La caduta degli Dei (Baltimore Ravens vs Tampa Bay Buccaneers 27-22)

Nel Thursday Night Football della ottava giornata di NFL forse si è visto il canto del cigno di uno dei più grandi, se non il più grande, quarterback della storia del football, Tom Brady. I Buccaneers, reduci da due inaspettati, brucianti ma meritate sconfitte contro Steelers e Panthers erano chiamati ad un compito molto difficile, battere i Ravens di Coach Harbaugh squadra forse non spettacolare ma solida, dove il QB Lamar Jackson oltre a guidare il team in cabina di regia è anche il primo runner come statistiche. Tampa affrontava il match con l’infermeria affollata soprattutto nel backfield difensivo con le pesanti assenze di 3 titolari, WInfield, Davis e Murphy-Bunting.

L’inizio di partita è segnato da un episodio che riassume e rappresenta in modo grottesco la stagione della squadra della Florida: sul punt dei Ravens il ritornatore designato Darden e il compagno Delaney si ostacolano a vicenda e i Ravens sono lesti nel recuperare la palla a 6 yard dalla end zone, anche se devono accontentarsi di un FG di Tucker (0-3). L’attacco coordinato da Leftwich sembra giocare meglio delle ultime settimane, osando sui primi down (al posto della classica e sterile corsa) e, complice una penalità su Evans, Fournette entra in touchdown (7-3). E’ l’attacco della squadra del Maryland che fatica contro la difesa di Tampa che, pur decimata dagli infortuni, sembra reagire dopo le recenti prestazioni sotto tono.

Brady grazie ai suoi ricevitori principali Evans, Godwin e Perriman porta i suoi in red zone, ma si deve accontentare di un FG di Succop (10-3) evidenziando le grosse difficolta dei Bucs quando il campo si accorcia e le difese hanno meno profondità da coprire. La restante parte di primo tempo vede le due difese prevalere sugli opposti attacchi, anche se Baltimore vince il duello del tempo di possesso del pallone e allo scadere va al tentativo di FG dalle 61 yard (!!) avendo in Tucker il miglior kicker attualmente disponibile nella lega, ma questa volta lo special team di Tampa blocca il calcio.

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La ripresa, purtroppo per HC Bowles, sembra far tornare i Buccaneers alle scialbe prestazioni del primo terzo di campionato, insistendo sulle corse, dove Fournette e White vengono ben contenuti dalla difesa dei Ravens; anche l’attacco guidato da Jackson sembra trovare le misure contro la difesa della squadra di casa e Kenyan Drake va in touchdown su lancio del suo QB (10-10). I Bucs viceversa vanno in sofferenza e Baltimore, nel nuovo possesso, assesta un colpo decisivo con un altro lancio di Jackson per il touchdown del TE rookie Likely (10-17), subentrato al titolare Andrews uscito per infortunio.

Il drive successivo di Tampa è illuminato dalla ricezione di 51 yard di Evans che entra nelle ultime 20 yard, ma ancora e per l’ennesima volta la squadra di casa non capitalizza per il massimo risultato, e con il FG di Succop accorca sul 13-17. I meccanismi offensivi dei Ravens ora vanno a pieni giri, e una corsa di 15 yard del ricevitore Duvernay porta il risultato sul 13-24 a favore degli ospiti. I Buccaneers spinti più dalla disperazione che da un gioco offensivo ordinato vanno anche in touchdown con Otton, meta che viene però annullata per un sanguinoso holding del OT Smith. La franchigia di coach Bowles deve così accontentarsi di un altro FG di Succop (16-24).

I Ravens ripartono con un buon ritorno di kickoff di Duvernay e una corsa di Drake di 40 yard che consente a Tucker di trasformare un altro FG per il nuovo allungo (16-27) quando mancano poco più di 2 minuti al termine. L’attacco dei Bucs, complice anche un fallo di Baltimore, riesce a giungere sulle 8 yard e con le spalle al muro su un quarto down trova il touchdown di Jones per il definitivo 22-27 (trasformazione di 2 punti non andata a segno, nonostante 2 tentativi data la penalità di un difensore dei Ravens). La partita termina con l’onside di Tampa ricoperto dallo special team di Baltimore; arriva così la terza sconfitta consecutiva della squadra della Florida (3-5) mentre Jackson & Co hanno ora un record di 5-3

Il QB ospite, nonostante le difficoltà della prima parte di match, ha totalizzati dei buoni numeri (27 su 38 per 238 yard e 2 TD, a cui aggiunge 43 yard guadagnate su corsa) come il RB Edwards (65 yard in 11 corse) che ha dato consistenza al gioco sulla terra, con il vantaggio di consumare molto tempo sull’orologio e tenere sul terreno di gioco la difesa dei Buccaneers per molta parte del secondo tempo; anche le corse dei ricevitori Drake (62 yard) e Duvernay (33 con 1 TD) hanno dato un elemento di imprevedibilità al gioco offensivo; nel gioco aereo da evidenziare la prestazione del TE rookie Likely, con 6 ricezioni per 77 yard e 1 TD decisivo, ben coadiuvato da Robinson (6 per 64). La difesa ha dovuto concedere parecchio sui lanci (305 yard) anche se molte yard sono arrivate a partita già compromessa o quasi; meglio è andato il contenimento sul gioco di corsa (44 yard) e da segnalare anche i 3 sack ( 2 di Houston) che testimoniano la difficile giornata passata da Brady e dalla sua linea d’attacco.

