Senza storia lo scontro divisionale della AFC North con i Pittsburgh Steelers che dominano, davanti al proprio pubblico, i Cincinnati Bengals per 34 a 11. Una partita già chiusa nel primo tempo con il punteggio di 24 a 0 per i padroni di casa che mettono a segno 3 touchdown e ad un field goal mentre gli ospiti subiscono ben due intercetti, saranno tre a fine partita, nei primi quattro drive.
Il WR Pickens, dopo le critiche ricevute in settimana per mancanza di impegno, diventa l’eroe di giornata; apre le danze con una slant ricevuta dal QB M. Rudolph, scelto come titolare dopo la pessima prova di Trubisky in quel di Indianapolis, involandosi verso la end zone per 86 yard anche grazie al pasticcio difensivo della secondaria Bengals che si ostacola da sola. Il secondo touchdown è opera di C. Austin con una corsa di sette yard ben protetta dai blocchi, da rimarcare quello del RB Warren che spazza via il LB Pratt.
Tutto troppo facile per i padroni di casa che, due drive dopo, ricevono un altro regalo da parte del QB Browning; il lancio verso il WR Boyd è preda della S Rowe che riporterà la palla fino a 14 yard dalla linea di end zone. Questa volta la segnatura è ad opera del RB Harris per il 21 a 0. Cincinnati sembra non arrendersi portandosi a ridosso della linea delle 5 yard grazie a due ricezioni di Boyd ma non riescono a convertire un 3&1 e un 4&1, con una scelta di passaggio discutibile di Zach Taylor, restituendo palla agli avversari. Gli Steelers continuano a premere sull’acceleratore e prima dell’intervallo c’è tempo per un field goal del K Boswell dalle 50 yard a siglare il 24-0.
Nella ripresa Cincinnati prova a risvegliarsi dal torpore con una ricezione di 80 yard riportata in end zone del WR Higgins, uno dei pochi a salvarsi, ma ci pensa subito dopo ancora Pickens a spegnere sul nascere le pur flebili speranze degli ospiti di ridurre il divario grazie ad un’altra bella ricezione lungo la sideline che viene conclusa in end zone. Partita di fatto finita quando mancano ben 9 minuti e mezzo dalla fine del 3° quarto. Un field goal per parte fisserà il punteggio sul risultato finale di 34 a 11.
Inaspettata la pessima prova dei Cincinnati Bengals che erano venuti a giocarsi una partita decisiva per l’accesso ai playoff. Dopo tre vittorie consecutive ai danni di Jaguars, Colts e Vikings, la franchigia dell’Ohio, pur orfana di Joe Burrow e di Chase, sembrava aver trovato una costanza di rendimento e, soprattutto, qualche sprazzo di buon gioco. Invece, contro i Pittsburgh Steelers, come nei precedenti quattro scontri divisionali, il divario con l’avversario di turno è sembrato incolmabile. Come ha sottolineato il DE Hubbard a fine partita, è mancata la fisicità e senza quella, in questa division, non vinci le partite. Inconsistenti, come spesso è avvenuto questa stagione, le corse con 3,7 yard a portata per 59 yard totali. Male la difesa, sia in pass rush che soprattutto in secondaria. I touchdown di Pickens sono frutto di due errori macroscopici: nel primo la safety Hill va a sbattere contro il compagno spianando la strada al wide receiver; nel secondo il CB Awuzie non riesce a impedire la ricezione perché bruciato in velocità dall’avversario.
Male anche il QB Jake Browning, che, in occasione del primo intercetto, ha addirittura lanciato corto un pallone che voleva far uscire intenzionalmente dal campo.
Tutto facile per i padroni di casa che provano lo sprint per raggiungere i playoff o almeno l’ennesima stagione non perdente di Tomlin. Se nel precedente scontro di week 12 erano state le corse ed i passaggi centrali al TE Freiermuth le armi vincenti con cui Pittsburgh aveva avuto la meglio, questa volta è stato il passing game, specie con lanci lunghi a cercare la profondità: Pickens, in particolare, ha messo ha referto ben 195 yard con sole 4 ricezioni. La difesa, vero punto di forza, ha fatto come al solito la sua parte con ben tre intercetti e due turnover on down. Se l’attacco di quest’anno degli Steelers ha avuto sempre grandi problemi a muovere il pallone, nelle due partite contro Cincinnati, invece, è stato in grado di mettere a tabellino 421 yard in week 12 e ben 397 in week 16.
I tre turnover subiti dai Bengals hanno reso la lettura delle statistiche poco interessante ai fini della disamina della partita: le yard totali degli ospiti sono state 368 contro 397 dei padroni di casa; addirittura i Bengals hanno conquistato ben 17 primi down contro 16 degli Steelers, ma questi numeri non raccontano la storia della partita che è stata a senso unico.
Gli Steelers han dimostrato che con un QB capace di andare sul profondo, riescono a sfruttare il loro potenziale offensivo, allungando la difesa e trovando così spazio per le corse. Difficilmente Rudolph può essere una soluzione valida nel lungo periodo, ma in questa occasione ha fatto davvero la differenza.
I Bengals invece sono incappati nella classica giornata nera in cui tutto va storto. Più ancora dell’attacco che ha pasticciato ma che ha dato almeno la sensazione di poter essere più prolifico, è stata la difesa ad affossare la squadra, non riuscendo mai a dare un valido contributo, né mettendo pressione al QB, né fermando le corse e neppure impedendo i big play. Una riflessione a fine anno dovrà essere fatta anche su questo reparto che negli ultimi due anni era stato invece il vero punto di forza della squadra.
Pittsburgh, con un record 8-7, ha una schedule rimanente non semplice, dovendo affrontare in trasferta Seattle, anch’essa alla ricerca di uno spot per la wild card, e Baltimore in week 18, mentre Cincinnati dovrà affrontare Kansas City e Cleveland. Considerando che Cleveland e Buffalo sembrano ormai ad un passo dalla conquista del 5° ed il 6° seed, e che vi sono altri 3 team a caccia dell’ultimo seed, Broncos, Jaguars, Colts, Texans, (una di queste ultime tre accederà come vincente della division) per entrambe le franchigie sarà davvero dura riuscire ad accedere ai playoff.