L’Off Season 2020 di Bill Belichick in chiave mitologica: Atena o Prometeo?

Uno degli aspetti che trovo più caratteristici e affascinanti del football americano è la dimensione di epicità intrinseca che si trova non solo in ogni partita, ma in ogni aspetto del gioco, dalle sfide strategiche dei coach sulla sideline, alle storie dell’off-season. Ogni singola partita di football in fondo non è che una riedizione del mito americano della conquista del West, una storia di inesorabile, sudato e combattuto avanzamento in territori ostili per arrivare alla ricompensa finale. Per me come per tanti altri, il football riporta alla mente i miti Greci e Romani: eroi dalle abilità superiori, che si scontrano in una battaglia a campo aperto nelle loro splendenti armature. In questo articolo ci divertiremo a tracciare un parallelismo con alcuni concetti della mitologia greca, per capire un pò come potrebbe essere il prossimo futuro dei New England Patriots e cosa ha in mente Bill Belichick.

Bravo e Bello

Nella mitologia greca classica ci sono due parole specifiche che vengono associate per descrivere il canone dell’eroe per eccellenza, Kalòs kai Agathòs, Bravo e Bello. Nella NFL moderna, Tom Brady ha sicuramente rappresentato ciò durante gli ultimi vent’anni. Vincendo con l’intelligenza, piuttosto che con i mezzi fisici, il parallelo che mi viene in mente per lui è quello con Ulisse, con il quale curiosamente condivide anche la durata del proprio “viaggio”. Ulisse è l’eroe dal “multiforme ingegno”, che eccelle e prevale sui rivali tramite astuzia, intelligenza tattica e una abilità di continuo adattamento alle circostanze, in opposizione ad Achille e al suo strapotere fisico.

Dietro alle fortune di entrambi, Tom e Ulisse, inoltre si vede spesso, non troppo celatamente, l’ala protettrice di qualcun altro: per l’eroe greco, la connessione con la dea Atena è una costante per tutta la vita; per Brady, lo stesso si può dire del rapporto con Bill Belichick. Nell’anno domini 2020 però, tra i tanti cambiamenti epocali accaduti al mondo, ce n’è stato uno che dà spunto alla nostra storia: il rapporto tra il QB che ha legato il suo nome per sempre ai New England Patriots e il suo protettore si è interrotto. Non ci addentreremo qua sui motivi, che personalmente ritengo siano sia da una parte che dall’altra, ma è innegabile che il “Felpa” abbia avuto un ruolo più che decisivo nella scelta di separarsi dal suo campione. Questo evento ci lascia pertanto con un quesito, al quale cercheremo qua risposta: Belichick è davvero già assunto al ruolo di divinità, l’Atena del nostro parallelismo, o in qualche modo questa sua voglia di dimostrare sempre di più, di spingersi sempre oltre e sfacciatamente sfidare le divinità primordiali del football verrà punita con un fragoroso tracollo, come accadde a tanti eroi e semi-dei nell’Antica Grecia?

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Astuzia e Tracotanza

Per provare a rispondere a questa domanda, ricolleghiamoci ai concetti della mitologia greca che possono rappresentare questa dicotomia: da una parte, abbiamo l’astuzia, illimitata e sfacciata, spesso difficilmente distinguibile dall‘inganno; dall’altra la tracotanza, un eccesso di presunzione ed insolente arroganza, che porta a spingersi troppo oltre e che prima o poi finisce per punirti. Métis e Hybris.

Métis: è il nome della madre di Atena, ma rappresenta anche quell’intelligenza di cui abbiamo parlato in dettaglio prima, astuta, furba, spesso al limite delle regole e volta ad ingannare, ma alla fine spesso vincente. 

Hybris: è un concetto cardine nella mitologia greca, rappresenta la superbia, il limite oltre il quale non spingersi, pena un disastro divino. Tante figure mitologiche hanno peccato di hybris, tra i quali forse la prima che viene in mente è Icaro, che volle provare a volare troppo in alto e finì scottato dal Sole. O Prometeo, che forse per me è colui che meglio si associa a Bill, dovesse essere quest’ultimo giudicato peccatore. Prometeo rubò il fuoco e lo donò agli uomini, prima di venire punito da Zeus, così come Belichick ha rispolverato e ci ha regalato così tante idee tattiche e non, dal roster building all’Erhardt-Perkins modificato, passando dalla difesa (qua la palla passa a voi esperti di tattica amici di The Bootleg).

