Le pagelle di week 8 NFL 2022

Qui ci sarebbe da fare anche un bel pagellone di mercato, sì perché è vero l’equilibrio, tutti in corsa eccetera, eccetera ma qualcuno dà l’impressione di crederci parecchio (specie nella NFC assolutamente impronosticabile) e qualcun altro fa pensare a una smobilitazione pre ricostruzione. Noi dal canto nostro abbiamo finalmente vissuto una domenica esaltante alle 18 (frutto dell’ora solare). Con partite scoppiettanti grazie principalmente a un ritrovato gioco di corsa. Era inevitabile finisse così a forza di passaggi. E nelle classifiche di metà anno (o quasi) stiamo vivendo parecchie inversioni a U rispetto alla scorsa stagione chi verso l’alto e chi verso il basso… Il voto stagionale delle pagelle è tra parentesi (lo ricordo). Ricordo anche che sono insindacabili i giudizi e che io sono “docente” di footballogia generale, non di division, non di squadra. Il voto riflette come sono viste le squadre dall’esterno. Da chi non tutto sa, ma il football lo guarda. Tanto.

Prima di partire, un paio di 10. Tre vanno sicuramente a Tony Pollard, D’Onta Foreman e Alvin Kamara. Uno con lode a Christian “Faccio tutto io” McCaffrey. Uno lo strappano anche Tyreek Hill (sta giocando da OPOY) e Tua Tagovailoa. L’ultimo va a AJ Brown: tre volte in end zone sotto doppia copertura! Ricezione spettacolare in end zone per DeAndre Hopkins. Menzione al merito per il suo gesto tecnico, per l’intercetto del DB dei Panthers Donte Jackson e per una corsa disegnata per Hilliard dai Titans con finta di hand off a Henry (eh, più credibile di così!).

Ravens 27, Buccaneers 22

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Baltimore 7 (7,5)

Partite così ne hanno già gettate all’aria parecchie quest’anno. Averla vinta è un bel segno. L’infortunio di Andrews non sembra grave, Lilkely non è ancora a quel livello, ma quanto mi garba. Roquan Smith può rinverdire la tradizione dei linebacker Ravens.

Tampa Bay 5 (4)

Per qualche istante ho pensato che potessero anche ribaltarla e dare una svolta al loro campionato. Mi sono sbagliato. Sono in sabbie mobili scomode.

Broncos 21, Jaguars 17

Denver 7 (4)

Una partita con dei lampi come non se ne vedevano da un po’ dei Broncos. Inizio complicatissimo. Crescendo inversamente proporzionale al meteo di Wembley. Un po’ di patemi finali. Al termine i sorrisi. Londra dice bene. Che possa essere la svolta è presto per dirlo.

Jacksonville 5,5 (4)

Travis Etienne scappa via da tutte le parti. Eppure non è sufficiente. La difesa fa spesso un buon lavoro. I vuoti di sceneggiatura danneggiano i Jaguars che si vedono sfuggire un successo alla portata e continuano in una discesa preoccupante dopo l’avvio che aveva fatto ben sperare. Si guarda già al prossimo anno con l’arrivo dello squalificato Ridley (ai box per aver scommesso proprio su un Atlanta-Jacksonville). La speranza è di vedere comunque dei miglioramenti di Lawrence nei prossimi incontri.

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Eagles 35, Steelers 13

Philadelphia 9 (10)

Bene. Verrebbe da dire persino benissimo (se non ci fosse qualche sack di troppo subito). AJ Brown stellare (ma occhio a certi atteggiamenti). I due touchdown in fotocopia sono ai limiti dell’incredibile. Hanno aggiunto un pass rusher come Quinn. Hanno provato a prendere anche un RB (Hunt? Addirittura si è vociferato Kamara) per aumentare il potenziale, già notevole.

Pittsburgh 4 (4)

Discorso che vale per altre formazioni in questa ottava settimana: Eagles non alla portata di questi Steelers. Troppo più forti in questo momento. Salutato Claypool (quando si dice il destino, fu lui ad annunciare al draft la scelta di Pickens che ora l’ha sostituito), rinforzati i cornerback. Il passo falso di questa prima metà stagione è stato il tentativo Trubisky. E con Pickett serve pazienza.

