoma 63-28/ 78’347 spettatori (semifinale playoff)
1° Gennaio 2021 > Georgia vs Cincinnati 24-21/ 15’301 spettatori (capacità ridotta per misure anti-covid)

CURIOSITÀ

Il perché del nome è molto semplice: lo stato della Georgia è conosciuto come “Peach State”, per la sua produzione significativa di pesche, fin dal Sedicesimo secolo. La pesca è, appunto, il simbolo dello stato (come esplicano bene anche le targhe statali dei veicoli), ed è stata assunta anche come simbolo di questo evento per testimoniare il profondo legame esistente tra esso e Atlanta, capitale e fulcro dello stato.

Di partite che hanno lasciato il segno sul secolare libro di storia del college football ce ne sono tante, forse troppe, ma dovendo scegliere per forza, citeremo le seguenti.

In ordine cronologico la prima partita degna di menzione è quella del 1968, se non altro perché fu la prima della lunga storia del Peach Bowl. In quell’occasione a giocarsela furono gli LSU Tigers e i Florida State Seminoles. Nell’inospitale clima di quel 30 dicembre, la difesa di FSU forzò quattro cambi di possesso nei primi quattro drive offensivi dei Tigers, convertendo tali recuperi con un touchdown e due field goal. LSU recuperò abbastanza facilmente il divario e, grazie a 24 punti non risposti, mise più di un possesso di distanza fra sé e gli avversari, i quali, però, rientrarono nuovamente e, grazie al TD-pass di Bill Cappleman per Ron Sellers trovarono addirittura il vantaggio. Ma fu LSU a vincere, grazie al consistente drive guidato dal quarterback (nominato poi MVP) Mike Hillman, che portò al touchdown del decisivo 31-27.

La seconda partita degna di un ricordo è quella del 1985 che vedeva di fronte Army e Illinois. La gara si chiuse 31-29 per i cadetti, grazie al loro attacco molto fisico improntato sulle corse (291 furono le rushing yard dei Black Knights). Illinois invece predicava un football molto più moderno, uno spread offense ante litteram che si basava sullo stupendo braccio del futuro quarterback NFL Jack Trudeau. Il tentativo di conversione da due punti dei Fighting Illini, a 34 secondi dallo scadere dei regolamentari, fallì, consegnando la vittoria ad Army.

Negli anni ’90 ci furono tre partite indelebili, simili per molti aspetti, diversissime per altri. La prima fu quella del ’91, vinta da East Carolina su NC State 37-34, che fu, tra le altre cose, anche l’ultimo Peach Bowl disputato al Atlanta-Fulton County Stadium. ECU, sotto di 17 punti all’inizio dell’ultimo quarto, rientrò grazie ai 3 touchdown del quarterback Jeff Blake (uno su corsa e due passaggi, il primo per Dion Johnson e il secondo per Luke Fisher). Allo scadere, il kicker di NC State Damon Hartman calciò corto, lasciando l’incredibile vittoria ai Pirates.

Il Secondo match dei Novanta fu quello del 1995, giocato tra Virginia e Georgia. I primi 59 minuti di partita non furono memorabili: gestiti con discreta calma dai Cavaliers, che non furono mai in svantaggio, ma che, però, approcciarono quell’ultimo minuto con soli 7 punti di distacco dai Bulldogs. Con 1 minuto e 9 secondi ancora da giocare e palla in mano, Virginia riuscì nell’impresa di riaprire la gara: lo scoop and score del Bulldog Jason Ferguson portò la gara in parità per la prima volta dallo 0-0, ma, per la fortuna dei Cavaliers, il successivo gioco fu il ritorno di kickoff direttamente in endzone da parte Demetrius “Pete” Allen che regalò il 34-27 definitivo ai suoi.

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I Bulldogs ebbero la loro rivincita nel 1998, quando, dopo essere stati sotto anche di 21 punti nel corso della gara, riuscirono miracolosamente a battere i Cavaliers 35-33. Anche in quest’occasione l’ultimo minuto fu particolare: sotto di 8, i Cavs riuscirono a segnare il touchdown del meno due, fallendo però la conversione da 2 punti. La partita sembrava finita e invece UVa riuscì a recuperare l’onside kick ed ebbe addirittura l’opportunità di vincere la gara con un field goal da 48 yard, che però non centrò i pali.

