Uno sguardo al 2022: Indianapolis Colts

I Colts chiudono la stagione con un record di 4-12-1, classificandosi terzi in una scandalosa AFC South. Annata pessima, disastrosa, soprattutto imprevista, che ha visto la squadra a un certo punto della stagione avere un record 3-2-1, salvo poi perdere tutte le successive partite tranne una. Il tutto condito dal licenziamento di Franch Reich quasi a metà stagione, per fare posto a Jeff Saturday, grandissimo centro All-Pro ai tempi di Manning, ma senza alcuna esperienza come allenatore.

COME DOVEVA ANDARE…

Con l’arrivo di Matt Ryan in cabina di regia e di Gilmore e Ngakoue in difesa a completare un roster già abbastanza giovane e interessante, ci si aspettava che i Colts potessero sovrastare i Titans e vincere una division oggettivamente debole. Inoltre ci si attendeva che Darius Leonard, stella difensiva indiscussa che nel frattempo aveva cambiato nome di battesimo in Shaquille, guarisse dai suoi problemi alla schiena, per formare insieme a Okereke e Franklin un terzetto di LB di prim’ordine. Il draft però è stato deludente, formato da giocatori discreti, ma o ancora un po’ da “svezzare” oppure di un livello da riserva.

In free agency l’impatto del GM Ballard è stato molto di basso profilo, a parte l’acquisizione di Matt Ryan, che avrebbe dovuto elevare il livello del reparto d’attacco dopo la cessione ed il fallimento di Wentz.

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…E COME È ANDATA

Dire che la stagione è andata male è un eufemismo, ad un certo punto la confusione sia a livello dirigenziale che di coaching staff è stata su livelli da serie D italiana, con tutto il rispetto.

Ryan è stato panchinato per fare spazio al secondo anno Sam Ehlinger buttato allo sbaraglio, salvo poi ritornare titolare, per poi cedere il posto a Nick Foles, idee non proprio chiarissime.
Come detto prima, un inizio non proprio da buttare (highlight la vittoria contro i Chiefs), anche se il pari d’esordio contro i Texans avrebbe dovuto far suonare più di un campanello d’allarme, poi tre brutte sconfitte consecutive che hanno portato all’esonero di Reich, che evidentemente non aveva più la fiducia né del management che, forse, dello spogliatoio. Al suo posto il rookie Jeff Saturday, scelta quasi tutta del proprietario Irsay che, non ci nascondiamo, è puzzata un po’ come tentativo di sabotare la stagione senza farsi notare, per avere un posto migliore al draft 2023. L’esordio di Saturday è stata una illusiva vittoria contro i Raiders, ma poi un filotto di sette sconfitte consecutive hanno sancito il record finale.

In queste partite i punti più bassi sono stati i 54 punti subiti contro i Cowboys e l’ingresso nella storia dalla parte sbagliata, avendo concesso ai Minnesota Vikings il record di rimonta più ampia di sempre. I Colts guidavano 33-0 all’intervallo e sono riusciti a perdere 39-36 al supplementare.

COSA HA FUNZIONATO…

Questo potrebbe essere un capitolo brevissimo, le uniche note positive sono arrivate da Michael Pittman jr, con 99 ricezioni e quasi 1000 yard, da Jonathan Taylor che ha corso oltre 800 yard anche se è potuto essere in campo solo 11 partite su 17. In difesa ottimi numeri sui placcaggi da parte di Zaire Franklin e Bobby Okereke, entrambi oltre i 150 nel computo tackle + assist.
Discreti i sack di Ngakoue (9,5) e di Buckner (8), ma per il resto stagione davvero anonima per tutti gli altri.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Ovviamente non ha funzionato l’esperimento Ryan, un po’ per il crollo un po’ troppo verticale del QB che tutti abbiamo conosciuto ed ammirato, ma anche per la brutta annata della linea offensiva, che ha concesso 60 sack e non ha mai garantito ai quarterback dei Colts una protezione adeguata.
I ricevitori e i tight end sono stati davvero inconcludenti e i running back non sono riusciti a dare continuità durante l’assenza di Taylor, che in ogni caso è un giocatore molto difficile da sostituire.

La difesa è riuscita in parte a compensare le mancanze dell’attacco, ma è crollata nelle ultime 6 partite concedendo una media di 34,5 punti. Solo 10 gli intercetti effettuati e 12 i fumble forzati, veramente un po’ poco e assolutamente insufficiente. Così come lo è stato il lavoro del coaching staff, che a fine stagione è stato ovviamente sostituito. Non ha funzionato nemmeno il pronostico di chi vi scrive, l’11-6 ipotizzato appare adesso come fantascienza pura.

E ADESSO?

Adesso i Colts si trovano a dover scegliere un QB al draft, ma per la loro quarta scelta assoluta potrebbe non essere più disponibile uno dei registi di maggior talento e quindi potrebbero trovarsi con un pugno di mosche in mano.
Il nome arrivato più importante della free agency è quello del kicker Matt Gay, il che è tutto dire sul lassismo dei Colts e del loro General Manager Ballard.
Il futuro immediato non sembra molto roseo, solo con un draft azzeccato si potrebbe iniziare un percorso e un progetto con una visione più pluriennale, perché come detto, la free agency è stata molto al di sotto delle esigenze della squadra.
C’è un nuovo allenatore in città, ed è Shane Steichen, ex offensive coordinator dei Philadelphia Eagles, oltre a Gus Bradley come defensive coordinator.

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