Patriots 22, Jets 17

New England 6,5 (6)

Mezzo punto in più per la rapidità con cui si rialzano dopo la pesante scoppola della settimana precedente. Fino a questo momento l’annata è stata tutto sommato positiva, pur se all’orizzonte c’è foschia sul futuro di Mac Jones. È regredito rispetto alla stagione da rookie. Anche contro i Jets non riesce ad esprimersi. Al contrario di uno Stevenson spettacolare. Proprio le difficoltà in attacco tengono la contesa aperta più del dovuto.

New York 5,5 (9)

A proposito di quarterback in difficoltà… Zach Wilson è altrettanto da campanelli d’allarme che squillano. Abnorme fatica a leggere le situazioni e a scegliere la cosa giusta da fare. Si è sentita parecchio la mancanza di Breece Hall. Metà campionato da incorniciare ugualmente.

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Cowboys 49, Bears 29

Dallas 8,5 (9)

Sprint. Rallentamento. Rilancio. I Bears non hanno abbastanza talento per stare al passo. Tony Pollard è il turbo boost dell’attacco. Riduttivo dire che non fa rimpiangere Zeke Elliott. Qui rischia proprio di soffiargli il posto. Giusto leccarsi i baffi in Texas per questa fetta iniziale di 2022.

Chicago 5,5 (5)

Aver probabilmente capito come utilizzare Justin Fields per farlo rendere al meglio fa intravedere la sufficienza piuttosto vicina anche in una sconfitta di 20. E ora è arrivato anche Claypool a dargli una mano. Herbert non resterà nella scia di Montgomery a lungo. Ho lodato il personale difensivo la settimana scorsa. Hanno fatto di tutto per farmene pentire contro Dallas. In una settimana hanno perso sia Robert Quinn che Roquan Smith. Il cartello lavori in corso è sempre in bella mostra.

Vikings 34, Cardinals 26

Minnesota 8 (9)

Vendicata la bruciante sconfitta 2021. Sfida che i Vikings tengono in pugno nonostante ai Cardinals riesca un sorpasso a metà match e nel finale abbiano giochino il drive del pareggio. Za’Darius Smith è un’iradiddio. La difesa – per scelta, si direbbe – concede fin quando non si stringe il campo. E dove si stringe il campo rende al meglio anche un attacco particolarmente cinico in red zone e con maggior attenzione al gioco di corsa. Continua l’ottima stagione fatta di tante vittorie risicate. Le nuove idee del coaching staff, i pochi infortuni, la sete di rivincita hanno rilanciato un roster che nelle precedenti due stagioni aveva deluso parecchio.

Arizona 5,5 (4,5)

E se si parla di delusioni i Cardinals sono degli specialisti. Nella NFC solo i Lions hanno incassato più punti finora. Contro i Vikings troppi turnover li condannano. Lì si decide sostanzialmente il match. Le giocate cruciali sono tutte di Minnesota, che quest’anno riesce a limitare notevolmente le scorribande di Murray.

 

Falcons 37, Panthers 34 (OT)

Atlanta 6,5 (7)

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Primi, sono primi nella South della NFC. Ora torna anche Cordarelle Patterson a dare una mano e creare imprevedibilità. E ci sarebbe ancora un London da utilizzare meglio (Pitts si è finalmente rivisto proprio contro i Panthers). Con Carolina avrebbe potuto tranquillamente essere una sconfitta (e tutta la division sarebbe stata alla pari sul 3-5!) se i Panthers non avessero fatto harakiri sull’extra point del successo. La sorte gira giusta. Bravi a prenderla sotto braccio.

