Il riassunto della terza settimana di Bowl NCAA

Prosegue la Bowl Season e proseguono, dunque, anche i nostri riassunti, con il fine di non farvi perdere davvero nulla della post season sportiva nella quale si gioca per il maggior numero di trofei al mondo (prima settimanaseconda settimana).

Come sempre, procediamo in ordine cronologico partendo da dove ci eravamo lasciati, ovvero da martedì 28 dicembre.

La prima partita del martedì è stata il Birmingham Bowl, giocato nell’omonima città dell’Alabama da cui prende il nome. A sfidarsi i sorprendenti Houston Cougars, finalisti nella AAC, e gli altalenanti “padroni di casa” di Auburn. La partita è stata godibile anche se non estremamente scoppiettante: una normale partita sonnecchiante di un martedì mattina vacanziero, chiusa con la vittoria dei Cougars per 17-13 grazie al touchdown a 3 minuti dalla fine lanciato da Clayton Tune per Jake Herslow. Ottima la partita di ambedue le difese, specialmente di quella di Auburn che, seppur orfana di Zakoby McClain e Roger McCreary, ha tenuto ad un touchdown per tempo uno degli attacchi più esplosivi della nazione. Ma purtroppo per loro non è bastato.

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Più tardi nella serata è stata la volta del First Responder Bowl, nel quale a fronteggiarsi c’erano i Louisville Cardinals e gli Air Force Falcons. Altra partita equilibrata e tutto sommato piacevole da guardarsi. 31-28 il finale in favore della squadra che ha accumulato più passing yards, ovvero… Air Force! In modo del tutto inaspettato, e con soli 10 tentativi – 9 dei quali a bersaglio – il QB degli aviatori Haaziq Daniels ha portato un guadagno di 252 yard, 172 delle quali ricevute dal senior WR Brandon Lewis. Per Louisville come al solito alcune grandi giocate della macchina da higlights Malik Cunningham, il cui sforzo non è comunque bastato a completare la rimonta.

https://twitter.com/FTB_Vids_YT/status/1475941708265181186?s=20

Nella notte è stata la volta del Liberty Bowl, che rappresentava anche la prima sfida di questa postseason tra due squadre di power 5 conference: Texas Tech e Mississippi State. Il match è stato, piuttosto a sorpresa, un monologo Red Raiders: 34-7 il finale di una partita della quale i Bulldogs non sono mai sembrati fare parte. Impotenti in difesa e troppo poco efficienti in attacco, nonostante i 53 (!) passaggi tentati dal QB Will Rogers. Ottima la prova del RB di TTU Tahj Brooks autore di oltre 100 yard e 1 TD. Nonostante il buon numero di tifosi arrivati a Memphis a sostenere i ragazzi di Mike Leach, armati della tradizionale cowbell, il Bowl della Campana (della Libertà) lo vince invece Sonny Cumbie, interim head coach che dopo aver salutato così Lubbock, diventerà l’head coach di un’altra “Tech”, quella della Louisiana. A Texas Tech arriverà l’ex associate head coach di Baylor Joey McGuire.

https://twitter.com/TexasTechFB/status/1476717247724933123?s=20

Più tardi ancora si è giocato il Guaranteed Rate Bowl, vinto da Minnesota su West Virginia con il particolare punteggio di 18-6. Partita non estremamente esaltante – specialmente per le tinte gialloblù – ma che ha regalato momenti che entreranno nella storia, e per i quali dobbiamo ringraziare l’head coach dei Gophers PJ Fleck. Mi riferisco ovviamente – per chi ha visto la partita – al touchdown segnato nel secondo quarto da Minnie: una corsa centrale dell’offensive tackle da 6 piedi e 9 e 380 libbre Daniel Falele schierato come fullback per l’occasione – un primo e goal dalle 2 yard – valsa il touchdown “più pesante” della storia del college football. Ma PJ Fleck si è sentito non soddisfatto e ha chiamato un fake extra point, convertito dal WR Brock Annexstad, schierato come holder. Una combinazione che forse non rivedremo più, ma che è stato bello poter vivere almeno una volta. Per il resto, il match è stato un monologo del running game dei Gophers, che pur senza Mohamed Ibrahim e Trey Potts – entrambi infortunati – sono riusciti a produrre due rusher da oltre 100 yard: Ky Thomas (144 yard e 1 TD) e Mar’Kiese Irving (129 yard).

