Le pagelle di week 12 NFL 2022

Il weekend più lungo e ricco dell’anno per la NFL è una lussuriosa vetrina. Il Giorno del Ringraziamento offre un manifesto di divertimento. La domenica comincia lentamente, poi pian piano decolla. Nonostante si registrino un numero di avvicendamenti tra i quarterback che se non è un record poco ci manca. Ci avvarremo del prof di Statistica, Giorgio Prunotto, per un’analisi più approfondita ma nelle ultime giornate abbiamo visto davvero tanti comprimari lanciare il pallone.

Tra rookie che si ritagliano spazi sempre maggiori, veterani che mostrano di che pasta sono fatti (mamma mia che ricezioni Davante Adams, DeAndre Hopkins e David Njoku), allenatori che azzardano e vincono (Pederson e Staley), incredibili finali firmati da eccezionali running back (Joshua Jacobs e Nick Chubb, da così lontano e da così vicino), anomali touchdown (Sam Darnold), qualche errore di troppo degli special team e un Sunday Night pazzarello… ci siamo davvero goduti l’ultimo fine settimana di novembre.

Solito reminder per chi non è avvezzo alle pagelle: i voti sono insindacabili e corrispondono a come gli esterni vedono la vostra squadra. Perciò non prendetevela se non so esattamente che il quinto defensive tackle ha litigato con la moglie il mercoledì mattina prima di colazione perché lei ha perso 300 dollari a bridge la sera prima e questo è il motivo se la vostra squadra non è riuscita a fermare le corse. Il primo voto che trovate è quello alla partita, il secondo (TRA PARENTESI) è quello alla stagione.

Pubblicità

Bills 28, Lions 25

Buffalo 6,5 (7,5)

Buffalo non sempre sul pezzo in attacco. Dà l’impressione di non sfruttare il potenziale al massimo. Il voto può sembrare basso, è per stimolare a dare di più. Chi impressiona in positivo è un Ed Oliver dominante, specialmente nella metà iniziale dell’incontro. Otto vittorie in saccoccia. Ne serviranno altre per arrivare a chiudere il discorso division. Brutto colpo l’infortunio a Vonn Miller.

Detroit 6,5 (6)

Per confermare la sufficienza fino a fine anno dovranno trovare qualche altra vittoria nella coda del torneo. Ma voglio premiare una tranche di campionato da protagonisti. Contro Buffalo mi entusiasmano le belle chiamate offensive di Detroit. Permettono nel corso di tutta la partita di ovviare alle pesanti assenze. Originali e coraggiose. Reggono anche in difesa.

Forse in itinere la gestione dei time-out negli ultimi minuti lascia qualche dubbio, in realtà non si rivela una scelta tanto assurda lasciare meno tempo possibile ad Allen. Piuttosto smettere di osare non paga.

Cowboys 28, Giants 20

Dallas 8 (9)

L’esultanza dei tight end sul terzo touchdown del reparto sarebbe da 10. Voto altissimo anche per Ceedee Lamb e Michael Gallup che si alternano con un tempo per uno sul palcoscenico principale. Nel complesso escono alla distanza. Imbrigliano l’attacco dei Giants e trovano ritmo con il loro, trascinati da Ezekiel Elliott e appunto Lamb. Mai ho visto usare così tanti tight end così bene, in così tanti modi. Il sorpasso nella NFC East è completato.

Pubblicità

New York 6 (8)

Una primula, che si affaccia rapidamente alla luce e altrettanto rapidamente scompare. Dopo lo scatto in avvio, una volta ripresi non trovano le contromosse contro una formazione decisamente più talentuosa. Avrei osato qualche azione profonda in più quando i Cowboys hanno mostrato la targa posteriore. E ora dove andrà Odell Beckham? Da loro o a Dallas?

Vikings 33, Patriots 26

Minnesota 7,5 (9)

Justin Jefferson in stile Randy Moss rende il Ringraziamento dei Vikings un “rialzamento” dopo la scoppola di Buffalo. La difesa ci mette il suo a ingranare lasciando ampi spazi ai Patriots. Nel finale chiude i boccaporti e valorizza le giocate dell’attacco. Stagione già ampiamente positiva. Calendario che nelle prossime sei gare potrebbe essere meno agevole di quanto sperato.

New England 5,5 (6,5)

Più sbavature di quante se ne vedono di solito da una squadra di Bill Belichick. Riassaporano il piacere di far muovere la palla in attacco, coccolati dalla difesa morbida di Minnesota per tre quarti di gara. Gli special team, soprattutto, lasciano a desiderare. E gli errori si pagano.

Jets 31, Bears 10

New York 8,5 (7)

Tu guarda che Washington ha fatto scuola. Tolto il quarterback disfunzionale, inserito un ragazzo fors’anche più scarso ma dotato di una testa da infilare sotto il casco, New York annienta i Bears, Garrett Wilson ed Elijah Moore si rivitalizzano. I play-off sono di nuovo a portata di mano.