Carolina 6 (4)

Sul bilancio stagionale incide pesantemente la prima parte di annata con al timone Matt Rhule. Il manifesto della sua inadeguatezza sono le partite successive al suo esonero, in cui i Sentinels guidati da Gene Hackman, pardon i Panthers allenati da Steve Wilks o hanno vinto o non hanno sfigurato. Come domenica ad Atlanta quando hanno pagato un conto salato ai calci sbagliati da Eddie Pinero. Peccato perché un D’Onta Foreman così meritava di vincere. “Riserve” come lui, PJ Walker e Terrace Marshall sono più che degni di una colonna sonora di Gloria Gaynor. They will survive.

Dolphins 31, Lions 27

Miami 7 (8)

Non si fanno prendere dal panico per la partenza lanciata dei Lions. Tagovailoa, Hill e Waddle sono divini. Giocano a una velocità che non sembra arginabile. Di certo non lo è per i Lions. Prima parte di stagione buona per Miami, il bello sembra però debba ancora venire e le mosse fatte per aggiungere potenza difensiva con Bradley Chubb e nel gioco di corsa con Jeff Wilson indicano che anche nel sud della Florida la pensano così.

Detroit 6 (3)

Partita tutto sommato onesta dei Lions. Segnano subito. E non riuscivano a varcare la goal line dal 2 ottobre (!). Volano nel primo tempo. Si inchiodano, poi. Il problema è che le vittorie non arrivano. Ed è un problemone. Si fanno affettare ancora una volta il difesa. Doveva essere l’anno del raccolto, un qualche tipo di minimo raccolto. Purtroppo nella savana persiste la carestia. Bisogna sperare che basti il ritorno di Swift e St Brown a livelli di forma decenti per provare a fermare l’emorragia.

Saints 24, Raiders 0

New Orleans 7 (5,5)

Facile, facile per i Saints. Un Kamara debordante si trova delle inattese praterie: riguardare il suo terzo touchdown personale per capire cosa intendo. Corre in scioltezza per tutto il campo dopo la ricezione. Non hanno troppe possibilità ma uno spiraglio per una stagione positiva c’è.

Las Vegas 0 (2)

Non funziona veramente nulla. Attacco aereo, attacco terrestre, difesa. Niente di niente. Avranno pazienza a Las Vegas per andare avanti con quello che è comunque un progetto nuovo ma che in questa annata non sta dando nessun frutto? Contro i Saints match da cancellare in fretta.

Titans 17, Texans 10

Tennessee 6,5 (7,5)

Occhio Bills e Chiefs, che non vi scappi un piede. Perché come ogni novembre è iniziata la stagione dei Titans. Belli non saranno, forse mai, sanno però come vincere le partite. Anche con un quarterback di riserva rookie incline ai turnover. E io mi sono fatto fregare perché pensavo che quest’anno no, non sarebbe toccato a loro. È un po’ come se mi fossi messo sulla linea di corsa di Derrick Henry. No, dai, meno. Il 22 – godetevelo in campo perché state guardando un first ballot HoF, si prende tutti in spalla e porta la squadra in gita sul 5-2.

Houston 5,5 (3)

La difesa un paio di ottime occasioni le serve all’attacco. Dopo Jones e Wilson infiliamo anche Mills tra i QB in fase gambero. Poco aiutato eh. Certo fanno una fatica incredibile a muovere la palla e mettere punti sul tabellone.

Seahawks 27, Giants 13

Seattle 9,5 (10)

Lockett ne combina un paio che potrebbero rivelarsi dolenti. Riesce a rimediare (sullo stesso identico schema). L’ho già scritto. Lo riscrivo. Incredibile quanto stanno facendo i Seahawks. Stratosferico Geno Smith. Apprezzatissimo anche dai suoi ricevitori. Meritano di ricevere tutto il calore dei tifosi europei tra pochi giorni a Monaco.

New York 5 (9,5)

Arriva una stecca nella sinfonia dei Giants. C’entrano gli special team e qualche ambascia in attacco. In difesa calano solo alla distanza. Slayton è tra i pupillini, mi ha fatto piacere vederlo coinvolto parecchio all’inizio. Certo Daniel Jones un po’ più di tempo per manovrare deve averlo. Non cambia nulla ai fini dell’ottimo voto per la prima metà di campionato.

