NFL Preview 2021 : Cincinnati Bengals

Dopo l’ennesima stagione disastrosa i Bengals si presentano al via con un Joe Burrow che sembra essersi ripreso in tempi record dal brutto infortunio patito contro Washington, ma con le costanti nubi che aleggiano ormai da anni sul coaching staff e sui reparti di linebackers e offensive line.
È come se testardamente i Bengals non volessero ammettere gli errori del recente passato e continuassero sul vecchio solco per dimostrare a tutti di non aver sbagliato le scelte degli ultimi anni, senza apportare sostanziali correttivi, che ogni off season vengono richiesti a gran voce dai media e dai tifosi.
La speranza è che un anno di esperienza in più per il coaching staff e il talento di molti giovani, specie nel reparto offensivo, possano mascherare i punti deboli del roster, garantendo un miglioramento rispetto alle ultime due stagioni e gettando le fondamenta per un salto di qualità che deve necessariamente essere fatto entro i prossimi due anni, in modo da poter contare sull’assalto al Super Bowl prima che alcuni fondamentali contratti da rookie scadano.

OFFENSE

Lo scontro in offseason tra il partito pro Chase e quello pro Sewell si è chiuso con la vittoria del primo e la scommessa che il potenziamento dei target a favore di Burrow riuscirà a compensare una linea offensiva migliorata ma non certo inappuntabile.
La scelta di Ja’Marr Chase, alla posizione numero 5 del draft, permetterà di schierare un arsenale composto da Burrow, Mixon, Chase, Boyd e Higgins, tutti sotto i 26 anni e ancora sotto contratto per almeno altri 3 anni. Il presente e il futuro sembrano radiosi da questo punto di vista e l’uso bilanciato di un TE come Uzomah, con un buon feeling con Burrow, e uno più specializzato nei blocchi come Sample, possono davvero rendere completo il gioco di lancio e di corsa, ma è inutile cercare di nascondere l’elefante dentro la stanza, tutto questo sarà possibile solo in funzione del rendimento della linea offensiva, vero tallone d’Achille della scorsa stagione.
L’aggiunta in free agency del tackle Riley Reiff dai Vikings, e la scelta al secondo round del draft, con una trade down che ha fatto storcere la bocca a molti tifosi, del left tackle di Clemson, Jackson Carman, per schierarlo guardia destra, sono state le uniche mosse significative per rinforzare il reparto. Di sicuro saranno indispensabili un minor numero di infortuni e il lavoro del coach Pollack per creare quegli automatismi che l’anno scorso la rotazione di 10 giocatori di linea con più di 200 snaps non han reso efficaci, indipendentemente dal talento a disposizione.
Difficilmente, a mio giudizio, si può ipotizzare che il reparto non sia trai dieci peggiori della lega, e questo non potrà che influenzare negativamente su tutto il gioco offensivo, nella speranza che Burrow abbia capito la necessità di liberarsi più velocemente del pallone, anche a scapito di qualche incompleto in più, per evitare i colpi che l’anno scorso hanno messo pesantemente a repentaglio la sua integrità fisica. L’obiettivo di questo attacco non deve essere legato strettamente al risultato, ma deve dimostrare di poter vincere contro chiunque e soprattutto sviluppare un gioco fluido che protegga al contempo il proprio franchise quarterback.