Dopo questa lunghissima introduzione, proviamo ora a vedere tre argomenti a favore di uno e dell’altro, per poi provare a tirare le somme.

Indizi per Belichick Peccatore di Hybris

Record Senza Brady: in vent’anni di Dinastia Patriots, un marchio di fabbrica è stata la capacità di rimanere vincenti con dei team che sulla carta, a parte Brady, spesso non avevano un talento superiore. Sicuramente gran merito va al coaching staff, ma la presenza di Tom in campo ha sempre aiutato a sopperire all’assenza di stelle in campo. Belichick sembra voler adesso continuare sulla stessa strada di affidarsi a giocatori sconosciuti, non avendo però più la stella polare sul gridiron a cui affidarsi. Osservando il record di Belichick senza Brady, questo sembra essere un grande azzardo: nelle stagioni da HC dei Cleveland Browns, il record di Belichick è 36-44, e in generale senza Tom il suo record à di 54-63 (46% vittorie). Al contrario, con Tom in campo, siamo a 219-64 (77%). Belichick sembra voler puntare al record di Don Shula per maggior numero di vittorie totali (347), ma a volerci arrivare “da solo” senza altre stelle o giocatori di rilievo al suo fianco che lo possano oscurare. E qua si passa al secondo punto, la offseason 2020 e il draft.

Off-season 2020: della free agency e draft dei Patriots ne parlammo in dettaglio nella intervista della rubrica Parola all’Insider che potete recuperare qua. Cercando di ricapitolare in breve, in free agency i Patriots hanno perso oltre a Brady diversi punti cardine degli ultimi anni, come Kyle Van Noy, Jamie Collins, Stephen Gostkowski o James Develin. A rimpiazzarli, a parte Cam Newton del quale parleremo successivamente, non è arrivato nessun nome conosciuto, ma tutti giocatori “scartati” da altre squadre. Anche al draft lapproccio è stato tuttaltro che aggressivo, con una trade down addirittura per uscire dal primo giro e con scelte tra il coraggioso e l’hipster. Kyle Dugger, prima scelta al numero 37, arriva da una sconosciuta scuola di Division II, ed è il perfetto riassunto dell’approccio deciso dal Felpa. Logica vorrebbe che, perso un leader e punto di riferimento come Brady, si provi una ricostruzione che parta dalla ricerca di giocatori che possano diventare certezze per il futuro della franchigia ed attorno ai quali costruire. Così non è stato, né in free agency né tra i giovani del draft. Sono state prese soltanto una serie di scommesse quasi volte a voler arrogantemente dimostrare una superiorità a tutti i costi: un piano rischioso.

Sospetti dal recente passato: altri indizi di un Belichick colpevole di superbia e tracotanza possono ricercarsi nel recente passato. In particolare, sono due i momenti che mi vengono in mente più di tutti:

  • Super Bowl 52. Brady ha giocato forse la sua miglior finale di sempre, facendo a fette una difesa degli Eagles fortissima. Il problema è che il buon Nick Foles ha fatto lo stesso, se non alla fine di più, con la difesa e la secondaria dei Patriots. In quella partita, il nostro secondo migliore CB, Malcom Butler, non vide praticamente il campo per motivi mai chiariti di spogliatoio. I suoi sostituti furono a rotazione Eric Rowe, Johnson Bademosi e Jordan Richards. Contro loro tre, su decisivi terzi down Foles completò 6 su 7 passaggi per 127 yards. Belichick si ostinò imperterrito a non cambiare nulla e a non schierare Butler, incredulo (come i suoi compagni) in panchina. Con un po’ meno testardaggine, sono convinto che quel Super Bowl sarebbe finito in direzione Boston.
  • Stagione 2019. Gronkowski si ritira temporaneamente dal football giocato a Marzo. La stagione viene giocata con Ryan Izzo, Matt LaCosse e Ben Watson, quest’ultimo fatto rientrare in fretta e furia da un meritato ritiro. La sensazione è anche qua che si sia voluto dimostrare di poter fare bene in quel reparto con chiunque, giudizio clamorosamente sbagliato visto che la posizione è stata per tutto il tempo uno dei principali talloni d’Achille (o di Ulisse-Brady..) dell’attacco.