https://twitter.com/WeAreBigGuys/status/1476044204090474496?s=20

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Il martedì si sarebbe dovuto chiudere con l’Holiday Bowl tra NC State e UCLA, purtroppo cancellato per i troppi contagi nei ragazzi dell’ateneo californiano.

Anche il mercoledì ha visto cancellarsi una partita, quella che avrebbe dovuto aprire le danze alle 17, ovvero il Fenway Bowl tra SMU e Virginia, anch’esso cancellato per analoghi motivi.

Si è giocato, invece, il Pinstripe Bowl, ossia l’altro bowl – oltre al Fenway – ospitato in uno stadio di MLB, in questo caso lo Yankee Stadium. La partita non è stata indimenticabile: Maryland ha seppellito Virginia Tech sotto 54 punti, concedendone la miseria di 10. Un touchdown su punt return, uno scoop and score, un turnover on downs hanno aiutato Taulia Tagovailoa e compagni ad aprire una vera e propria voragine tra loro e gli avversari, che non si è più richiusa. Non è neppure stato necessario richiedere gli straordinari al WR superstar Rakim Jarrett, come spesso è servito in stagione, limitato ad una sessantina di yard.

In seconda serata è andato in scena il Cheez-it Bowl tra Iowa State e Clemson, chiusosi con Dabo Swinney riempito di crackers – lo sponsor del match – dopo la risicata vittoria per 20-13. Man of the match è stato il CB Mario Goodrich, autore della giocata che ha deciso la partita: il pick-six su Brock Purdy ad inizio ripresa valido per il momentaneo 20-3, vantaggio che è poi bastato per attutire il tentativo di rientro dei Cyclones. Brock Purdy chiude in malo modo – l’inspiegabile giocata che ha portato all’INT di Goodrich, alcune scelte non lucidissime ed infine il fumble finale che ha posto fine alle speranze dei suoi – una carriera comunque straordinaria nell’ateneo di Ames, del quale è il miglior passer della storia. Clemson, dal canto suo, riesce a spuntarla un’altra volta e a chiudere un’altra stagione con almeno 10 vittorie, dimotrando che, per quanto la squadra possa non funzionare, quando riesci a darle un DNA vincente le vittorie arrivano lo stesso.

https://twitter.com/ClemsonFB/status/1476361091387207685?s=20

Il mercoledì notte si è chiuso con l’Alamo Bowl tra Oklahoma e Oregon, partita che prometteva spettacolo e che lo ha dato solo in parte. Di grandi giocate – specialmente offensive – se ne sono viste, ma il grosso vantaggio preso dai Sooners ad inizio match ha reso il secondo tempo poco più intenso di un puro garbage time. Torna, anche se solo per un giorno, sulla panchina di Oklahoma coach Bob Stoops e lo fa, come sua usanza, da vincente: ora lascia la squadra nelle mani del suo ex assistente Brent Venables, il quale, come si è visto anche in questo match, potrà contare su uno dei dual threat QB più interessanti della nazione, Caleb Williams. Il finale recita 47-32 per OU, ma forse è il parziale del primo tempo – 30-3 – a raccontare meglio l’andamento di una partita che in realtà non c’è mai stata. Straordinari i due runningback, da una parte Kennedy Brooks, con 142 yard e 3 TD, e dall’altra Travis Dye, che con 153 yard ed 1 TD ha guidato il tardivo moto d’orgoglio dei Ducks.

