Perchè Saquon Barkley dominerà nel 2020

I New York Giants hanno cominciato il nuovo decennio apportando numerose modifiche ad una squadra che nelle ultime due stagioni era riuscita a collezionare soltanto 9 vittorie in 32 partite disputate. Il front office, guidato dal general manager Dave Gettleman, ha completamente rivoluzionato il coaching staff, non confermando di conseguenza la fiducia al capo allenatore Pat Shurmur, la cui è avventura alla guida dei “Big Blue” si è conclusa dopo soltanto due stagioni. Per sostituirlo i Giants hanno optato per Joe Judge, il quale sarà alla sua prima esperienza da head coach dopo aver trascorso cinque stagioni come coordinatore degli special teams dei New England Patriots. Un altro cambiamento molto importante per la franchigia newyorkese riguarda la firma di Jason Garrett, profilo che andrà ad occupare il ruolo di coordinatore offensivo, nel tentativo di migliorare un attacco che nel biennio appena trascorso è perennemente risultato sotto la media sia nel passing che nel running game. Il sistema offensivo proposto da Jason Garrett nel corso della sua esperienza ai Cowboys ha sempre confermato la centralità del running back, tendenza che con ogni probabilità verrà riproposta con Saquon Barkley, il quale ha tutte le carte in regola per far fare il salto di qualità all’attacco dei Giants.

UNO SGUARDO AL PASSATO

L’arrivo di Saquon Barkley nel 2018 ha rivoluzionato l’attacco di New York, in quanto la franchigia era reduce da ben cinque stagioni nelle quali nessun running back era mai stato in grado di superare le 863 yard su corsa. Nonostante i Giants possedessero la 29esima linea offensiva della lega in run blocking e la squadra fosse spesso costretta ad inseguire nel punteggio, l’impatto di Barkley sul running game è stato sensazionale. Nel suo anno da rookie il prodotto di Penn State ha messo a referto 1307 yard su corsa (in 261 portate), 11 touchdown e 5 yard per portata, collezionando il 14esimo valore DYAR tra i 47 running back NFL qualificati alla statistica.

Le situazioni di gioco dei Giants, che nel 2018 vinsero solo cinque partite, condizionarono particolarmente il ritmo di gioco di Barkley, che superò le 20 portate solo in quattro gare su 16 disputate. La filosofia offensiva dell’ex capo allenatore Pat Shurmur, focalizzata su lanci medio-corti per allargare la difesa orizzontalmente, valorizzava alla perfezione l’affidabilità delle mani del running back e la sua abilità nel route running. Le sue 91 ricezioni restano infatti il valore più alto mai fatto registrare da un running back al primo anno, ma la sua stagione da rookie è stata coronata anche dal primato in scrimmage yard (2028) e broken tackle (43), oltre che dalla tremenda abilità nel creare big play grazie ad un fisico possente e ad una agilità fuori dagli schemi.

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Ecco le cinque giocate di Saquon Barkley più quotate da PFF. Sono evidenti le caratteristiche principali del running back dei Giants: grande velocità, capacità di rompere i tackle e sensazionale visione di gioco.

2019

La situazione in casa Giants lo scorso anno non è cambiata. La franchigia newyorkese ha concluso la stagione con un bilancio di 4-12 e la linea offensiva è rimasta ancorata sotto la media della lega nonostante l’aggiunta del tackle Nate Solder e della guardia Kevin Zeitler. Nel 2019 Saquon Barkley ha dovuto fare i conti con un infortunio alla caviglia che lo ha tenuto lontano dal campo per tre partite. Il running back ha però affrettato il suo ritorno dall’infortunio, che solitamente necessita dalle sei alle otto settimane per essere recuperato, restando limitato per tutta la seconda parte della stagione.

Nonostante le tre partite saltate, Barkley è comunque riuscito a realizzare numeri discreti, mettendo a referto 1003 yard su corsa e sei touchdown. La maggior parte delle statistiche non influenzate dal numero di partite giocate hanno però visto una discesa, come il valore DYAR (18esimo su 45 running back) e le yard per portata (4.6). Ad influenzare l’efficienza di Barkley, oltre all’infortunio, ci hanno pensato tutti gli altri reparti della squadra: il mediocre livello della linea offensiva ed i numerosi infortuni subiti in attacco, hanno infatti reso il reparto offensivo sostanzialmente obsoleto, non permettendo di fatto ai Giants di dare continuità al running game, che ha visto Barkley superare le 20 portate solo in due match.

PERCHE’ BARKLEY DOMINERA’ NEL 2020

Dopo due anni di inefficienza offensiva sotto tutti i punti di vista, i Giants hanno optato per Jason Garrett come coordinatore offensivo. Garrett è stato capo allenatore dei Dallas Cowboys dal 2011 al 2019, contesto nel quale prima con DeMarco Murray, poi con Ezekiel Elliott, si è rivelato estremamente propenso a basare il suo attacco sul gioco di corse.