Pubblicità

Bears 2 (3)

Senza Justin Fields, con Trevor Siemian in dubbio fino all’ultimo. La gara per i Bears iniziava ad handicap ancora prima del kick-off d’avvio. Stagione davvero complessa. Notevole l’impatto di Jack Sanborn. Per il resto serve pazienza. E sfruttare bene quel monte di milione di dollari di salary cap a disposizione il prossimo anno.

Commanders 19, Falcons 13

Washington 6,5 (7)

Brian Robinson è un pupillo e quando si mette in modo assomiglia a un baby-Henry. Continua la risalita dei Commanders che in questo momento completerebbero uno scopone galattico della NFC BEast, con tutte e quattro le formazioni ai play-off se finisse oggi. La difesa è il motore e dopo aver lodato la DL segnalo come anche i defensive back stiano giocando bene, voglio dare un “+” a Darrick Forrest.

Atlanta 5 (5)

Perché? Perché quel finale che li condanna con un intercetto anziché bum bum bum correre per sfondare. Che è la cosa che sanno fare meglio? Nonostante tutto la division è ancora apertissima, per demeriti di tutti. Un pizzico di attenzione in più e possono anche prendersela. I miei favoriti rimangono comunque i Buccaneers.

Bengals 20, Titans 16

Cincinnati 8 (7,5)

Magari non sono in missione come nel 2021, ma hanno acquisito una maggior consapevolezza di mezzi e limiti. E senza le star Chase e Mixon si fanno avanti gli Higgins (qui comunque parliamo di un potenziale WR1) e i Perine. Il 10 questa settimana però va alla difesa che sbarra la strada a Derrick Henry. Una vittoria che può essere uno spartiacque questa sui Titans. I Bengals stanno alzando l’asticella un pochino alla volta nel riconfezionare la loro stagione per farne un bel regalino ai rivali della AFC.

Tennessee 5,5 (8)

La settimana scorsa mi erano piaciuti parecchio. Questa volta hanno accusato la sfida con una squadra che sembra essere diventata la loro bestia nera. Si sta sgrezzando Treylon Burks e potrebbe eruttare nel momento migliore dell’anno.

Dolphins 30, Texans 15

Pubblicità

Miami 6,5 (9)

Pensano sia già garbage time con un filo eccessivo di anticipo e un po’ troppo tempo sul cronometro. L’orgoglio dei Texans prova a spaventarli, la loro pochezza gli consegna la vittoria. Agevole. Quando togli il tuo quarterback a fine terzo quarto non può che essere considerata tale.

Houston 3 (1)

Un punto secco in più per l’orgoglio che ci mettono nel non uscire dal campo quando Miami pensa di averla già chiusa. Rimangono la peggior squadra della NFL con ampi margini e una di quelle che mi ha deluso di più. Che Kyle Allen concluda la stagione da titolare per me resta tutto da vedere. Il totoprima scelta è avviato da un po’. E la margherita va sfogliata bene, perché i Texans non possono sbagliare.

Panthers 23, Broncos 10

Carolina 8 (5,5)

In casa riescono a esprimersi meglio di quanto non facciano fuori. E dal cambio di allenatore sono imbattuti. Io comunque un touchdown come quello di Sam Darnold davvero non l’avevo mai visto. O almeno non lo ricordo.

Denver 3 (1)

Detto che me ne sono fatto una ragione di quanto mi sia sbagliato su Russell Wilson. Mi risulta ugualmente difficile accettare che un giocatore come lui e un allenatore teoricamente offensivo come Nathaniel Hackett producano il nulla che si sta vedendo a Denver. Carson Wentz, sì quel Carson Wentz che non gioca da mesi e che se potessero i Commanders lo spedirebbero in Siberia, ha lanciato più TD pass di Russ.

Browns 23, Buccaneers 17 (OT)

Cleveland 7,5 (4)

Brissett cede il timone a DeShaun Watson con una vittoria. Il trascinatore vero è Nick Chubb.

Tampa Bay 5 (5,5)

Division a perdere la “NFC Sad”. I Bucs sfoggiano un Godwin da antologia. Non è sufficiente. Per la prima volta Tom Brady perde una partita in cui aveva almeno 7 punti di vantaggio negli ultimi due minuti dei regolamentari. Rimangono da tenere d’occhio una volta che saranno ai playoff, perché alla fine ci arriveranno. Mi risulta complicato immaginare per loro un percorso soddisfacente in gennaio. Vediamo se a dicembre girano la chiave, intanto.

Jaguars 28, Ravens 27

Jacksonville 7 (4)

Finalmente un lampo mostrato da Trevor Lawrence. Merito anche a Doug Pederson. Vero che aveva davvero nulla da perdere. E quindi giocare la trasformazione da due per vincere ed evitare i supplementari ha senso. Quell’ultimo drive sarà una svolta?

