UFL: il review di week 6

La sesta giornata della UFL ha dato le prime risposte nella corsa ai playoff. Nella Conference USFL Birmingham è matematicamente promossa, con Michigan che, con due vittorie di vantaggio su Memphis e Houston, ipoteca il secondo posto. Gran bagarre nella XFL Conference con St Louis solitaria in testa seguita da San Antonio e poi da Washington per una volata a tre. Ormai eliminati i Renegades.

Memphis Showboats – Birmingham Stallions 21-39

Vittoria secondo pronostico degli Stallions che si assicurano l’accesso alla post season e ipotecano il titolo di conference.

Gli Showboats illudono i propri pochi sostenitori grazie ad un buon primo quarto nel quale riescono a portarsi in vantaggio grazie a un passaggio di 10 yard di Case Cookus per il TE Sage Surratt. La notizia è che in tutto il primo quarto gli Stallions conquistano un solo first down contro la difesa di Memphis che si conferma molto efficace contro le corse. Gli Stallions ne prendono atto e, per la prima volta in questa stagione, ricorrono al gioco aereo con maggiore frequenza mettendo in seria difficoltà la difesa avversaria. Adrian Martinez, il QB che finora si era distinto soprattutto come ottimo scrambler, dimostra di essere altrettanto affidabile come passatore chiudendo la partita con un bel 23 su 36 (64%) per la bellezza di 367 yard nette e 4 TD pass.

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Memphis, viceversa, dopo il brillante primo quarto, torna a manifestare i consueti problemi nel gioco d’attacco, sempre troppo pass oriented: i pass attempt sono stati il 71% dei giochi ed hanno prodotto solo 4,47 yard/att, mentre è stato ancora poco servito il buon Darius Victor, solo 11 corse e 3 ricezioni per un totale di 51 yard. Così, già dal secondo periodo, con Martinez in modalita “passer” che ha distribuito equamente a tutta la sua nutrita batteria di ricevitori, Birmingham ha preso il largo mettendo a segno tre touchdown, il primo con un rush di 5 yard di Ricky Person, il secondo con un pass a C.J. Marable che riceve sulle 4 e corre oltre la goal line e il terzo con un pass di Martinez di 28 yard per Marlon Williams. In tutto il secondo quarto Memphis mette a segno solo un FG da 47 yard con Matt Coghlin, ma il dato più significativo è che nella seconda frazione Memphis guadagna in tutto 3 primi down e 52 yard contro gli 11 primi down e 196 yard conquistate dagli Stallions.

Chiuso il primo tempo sul 22-9, Birmingham consolida il vantaggio nel terzo periodo, prima con un field goal di Ramiz Ahmed da 45 yard, poi con un big-play di Martinez che, dalle proprie 20, pesca sulle 48 di Memphis Kevin Austin che si invola verso la end zone per un TD da 80 yard. Nell’ultima frazione Memphis cerca orgogliosamente di diminuire lo svantaggio e con un altro FG ci Coghlin da 45 yard si porta sul 31-12, ma più tardi Troy Williams si fa intercettare da Kenny Robinson che riporta l’intercetto sulle 37 di Memphis. Il successivo drive di Birmingham si conclude con un TD pass di Martinez ancora per Marlon Williams per 12 yard.

Gli Showboats hanno il merito di provarci ancora e, sul finire, vanno in end zone con un gran passaggio di Troy Williams di 34 yard che serve Dee Anderson in end zone. La conversione da tre punti porta il punteggio finale ad un più dignitoso 39-21.

St Louis Battlehawks – Houston Roughnecks 22-8

La striscia positiva di St Louis continua con una vittoria non facile sui coriacei Roughnecks. La squadra texana ha giocato una buona partita difensiva, tanto da azzerare il gioco di corsa dei Battlehawks, che hanno chiuso la partita con un -5 alla voce “rushing yard”. Ci ha pensato A.J. McCarron a condurre il proprio attacco alla vittoria con una prestazione di alto livello: 24 completi su 37 per 255 yard e 3 TD, con la collaborazione di un sontuoso Hakeem Butler che con 6 catches su 8 target ha guadagnato 134 yard e segnato 2 TD.