La gara più incredibile della storia di questo bowl si è giocata probabilmente nel 2013, quando i Duke Blue Devils e i Texas A&M Aggies hanno dato vita a quella che è stata la partita a punteggio più alto di sempre per un Peach Bowl. A vincere, alla fine, fu l’attacco dell’Heisman Trophy Johnny Manziel (che chiuse con 455 yard e 5 TD) per 52-48, grazie ad una rimonta epica nel secondo tempo dopo il 38-17 Duke con il quale si era chiusa la prima metà di gara.

Nel 2017 il Peach Bowl metteva di fronte l’imbattuta UCF e la Auburn capace di battere entrambe le squadre che pochi giorni dopo si sarebbero giocate il titolo nazionale (Georgia e Alabama). La vittoria per 34-27, fece di Central Florida l’unica squadra imbattuta della nazione al termine della stagione, e valse loro il riconoscimento (in realtà auto-impartito e mai ufficialmente riconosciuto) di campioni nazionali assieme ad Alabama. Per i record ufficiali il titolo richiesto da UCF non è mai stato assegnato ai Knights e Alabama resta a tutti gli effetti l’unica squadra campione nazionale del 2017, nonostante un’enorme scritta sulla tribuna centrale dello stadio di UCF affermi da anni il contrario (“2017 National Champions” scritto a caratteri cubitali).

Nelle edizioni piu’ recenti vale la pena segnalare il blowout della semifinale nazionale dei playoff del 2019, quando la LSU guidata dal QB Joe Burrow (oggi titolare inamovibile dei Cincinnati Bengals nella NFL) passeggio’ sopra Oklahoma per 63-28 veleggiando verso il titolo nazionale (poi raggiunto) con una squadra nettamente piu’ forte del resto del college football, raggiungendo l’apice in quell’anno prima di cadere in un baratro, complice il draft che quell’anno ha pescato a piene mani dai Tigers di coach Ed Orgeron. L’anno scorso, al termine della stagione ridotta, Cincinnati e Georgia hanno dato vita ad una partita estremamente combattuta e risolta da Georgia solo grazie a un field goal allo scadere. Cincinnati, nonostante la sconfitta (unica in due anni, e comunque fuori dalla regular season) ha mostrato di potersela giocare con una delle squadre piu’ forti della nazione, continuando un percorso che la ha portata quest anno ad essere scelta come prima squadra del group of 5 ad approdare ai playoff nazionali.

2021

Il Peach Bowl del 2021 sarà disputato tra due squadre che hanno superato di molto le aspettative stagionali: Pittsburgh e Michigan State. Pittsburgh ha clamorosamente vinto il titolo della ACC, approfittando del collasso delle grandi favorite Clemson e North Carolina. La star della squadra, il QB Kenny Pickett, tra i finalisti dell’Heisman Trophy, è stato uno dei principali motivi di successo per la squadra guidata dall’head coach Pat Narduzzi. I Panthers hanno chiuso una stagione quasi perfetta con un paio di passaggi a vuoto, principalmente nella sconfitta contro Miami (38-34) dove si sono trovati alla mercè di un Tyler Van Dyke in evidente stato di grazia. Per il resto Pittsburgh è rimasta senza sconfitte in conference play, dato che l’unica altra sconfitta è stato un upset (piuttosto clamoroso, a dire il vero) contro Western Michigan (44-41). Al championship game della ACC, Pittsburgh ha avuto la meglio su Wake Forest, qualificatasi a sorpresa alla finale (I Panthers hanno agilmente vinto per 45-21 in una partita senza tanti colpi di scena).

Dall’altra parte l’ottima stagione di Michigan State è valsa un ricco rinnovo del contratto all’head coach Mel Tucker. Quest anno la Big Ten East è stata senza dubbio la division che ha mostrato il football migliore, e Michigan State è andata ben oltre le aspettative con un paio di statement victory, soprattutto nel derby contro Michigan, vinto per 37-33 grazie a un’incredibile prestazione del running back Kenneth Walker III, che da solo ha avuto la meglio sulla difesa dei Wolverines. Questa vittoria clamorosa aveva reso credibile la selezione degli Spartans come una delle quattro squadre ai playoff, ma l’upset contro Purdue nella partita successiva (40-29) ha spento questa speranza. Michigan State è poi anche stata completamente tramortita da Ohio State per 56-7 nella penultima partita di regular season. Gli Spartans hanno comunque chiuso con un record di 10-2, ma hanno dimostrato di essere totalmente dipendenti da Kenneth Walker e alla fine i rivali di Michigan si sono meritatamente aggiudicati il championship game della Big Ten (stracciando Iowa in finale, 42-3) nonostante la sconfitta nel derby.

