Scusate l’accento – La malattia della NCAA

Inizio ad essere stanco. Stanco di alzarmi il lunedì mattina, aprire Twitter e vedere i Rankings della NCAA e di leggere di decine di tweet e articoli e video su come non è vero che il team A sia migliore di B e che B non è stata valutata. Come? Succede tutti i martedì con i Power Rankings della NFL? Vero. Ma i Power Rankings non decidono chi va ai PlayOff (PO) nella NFL. Mentre i CFP Rankings decidono chi va ai Playoff nel College football.
In particolare quando vi sto scrivendo. Da poche ore è uscita il Ranking finale CFP che decide le quattro squadre che vanno ai PO di College Football: Alabama, Clemson, Ohio State, Notre Dame. Il Ranking ufficiale è deciso da una commissione fatta di ex allenatori, ex giocatori e presidenti di alcune Università.

Emanuele, dove sta il problema? Sono le migliori quattro squadre no? Eh, Ni.

Escludiamo le prime tre, Alabama, Ohio State e Clemson hanno meritatamente fatto un’ottima stagione e hanno vinto il titolo della loro Conference e meritano quindi di andare ai PO. Nessun dubbio su queste. Sulla quarta posizione, possiamo invece fare un discorso molto lungo, su come University of Cincinnati poteva stare dentro, considerato che per via del COVID non sono potuti uscire dalla loro Conference e non hanno potuto fare quelle scintillanti (“eye-catchy” se mi passate l’inglesismo) vittorie fuori dalla AAC, ma hanno vinto su SMU e Memphis che comunque hanno avuto sette vittorie a fine stagione. Per non dimenticare che hanno battuto Army, che ridendo e scherzando finisce la propria stagione con 9 vittorie. Anche Texas A&M poteva stare dentro dopo la sconfitta di Notre Dame contro Clemson al Championship ACC. Considerato che comunque hanno preso una batosta contro Alabama. E poi hanno battuto Florida che è andata alla finale di Conference e ha battuto altre squadre della SEC. Non sarebbe la prima volta che una squadra che non vince la Conference va ai Playoff. E non dimentichiamoci di Oklahoma che alla fine ha battuto in stagione la sesta, la ventesima e la ventunesima del ranking finale stagionale. Immagino la pressione di Castiglione e Soclum (membri della committee dei PO ma provenienti da Oklahoma e Texas A&M) che non possono nemmeno fare troppe pressioni per fare entrare la loro squadre per sembrare di parte. Ecco, possiamo fare tutto un discorso su come alla fine anche Notre Dame meritasse di andare, ma torniamo sempre allo stesso problema che c’è in questo formato da anni. Discuteremo sempre su chi meritasse di andare: “E perché non c’è nessuno della PAC-12?”,“Nessuno della BIG-12?“; ma il problema non è lì. Il problema che staremmo a cercare di curare i sintomi e non la malattia.

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Sì. La NCAA è malata.

Malata di un sistema da loro stessi creato un paio di anni fa con la decisione di creare il sistema di Playoff. Che per carità io appoggio in pieno. Ma credo che in NCAA non si siano accorti delle conseguenze sul lungo periodo. L’NCAA è malata proprio perchè solo quattro squadre possono andare ai Playoff. I migliori giocatori che escono dall’High School ricevono diverse proposte di borse di studio per poter giocare in una particolare Università. Neanche a dirlo, Alabama e Ohio State hanno preso i 50 migliori giocatori proveniente dall’High School. Per metterlo in raffronto alla NFL è come se i Kansas City Chiefs e San Francisco 49ers, partecipanti all’ultimo Super Bowl, avessero preso i primi 50 giocatori nei primi 2 giri. Clemson in qualche modo è sì vincente ma in una conference considerata meno “da duri” ma è comunque capace di portarsi a casa tantissimi altri giocatori da 4 e 5 stelle.
I giocatori forti dell’High School vogliono andare in NFL, per andare in NFL con i giri più alti per essere poi pagati di più devono figurare in squadre forti, che possano poi puntare al Titolo Nazionale.

