Uno sguardo al 2019: Dallas Cowboys

Vi proponiamo la review della stagione 2019 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno dei Dallas Cowboys.

COME DOVEVA ANDARE…

Nell’estate scorsa i Cowboys hanno optato per non estendere il contratto a coach Garrett sperando che questo servisse come incentivo a fare meglio della stagione precedente, conclusa al divisional contro i Rams. Neanche il contratto di Prescott è stato rinnovato, il quarterback ha infatti preferito scommettere su se stesso e discutere l’estensione a fine anno con la speranza di poter pretendere numeri migliori. Con Washington e New York in evidente difficoltà, l’unica avversaria diretta era Philadelfia. Kellen Moore è stato promosso offensive cordinator per infondere creatività ed imprevidibilità in un attacco già talentuoso; in difesa le aspettative erano alte con l’arrivo di Robert Quinn per aiutare DeMarcus Lawrence a migliorare la pass rush, inoltre i talentuosi linebackers Jaylon Smith e Leighton Van Der Esch erano chiamati al passo decisivo per la consacrazione.

…E COME E’ ANDATA

I Cowboys deludono le aspettative e chiudono la stagione con un 8-8; per Garrett è la quinta volta che finisce l’annata con questo record, scatenando la gelosia di Fisher, terminando la sua avventura con la squadra di Dallas senza squilli di trombe o cerimoniali ad effetto. La squadra ha chiuso al primo posto per quanto riguarda le yard guadagnate con Prescott in grado di offrire una stagione da quasi 5000 passing yard, secondo solo a Winston.

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La stagione era iniziata molto bene con le vittorie contro i Giants, i Redskins e i Dolphins ma l’imbattibilità è svanita appena hanno incontrato una squadra con il record vincente; davvero deludenti le sconfitte con i Jets, i Bills e i Bears a cui vanno aggiunte le pessime prestazioni offensive contro i Saints e i Patriots per arrivare alla sconfitta che gli ha di fatto estromessi dai playoff, vale a dire contro gli Eagles nella week 16. Pur essendo stati padroni del loro destino per tutta la stagione, con le avversarie della division che hanno facilitato il compito, i Cowboys si sono accontentati troppo presto perdendo all’ultimo il treno per la postseason.

COSA HA FUNZIONATO…

E’ stata la stagione migliore di Prescott che ha raggiunto nuovi record personali nelle principali categorie dei quarterback: i 30 touchdown lanciati e le quasi 5000 yard su passaggio gli sono stati sufficienti per entrare nei top quattro di entrambe le classifiche. I lanci profondi e quelli nella zona centrale erano esami importanti di miglioramento che il quarterback ha superato nel migliore dei modi; era tranquillamente in lizza per la candidatura da MVP fino a metà della stagione, quando la squadra ha deciso di smettere di giocare.

Michael Gallup ha chiuso il suo secondo anno nella NFL in maniera esplosiva, ricevendo 1107 yard e segnando 6 touchdown. Il ricevitore si è affermato come una vera minaccia nelle big play, cosa che mancava ai Cowboys, stabilendo la media di 16,8 yard a ricezione, settimo in tutta la lega. Si prospetta un futuro davvero brillante.
Il veterano defensive end Robert Quinn è stato senza dubbio il miglior innesto dei Cowboys: ha guidato la squadra con 11,5 sack e 2 fumble, inoltre la sua velocità e la rapidità nel primo passo gli hanno permesso di fare un sack in 12 delle 14 partite giocate.

prescott cowboys buccaneers

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Sicuramente per il coaching staff è stato un brutto colpo non raggiungere i playoff, soprattutto se si pensa al talento potenziale della squadra e al fatto che la stagione si è aperta con 3 vittorie; Garrett ha avuto il merito di fa partire bene il team ma soprattutto ha la responsabilità del crollo appena le cose si sono fatte difficili. L’attacco guidato da Moore ha conquistato le prime posizioni ma le grosse difficoltà contro le squadre più quotate hanno fatto la differenza; la difesa non è stata da meno risultando un colino per la maggior parte della stagione. Special team, senza giri di parole, atroce.
Se sotto alcuni aspetti è migliorato, Prescott, non è stato però in grado di dare continuità nella freddezza nei momenti cruciali: nelle prime 3 stagioni è stato il migliore per quanto riguarda le vittorie in rimonta all’ultimo quarto, mentre quest’anno non è riuscito a portarne a casa neanche una.

Stagione da dimenticare per Awuzie: per tutto l’anno è stato battuto nei lanci profondi e quando ha avuto la possibilità di una big play non è stato in grado di sfruttarla. La sua inefficacia anche sulle corse lo ha portato ad essere sostituito da Lewis nella partita chiave di Filadelfia.
I Cowboys per tutta l’estate non hanno esitato neanche un secondo su chi fosse il kicker titolare, pessima scelta. Maher ha fallito troppi calci arrivando a chiudere la stagione con un 20/30; l’inabilità di segnare field goal davvero semplici non ha mai dato la possibilità all’attacco di mantenere il ritmo della partita, demolendo in più occasioni il morale della squadra.

E ADESSO?

Garrett è stato licenziato e rimpiazzato da McCarthy che ha firmato per 5 anni; stessa sorte è toccata a Marinelli e Kitna mentre in entrata c’è Mike Nolan come nuovo coordinatore della difesa. Moore proseguirà ciò che ha iniziato la stagione scorsa con la speranza si una maggiore continuità. Il futuro successo dei Cowboys dipenderà molto da McCarthy e se riuscirà a rinnovarsi capendo come e perchè l’attacco a Green Bay era diventato stantio.
Sarebbe davvero strano se le prime scelte al draft non riguardassero un safety data la partenza di Heath, ma sappiamo bene che è una posizione che viene spesso snobbata dai Cowboys. Magari le priorità cambieranno con il nuovo staff.
Le altre “zone rosse” riguardano il nose tackle, un linebacker e, dopo l’uscita di Byron Jones, anche un cornerback.
Dopo le partenze di Collins e Heath, sono arrivati McCoy e Clinton-Dix che rispettivamente non sono nÈ peggiori nÈ migliori dei loro predecessori: McCoy arriva a Dallas con una media di 15 partite e quasi 7 sack nelle ultime 8 stagioni portando inoltre tanta esperienza da poter condividere con gli uomini di linea, in particolare con Hill; Clinton-Dix torna da McCarthy dopo le esperienze con i Redskins e i Bears e come McCoy si è dimostrato un giocatore fisicamente affidabile e con esperienza, in 90 partite vanta 16 intercetti e 33 “deviazioni”.

I Cowboys hanno sciolto il problema del nose tackle ingaggiando il veterano Dontari Poe: un giocatore come lui, 192 cm per 156 chili, mancava da tanto nella difesa di Dallas.
Il nodo più importante è senz’altro il contratto di Prescott che pare sia pronto a firmare ed accettare un’offerta monstre (i dettagli si possono trovare qui).
Infine, dopo la stagione fallimentare di Maher, per sostituirlo, i Cowboys si sono affidati a Zuerlein.
Dopo una stagione deludente che ha portato all’esonero di Garrett, per i tifosi si prospettano tempi migliori: un nuovo allenatore, nuove idee, un roster pieno di talento e molto spazio nel salary cap. McCarthy ha quindi tutto ciò che serve per poter centrare l’obiettivo minimo stagionale: i playoff.

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Massimiliano Poli

Nato a Montecchio (RE) il 5 gennaio 1993, studente di Giurisprudenza presso la facoltà di Modena, appassionato di football americano, NFL, NCAA, ex giocatore e cittadino sotto ogni cielo.

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