Il riassunto della prima settimana di Bowl NCAA

La prima settimana della Bowl season è quella settimana nella quale il “tifoso medio” di college football ha l’occasione di fare la conoscenza di squadre solitamente trascurate durante la stagione regolare, che non godono di un blasone che permette loro di finire sui media nazionali o di rubare l’attenzione della stampa. ma che in questa stagione eroicomica trovano il loro zenit, la possibilità di giocare per un trofeo – e non importa quale – sotto gli occhi, distratti ma divertiti, di una nazione in procinto di andare in ferie. Proviamo a riassumere quanto accaduto in questi primi giorni di ostilità – si fa per dire – in modo semiserio, in armonia con il periodo.

La Bowl season si è aperta al Thomas Jefferson Stadium di Nassau, Bahamas, con un upset che ha, giustamente, settato lo standard di una post season che ci aspettiamo possa continuare e concludersi in modo folle. Ad alzare al cielo terso di Nassau il trofeo del Bahamas Bowl sono stati i Middle Tennessee State Blue Raiders, guidati dal duo di quarterback Nick Vattiato, il passatore, e Mike DiLiello, il runner, coppia di nomi che se fossimo nel Tennessee degli anni ’20 dello scorso secolo, sarebbe più probabile vedere tra i contrabbandieri di whiskey che in un campo da football. Ai Toledo Rockets non è bastato l’encomiabile Dequan Finn, che ha chiuso la partita malconcio, non sono bastate le 126 yard corse da Bryant Koback né le 137 ricevute da Matt Landers.

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Il secondo match del venerdì è stato decisamente più avvincente, e ha visto gli Chanticleers di Coastal Carolina aggiudicarsi la prima vittoria ad un Bowl nella loro storia, arrivata al termine di una montagna russa contro Northern Illinois. Difese già in vacanza al Cure Bowl, dove i due attacchi, l’uno guidato dal sophomore Grayson McCall, l’altro dal veteranissimo nonché idolo delle folle Rocky Lombardi, si sono risposti colpo su colpo senza riscontrare, quasi, resistenza. Due punt in tutta la partita, entrambi calciati da Coastal: a fermare Northern Illinois, nella gara, sono stati solo: 1 fumble, 1 turnover on downs e… il cronometro, autentico giudice della contesa.

Tante partite, ma ancora non tante difese, nel sabato pomeriggio, dove ad aprire le danze sono stati i Western Kentucky Hilltoppers, campioni del Boca Raton Bowl grazie ad un sonoro 59-38 sui più quotati Appalachian State Mountaineers. Grazie alle 422 yard lanciate e 6 TD, il QB degli Hilltoppers Bailey Zappe batte tutti i record detenuti da Joe Burrow – per yard e TD lanciati in stagione singola – e scalza così Big Red (il Gabibbo, mascotte degli Hilltoppers, celebre anche in Italia per la querelle con Mediaset) al primo posto delle figure più note dell’ateneo dello stato del Bluegrass – e del pollo fritto.

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Molto più intenso è stato il New Mexico Bowl tra UTEP Miners e Fresno State Bulldogs, dove il pronostico, alla fine, è stato rispettato, con i Bulldogs che hanno vinto di un touchdown dopo essere stati in svantaggio per tre quarti. UTEP è restata in partita nonostante una sproporzione di talento in campo grazie ad un play calling quasi impeccabile e ad una buona prova del proprio QB Gavin Hardison, divenuto il primo QB dei Miners a superare le 3’000 yard in una stagione dal 2009. Lo stesso Hardison ha poi, però, commesso il fumble che ha consegnato palla e vittoria ai Bulldogs, che si sono affidati quasi ad occhi chiusi al loro RB senior Jordan Mims, autore di 165 yard e 2 TD.

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Upset è stato, invece, quello di UAB su BYU nell’Independence Bowl di Shreveport, Alabama, al quale i Cougars arrivavano forti dei favori del pronostico e di una posizione numero #13 nel ranking ufficiale. La sfida nella sfida è stata quella tra i due runningback Dewayne McBride (183 yard e 1 TD) e Tyler Allgeier (192 yard e 3 TD). Le due coppie di fratelli Gunner e Baylor Romney (WR e QB) e Puka e Samson Nacua (WR e WR) hanno però steccato l’impegno, con il maggiore dei Nacua che è stato anche autore dell’inspiegabile fumble nel quarto periodo che ha spianato la strada ai Blazers. Resta una grande vittoria per UAB, che si porta a casa lo scalpo di una “top #15” oltre che il trofeo del Bowl, che andrà a rimpinguare una bacheca non propriamente ricolma.