Prendiamo l’ultimo Draft: LSU, Campione NCAA, ha dato la bellezza di 5 primi giri: Burrow (CIN, 1), Chaisson (JAG, 20), Justin Jefferson (MIN,22), Queen (BAL,28), Edwards-Helaire (KC,32).  Ohio State ha dato seconda, la terza e la diciannovesima pick assoluta: Young, Okudah, Arnette. Alabama quattro nelle prime 15. Clemson tre scelte nelle prime trentatre, con la quasi certezza che quest’anno il QB scelto alla prima sia il loro.
Ups, sono esattamente le squadre che sono andate ai Playoff l’anno scorso. Altri College con giocatori presenti al primo giro, Georgia (andata ai PO nel 2018),  Oklahoma (andata ai PO negli ultimi 3 anni), Oregon (che ha vinto tutti i titoli PAC-12 negli ultimi 2 anni). E così via. Ed era lo stesso anni fa con USC, non discuto su questo. Ma questo significa che non c’è rinnovamento. Che tutto è basato sul recruiting. Chi fa il miglior recruiting vince il Titolo Nazionale a tavolino?
Chiudete gli occhi per un attimo e immaginatevi la QB room a Ohio State di 3 anni fa, con Haskins (primo giro 2019), Burrow (primo giro 2020) e Field (prospetto da primo giro, proiettato al momento come numero 2 assoluta dietro Lawrence). Grazie che Burrow abbia chiesto il trasferimento ad LSU!
Non abbiamo assistito a Alabama vs Clemson per la quarta volta in cinque anni perché LSU e Georgia si sono messa di mezzo.

Su 6 finali per in National Title solo 6 team sono apparsi alla grande ribalta: Alabama, Clemson, LSU, Georgia, Ohio State e Oregon. Che sono poi quelli che vi ho appena citato per le top pick del Draft. Al Super Bowl, nello stesso lasso temporale sono ben 9, con molte meno squadre a disposizione e ci sono di mezzo i Patriots che hanno partecipato a 4 Super Bowl in 5 anni. Cosa che normalmente non accade!
Prima si faceva recruiting con la scusa di voler puntare alla conference, o di voler battere una particolare rivale storica. Ora che l’asticella è ancora più in alto i giocatori forti vanno solo sulle stesse squadre.
La NCAA nel Basket ha quella “Dolce Follia” chiamata March Madness. Nella March Madness ci sono 68 squadre che se le danno di santa ragione sulla partita singola. E sulla partito singola tutto può succedere. Proprio come nel Football. Ogni anno c’è quella squadra Cenerentola che arriva alle Final 8 o alle Final 4, magari non vince il titolo, ma che bella che è stata la sua corsa. (Mi viene da pensare recentemente a Chicago nel 2018).
Membri della NCAA, so che non parlate Italiano e non leggerete mai queste parole di questo studente di un college americano sui piedi delle montagne rocciose… ma espandete i playoff! Per favore!

Prendete le power-5, i vincitori di ogni division va comunque ai PO, indipendentemente dalla vittoria della conference o meno. Magari vanno da una parte del tabellone anziché dall’altra. Le altre 6 squadre possono essere prese o come wild card o fra le vincitrici della ACC, Sun Belt, Mountain etc… Potete prendere pure Wild Card  per quanto mi riguarda. Amo il College Football e so perfettamente che è fatto di tradizioni, la storia dei Rankings è una tradizione dal 1936, e per quanto mi riguarda potete scegliere le 6 migliori wild card con una commissione. Ma almeno le prime 10 sono chiare, limpide. Non mi piace vedere squadre che magari sotto la pioggia o la neve, o semplicemente in una giornata no, che perdono contro una squadra sfavorita e vedono i loro sogni playoff buttati al vento. O non valutare una squadra imbattuta perché nella vostra testa non ha i giocatori per andare ai PO. Non funziona così per me. Per me deve parlare il campo. Fate 10 giornate stagionali, le solite 3 partite extra-conference e per rivalità storiche (qui in Colorado c’è sempre CU vs CSU per esempio) le 5 dentro la division e 2 dentro la stessa conference a rotazione, e si vada ai PO prima delle finals. Con le finals four dopo Natale.

