Worst case scenario (Seattle Seahawks vs Los Angeles Rams 13-30)

I Seattle Seahawks sono stati letteralmente portati a scuola da Sean McVay, Matthew Stafford e dai Los Angeles Rams in una pesantissima quanto meritata sconfitta per 30-13. Se qualcuno ci avesse chiesto di immaginare il peggior scenario possibile per questo inizio di stagione, probabilmente non saremmo riusciti ad arrivare a tanto.

Andiamo ad analizzare le principali motivazioni della disfatta casalinga di week 1.

I terzi down

La grande preoccupazione riguardo alla difesa dei Seahawks all’inizio della stagione era se i provvedimenti presi per migliorare la run defense, che era stata tra le peggiori della lega l’anno scorso, sarebbero stati giusti e sufficienti. Ebbene, questa ha retto decisamente bene contro i Rams, con una media di poco superiore alle 2 yard per portata.

Pubblicità

Al contrario, è stata la difesa sui passaggi e la totale mancanza di una pass rush decente che si è rivelata il vero tallone d’Achille. I Seattle Seahawks non hanno messo a referto neanche un sack ed hanno registrato solo 2 QB hits nell’intera partita. A tale proposito, Dre’mont Jones, acquisto più importante e più costoso della free agency, non ha contribuito in nessun modo a migliorare un reparto che, già lo scorso anno, era risultato totalmente inconsistente.

Questo ha portato i Rams a convertire ben 11 terzi down su 17 tentativi, mentre i Seahawks hanno registrato un misero due su nove.

Anche se i Seahawks hanno perso entrambi i gli Offensive Tackles per infortuni ad inizio secondo tempo (Charles Cross per un problema ad unpiede e Abe Lucas per il riacutizzarsi di un dolore al ginocchio), i problemi sui terzi down erano emersi già durante i primi due quarti, soprattutto in red zone, risultando quindi una spiacevole costante anche rispetto alla scorsa stagione.

L’incapacità di coprire la zona centrale del campo

Matt Stafford ha letteralmente bersagliato la zona centrale del campo, poco dopo la linea del primo down, con lanci di 10-15 yard per tutta (letteralmente, tutta) la partita, senza che Pete Carroll, Clint Hurtt o chiunque fosse in sideline con una qualsiasi responsabilità difensiva riuscisse a capire come fermare questa enorme emorragia.

Probabilmente Sean McVay, avendo allenato per un anno Bobby Wagner e conoscendone bene i pregi (tanti) e i difetti (pochi) ha capito che quella era la zona in cui era più facile colpire lui e la difesa dei Seattle Seahawks. Bobby ha messo a referto ben 19 tackles, di cui nessuno mancato, ma questo significa che è stato ricercato fin troppo dall’attacco dei Rams, a dimostrazione che i nostri schemi difensivi non sono particolarmente efficienti in questo tipo di situazione.

Pubblicità

Bobby Wagner è invece stato enormemente importante per la protezione sulle corse, che è forse l’unico aspetto positivo da cui poter ripartire rispetto a quanto fatto lo scorso anno.

Il field goal fallito da Jason Myers a fine primo tempo

Il field goal da 39 yard mancato da Jason Myers alla fine del secondo quarto non è certamente il motivo per cui i Seahawks sono andati totalmente in confusione per tutto il secondo tempo; tuttavia, potrebbe aver dato una svolta psicologica alla squadra di Pete Carroll.

Jarran Reed aveva bloccato poco prima un tentativo da 57 yard di Brett Maher e questo aveva portato, appunto, Myers a poter calciare da distanza ravvicinata. L’eventuale trasformazione avrebbe dato a Seattle due possessi di vantaggio e sicuramente maggiore tranquillità durante l’intervallo, ma l’errore di Myers ha lasciato il vantaggio invariato a soli 6 punti. Da quel momento in poi, la partita è stata tutta Los Angeles.

La prestazione incolore dell’attacco

Dopo un ottimo inizio, con i primi 4 drive che hanno sempre portato punti (field goal, TD, field goal, field goal), l’attacco dei Seahawks è praticamente scomparso dalla partita. Certamente gli infortuni dei due OT hanno influito pesantemente sulle prestazioni di Geno Smith, in quanto le due riserve Curhan e Forsythe non hanno garantito adeguata protezione, tuttavia questo da solo non può bastare per giustificare le sole 3 (tre, non è un errore di battitura) yard guadagnate in tutto il secondo tempo.

Geno Smith è sembrato totalmente deconcentrato, impaurito (il suo “oh my God” rivolto verso Aaron Donald è emblematico) e non ha mai neanche provato una corsa o una variazione di gioco, cosa che gli riusciva benissimo durante la scorsa stagione.

Metcalf e Lockett, dopo un inizio folgorante, sono totalmente scomparsi dalla partita, con il primo che è incappato in un altro dei suoi ormai famigerati errori di reazione alle provocazioni, che sono costati una pesantissima penalità durante un drive che avrebbe potuto essere promettente.

Gli unici a salvarsi sono Kenneth Walker, autore di una prestazione positiva che però non ha trovato continuità nel secondo tempo, quando la linea offensiva si è sgretolata e Deejay Dallas, autore di un paio di ritorni finalmente degni di questo nome.

L’approccio alla partita

Ultimo punto in ordine numerico ma non in ordine di importanza, il motivo principale della sconfitta, a nostro modesto parere, è stato un approccio alla partita decisamente insufficiente e inaccettabile, anche considerando l’avversario che ci trovavamo di fronte.

Sean McVay ed i suoi Rams sono una nostra bestia nera ormai da anni, se consideriamo che abbiamo faticato a batterli anche lo scorso anno quando mancavano Aaron Donald, Matt Stafford e Cooper Kupp.
Quest’ultimo era assente anche domenica e probabilmente questo ha contribuito a far sì che i Seattle Seahawks arrivassero al match totalmente scarichi a livello mentale, probabilmente convinti che sarebbe stata una vittoria facile contro un avversario reduce da una stagione disastrosa e in piena rebuilding.

Un errore imperdonabile da fare contro una squadra come i Rams, con dei leader carismatici in campo e un coaching staff capace in sideline. Donald e compagni sono arrivati a Seattle affamati, con il dente avvelenato e pronti a sfruttare ogni minima occasione che avessimo concesso loro.

Pubblicità

Una volta ripresa la partita, ad inizio secondo tempo, i Rams non hanno più mollato la presa, mentre la nostra sideline ha totalmente perso la bussola non riuscendo a trovare delle contromisure per arginare l’emotività ed il nervosismo che era affiorato nei giocatori in campo.

Uno sguardo al futuro

I Seattle Seahawks in week 2 andranno ad affrontare i Detroit Lions in trasferta, con un ambiente che sarà totalmente elettrizzato e motivato dalla vittoria maturata in week 1 contro i campioni del mondo. Con il loro attacco effervescente e la difesa solida, i Lions saranno un ostacolo molto difficile da superare e richiederanno uno sforzo decisamente superiore a quello profuso domenica scorsa.
Dal risultato di questo match vedremo se week 1 è stata solo una brutta parentesi oppure se, al contrario, sia già arrivato il momento di ridimensionare le alte aspettative di inizio anno.

T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Seahawks Nest Italia

Tre amici e una grande passione per i Seattle Seahawks. Simone Faccini, Marco Bernardi e Marco Cherubini sono gli autori di Seahawks Nest Italia, il primo podcast in italiano sui Seahawks ma anche una comunità e un punto di ritrovo per tutti i 12s in Italia.

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.