Indizi per Belichick Rappresentante di Métis

Coerenza e sguardo al futuro: Bill Belichick ha sempre avuto un approccio chiaro nella gestione dei Patriots degli ultimi vent’anni: il gruppo viene prima di tutto e ogni individualità deve adattarsi ed essere funzionale al team, sempre. Questo è stato il mantra, ancora più di Do Your Job. Ovviamente le stelle sono state sempre benvenute a Foxboro, ma a patto che fossero disponibili a mettere il loro ego in funzione della squadra. Se in free agency ci fosse un giocatore affermato che si pensa possa avere queste caratteristiche, Belichick ha dimostrato di non aver paura ad aprire il portafoglio, vedasi Stephon Gilmore. Evidentemente, in questa sessione questo tipo di profilo su cui investire spazio salariale e puntare per il futuro non c’era, secondo il Coach.

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Un’altra caratteristica di BB è quella di costruire il roster mantenendo sempre un occhio al futuro e cercando di ottenere il massimo dal salary cap per costruire un roster bilanciato sia per competività sul campo, sia per futuribilità. Osservando i numeri, lo spazio salariale di New England per il 2020 è quasi a zero, mentre per il 2021 è proiettato al top 5 della lega, con circa 94milioni a disposizione. Avendo questo in mente, inizia ad avere più senso perché si sia preferito puntare su scommesse quest’anno, piuttosto che svenarsi per cercare qualcuno che diventasse la base per il futuro: non c’è fretta e soprattutto non c’è nulla da perdere da questa strategia quest’anno. Se le scommesse girano, bingo, se non vanno, il futuro permetterà di ricostruire già dall’anno prossimo.

Veterani e adattabilità: sempre dall’osservare free agency e draft da un altra prospettiva, ci arriva un altro indizio che la strategia di Belichick forse non è così forsennata come potrebbe sembrare a prima vista. E’ vero che nomi chiave dello spogliatoio sono andati via, ma altrettanti veterani come i gemelli McCourty (nella foto) e Matthew Slater sono rimasti. La loro presenza assicurerà una linea di continuità tra il vecchio e il nuovo gruppo.

McCourty fratelli

Le scelte al draft possono piacere o meno tecnicamente, ma guardandole bene è chiaro che c’è un piano dietro, specialmente in difesa: pur non avendo un nome affermato, giocatori come Dugger o i due LB scelti sono atleti capaci di adattarsi a diverse situazioni di gioco. Sulla carta è quello che serve per provare a contrastare gli attacchi moderni, sempre piu’ imprevedibili e simili al mitologico cane a tre teste Cerbero. Potrà funzionare o meno, ma Belichick sta provando ancora una volta ad anticipare l’evoluzione della NFL moderna.

Cam Newton: infine, a free agency più che inoltrata è stato firmato Superman. Pur essendo anche lui una scommessa ed un enorme punto di domanda per via della tenuta fisica, a prescindere dal successo o meno dell’esperimento l’arrivo di un MVP e giocatore potenzialmente devastante come Newton a quelle cifre è secondo me un indizio che Bill Belichick non stia cercando di sfidare gli dei del football. Anzi, ritengo che sia una prova potenzialmente decisiva che anche quest’anno il coach stia calcolando e pianificando ogni sua azione per far sì che come tempistiche le cose accadano nel momento ottimale in cui il rischio sia minimizzato e i vantaggi potenziali massimizzati.

Verdetto

Secondo me, Bill Belichick è la rappresentazione nel Football della dea Atena e della Mètis, e questa off-season ne è solo un’altra dimostrazione: ingannevole, che confonde e lascia spiazzati, non subito chiara e che magari richiederà qualche anno per maturare ed essere compresa, ma senza dubbio astuta e calcolata. Da tifoso Patriots, non mi aspetto certo anni di Super Bowl in continuazione come quelli passati (quella si’ che sarebbe Hybris!), ma sono tranquillo che la squadra è in sicure mani divine per gli anni a venire e penso proprio che ci divertiremo.

Un ringraziamento speciale a Giorgio “Chirone” Prunotto, ispiratore e saggia guida dietro a questo articolo.

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Federico Scalese

Folgorato da Tom Brady nel 2006, i New England Patriots son diventati la mia grande passione. L'intercetto di Butler visto in un pub pieno di americani tifosi Seahawks a Lussemburgo è il mio ricordo sportivo preferito. Ora in UK con la speranza che la NFL ritorni presto a Wembley.

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