Non volete espandere i Playoffs a 16? Fate almeno a 12 con i primi 4 team in “bye”? Ad 8 con questa situazione la cosa non migliorerà. In questo momento per i prossimi 3 anni gli stessi 6 team combatteranno per le posizioni per i Playoffs. 6 o 8 non cambiano le cose. Già passare a doppia cifra darebbe modo a Cenerentole di poter dire: siamo dentro ai PO tanto quanto tutti gli altri. Sì, i primi anni magari ci saranno partite tipo: Alabama – Costal Carolina, che ora come ora sono scritte prima ancora di iniziare, ma fra qualche anno, con un recruiting allargato magari no!
L’importante è un sistema chiaro come quello NFL. Vanno le vincitori di Division e le miglior 3. Non stiamo a perennemente a dire ah però i Raiders dovevano andare l’anno scorso. Fate un sistema non basato sui Rankings, un sistema non basato sul potenziale del team, sul recruiting ma sulle vere vittorie del campo. Fate un sistema che se vinci la Division della Power-5? Vinci la Pac-12 South? Vai ai Playoff!
Le altre tre le puoi o invitare o creare un calendario che permetta a squadre di conference “minori” di potere apparire. Di attirare anche loro talenti, con la scusa che tutti possono andare a vincere il titolo! Dobbiamo cambiare le solite quattro che vanno al titolo nazionale, di evitare di essere sempre lì a litigare su chi sia la migliore. Dobbiamo trovare la squadre migliore dell’anno, non le quattro migliori dell’anno.

Capisco anche cinicamente i motivi per cui le squadre che vanno ai PO costantemente e hanno i migliori recruiting non vogliono un’espansione dei Playoffs, banalmente i soldi. I soldi che le grandi Powerhouse guadagnano solamente dal football sono qualcosa di impressionante. Un biglietto stagionale, che ti permette di vedere tutte le partite, per vedere Alabama giocare non va sotto i 600 dollari. Quando per vedere Colorado, in uno stato nettamente più ricco dell’Alabama, i biglietti stagionali li trovi a circa metà del prezzo. Non parlo poi della partita singola. Ho visto biglietti venduti a 400 dollari per eventi particolari (Nebraska vs CU). Per non parlare dei soldi che arrivano dal merchandising. Le Università fanno tantissimi soldi col Football e in qualche modo capisco la volontà di Alabama, Ohio State e compagnia di voler tenere ben ferme le redini di questa montagna di soldi che arriva nelle tasche del Campus. Ma onestamente così non si può continuare. Soprattutto in un anno dove il COVID ha decimato le casse di quasi tutti i College. C’è chi pensa che il College Football sia una realtà un po’ diversa dalla Serie C di calcio, talenti che devono crescere. Tutto l’opposto. Fra biglietti, parcheggi, trasporti, ristorazione e tutto il circo intorno anche una realtà medio-piccola come la mia Università ha contato 88 milioni di dollari di perdite e centinaia di posti di lavoro persi. Moltiplicate per tutte le università.
Lo so che per i puristi questa espansione sarebbe la morte del College Football, che in questo modo si valuta meno la stagione regolare, che una volta si decideva con i Bowl etc etc.

Ma…una volta e una volta. I cambiamenti e i rinnovamenti hanno portato ad una situazione che se non facciamo qualcosa ora la NCAA come la conosciamo di questo passo andrà a morire a prescindere.

Fatelo NCAA. Espandete i playoffs. Morire un po’ per tornare a vivere.

L’elenco di tutti i Bowl NCAA 2020

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Emanuele Sortino

Doctor in Material Science and Engineering at University of Colorado Boulder. Titolo preso solo col scusa di avere una copertura per la sua smania di football. SKO Buffs e GO Broncos!

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