I Titans fanno sei di fila (New Orleans Saints vs Tennessee Titans 21-23)

In week 10 si affrontano due squadre appartenenti a conference diverse ma che hanno in comune un largo numero di infortuni nei rispettivi ranghi: i New Orleans Saints dovranno fare a meno per il resto della stagione di Jameis Winston, Michael Thomas e l’ottima guardia Andrus Peat, per la partita di domenica aveva fuori il left tackle Terron Armstead, CJ Gardner-Johnson e il loro attacco, Alvin Kamara; i Tennessee Titans anche per il resto della regular season non avranno il motore della propria offense, Derrick Henry, il rookie Caleb Farley e Julio Jones solo per qualche partita, ieri aveva fuori anche Bud Dupree, David Long e Rashaan Evans, fondamentali nel mezzo della difesa di Vrabel.

Tennessee con quella di ieri ha il miglior filotto di partite consecutive vinte nella NFL, sei, e non contro avversari qualsiasi, avendo battuto fra le altre Chiefs, Bills, Rams oltre ad aver sconfitto due volte i rivali divisionali Colts, gli unici che avrebbero potuto insidiarli per la posizione numero uno nella AFC South.

Considerazioni

Come prevedibile, viste le assenze sopra citate, la partita non è stata una dimostrazione di potenza offensiva, con le squadre che non riuscivano a condurre drive sostenuti ed ottenere big play, la prima è arrivata al quinto possesso della partita, terzo dei Titans, con un catch and run di Marcus Johnson da 50 yds che ha portato anche ai primi punti della partita, un field goal di Randy Bullock.

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La difesa dei Titans quest’anno sta performando in maniera eccezionale, in particolare per quanto riguarda la pressione portata ai quarterback avversari, anche solo con quattro giocatori, si pensi che la scorsa stagione il reparto difensivo aveva fatto registrare solo 19 sack, quest’anno sono già a 27, solo a due dalla migliore in questa categoria, i Vikings a 29. Anche nella partita contro i Saints i pass rusher dei Titans hanno reso la vita impossibile a Trevor Siemian, agendo in particolare sul punto debole della linea offensiva dei Saints, Cesar Ruiz nella posizione di guardia destra, che nei primi due drive del proprio attacco si è fatto battere prima da Jeffrey Simmons e poi da Naquan Jones per altrettanti sack.

Anche nel back end la difesa dell’head coach Mike Vrabel ha performato ottimamente, nonostante mancassero due dei tre linebacker titolari, incluso il leader in tackles (David Long Jr), il rookie Monty Rice e Jayon Brown, che si è ancora una volta mostrato come uno dei migliori linebacker in copertura, si sono dimostrati all’altezza. I defensive back guidati dall’All-Pro Kevin Byard non si sono mai fatti battere nettamente, anzi hanno irrotto su diversi palloni e fatto sentire la fisicità agli avversari, per essere onesti non uno dei receiving corps più esplosivi o temuti della lega.

La partita di ieri ha fatto capire una volta di più la straordinarietà di Henry, e perché i Titans abbiano fatto la scelta giusta nel pagarlo un anno fa nonostante alcuni storcessero il naso visto che la posizione di runningback ha sempre meno valore nella NFL moderna. Di fatto D’Onta Foreman ha funto da “lead back” con 11 portate e 2 ricezioni fuori dal backfield, e paradossalmente ha ottenuto proprio più yard su ricezione (48) che su corsa (30); nel complesso il comitato di runningback che dovrebbe sostituire Henry, su 24 portate ha guadagnato 65 yds e l’unico TD su corsa l’ha preso Tannehill su una sneak.

Proprio la mobilità di Tannehill, in grado di evadere dalla tasca quando questa collassava e lanciare in corsa o correre egli stesso, ieri ha tenuto in vita l’attacco dei Titans, il quarterback ex Miami Dolphins ha distribuito il pallone a undici diversi ricevitori, tra i quali si è distinto Marcus Johnson con 5 ricezioni per 100 yds. I Titans sono la squadra più in forma mai sufficientemente tenuta in conto, ma se vogliono ottenere una buona posizione nella AFC e fare una corsa per il titolo, in attesa del ritorno di Henry, la difesa (che ieri per la settima partita consecutiva ha ottenuto un takeaway) deve continuare a giocare su questi livelli.

Anche l’attacco dei Saints ha impiegato qualche drive a prendere velocità, ed è comprensibile visto che mancava il giocatore che finora aveva guadagnato il 32,3% delle yard in attacco, Alvin Kamara. In compenso Mark Ingram II (che durante il match è diventato leading rusher nella storia dei Saints davanti a Deuce McAllister), nonostante sul terreno abbia ottenuto solo 47 yds su 14 portate ma con anche 1 TD, via aerea ha concluso un paio di big play con 61 yds su 4 catch, emulando Alvin Kamara. Trevor Siemian ha condotto la sua consueta partita solida, pochi errori, i lanci che doveva fare sono stati recapitati e ha anche mostrato buon tocco con lanci millimetrici sul medio-lungo. Rispetto a Tannehill, a Siemian manca la dimensione dell’elusività e atletismo, che gli permetterebbe di estendere le giocate facendo quel passo in più nella tasca o uscendone. Sicuramente se c’è un head coach che può tirare fuori il meglio da un quarterback di talento (perché altrimenti non sarebbe nella NFL) ma di medio livello come Siemian, questo è Sean Payton.

Ieri i Saints hanno perso solo di due punti contro forse la squadra più calda della lega, mancando una conversione da 2 punti alla fine del tempo regolamentare causata anche da due extra point mancati nel corso della disputa dal kicker Johnson, un posto come wildcard nei playoff non glielo toglie nessuno, soprattutto se la difesa tornerà a trascinarli, più di quanto abbia fatto ieri.

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