Nei Bucs la prestazione di Brady (26 su 44, 325 yard e 1 TD) non è stata decisiva per le sorti dell’incontro e il QB plurititolato continua a mostrare difficoltà nelle giocate decisive (terzi down e nella critica red zone) mista a insofferenza durante lo svolgimento della partita; molti osservatori addebitano tali deludenti prestazioni alla non facile situazione personale (separazione e divorzio dalla moglie Gisele Bundchen) che avrebbe distolto l’attenzione di Brady dal gioco. Il gioco sul terreno continua ad essere inefficace (44 yard divise tra Fournette e White) anche se la linea d’attacco, con assenze importanti, sicuramente non facilita il compito ai portatori di palla. Evans e Godwin hanno, ancora una volta, guidato il reparto ricevitori con un totale combinato di 198 yard, ma con zero touchdown e la poco lusinghiera statistica di 12 ricezioni su 22 target; il rientro di Julio Jones non è stato significativo, nonostante il TD, ormai inutile; Fournette e White (58 yard combinate) hanno guadagnato più con le ricezioni che sulle corse e questo dice molto sull’efficacia dei giochi sul terreno disegnati da Leftwich; le statistiche sui terzi down continuano ad essere insufficienti (4 su 13) come quelle nei giochi in red zone (2 su 5), numeri che penalizzano un attacco già non così spettacolare e produttivo.

La difesa ha subito più di 200 yard sia su corsa che su passaggio (totale 453) ed è evidente che con questi numeri non si può sperare di avere una stagione positiva, sia come statistiche che come vittorie. La difesa ha dovuto registrare un altro, importante, infortunio a Barrett che conclude qui la sua stagione, già non positiva nelle prestazioni; nonostante i 3 sack (oltre a  Barrett, Vea e Tryon) Tampa ha concesso troppo alle giocate offensive di Baltimore, non dando la giusta attenzione al rookie Likely che si è invece rivelato una delle armi vincenti dei Ravens. Le numerose assenze degli infortunati non possono che evidenziare le prestazioni non all’altezza dei rincalzi, soprattutto nel backfield e quando anche White, eroe della stagione 2020 conclusa con la vittoria del Super Bowl, mostra le sue difficoltà il margine di manovra per dei significativi miglioramenti è limitato se non nullo.

I Ravens guidano ora la AFC North, contendendo la testa con i Cincinnati Bengals; Harbaugh sta dimostrando che la sua squadra ha molte risorse e, oltre alla stella Lamar Jackson, ci sono parecchi giocatori che danno un prezioso contributo (ultima testimonianza il rookie Likely) sia in attacco che in difesa; il prossimo turno vedrà la franchigia del Maryland fare visita ai New Orleans Saints (2-5) per cercare di dare continuità alla sua stagione e tenere ben vive le aspirazioni di accesso ai playoff tra le squadre della AFC.

Dai Buccaneers era difficile pretendere una prestazione e una vittoria convincente, visto le ultime uscite della squadra; a dire il vero, soprattutto nel primo tempo, Tampa ha dato l’impressione di aver tolto un po di ruggine dai meccanismi offensivi, lanciando anche nei primi down e muovendo abbastanza bene il pallone, nonostante i ben noti problemi in red zone che penalizzano tutti i faticati guadagni nella restante porzione di campo. Purtroppo nella ripresa l’attacco ha invertito la tendenza, ritornando ad affidarsi a giocate facilmente prevedibili (corse sul primo down e lanci forzati sul terzo down) aggravando una situazione già non facile con gioco di corsa quasi nullo e un QB chiaramente in difficoltà, se non tecnica sicuramente di lucidità e di motivazione; la difesa fa quel che può, ma i lunghi drive offensivi degli avversari non facilitano il compito di un reparto falcidiato dagli infortuni e privo di alcuni elementi chiave delle ultime e vincenti stagioni.

Settimana prossima nella baia della Florida arriveranno i campioni in carica dei Los Angeles Rams, già bestia nera dei Bucs nelle ultime 2 stagioni; anche la squadra di McVay non è al top (record di 3-3) e in questo turno dovrà vedersela in uno scontro interdivisionale con i 49ers, mach che potrà dire molto sull’attuale valore della franchigia californiana e sulle possibilità di Tampa contro la squadra guidata in cabina di regia da Matthew Stafford; Bowles dovrà dimostrarsi bravo a motivare i suoi; nonostante il record negativo la stagione non è completamente compromessa, visto anche il valore delle squadre nella NFC South, ma sembra mancare la fame, la voglia e la motivazione; molti uomini chiave (tra cui Brady) sembrano fuori forma o non pienamente focalizzati sulle prestazioni in campo; un cambio in corsa nel coaching staff (head coach ed offensive coordinator) è poco probabile e non è detto che, a questo punto, possa essere utile.

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Le potenzialità, soprattutto in attacco ci sono per cercare di raddrizzare la stagione e arrivare ad un record non completamente negativo che elimini dalla corsa ai playoff i Buccaneers già a metà stagione.

Come si inizia a dire a Tampa “NEVER JUMP SHIP”!!!!

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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