DEFENSE

Molte le facce nuove in difesa. Al mancato rinnovo dei free agents Atkins, Lawson, William Jackson III e Alexander ha fatto da contraltare l’arrivo rispettivamente di Ogunjobi dai Browns, Hendrickson dai Saints, Awuzie dai Cowboys e Hilton dagli Steelers. Difficile valutare se nel bilancio complessivo i Bengals ci abbiano guadagnato o meno; sicuramente il rientro dagli infortuni della scorsa stagione del nose tackle, D.J. Reader, e del cornerback, Trae Waynes, saranno i reali valori aggiunti della difesa. Al draft gli unici innesti che sembrano poter fornire un apporto in tempi brevi, anche se come edge rotazionali, sono Joseph Ossai scelto al terzo giro e Cameron Sample al quarto, per garantire quella pass rush che tanto è mancata ai Bengals la scorsa stagione.
Praticamente invariato il comparto dei linebackers, con grande fiducia della società nei tre rookies scelti al draft dello scorso anno, Wilson, Davis-Gaither e Bailey e in Germaine Pratt, al terzo anno, con uno schieramento difensivo quasi costantemente in nickel, usandone solo due contemporaneamente.
Questa fiducia non so da dove provenga, visto che l’unico che finora nel reparto ha dimostrato di poter giocare a livello NFL è Logan Wilson, mentre gli altri sono nella migliore delle ipotesi non ancora testati, quando addirittura inadeguati come spesso dimostrato da Pratt nella scorsa stagione.
Completamente nuovo sarà il reparto dei cornerback, ma il trio Waynes-Awuzie-Hilton può fare meglio di quanto non ci si aspetti anche perché coadiuvato dal duo consolidato Bates-Bell, con il primo che può davvero confermare di essere la migliore safety della lega, anche se non convocato al Pro Bowl nell’anno passato nonostante i numeri fossero tutti dalla sua.
Sostanzialmente è difficile che la difesa non si dimostri migliorata rispetto allo scorso anno, dove ha pagato le troppe assenze, ma al reparto viene richiesto di dimostrare più consistenza ed affidabilità che possano tenere in partita i Bengals contro la maggior parte degli avversari, lasciando ai molti playmakers dell’attacco il compito di vincerle.

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SPECIAL TEAM

La scelta del kicker Evan McPherson al quinto giro del draft, rende necessario aprire una parentesi a parte per gli special team. Sono ormai troppi anni che i Bengals si sono affidati a kicker mediocri, come Randy Bullock, che gli hanno fatto perdere partite giocate sul filo, proprio quello che mai si vorrebbe vedere dai propri special teams; a proposito non si può non rammentare la scena pietosa della prima partita del 2020 contro i Chargers in cui Bullock finse di essersi fatto male dopo aver malamente sbagliato il facile field goal dalle 31 yard allo scadere per andare ai supplementari.
Se McPherson si rivelerà un kicker  affidabile la scelta spesa al draft sarà sicuramente annoverata tra le ottime mosse del front office, altrimenti ci troveremo a riproporre il discorso che non vale la pena spendere delle picks per i giocatori degli special teams visto che ogni anno, tra gli undrafted, ci sono sempre valide alternative.

COACHING STAFF

Zac Taylor, nei due anni ai Bengals, vanta, per modo di dire, un record di 6-25-1 come head coach, con un 2-13-1 nelle partite con una sola segnatura di scarto. Solo altre due volte in NFL negli ultimi trent’anni il capo allenatore con un record così deludente è stato riconfermato per la terza stagione: una volta fu Don Shula con i Bengals, licenziato poi a metà della quarta stagione, l’altra Hue Jackson con i Cleveland Browns, ex offensive coordinator dei Bengals, licenziato a metà della terza stagione.
Per questo motivo ritengo che la salvezza di Taylor sia stato l’endorsement di Joe Burrow che ha espresso grande apprezzamento per il suo allenatore, salvandogli di fatto il posto.
Salvo inizi disastrosi credo gli verrà concessa tutta la stagione per dimostrare se il suo processo di maturazione si è finalmente completato, anche se le mie più grandi perplessità sono nei confronti del Defensive Coordinator Lou Anarumo, che finora non si è dimostrato all’altezza né tecnicamente né nella gestione dei giocatori. Buoni spunti si sono avuti a sprazzi dall’Offensive Coordinator Brian Callahan, anche se anche lui dovrà fare un salto di qualità visto l’arsenale offensivo messogli a disposizione. Tra gli assistenti tutti gli occhi sono puntati su Franck Pollack che avrà il compito di risistemare l’Offensive Line che è stato il reparto peggiore della passata stagione e ancora presenta grossi dubbi in quanto ad affidabilità, per non parlare della controversa scelta di Carman al Draft che sembra non fosse uno dei giocatori da lui messi nel mirino.