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Il Lending Tree Bowl è stata di fatto una vetrina in cui Malik Willis ha potuto mettere in mostra – pur senza neppure ingranare la terza – tutto il suo repertorio e il suo incredibile potenziale che tanto fa gola alle franchigie NFL. 56-20 il risultato finale in favore dei suoi Liberty Flames sui malcapitati Eastern Michigan Eagles, in una partita nella quale il garbage time è iniziato a metà secondo quarto.

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Decisamente più avvincente è stata la sfida del Sofi Stadium, il primo L.A. Bowl, giocato tra Oregon State e Utah State e inaspettatamente vinto dagli Aggies 24-13. Prima partita in carriera al college per il sophomore Cooper Legas schierato a sorpresa da titolare, ma che ha saputo ripagare la fiducia del suo coaching staff portando la squadra ad una vittoria in rimonta. Grande mano, va detto, gli è stata data dal suo runningback Calvin Tyler Jr – 120 yard, 1 TD – e soprattutto dalla difesa, che ha limitato i Beavers ad un 4/12 nei terzi down e uno 0/2 nei quarti.

Il New Orleans Bowl viene vinto invece, seguendo il pronostico, dai Ragin’ Cajuns di Lousiana, che faticano per oltre tre quarti contro Marshall per poi prendere il largo nel finale.

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Lunedì è stata la volta di un’altra partita molto attesa: il Myrtle Beach Bowl tra Tulsa e Old Dominion. Molto attesa perché era l’occasione per veder giocare Old Dominion giocare, squadra che in pochi, credo, avessero seguito. Nell’ultimo lustro. Infatti, dal 2014 – anno in cui i Monarchs sono passati in FBS – questo era solo il loro secondo bowl, dopo il Bahamas Bowl del 2016. E ci sono arrivati in modo del tutto inatteso, grazie a 5 vittorie consecutive dopo un avvio di stagione con una vittoria e sei sconfitte. A Conway, però, la maggior fisicità dei Golden Hurricanes ha fatto la differenza nel 30-17 conclusivo.

https://twitter.com/TulsaFootball/status/1473034842480820224?s=20

Martedì è stata la volta del “padre di tutti i Bowl” o, almeno, così meriterebbe di essere riconosciuto: il Famous Idaho Potato Bowl. Un Bowl che è unico per vari motivi: perché è dedicato ad una patata – la famosa patata dell’Idaho, coltura principale dello stato del nord-ovest –, perché si gioca sul Blue Turf, che si può amare od odiare, ma che non lascia mai indifferenti; e, infine, perché mette di fronte una squadra di MAC ad una di Mountain West, conference che regalano sempre spettacolo. E anche quest’anno non ha deluso: tra Wyoming e Kent State è finita 52-38, con il QB dei Cowboys Levi Williams che ha lancato per 127 yard e ha corso per 200, contro un front seven dei Golden Flashes piuttosto molle. La partita si è conclusa con un garbage time nel quale le due squadre non riuscivano a far correre il cronometro semplicemente perché segnavano ad ogni giocata. E, infine, la consueta doccia di patate fritte all’allenatore vincente.

Il martedì si è poi concluso con il Frisco Bowl, vinto da San Diego State su UTSA 38-24. Era probabilmente la partita più interessante di questo primo lotto e non ha tradito le aspettative, specialmente nel primo tempo. Roadrunners e Aztecs hanno legittimato le loro stagioni da protagonisti. Fallisce il tentativo di coach Jeff Taylor di portare a UTSA la prima vittoria della giovane storia del programma in postseason, dopo essere riuscito a portare quella della conference. Da segnalare le 333 yard e 3 TD lanciati dal QB di SDSU Lucas Johnson, di cui 175 (e 2 TD) per il WR Jesse Matthews.

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A risentirci tra qualche giorno, e tra qualche Bowl, con un altro recap. Buon Natale e buon football!

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