Fields vince la prima in NFL con l’aiuto della difesa (Cincinnati Bengals vs Chicago Bears 17-20)

Chicago Bears vittoriosi nel ritorno al Soldier Field che ritrova il calore dei suoi tifosi dopo più di un anno dall’ultima volta.

Matt Nagy intende alternare a spot Andy Dalton e Justin Fields come visto sette giorni fa in quel di Los Angeles ma i suoi piani devono cambiare in men che non si dica. Dalton apre con un drive ben eseguito e lancia la prima marcatura per Allen Robinson II, ma poco dopo il QB tenta una corsa laterale e prende una storta che lo obbliga ad uscire. Le sorti della sfida passano nelle mani di Justin Fields.

Il rookie non vede l’ora di giocare, solo che l’apprensione gli tira qualche scherzo nel corso della partita. Abbiamo visto un Fields poco lucido in end-zone e questa nota sarebbe potuta costare la partita ai Bears. Ma abbiamo anche visto un Justin Fields in grado di porre rimedio ai propri errori, reattivo e determinato. La difesa di Sean Desai, quella che in vista del raduno prometteva una tonnellata di turnover, sembra ricordarsi della promessa fatta e mette i Bears nella condizione di vincere la partita: arrivano 4 sack e 3 intercetti, uno dei quali è un pick six clamoroso di Roquan Smith.

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Il linebacker dei Bears è un monumento a tutto campo, non ho paura a scriverlo: Roquan Smith gioca come Brian Urlacher.

Una sfida tutto sommato equilibrata viene risolta dalla giocata pazzesca di Smith che si fa beffa di Joe Burrow leggendo un lancio sulla metà campo e riportando l’ovale in touchdown con una corsa travolgente. Smith è un carro armato che rolla tutto quello che gli si presenta davanti, la manovra difensiva vale i titoli di testa con 8 tackle, 1 sack e 1 intercetto, mentre lo spunto offensivo lo proietta nei panni di un running back che taglia il campo e fa saltare di gioia Chicago con una corsa da 55 yard. Vulcano.

Chi ne paga le conseguenze è Joe Burrow, uno che raramente commette errori ma che in questa circostanza accusa un contraccolpo tremendo! Burrow aveva la striscia positiva di lanci completi senza intercetti migliore nella NFL. Dopo l’intercetto di Smith però, il QB Bengals va in ginocchio e viene intercettato altre due volte: una da Jaylon Johnson e l’altra da Angelo Blackson. 

La dura legge del Soldier Field è questa. Burrow lancia 200 volte senza mai farsi intercettare e poi contro Chicago subisce 3 intercetti in altrettante azioni. Inverosimile.

Su due dei tre intercetti ci sono pesanti responsabilità della linea offensiva di Cincinnati. Responsabilità che si riflettono in via diretta sulle scelte di una dirigenza non all’altezza del ruolo. Sono sempre stato critico con la decisione di non dare a Burrow un uomo di linea degno di nota, uno che possa realmente difenderlo e metterlo in condizione di esaltare il suo braccio. Un OL alla Penei Sewell magari. I Bengals gli hanno preferito Ja’Marr Chase, hanno dato maggiore priorità allo spettacolo che non alla salute, già messa a durissima prova, del loro gioiello. Ebbene questo è il risultato.

Quel numero 9 però, è un grande talento e con l’aiuto dell’attacco dei Bears (molto indeciso) riesce a riaprire una sfida che era bella che finita. Justin Fields svariona nelle ultime azioni e consente ai Bengals di tornare in partita. Burrow non se lo lascia dire due volte e prova a rovinare la domenica degli orsi. Nelle fasi finali Ja’Marr Chase sembra Riccardo Kakà nella semifinale di andata di Champions League del 2007 a Manchester, con un cambio di direzione ubriaca due difensori e segna. Classe sopraffina. Eddie Jackson, fin qui da 10 in pagella, beve la finta di Chase e sbatte contro Vildor mentre il ricevitore entra in end-zone camminando con superiorità.

Il dialogo tra Burrow e Chase è da favola, ma non sempre consentito perchè il QB dei Bengals non ha quasi mai il modo di rivolgere la parola al suo wideout dal momento che la linea non concede respiro. Anche le scelte di Zac Taylor sono alquanto discutibili, troppo spesso palla in mano a Mixon che risulta essere l’unica scelta su corsa e diventa, di fatto, prevedibile. Il running game non trova efficacia nello sviluppo dei drive e quindi non si pone in maniera funzionale al gioco sui lanci, che diventano così poco pericolosi. Inoltre la linea offensiva non trova ritmo e viene sopraffatta dalle ondate dei Bears.

Sponda Chicago la difesa ritrova coraggio e a turnazione tutti gli elementi principali godono di un pò di gloria. Persino Robert Quinn! La situazione però non va fraintesa assolutamente perchè i Bengals non sono proprio quel banco di prova che determina la reale forza di una difesa. Nonostante ciò, forse Cincinnati era l’avversario giusto per permettere alla difesa dei Bears di riprendere coraggio in vista delle prossime uscite.

I Bears vincono ma non convincono. L’attacco spreca troppo, vero che Fields è giovane e deve fare esperienza, ma è anche vero che dopo quanto visto in campo domenica ci si potesse aspettare di tutto tranne che i Bengals riuscissero a rientrare in gara. Dunque Chicago prende il punto per buono, perchè nella NFL non si butta via niente. Infondo questi Bengals hanno aperto week  1 con un bello sgambetto ai Minnesota Vikings…

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Nell’attacco dei Bears c’è sempre qualcosa che non funziona. Le corse sono state accettabili e David Montgomery è duro da tirare giù, sappiamo che il front seven di Cincinnati è ostico e non lo si batte per vie centrali. Ciò che non ha funzionato nel game plan dei Bears è il totale disinteresse nei confronti dei tight end, come se questi non facessero parte del roster. Nota dolente perchè non mi stancherò mai di ripetere che senza giocare sui TE, nella NFL  di oggi non si vince!

Un altro fattore che non piace ai tifosi Bears è quello che riguarda Allen Robinson II. Il campione di Chicago è stato trascurato per tre quarti di gara, periodo nel quale è stato chiamato in causa solo due volte facendo segnare il solo touchdown offensivo di giornata e muovendo la catena sulla conversione enorme di un terzo e lungo. ARob è un’arma letale e va utilizzata con frequenza prima che si raffreddi come in occasione della big play mancata dal WR dei Bears ad un soffio dal secondo touchdown.

Inutile esaltarsi per questa vittoria. Chicago ha tanto lavoro da fare e poco tempo per farlo perchè i Browns sono alle porte.

alex cavatton firma area 54

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