Houston ha invece confermato le note difficoltà offensive anche se rispetto alle precedenti partite il running game, grazie a Mark Thompson e T.J. Pledger, è stato più produttivo con 4,15 yard/carry, miglior prestazione stagionale. Quello che invece non ha funzionato è stato il gioco aereo che ha prodotto soltanto 134 yard alla media di 3,94 yard/att, peggiore performance dell’anno.

La partita comincia con le due difese in cattedra e alla fine del primo quarto il punteggio è ancora fermo sullo 0-0 con i due attacchi che non vanno oltre la conquista di 2 primi down a testa. Nel secondo periodo l’offense di St Louis si sveglia e McCarron gestisce un drive di poco meno di nove minuti in cui risale il campo per 80 yard per chiudere con un TD pass a Butler per 17 yard. Seguono due drive senza esito, poi un promettente possesso di Houston si ferma per un fumble commesso da Mark Thompson per un intervento di Mike Rose. Il possesso torna a McCarron che in cinquanta secondi, a suon di passaggi, copre le 62 yard per il passaggio finale da una yard per Steven Mitchell. La conversione da due punti porta il punteggio sul 14-0 e si va alla pausa.

Nel terzo quarto i Roughnecks riescono ancora a fermare l’attacco di St Louis limitandolo a una ventina di yard ma, pur guadagnando 70 yard e 6 primi down, devono aspettare l’inizio del quarto periodo per coronare i loro sforzi con un rush di 16 yard di Mark Thompson che potrebbe riaprire la partita. Nel tempo restante però entrambe le squadre faticano ad avanzare con la palla e l’ultimo tentativo dei Roughnecks si spegne su una fallita conversione di quarto down. L’ovale torna a St Louis e McCarron pesca ancora Hakeem Butler che riceve sulle 4 di Houston e poi varca la goal line per un TD da 36 yard. La conversione da due punti fissa il punteggio sul 22-6.

Michigan Panthers – Arlington Renegades 28-27

Decisamente per i Renegades questa è una stagione stregata: ancora una volta giocano una buona partita, mettono a segno tre touchdown ma vengono superati negli ultimi secondi di gioco da un field goal, come era già successo contro St Louis e Washington. E’ il caso di precisare che i Panthers non hanno rubato nulla: hanno giocato tutta la partita alla pari ed hanno sfruttato al massimo la loro arma vincente, Jeff Bates, il kicker infallibile che ha segnato 15 dei 28 punti della sua squadra, con cinque calci di cui uno da 60 e uno da 55 yard a conferma che il FG record da 64 yard della prima giornata non era stato frutto del caso. La partita è stata bellissima sotto l’aspetto dell’emotività con le due compagini impegnate in un testa a testa fino al drammatico finale.

Per la cronaca questa volta partiamo dal finale. Arlington era riuscita a riportarsi in vantaggio per 27-25 con un FG di Jonathan Garabay quando erano rimasti 59 secondi da giocare. Si trattava di riuscire a contenere l’avanzata dei Panthers per impedirgli di raggiungere la metà campo ma lo special team Renegades va in confusione: sul kick-off di Garabay, Marcus Simms, nonostante un fumble, riesce a recuperare l’ovale e a riportarlo fino alle 46 dei texani che oltretutto cedono altre 15 yard per un face mask commesso da Steven Jones. La palla passa ai Panthers sulle 31 di Arlington, quindi in posizione difficile ma già nel raggio d’azione di Bates. Danny Etling riesce a guadagnare altre due yard per affidare al piede del kicker le sorti dell’incontro. Bates fallisce il calcio, ma i Renegades avevano dodici uomini in campo e l’uomo in più non fa in tempo ad uscire dal gridiron. Si ricalcia dalle 24 e per Bates è un gioco da ragazzi centrare i pali da “sole” 42 yard.

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La partita era cominciata bene per Michigan che, al primo assalto, era andata in touchdown con pass di una yard di Etling per il nuovo WR Siaosi Mariner. Punto addizionale OK e 7-0. Arlington risponde con un calcio di Garabay da 39 yard per il 7-3 cui fa seguito il primo FG di Bates da 43 yard per il 10-3. Il secondo periodo parte senza troppe emozioni finché Luis Perez, con un buon mix di passaggi e di corse non porta l’ovale nella red zone avversaria dove DaeDae Hunter con un rush di 12 yard segna per il 9-10 che poi diventa 11-10 dopo la conversione da due. Il buon momento dei texani continua e nel successivo possesso vanno ancora a segno con un passaggio di 19 yard di Perez per Sal Cannella appostato in end zone. Mancano 22 secondi che sono sufficienti ai Panthers per arrivare sulle 42 di Arlington per un tentativo di field goal da 60 yard che Jeff Bates realizza: 17-13 e riposo.