Dallas, a partire dal 2011, ha investito pesantemente sulla linea offensiva, scegliendo al primo giro tre uomini di linea in quattro anni (Tyron Smith, Travis Frederick e Zack Martin). Allo stesso modo si sono mossi i Giants, i quali intenti a proteggere ed aiutare Daniel Jones e Saquon Barkley, hanno aggiunto il tackle Andrew Thomas al primo giro del Draft, il tackle Matt Peart al terzo giro e la guardia/centro Shane Lemieux al quinto giro. Per provare a capire in che modo verrà utilizzato Saquon Barkley è necessario osservare l’utilizzo di Ezekiel Elliott a partire dal suo anno da rookie. Dal 2016 infatti i Dallas Cowboys hanno corso in media 29.1 volte a partita, sotto soltanto ai Bills (29.8) ed ai Ravens (30.7). L’ex running back di Ohio State invece è il giocatore che ha corso di più dal 2016 (1169 portate) con un distacco di ben 133 carries dal secondo posto nonostante abbia anche saltato nove partite nel corso delle quattro stagioni. Un fattore che ha certamente semplificato il lavoro ad Elliott è stata l’efficienza della linea offensiva, che non si è mai classificata sotto l’ottavo posto dal 2016 in run blocking. Tuttavia essere in grado di costruire una linea ricca di talenti generazionali come quella di Dallas tramite il Draft non è un compito facile, ma i Giants hanno intrapreso la strada giusta apportando diversi cambiamenti ad un reparto che nonostante sia risultato estremamente mediocre nel corso dell’ultimo lustro, non è mai stato ritoccato a dovere.

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Le conferme riguardo il futuro attacco dei Giants sono arrivate proprio dal nuovo capo allenatore Joe Judge, il quale ha affermato che gli schemi offensivi assomiglieranno molto a quelli messi in atto da Jason Garrett a Dallas. Le tendenze offensive dei Cowboys degli scorsi quattro anni fanno anche pensare ad un utilizzo maggiore da parte dei Giants del 12 personnel (schieramento che vede la presenza di un running back, due tight end e due ricevitori), visto spesso in situazioni di corsa a Dallas con l’intento di sfruttare le capacità nei blocchi dei due tight end Jason Witten e Blake Jarwin. Anche in questo caso la franchigia newyorkese si è mossa di conseguenza, mettendo sotto contratto l’ex tight end dei Falcons Levine Toilolo, particolarmente efficace nei blocchi. Il neo-arrivato andrà a fare compagnia ad Evan Engram, tight end che ha fatto miglioramenti esponenziali in fase di bloccaggio, negli schieramenti a due tight end. I Cowboys hanno corso per il 63% delle giocate fatte con il 12 personnel nel 2018 ed il 65% nel 2019, i Giants lo hanno invece fatto per il 50% nel 2018 ed il 55% nel 2019.

Ad affiancare Jason Garrett nel percorso di sviluppo di Saquon Barkley, ci sarà il veterano Burton Burns, coach dei running back richiesto da Joe Judge. Burns è stato l’allenatore dei running back degli Alabama Crimson Tide dal 2007 al 2017, lasso temporale nel quale ha avuto l’opportunità di forgiare due vincitori dell’Heisman Trophy, Mark Ingram e Derrick Henry.

Dunque con una linea offensiva ampiamente migliorata, un sistema offensivo pronto a valorizzarlo e due coach di esperienza che potrebbero rivelarsi il valore aggiunto al suo sviluppo definitivo, Saquon Barkley sembra in un’ottima posizione per confermarsi la punta di diamante dell’attacco dei Giants ed elevare al massimo l’efficienza delle sue portate.

Il workload di Barkley nel 2020 potrebbe essere molto simile a quello della sua stagione da rookie. A differenza di Elliott, il running back dei Giants ha bisogno di meno portate per entrare in ritmo rispetto al giocatore dei Cowboys, in quanto i loro profili sono molto diversi nello stile di corsa. Barkley resta però un route runner molto più abile di Elliott, di conseguenza il suo impatto nel passing game sarà molto probabilmente superiore a quello di Elliott a Dallas. A confermare questo aspetto giungono in aiuto i dati riguardanti i target indirizzati ai running back, nelle ultime due stagioni Saquon Barkley è stato il quarto running back più cercato dai quarterback dietro a Christian McCaffrey, James White ed Alvin Kamara.

SITUAZIONE CONTRATTUALE

Come accaduto a molti running back nel corso degli ultimi anni, Saquon Barkley con ogni probabilità cercherà di estendere il suo contratto al termine della prossima stagione. Il tetto al quale può ambire la stella dei Giants è il contratto da 64 milioni in quattro anni appena firmato da Christian McCaffrey, numeri che lo hanno reso il running back più pagato della storia NFL. Le recenti esperienze di Rams e Cardinals con Todd Gurley e David Johnson, entrambi tagliati o scambiati poco dopo l’oneroso rinnovo, hanno però fatto aprire gli occhi alle restanti franchigie, in quanto offrire contratti ad alte cifre ai running back (ruolo con la carriera media più corta) sembra rappresentare sempre di più una pietra tombale sulla costruzione di una squadra vincente.

Dopo anni di mediocrità, i Giants sembrano dunque aver costruito delle ottime basi per far funzionare l’attacco nel migliore dei modi, a New York le aspettative per la prossima stagione di Saquon Barkley e dei Giants sono altissime.

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