Uno sguardo al 2023: Los Angeles Rams

La stagione 2023 dei Rams è stata una sorpresa per quasi tutti, ed ha dimostrato che, in quanto a gestione societaria e di squadra, la coppia Snead/McVay ha poco da invidiare e molto da insegnare, ridefinendo ancora una volta concetti che si pensavano consolidati. Dopo aver ridefinito i contorni della costruzione di una squadra vincente, nel 2023 hanno dato nuovo significato e nuove strategie all’operazione “Rebuilding”, non per nulla chiamata “Reloading”, respingendo decisamente il termine “Ricostruzione”. All’inizio, come sempre, tutti gli addetti ai lavori trattavano con sufficienza il distinguo, ma al termine della stagione hanno dovuto cambiare idea ed ammettere che tra i due termini c’è una sostanziale differenza.

COME DOVEVA ANDARE…

Ripetersi non è mai facile, avevano detto tutti all’inizio della stagione 2022 che vedeva i Los Angeles Rams difendere il titolo vinto nel 2021. La vcaterva di infortuni collezionati in stagione aveva trasformato una corsa alla riconferma nel peggiore anno post vittoria della storia del Super Bowl, con i Rams relegati nei bassifondi della classifica. Sean McVay e Les Snead avevano allora deciso di accelerare quel processo di ricostruzione che si rendeva necessario dopo l’all-in vincente del 2021. Rilasciati n numero notevole di giocatori e titolari, ritiratosi Andre Withworth, i Rams sembravano una squadra basata sui tre pilastri Stafford – Kupp – Donald, destinata a restare ancora nei bassifondi per almeno una stagione, visto il turnover che aveva coinvolto due terzi dei giocatori. Il 2023 era quindi visto come un anno di transizione, di basso profilo, di sofferenza e redenzione. Il classico pane, sudore e lacrime necessario per tornare grandi. Ancora prima del draft i Rams erano destinati agli ultimi posti, tanto che si parlava anche di una possibile decisione di smantellare così drasticamente la squadra per puntare alla prima scelta ed a quel Caleb Williams che, cresciuto praticamente in casa, è l’emnnesimo fenomeno ritenuto “generazionale”, di quelli che arrivano una volta ogni era geologica.
Lo scenario era decisamente affascinante, ed aveva presa soprattutto tra i detrattori della franchigia losangelina.
McVay e Snead, invece, lavoravano in silenzio per sorprendere tutti.  

…E COME È ANDATA

L’inizio di stagione non è stato dei migliori, complice anche un calendario piuttosto complicato e gli infortuni a Stafford, Kupp e Williams che hanno complicato il cammino ma, una volta levati gli ormeggi dopo il bye, e recuperati tutti gli effettivi, i Rams hanno continuato a veleggiare con sempre più forza arrivando fino a conquistare un posto ai playoff, perdendo la wild card contro i Lions (e lo spettro di jared Goff, che si è preso la sua rivincita) per un solo punto.
Gli scenari apocalittici evocati fino ancora a tre quarti di stagione, quando ormai si era ampiamente capito che sarebbe comunque stata una stagione positiva, non si sono avverati, ed i Los Angeles Rams hanno sorpreso un po’ tutti quanti, riuscendo anche a mettere fine alla striscia negativa contro i rivali di sempre di San Francisco e piazzando una seconda parte della stagione da sette vittorie su otto partite (con l’unica sconfitta contro i Baltimore Ravens arrivata solamente in overtime).

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COSA HA FUNZIONATO…

Alla base di questa stagione oltre le aspettative c’è sicuramente un draft di quelli che verranno ricordati a lungo. Il nome sulla bocca di tutti è sicuramente quello di Puka Nacua, lo strepitoso ricevitore da BYU scelto al sesto giro, che ha non solo sostituito degnamente Cooper Kupp ad inizio stagione quando il ricevitore era KO, ma ha continuato a rendere come una stella per tutto il campionato, frantumando tutti i record per un ricevitore rookie e candidandosi seriamente al titolo di Rookie of the Year.
Ma il draft non è stato solo Puka Nacua. Dalle scelte di aprile sono arrivati Steve Avila, che ha ancorato la linea offensiva assieme al free agent Kevin Dotson, Byron Young e Kobie Turner, che hanno reso il front seven molto efficace, il primo portando pressione dall’esterno, il secondo imponendosi prepotentemente come erede di Aaron Donald, e, a fine stagione, anche altri due rookie hanno dato il loro apporto in maniera positive: il tight end Davis Allen ed il linebacker/defensive end Ochaun Mathis.
Oltre ai rookie, ha finalmente potuto moistrare il proprio talento anche kyren Williams. Anche lui al palo per infortunio, quando è rientrato è diventato il running back più performante dell’intera NFL, dando un grande impulso al gioco di corsa, cosa che ha permesso a Stafford di destreggiarsi con più tranquillità nel gioco aereo.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

L’aspetto peggiore della stagione 2023 dei Rams è sicuramente rappresentato dagli special team. Tolta la gemma Ethan Evans, un p’unter destinato a grandi numeri trovato anch’egli nel draft 2023, sia le squadre di copertura che le squadre di calcio hanno faticato parecchio, spesso regalando ottime posizioni di campo agli avversari quando non regalandoi direttamente la partita, come nel caso dell’overtime contro Baltimore.
Oltre a questo, in difesa qualcosa non ha funzionato a dovere, soprattutto nella secondaria, il reparto decisamente peggiore della difesa che, non per nulla, è stato pesantemente ridisegnato in offseason dopo essere stato ripetutamente attaccato con successo dagl avversari per tutta la stagione.

E ADESSO?

McVay e Snead sono sicuramente almeno un anno avanti rispetto ad un normale piano di rebuilding che, normalmente, si sviluppa per trienni. La free agency è stata decisamente aggressiva, aiutata dal fatto che lo scorso anno è stato deciso di sacrificare tanti giocatori per liberare spazio nel cap per il 2024 ed il 2025, ed il prossimo draft, che vedrà i Rams scegliere al primo giro dopo quasi una decade, si prospetta davvero interessante.
Bisognerà fare i conti con l’addio di Aaron Donald e con l’arrivo di un nuovo Defensive Coordinator, due eventi potenzialmente distruttivi, ma la coppia che guida l’autobus ha dimostrato in più occasioni di avere le idee più che chiare sia per quanto riguarda la strada per costruire una squadra vincente sia per la strada della gestione tecnica, essendo McVay ormai abituato a dover rivoluzionare lo staff praticamente ad ogni stagione.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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