Il primo drive del secondo tempo è di Arlington che non riesce a conquistare il primo down. La palla va ai Panthers che in otto minuti arrivano sulle 19 ma al quarto tentativo si affidano a Bates che da lì difficilmente può fallire 17-16. Si entra nel quarto periodo e i Renegades allungano con un run di 14 yard di Javonta Payton seguito dal punto addizionale per il 24-16. Michigan non si perde d’animo e prima segna con un altro field goal da 49 yard, poi un touchdown con una corsa breve di Wes Hills dopo che Etling aveva guadagnato 40 yard sorprendendo in scrambling tutta la difesa azzurra. Il resto sono i due FG finali già descritti.

La conclusione è che certamente i Renegades hanno avuto sfortuna, ma in questa sconfitta, come nelle altre subite di misura, ci hanno messo anche qualcosa di loro sotto l’aspetto mentale: è mancata la freddezza o la tranquillità e il pragmatismo che invece hanno avuto i Panthers per tutto l’incontro.

D.C. Defenders – San Antonio Brahmas 18-12

Il week-end si chiude con un’altra partita per tifosi dal cuore d’acciaio. La posta in palio era importante soprattutto per i Defenders che avevano la necessità di vincere per restare in corsa per i play-off. E’ stato uno scontro duro, con le due ottime difese protagoniste e un Jordan Ta’Amu finalmente all’altezza della sua fama e del suo talento. Il QB di D.C. Ha chiuso con una media di 8,14 yard/attempt pur avendo passato meno del solito, privilegiando, come i Brahmas il gioco a terra. Protagonisti sono stati John Lovett per San Antonio e la coppia Darius Hagans- CamRon Harris per i Defenders. Il RB Yellow-brown ha corso 23 volte per 159 yard, bissando l’ottima prestazione della settimana precedente, mentre i due capitolini hanno totalizzato 112 yard in 22 portate complessivamente.

Bene le due difese, che hanno avuto il merito di contrastare validamente due ottimi attacchi. In particolare va sottolineata la performance della difesa di Washington che ha messo in difficoltà Quinten Dormady. Probabilmente quello che ha fatto pendere la bilancia dalla parte dei rossi è stata la maggior determinazione a vincere una partita che poteva essere l’ultima spiaggia, e qui molto ha pesato la capacità di Ta’Amu di dare il meglio nelle situazioni di emergenza.

Il primo quarto è dominato dalle due difese che concedono ciascuna solo 4 primi down agli opposti attacchi e solo all’inizio del secondo quarto i Brahmas vanno in vantaggio con un FG di Ryan Santoso da 43 yard. Devono passare altri dieci minuti buoni prima che si verifichi un’altra segnatura: questa volta passano i Defenders con un rush di 2 yard di CamRon Harris.

Il terzo periodo inizia ancora con le difese a farla da padrone: un punt a testa, poi Washington allunga grazie a un calcio di Matthew McCrane da 54 yard per il 9-3. La replica di San Antonio è un drive di quasi sette minuti in cui Lovett porta l’ovale per 47 yard in cinque portate e Dormady fa il resto con i passaggi, l’ultimo dei quali, di 2 yard, per lo stesso Lovett in versione WR. Si va al quarto periodo e Washington si riporta avanti con un altro calcio di Matt McCrane, emulo di Jeff Bates, che centra la porta da 58 yard. La risposta di San Antonio è uguale e contraria: un calcio da 40 yard di Santoso e nuova parità 12-12. Il pallino torna in mano a Ta’Amu che esordisce con un pass da 26 yard per Kelvin Harmon doppiato poco dopo da un altro passaggio, stavolta di 13 yard, per Harmon in end zone. Restano ancora cinque minuti, ma l’attacco di San Antonio trova nella difesa di Washington un muro invalicabile e la partita si chiude con i Defenders vincenti e in piena bagarre nella corsa ai playoff della Conference XFL.

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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