Cotton Bowl Preview: Alabama Crimson Tide
Per le due semifinali abbiamo deciso una presentazione diversa da quella per gli altri Bowl, ci focalizzeremo sulla singola squadra per analizzare al meglio le quatto partecipanti, è il turno degli Alabama Crimson Tide (Cincinnati Bearcats)
Alabama Crimson Tide: “Heisman” Young e il solito Nick Saban
Subito dopo la vittoria nel SEC Championship contro Georgia, Saban ha ringraziato i giornalisti così: <<You guys gave us a lot of really positive rat poison. The rat poison that you usually give us is usually fatal but the rat poison that you put out there this week was yummy.>>. Per una volta il “veleno per topi” della critica ha funzionato da stimolo ed i Crimson Tide sono nuovamente i favoriti per la vittoria finale.
Lungi da me la volontà di alimentare il mito che Alabama sia stata sottovalutata e data troppo presto per finita: non è così. Ma è vero che la stagione dei Crimson Tide, per i loro standard, è stata sicuramente anomala.
E se per verificare ciò non fossero sufficienti alcune prestazioni in campo, basta andarsi a riascoltare qualche conferenza stampa di Nick Saban per capire il lavoro psicologico che il miglior allenatore della storia del college football ha fatto su i suoi ragazzi dalla prima all’ultima partita della stagione. Ha parlato di rat poison fatale, riferendosi ai troppi complimenti che piovevano dopo le ottime prestazioni, quando le cose andavano bene e ha elogiato, come forse non mai, la sua squadra dopo partite sorprendentemente pessime. Perché? Ha probabilmente compreso fin da subito come questa squadra, guidata da leader tecnici giovani e inesperti, avesse bisogno di essere tenuta con i piedi per terra senza lasciare che le difficoltà avessero la meglio. Il risultato lo vedete con i vostri occhi: Alabama è per l’ennesima volta dove voleva essere, la numero 1 della nazione.
Resume
La stagione dei Crimson Tide è cominciata nel migliore dei modi grazie alla larga vittoria contro Miami per 44-13 con Bryce Young subito in grande spolvero (27/38, 344 yard e 4 TD) ed è proseguita in week 2 contro Mercer che non ha opposto resistenza (48-14 il finale). Delle tre vittorie successive (Florida, Southern Miss e Ole Miss) la sfida con i Gators è quella che ha lanciato i primi segnali negativi: Alabama ha vinto, soffrendo, per 31-29 ma dimostrando di essere tutto fuorché imbattibile. Infatti contro Texas A&M è arrivata la prima sconfitta stagionale: gli Aggies si sono imposti sul campo di casa per 41 a 38 grazie ad un field goal allo scadere.
Questa partita ha costretto Nick Saban a giocarsi le migliori carte da allenatore/psicologo. Con la maggiore esperienza accumulata in ogni partita, la squadra è cresciuta e ha inanellato una serie positiva di sei partite nelle quali non sono comunque mancati un paio di spaventi (contro LSU e Auburn, partita risolta solo al 4 tempo supplementare).
La finale della SEC, giocata contro Georgia, ha spazzato via ogni dubbio su questa squadra. La linea offensiva, fino ad allora considerata il punto debole dei Crimson Tide, ha sfornato una prestazione perfetta e ha dato a Bryce Young tutto il tempo per fare a pezzi la migliore difesa della nazione. I Bulldogs non hanno avuto risposte all’attacco esplosivo di Alabama e la squadra di Saban ha portato a casa la partita (41-24) e l’ennesimo trofeo da campioni della conference.
Con questa vittoria Alabama, rimasta nel giro delle prime quattro per gran parte della stagione, ha scalzato Georgia dalla prima posizione guadagnandosi la testa di serie e il diritto di affrontare Cincinnati nella semifinale per il titolo nazionale.
Analisi squadra
Come praticamente ogni anno Saban si è ritrovato a dover sostituire uno dei suoi coordinatori. Questa volta è toccato all’attacco e, con Sarkisian in direzione Austin, la scelta è ricaduta su Bill O’Brien. L’ex allenatore di Penn State e dei Texans non ha portato chissà quale rivoluzione e, intelligentemente, ha continuato sulla falsa riga dei suoi predecessori: perché cambiare una cosa che va così bene? L’attacco ha concluso la stagione con 42, 5 punti per partita (quarti nella nazione) ed una forte propensione al passing game (347,9 yard a partita) piuttosto che al running game (147,6).
Bryce Young, alla prima stagione da titolare, ha vinto meritatamente l’Heisman Trophy con 4322 yard e 43 (!!) touchdown a fronte di solamente 4 intercetti (68% di completi). Young è stato perfetto, non solo dal punto di vista statistico, ma anche da quello caratteriale: nelle situazioni di difficoltà è spesso riuscito a tirare fuori le castagne dal fuoco per i suoi compagni dimostrando, nonostante la giovane età, una maturità fuori dal comune. Le sue doti balistiche e la capacità di improvvisare sono state decisive per “mascherare” le deficienze di una linea offensiva che solo a fine stagione ha ritrovato il proverbiale bandolo della matassa.