L’aspetto piu’ affascinante di questa partita, dunque, era proprio quello della sfida tra i due fuoriclasse, uno per squadra, dato che le loro prestazioni hanno trascinato le rispettive squadre verso questo bowl, ad anche ad un titolo di conference nel caso di Pittsburgh. Purtroppo pero’ non vedremo in campo nè Kenny Pickett nè Kenneth Walker III: Entrambi i giocatori hanno preferito entrare nel portale del draft per la NFL e hanno deciso per l’opt-out per quanto riguarda il bowl, preferendo concentrarsi sulla preparazione per le selezioni nella principale lega professionistica. Il grande problema delle partite dei bowl (esclusi I playoff) è che i giocatori sono autorizzati a rifiutare di giocare la partita senza che ci sia un particolare motivo, dato che viene vista come una partita facoltativa, motivo ulteriore per ripensare in profondità il funzionamento della post-regular season e dei playoff nel College Football.

Ad ogni modo, l’assenza piu’ pesante è probabilmente quella di Walker per gli Spartans. Il running back quest anno ha corso per 1636 yards, 263 corse e 8 TD. Le yards totali di Michigan State sono state 2227. Kenneth Walker ha contribuito per il 73% circa a questo dato, e la play call degli Spartans molto spesso si limitava esclusivamente a recapitare l’ovale a Kenneth Walker. Verso il finale di stagione, il QB Payton Thorne è stato maggiormente utilizzato nel passing game, soprattutto dopo la batosta contro Purdue: 2886 passing yards, 60% di completion, 24 TD e 9 intercetti non sono numeri malvagi, ma servirà grande aiuto dai wide receivers Jayden Reed e Jalen Naylor per poter  pensare di mettere in difficoltà la difesa di Pittsburgh.

Dal canto suo, Pat Narduzzi deve decidere chi far giocare come QB al posto di Pickett. Sembra ormai certo che la scelta ricadrà su Nick Patti, qb di riserva classe junior sin qui utilizzato solamente nel garbage time di alcune partite ma che l’head coach dei Panthers ha giudicato come pronto per essere chiamato in causa in questo bowl prestigioso. Peraltro l’attacco di Pittsburgh dovrà anche fare i conti con i cambiamenti arrivati dal coaching carousel: L’offensive coordinator Mark Whipple ha fatto i bagagli in direzione di Nebraska, dove un irriducibile Scott Frost è riuscito incredibilmente a rimanere sulla panchina nonostante un’altra stagione catastrofica. L’attacco dei Panthers dovrebbe essere coordinato dall’interim coach Tim Salem, che solitamente ricopre il ruolo di assistente all’offensive coordinator.

Pittsburgh, nonostante l’assenza di Pickett, appare pero’ una squadra piu’ completa e meno dipendente da un solo giocatore, mente Michigan State senza Kenneth Walker è di fatto una squadra differente e con delle armi molto piu’ spuntate. Le 4319 yards di Pickett sono un dato impressionante, e la sua assenza rischia di farsi sentire, ma i ricevitori dei Panthers sono stati molto piu’ spesso coinvolti nel gioco, con il wide receiver Jordan Addison a guidare il pacchetto ricevitori con quasi 1500 yards all’attivo nella stagione, mentre in generale il running game viene usato in maniera limitata da Pittsburgh, il running principale, Israel Abanikanda, ha all’attivo 635 yards e 7 TD. La difesa degli Spartans dovrà dare filo da torcere a Pittsburgh per tentare di concedere una chance a Payton Thorne, che sarà costretto agli straordinari dalla mancanza di Walker. Le quote degli esperti riflettono queste considerazioni almeno in parte: Pitt è favorita di soli 2,5 punti (a pesare è l’incognita Nick Patti), under/over a 56.

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