Baltimore 5 (7,5)

L’altro lato della medaglia è una Baltimore che non può permettersi di perdere partite del genere in ottica post season.

Chargers 25, Cardinals 24

Los Angeles 7 (6,5)

Si sfidavano due degli allenatori che sopporto meno in assoluto. Portate pazienza, sono giovani e hanno tutto il tempo di farmi ricredere. La spunta non senza faticare Staley, e mi ero già appuntato qualche parolina da rivolgergli se non fosse andata a buon fine quella conversione da due punti.

Arizona 6 (4)

Kyler Murray dichiara a fine gara che i Cardinals sono stati – diciamolo senza parolacce – schiacciati schematicamente nel finale. Segnale pessimo per il futuro di Kliff Kingsbury. Obiettivamente non vedo come possa continuare la sua avventura in Arizona. Mai che sia capace di farmi dire: oh, stavolta sì che ha massimizzato il potenziale che ha a disposizione.

Raiders 40, Seahawks 34 (OT)

Las Vegas 6,5 (3)

Tocca a Josh Jacobs prendersi in spalle i compagni. Avvincente la sfida. Entusiasmante la conclusione. Una volata che oltre a portarlo in endzone probabilmente aggiunge qualche dollaro al contratto che firmerà il prossimo anno.

Seattle 6 (7,5)

Due sconfitte consecutive riducono un po’ l’entusiasmo dei Seahawks. Non viene assolutamente sminuito quanto mostrato in questa stagione. Geno Smith in alcuni frangenti mi è parso meno “in missione” che un paio di settimane fa.

Chiefs 26, Rams 10

Kansas City 7 (9)

Ordinaria amministrazione in una partita NFL non c’è mai. Eppure viene difficile catalogare diversamente la prestazione dei Chiefs. Attenzione che se Pacheco e Moore emergono come giocatori su cui contare potrebbero avere le armi buone per una bella corsa nei play-off.

Los Angeles 5 (2)

Poco da infierire. Non potevano pensare di combinare granché contro una formazione ampiamente superiore. Campioni alla deriva, falcidiati dagli infortuni.

49ers 13, Saints 0

San Francisco 8 (7,5)

La difesa dei 49ers non subisce punti nell’ultimo quarto da quattro partite. Secondo me è il campanello d’allarme che si è acceso in tutte le facility della NFC. Come facciamo a bucare questi qui? Sì, l’attacco è così, così e Jimmy Garoppolo mi dà sempre l’impressione di poter regalare l’occasione giusta agli avversari, anche se le statistiche in quanto a numero di vittorie in rosso e oro depongono a suo favore (sapete come le statistiche vadano interpretate oltreché lette). Ma la difesa gente…

New Orleans 4 (4,5)

Prima gara senza segnare dal 2002 (era il 6 gennaio e contro c’erano sempre i 49ers). Sì avete letto bene: 2002. Anche un bel po’ di sfortuna eh… Mi colpiscono alcune sbavature di Alvin Kamara, non sono abituato.

Eagles 40, Packers 33

Philadelphia 8 (9,5)

Run, baby run. Sarebbe felice Forrest Gump guardando gli Eagles del Sunday Night. Praticamente passano sui Packers con una 4×100. Hurts esce dai blocchi e cede il testimone a Sanders, per la seconda curva abbiamo Boston Scott, il rettilineo finale è di Gainwell. Giornata opaca per AJ Brown. A preoccuparmi di più una difesa che sta concedendo tanto. C’è tempo per aggiustarsi. Bisogna aggiustarsi.

Green Bay 6 (3)

L’uno-due dei primissimi minuti poteva stenderli. Non succede. È un continuo inseguimento in cui non si mettono mai davanti. Esce anche Aaron Rodgers, per un acciacco, lasciando il campo a Jordan Love. Passaggio di consegne definitivo? Va meglio di quanto visto fino a questo momento, il numero 10. Chi ha numeri in ogni caso è Christian Watson.

Steelers 24, Colts 17

Pittsburgh 6,5 (5)

Primo tempo estremamente promettente. Passato l’intervallo la trama cambia. Più zoppicanti. Per poco non fanno harakiri nel finale con errori davvero banali (altra formazione che rischia di lasciarci le penne per colpa degli special team). Ma il contro-harakiri dei Colts gli vale il successo.

Indianapolis 5 (5)

Imbarazzanti in avvio. Recuperano un po’ di coraggio e dignità nella seconda frazione. Sempre premesso che non ho capito cosa abbiano in testa quest’anno ad Indianapolis, i sogni di gloria di coach Saturday sono durati il giro di una roulette nero argento. Il finale è davvero mal gestito. Ma male eh.

Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.