Sono stati ben sette i ricevitori che hanno superato le 200 yard stagionali ma quello più costante ed impressionante è stato senza dubbio Jameson Williams. Il transfer da Ohio State è andato a coprire in maniera egregia il vuoto lasciato da DeVonta Smith ed ha concluso la stagione con 68 ricezioni, 1445 yard e 15 touchdown. John Metchie, il secondo WR, non giocherà la finale a causa di un infortunio e quindi toccherà a Slade Bolden, Cameron Latu o Jahleel Billingsley affiancare Williams come seconda minaccia offensiva.
Il grosso del running game è stato prodotto da Brian Robinson (1071 yard e 14 TD) ma anche Tre Sanders e Rodell Williams hanno dato il loro contributo (più di 200 yard ciascuno).
In difesa non è cambiata la filosofia ma gli interpreti e questo costretto il defensive coordinator Pete Golding ad adattarsi a giocatori differenti.
Will Anderson è stato senza dubbio il miglior giocatore di Alabama dopo Young, con 15,5 sack avrebbe forse meritato maggiore pubblicità a livello nazionale. Decisivo anche l’innesto di Henry To’o To’o (transfer da Tennessee) che ha guidato la squadra per tackle (100) e fornito la necessaria leadership nel mezzo della difesa cremisi.
La difesa sui passaggi ha patito un po’ più del dovuto (223,3 yard subiti, sessantaduesimi nella nazione) ma ha trovato comunque solidità sul finale di stagione soprattutto da Jordan Battle e Jalyn Armour-Davis.
Chiavi della partita
Alabama si presenta a questo incontro nel miglior momento possibile: la vittoria contro Georgia ha spazzato via ogni dubbio e la squadra è apparsa notevolmente in crescita rispetto alla stagione regolare.
I Crimson Tide si trovano di fronte una Cincinnati che sarà fortemente motivata dall’occasione storica di arrivare in finale. Lo scontro più interessante da seguire sarà quello tra Bryce Young, l’attacco aereo di Alabama e la secondaria dei Bearcats. In particolar modo attenzione alla sfida nella sfida tra Ahmad “Sauce” Gardner, il cornerback di Cincinnati, e Jameson Williams: si preannuncia spettacolare.
Sarà fondamentale che la linea offensiva di Alabama ripeta la prestazione della finale della SEC: Young, nonostante la pronunciata capacità di tirare fuori giocate incredibili dal cilindro, ha dimostrato di essere molto meno efficace quando messo sotto pressione. Nella partita contro LSU i Tigers hanno messo in difficoltà Young blitzando senza tregua, mentre contro Auburn la pressione è arrivata dai quattro uomini di linea ed è stata sufficiente per rischiare di vincere la partita.
In entrambe le occasioni la linea offensiva è apparsa spaesata e ha fortemente danneggiato la squadra ma, se i miglioramenti visti contro Georgia avranno un seguito, potremmo vedere Alabama tentare di imporre il proprio running game riservandosi di testare la forte secondaria di Cincinnati solo in determinate situazioni di gioco.
In difesa Alabama dovrà cercare di contenere il più possibile Ridder nella tasca, il QB dei Bearcats ha dimostrato di poter essere letale se si può muovere liberamente. Costringerlo a restare fermo e a prendere decisioni sulla base dei differenti look a cui la difesa di Alabama lo sottoporrà, sarà la chiave per fermare un attacco che forse manca un po’ di esplosività negli interpreti.
E’ altresì probabile che Fickell adotterà un approccio un po’ più conservativo del solito nel tentativo di tenere l’attacco di Alabama il più possibile fuori dal campo.
Per quanto riguarda i protagonisti, ovviamente i fari sono puntati su Will Anderson e il giovane Dallas Turner: saranno loro i maggiori indiziati a portare la pressione necessaria a far traballare le gambe del QB avversario.
Io credo che Cincinnati abbia comunque il talento per poter mantenere la partita più equilibrata del previsto, almeno fino all’ultimo quarto dove la maggiore profondità di Alabama potrebbe essere un ostacolo insormontabile per la squadra di Fickell. I bookmakers fissano lo spread a 13,5 punti.
Mi aspettavo una partita più combattuta, invece Alabama ha dimostrato di essere probabilmente più pronta di Cincinnati a giocare in certi palcoscenici.
Onestamente penso che questo per Cincinnati possa essere un punto di partenza.
Guardando anche all’altra semifinale direi che la Sec a livello di squadre si conferma ad un livello superiore rispetto alle altre conference