https://twitter.com/soonergridiron/status/1476399985147224064?s=20

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La prima partita del giovedì è stata l’attesissima North Carolina – South Carolina valida per il Duke’s Mayo Bowl. Il derby delle Caroline va ai Gamecocks che, pur concludendo la stagione senza un quarterback, alternando l’ex graduate assistant Zeb Noland a Dakereon Joyner, QB all’high school poi convertito in WR al college, grazie alla maggiore fisicità messa in campo e alle 182 yard corse dal RB Kevin Harris hanno avuto la meglio della più quotata UNC, apparsa inspiegabilmente molle. Highlight della serata è stato il preannunciato “bagno di maionese” fatto all’allenatore vincente, il contentissimo Shane Beamer, che si è preso anche una discreta secchiata sulla nuca, che probabilmente non meritava. Certe cose succedono davvero solo nel college football.

Estremamente divertente è stato poi il Music City Bowl tra Tennessee e Purdue, chiuso, dopo oltre 4 ore, con la vittoria all’overtime dei Boilermakers per 48-45. La partita è stata infinita e sono successe una miriade di cose difficilmente riassumibili in queste poche righe. La stats line del QB di Purdue Aidan O’Connell forse però ne dà un’idea: 26/47 per 534 yard 5 TD e 3 INT. Tennessee ha superato i 100 plays (102) ed ha perso venendo fermata sulla linea dell’1 yard all’overtime – con una chiamata arbitrale quantomeno sospetta –,nel tentativo di convertire un quarto down. Ma davvero sono troppi i possibili “turning point” della partita per ridurre tutto quanto si è visto ad una singola giocata. Il consiglio, se volete recuperare qualcosa di questa 3 giorni molto piena di college football, è di partire proprio da questo match.

https://twitter.com/BoilerFootball/status/1476929848081850376?s=20

Nella notte si è poi giocato il primo dei New Year’s Six Bowl, il Peach Bowl, che prevedeva quest’anno la sfida tra Michigan State e Pittsburgh. Altra partita molto particolare e assolutamente godibile, chiusasi con la rimonta degli Spartans che ha portato al 31-21 finale. Partita priva delle due stelle assolute Kenny Pickett e Kenneth Walker, entrambi in opt out, e che quindi ha reso “prime donne” i due WR: per Pitt Jordan Addison – 7 ricezioni, 114 yard – e per MSU Jalen Nailor – 6 ricezioni, 108 yard. I Panthers hanno affidato l’attacco al junior Nick Patti, che però ha chiuso il secondo drive segnando un touchdown su corsa che gli è costato una spalla, e di conseguenza la permanenza in campo. In campo, allora, ci è finito il sophomore Davis Beville, che non ha sfigurato ma che è mancato di esperienza nei momenti clou. Pitt sembrava essere in controllo della gara dopo lo scoop and score ad inizio ripresa che aveva portato il match sul 21-10, salvo poi capitolare difensivamente nella seconda metà dell’ultimo quarto, dove ha concesso i due touchdown della vittoria agli Spartans. Il risultato finale è stato reso, poi, più rotondo dalla pick six lanciata quasi allo scadere da Beville, nell’ultimo drive della speranza di Pitt.

https://twitter.com/thecomeback/status/1476720560029974531?s=20

Ultimo match della 3 giorni è stato il Las Vegas Bowl tra Wisconsin e Arizona State, partita vinta dalle difese – entrambe le squadre sotto le 300 yard di total offense – e infine portato a casa dai Badgers con il punteggio di 20-13, nonostante un secondo tempo da 0 punti e 3 three-and-out consecutivi. Fondamentale, per la vittoria, è stato il drive finale dei Badgers: una Masterclass di Paul Chryst che avanti di un touchdown a 10 minuti dalla fine, partendo dalle proprie 3 yard ha guidato un drive di 18 giochi che ha mangiato tutto il cronometro, facendo così terminare la partita. Alcune buone giocate da un lato e dall’altro dei quarterback Graham Mertz e Jayden Daniels, ma a prevalere, come spesso accade nelle vittorie dei Badgers, è stata la fisicità della squadra del Midwest.

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A risentirci tra qualche giorno con l’ultimo dei nostri recap!

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