49ers 31, Rams 14

San Francisco 8 (6)

Un touchdown corso, uno ricevuto e uno passato. L’ultimo a riuscirci prima di Christian McCaffrey era stato LaDainian Tomlinson. Nel 2005. Non c’era bisogno di tanto per dimostrarmi che era un buon colpo. Ma ben venga, per i Niners. Avevano bisogno di un’iniezione di fiducia, regolare in scioltezza gli arcirivali è la migliore che potessero recuperare. Testa bassa e pedalare per azzannare una NFC che non presenta padroni.

Los Angeles 4,5 (4)

Lo scorso anno dopo un novembre disastroso inserirono le marce alte per una cavalcata trionfale. Francamente non ne vedo i presupposti in questa stagione. Dovranno trovare conigli mica da poco per ribaltare le mie pagelle anche questa volta. Che il gioco di corsa sia inefficace è quasi un trademark ma se la difesa non sale di livello (buono in tal senso aver ritrovato almeno i sack di Floyd) non vedo come possano rientrare. Curiosissimo di vedere cosa si inventerà McVay. Sperando che Cooper Kupp stia bene.

Commanders 17, Colts 16

Washington 6,5 (6)

Togliere per migliorare. Via Wentz e i Commanders vincono le partite che prima perdevano. Rimettono in pari il record e fanno sì che nessuno nella NFC East sia sotto .500, l’esatto opposto di quanto accadeva un anno fa. L’esatto opposto della confusione di settembre. I Colts danno una bella mano, ma la cazzimma di Heinicke è ormai leggendaria. Di McLaurin rigenerato non mi stancherò mai di scrivere. Due settimane, due ricezioni vincenti ai limiti dell’impossibile. Gioco di corsa, dove sei? La cessione che si profila all’orizzonte e le indagini penali non saranno facili da tenere fuori dalla porta degli spogliatoi.

Indianapolis 5 (4)

Non che si potesse pensare che il cambio in regia sarebbe stato la panacea di tutti i mali, figurarsi se – come me – lo si considerava inopinato. Ehlinger fatica, si inventa qualcosa ma Indy, comprensibilmente, appare spaventata e timorosa. Il che non fa bene su un campo di football. Peccato per la piega che ha preso una stagione in cui li vedevo grandi favoriti nella division.

Bills 27, Packers 17

Buffalo 7,5 (9,5)

C’è l’orgoglio di Rodgers a tenere viva una partita che i Bills danno sempre la sensazione di avere in pugno, nonostante la serata poco brillante contro le corse, il paio di intercetti di Allen e un Gabe Davis distratto. Senza ombra di dubbio la formazione più tonica della prima metà di campionato. Basterà Hines per migliorare un gioco di corsa che non sembra al livello del resto dei reparti? Bene aver aggiunto profondità alle safety.

Green Bay 5 (3)

Match chiaramente non alla portata di questi Packers, nonostante Rodgers sia molto più determinato delle uscite precedenti. Far brutta figura in prime time non rientra nelle sue serate ideali. Jones e Dillon galoppano inutilmente. Si fatica a riconoscere la Green Bay dei primi tre anni di LeFleur in questo 2022.

Browns 32, Bengals 13

Cleveland 8 (5)

Myles Garrett, Nick Chubb e Amari Cooper sfoderano un Monday night da Pro Bowler. E vanno a pizzicare tutte le corde sfilacciate dei Bengals 2022. L’annata resta di rincorsa, non vanno esclusi a priori. Superfluo evidenziare come tutto dipenderà da quale sarà la condizione di Watson quando rientrerà dalla squalifica.

Cincinnati 4 (5)

Perdono pezzi continuamente (sono letteralmente senza CB e si è visto) e hanno le idee confuse sul da farsi. A differenza del prof Prunotto penso che l’assenza di Chase pesi, perché Higgins e Boyd, al netto del playcalling scadente, non hanno le caratteristiche da WR1 e non rendono come quando in campo c’è il loro n.1. Se la linea non tiene nessuno per Burrow non ci sono speranze.

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