Dopo aver seriamente rischiato di perdere la partita, gli Houston Texans riescono ad uscire vincitori contro i Cincinnati Bengals per 30-27 con un field goal allo scadere.
I Bengals erano partiti forte con il quinto TD in altrettante partite nel primo drive, ma poi è calata la notte sull’attacco di Cincinnati orfano di Higgins e con un Chase a mezzo servizio. I successivi 5 drive dei padroni di casa hanno visto zero punti e ben 4 3&out. Burrow non è mai riuscito a entrare in ritmo, la offensive line non è mai riuscita né ad allentare la pressione dei Texans né ad aprire varchi per le corse che si fermeranno a 66 yard in tutta la partita.
Sull’altro versante l’attacco di C.J. Stroud ha dimostrato di non temere la difesa a zona di Lou Anarumo, colpendola costantemente con dei lanci centrali che alla fine del match produrranno ben 8 passaggi da più di 20 yard e un guadagno da 42 yard per una pass interference di D.J. Turner. Pure il running game è stato insolitamente efficace per Houston; infatti, Devin Singletary ha accumulato 150 yard su 30 portate, quando in stagione ne aveva realizzate al massimo 58 in una partita.
Il primo tempo però si è chiuso sul 10-7 per i Texans, che non sono riusciti a capitalizzare l’impressionante mole di gioco realizzata a causa di due fumble, uno su un quarto down allo scadere del primo quarto sulle 10 yard di Cincinnati e l’altro, nel secondo quarto, a causa di una delle poche pressioni subite da Stroud in fase di passaggio che era molto vicino ad essere decretato incompleto.
Nel secondo tempo i Texans hanno riiniziato a macinare yard e hanno segnato 10 punti nei primi due drive contro un solo field goal dei padroni di casa, che però sul finire del terzo quarto hanno realizzato un bel TD da 64 yard con un passaggio profondo per Chase.
Pronta la replica di Stroud con un TD in soli 6 giochi in 2minuti e 23 secondi a cui è seguito un intercetto di Burrow su un passaggio alto per il tight end al centro del campo. I Texans anziché chiudere il discorso con l’attacco hanno dovuto chiedere soccorso alla difesa che ha di nuovo realizzato un intercetto su Burrow, nel drive successivo, su un passaggio forzatissimo in end zone. La fine sembrava scritta e invece Stroud, fin lì davvero impeccabile, si faceva intercettare, con un passaggio pigro sulle proprie 34 yard, da Cam Taylor-Britt che per poco non riusciva a riportarlo in end zone, ma la segnatura del 27-24 arrivava poco dopo su una corsa di Mixon.
Il successivo 3&out dei Texans lasciava trasparire l’inesperienza dei suoi giovani giocatori, mentre Burrow trovava un passaggio da 64 yard per Boyd che veniva fermato sulle 7 yard avversarie ad 1 minuto e 53 secondi dalla fine. Dopo l’ennesimo sack di Rankins, che ha dominato le trincee con un career-high di 7 pressure e 3 sack, e una draw ben fermata dalla difesa dei Texans, arrivava il passaggio perfetto in end zone per Boyd che incredibilmente lo faceva cadere. Nelle ultime due stagioni il ricevitore in questione ha avuto solo 2 drop in totale, mentre ne ha realizzati due sanguinosi in questa sola partita a dimostrazione che non era la giornata giusta. I Bengals dovevano accontentarsi del field goal che impattava la partita.
Il presumibilmente futuro vincitore dell’Offensive Rookie of the Year con solo 1:37 sul cronometro imbastiva un drive da 6 giochi e 55 yard che permetteva ai Texans di mettere a segno il field goal della vittoria e portare a casa una partita dominata in maniera molto più netta di quanto dica il punteggio.
