Uno sguardo tattico alla prestazione di Chase Claypool

Durante la partita di week 5 tra Steelers e Eagles è emerso come protagonista per Pittsburgh il rookie Chase Claypool. La scelta al secondo giro ha totalizzato 4 TD, di cui 3 su ricezione e 1 su corsa, diventando così il primo giocatore NFL di nazionalità canadese a ricevere 3 TD in una partita dal 1927, prestazione riuscita solo a Joe Rooney con i Duluth Eskimos. Inoltre Claypool entra nella storia degli Steelers, condividendo il record di 4 TD segnati in una partita con il ricevitore Roy Jefferson, il quale mise a segno quattro segnature nel 1968.

La matricola canadese guida la sua squadra alla quarta vittoria stagionale, portando il record di Pittsburgh sul 4-0, record raggiunto l’ultima volta nell’annata 1979, conclusasi con il Lombardi Trophy, battendo i Dallas Cowboys in quel di Miami.

Andiamo però a dare uno sguardo più da vicino, per analizzare dove il ricevitore numero 11 ha sorpreso tifosi ed avversari, grazie al suo talento e alle chiamate effettuate dalla sideline dal Head Coach Tomlin e l’Offensive Coordinator Fichtner.

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L’attacco di Pittsburgh su un 3&2, con 03:40 da giocare sul cronometro del primo quarto si schiera in una single back ace formation, in 12 personnel (ovvero 1RB, 2TE e 2WR). La difesa di Philadelphia risponde schierando una 4-3.Tutti i ricevitori (McDonald, Ebron, McCloud) fungono da bloccanti, tranne Claypool che attraversando, da destra a sinistra, il backfield riceve l’handoff, da parte di Roethlisberger, conquistando il primo down.

singleback claypool

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A due minuti di distanza dall’azione che abbiamo visto in precedenza, questa volta su un 2&Goal, gli Steelers si schierano nuovamente in single back ace formation, sempre in 12 personnel, questa volta convertendo un RB (Edmund) in un WR. Di nuovo gli Eagles rispondono posizionandosi con una 4-3. Ancora una volta tutti i ricevitori vanno a bloccare il diretto avversario, Claypool attraversa il backfield, in fotocopia con l’azione di prima, ricevendo il pallone dal suo QB, terminando la corsa in end-zone, per il primo TD di giornata. Si nota, come una frazione di secondo per i linebacker degli Eagles, distratti da una finta corsa del RB Conner, sia fatale per non poter intervenire più su Claypool, il quale nonostante vede entrare Cox nel backfield lo brucia grazie ad una superiore velocità.

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Passiamo ora al secondo TD di giornata. Questa volta i ragazzi di Tomlin sono schierati in una double wing shotgun formation, in 11 personnel. Solitamente questa chiamata si sviluppa per Pittsburgh con una traccia quick-in del ricevitore esterno (in questo caso Washington #13), una post-route dello slot-reciver (Smith-Schuster #19), una flat-route del TE (Ebron #85) e una slant del WR esterno, il nostro protagonista Claypool (#11). Pittsburgh ha già fatto questa chiamata in precedenza guadagnando qualche yard per un corto secondo down, grazie alla traccia slant del numero 11. La bravura di Claypool in questa azione è comprendere dal posizionamento del linebacker prima e la saftey poi, la possibilità di avere un maggiore guadagno prolungando la propria traccia. Per fare ciò Chase segnala l’intenzione di continuare la sua traccia e di conseguenza la necessità che Smith-Schuster, slot-reciver, modifichi la sua per lasciare la porzione di campo libera. Se ponete attenzione tra il quinto e il quarto secondo del cronometro, Claypool mostra due dita al compagno, il quale questa volta non correrà più una post-rout, ma una quick-out, lasciando la porzione di campo libera per il secondo TD del rookie con la maglia numero 11.

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Durante il primo quarto di gioco l’OC Fichtner ha saturato la difesa 4-3 di Philadelphia con una bunch-formation in 11 personnel per sfruttare a pieno la pericolosità dei suoi ricevitori. In questo caso possiamo vedere come su 3&16, nonostante l’azione si concluda con una vittoria per la difesa, BigBen riesca con semplicità a trovare il ricevitore. Stessa azione, questa volta in empty-backfield, è giocata a ridosso della end-zone. I ricevitori sono disposti in una bunch-left, mentre sulla destra il TE Ebron è lasciato in 1vs1. La difesa si accoppia in ritardo al partire dello snap, Claypool riceve un passaggio esterno, sfrutta i tre blocchi dei suoi compagni e va a siglare il suo terzo TD.

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Arriviamo così al quarto ed ultimo TD del ricevitore da Notre Dame. A 03:40 dalla fine gli Eagles hanno fallito, con il kicker Elliot il field-goal del vantaggio. Nonostante lo svantaggio, la difesa di Philadelphia ha fatto un ottimo lavoro, costringendo gli Steelers ad un 3&8 a 35 yard dalla end-zone con 3 minuti sul cronometro. Per i ragazzi di Pederson basta un altro stop difensivo per sperare ancora in un drive vincente. La delicata situazione da parte di Pittsburgh è affrontata con una giocata chiamata double-smash-Y-option, in empty-backfield. La giocata prevede due hitch-route dei ricevitori più esterni, due corner-route dei ricevitori più interni e una traccia dello slot-reciver, in questo caso il “nostro” giovane canadese, che decide tra quattro opzioni (in/out/hook/fly), a seconda di ciò che la difesa lascia. Mentre entrambe le saftey sono distratte per una frazione di secondo dalle corner-route di Smith-Schuster e Washington, Claypool dimostra maturità nel leggere la situazione di gioco. L’ex fighting-irish comprende il miss-match favorevole, frutto dalla marcatura in 1vs1 contro un avversario più lento, il LB Gerry (#47), percorre quindi una traccia profonda, recapitando lo sferoide prolato in end-zone e mettendo definitivamente la partita in ghiaccio.

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In questo caso vediamo il double-smash-concept interpretato prima dai 49ers, nonostante non sia presente la traccia “fly” dello slot-receiver, percorsa da Claypool.

Smash Concept 1

E poi applicato a livello NCAA, senza uno slot-receiver, ma con il running-back che percorre la fly-route.

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double-smash concept

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Matteo Colangelo

Se vi piacciono l'NFL, Tarantino e la birra belga, siamo sicuramente amici.

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