Record previsto: 6–11

I dubbi sul mancato rafforzamento della offensive line e sulle capacità del coaching staff, pesano come macigni nella valutazione del record finale, condizionato inoltre da un calendario molto impegnativo nella seconda parte dell’anno e dall’elevata competitività  della division e della conference in generale.

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I nostri voti

Offense - 7
Defense - 6
Coaching Staff - 5

6

I Bengals sono una squadra senza vie di mezzo, giocatori ottimi affiancati da altri inadeguati, un coaching staff chiamato alla prova della verità che dovrà dimostrare di essere un valore aggiunto per Joe Burrrow e non semplicemente andarne al traino, come fatto lo scorso anno, sperando che sia il giovane quarterback a portarsi sulle spalle il peso e la responsabilità di tutta la squadra. Ad maiora!

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Giorgio Prunotto

Appassionato da 30 anni di football americano e dei Cincinnati Bengals, stregato dal design del loro casco, dalle magie di Boomer Esiason e dalla Ickey Shuffle.

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5 Commenti

  1. Molto d’accordo con il commento di Giorgio Prunotto, molto preoccupato per i LBs e per la offensive line. Naturalmente anche io stregato dall’elmetto e poi, cinci è cinci. Ma burrow non si discute, a mio avviso miglior prospetto nel ruolo da molto tempo. L’anno scorso avrei fatto però una scelta diversa tenendomi ancora dalton per un anno. A mio avviso si poteva andare anche su Herbert che anche se meno talentuoso mi pare più robusto di burrow. Cosa ne dici Giorgio Prunotto?

    1. Io adoro Burrow perché è eccezionale, un leader vincente che impara in fretta dai suoi errori e tende a non ripeterli, così maturo e pronto che sarebbe stato un peccato lasciarlo in panchina un anno. Certo l’errore tremendo è stato quello di non proteggerlo con una linea adeguata, che avrebbe visto probabilmente Herbert fare la stessa fine.
      Herbert è stato meraviglioso l’anno scorso, ma io continuo ad avere dubbi sulla sua capacità di imparare dai propri errori e sviluppare un gioco con un playbook più complicato, per questo continuo con il motto: in Burrow we trust!

      1. D’accordo su burrow! veramente bravo anche su playbook a mio avviso non semplice come il nostro. Il tempo ci dirà se hai ragione su Herbert ma ho notato anche io ogni tanto esegue alcune giocate prevedibili, vediamo…, Oregon giocava molto bene con lui in regia, certo non era LSU….
        Chiudo con la speranza che la OL lo protegga, anche se ho più di qualche perplessità a riguardo. Magari provare con un playbook con più corse?

  2. Allora Giorgio Prunotto cosa ne dici della prima? Ammetto che ho visto solo gli highlights ma mi sembra abbastanza bene Joe, ma a mio avviso ancora non benissimo; certo si è beccato due sacks e mezzo, ma d’altra parte lo sapevamo già e purtroppo lo sapeva anche lui. Il problema è che giocavamo contro una defensive line che non mi pare valere quella dei chiefs o dei bucs. Anche i linebackers, insomma… . Bene invece il gioco sulle corse, che se non altro serve a variare il gioco e a preservare il QB. Certo si è vinto all’OT con un po di fortuna, ma anche quella fa parte del gioco. Quali sono le tue impressioni Giorgio?

  3. Burrow è andato molto bene secondo me con 128,8 di passer rating, nonostante una linea che ha concesso 5 sack e 7 hit. I Vikings sono ancora un cantiere ma non ti stupire se tra un mese vinceranno partite importanti.
    I Bengals sono andati bene, ma Zach Taylor ha fatto davvero errori importanti, inammissibili al terzo anno.
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