Grande merito va a DeMeco Ryans e al suo coaching staff che sono riusciti, nonostante i molti limiti del roster, a far rendere al massimo i propri giocatori e in particolar modo il rookie QB C.J Stroud che ha dimostrato una precisione nei passaggi davvero eccezionale, segnando pure un touchdown su corsa. Una menzione d’onore va alla offensive line che lo ha sempre messo in condizioni di lanciare in condizioni ottimali non concedendo nemmeno 1 sack e al ricevitore Noah Brown che ha accumulato ben 172 yard.
Da inizio anno i Texans si sono dimostrati una delle sorprese più positive della stagione, capaci di mettere in piedi un attacco davvero spettacolare e divertente, anche se spesso troppo orientato sui passaggi; quindi, le ottime corse realizzate in questa partita si spera possano rappresentare un buon viatico per dare un’ulteriore dimensione ad un attacco già spumeggiante. C.J Stroud ha dimostrato di essere il franchise quarterback che i tifosi del Texas speravano; grande precisione nei passaggi, molta tranquillità e capacità di lanciare andando in scramble, rendendo così ancora più arduo il compito delle defensive line avversarie di mettergli pressione.
L’unico appunto che si può fare a questi Texans è stata l’incapacità di mettere al sicuro una partita ampiamente dominata. Difficile aspettarsi qualcosa di diverso da un’abbinata composta da un head coach alla prima esperienza e da un rookie QB, ma davvero il futuro si prospetta roseo, soprattutto perché il gruppo sembra unito e sta rendendo al massimo delle sue possibilità. Sicuramente in offseason qualcosa dovrà essere fatto per rafforzare la secondaria che sui lanci lunghi patisce terribilmente, difetto che i Cincinnati Bengals hanno capito troppo tardi.
I padroni di casa, dopo il vantaggio iniziale, non sono mai sembrati in partita. Le assenze e gli acciacchi non possono essere un alibi sufficiente per questo attacco che ha concesso, a un non irresistibile front four dei Texans, di annichilire le corse e mettere costantemente pressione a Burrow. Il QB neroarancio non è quasi mai riuscito ad entrare in ritmo e non ha trovato il tempo sufficiente per poter colpire sul profondo gli avversari quanto avrebbe potuto.
La difesa di Anarumo si è resa protagonista come al solito di qualche importante turnover ma non è mai riuscita a mettere pressione a Stroud, lasciandogli tutto il tempo di scandagliare il campo alla ricerca del ricevitore più smarcato. Già dopo le vittorie precedenti il defensive coordinator aveva espresso le sue perplessità per aver concesso troppo campo agli avversari e in questa partita il limite è balzato agli occhi più che mai. Siccome al peggio non c’è mai fine si rimane in attesa di sapere l’entità dell’infortunio al ginocchio di Trey Hendrickson, avvenuto a fine partita, con azione già terminata, per un avversario che è inciampato cadendo all’indietro proprio sulla gamba dell’edge; essendo questo l’unico giocatore di Cincinnati in grado di fare la differenza in pass rush, un suo stop prolungato metterebbe praticamente la parola fine alle speranze di vittoria finale dei Bengals, perché non esiste alternativa a roster che possa neanche vagamente avvicinarsi alle sue capacità, come si è notato già in questa partita in cui per l’assenza dell’altro edge, Sam Hubbard, i Bengals non sono mai riusciti a portare pressione da quel lato.
Vedere in casa Cincinnati ancora le stesse difficoltà degli anni passati, nonostante il coaching staff sia insieme da 5 anni, fa pensare che i due principali imputati di fine stagione saranno l’offensive line coach, Pollack, e l’offensive coordinator Callahan, proprio perché il roster non sta rendendo per le potenzialità che ha.
Giovedì i Bengals sono chiamati ad un improbabile riscatto a Baltimore, ricordando che in AFC North nessuno vince in trasferta in un incontro divisionale su settimana corta da diversi anni. I Texans affronteranno i Cardinals per continuare a inseguire un posto ai playoff che non sembra più essere una chimera visto il livello di gioco espresso in campo in questa stagione.