Speciale Freshmen NCAA: chi farà la differenza?

Sebbene spesso incensati dai mass media, è necessario ricordare che i freshmen sono solo ragazzi di appena diciannove anni che si affacciano ad un mondo fino a quel giorno a loro sconosciuto: quello dell’università. Riuscire a far combaciare la vita da atleta con quella da studente può rivelarsi talvolta traumatico e non sempre il tempo di adattamento alla nuova “doppia vita” è breve. La maggior parte di loro, infatti, fatica nel reggere il confronto con l’esperienza ed il fisico di chi si è già messo alle spalle più di una stagione di college football. Per capirsi, i casi di Trevor Lawrence e Tua Tagovailoa sono più unici che rari ed è anche per questo motivo che hanno così tanta risonanza a livello nazionale.

Proviamo qui di seguito a prevedere chi, tra i prospetti al primo anno, ha più chance di lasciare il segno nelle rispettive squadre.

Non sarà quindi una rassegna solo dei freshmen più forti ma, soprattutto, di coloro che sono giunti in squadre con una situazione particolare, di coloro che hanno visto diminuire la concorrenza per trasferimenti o infortuni, di coloro che sono cresciuti in maniera tanto esponenziale nel giro di qualche mese da convincere allenatori navigati e, spesso, anche vincenti a dare loro una possibilità. Insomma, un breve elenco di nomi da segnarsi all’inizio di questa 150esima stagione di College Football.

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Meet the QBs

Ad Auburn, prima di Bo Nix (nella foto), non avevano un true freshman nel ruolo di quarterback dal 1946. Eletto titolare appena una settimana fa, questo figlio d’arte (il padre Patrick ha giocato QB per i Tigers negli anni ’90) è stato giudicato uno dei migliori Dual-Threat QB dell’intera nazione dopo aver distrutto i record della Pinson Valley High School nello stato dell’Alabama. Ha conquistato il posto anche grazie ad una buonissima prestazione durante la spring game: 11/17 per 155 yard e 2 touchdown. Per lo stile di gioco sembra essere molto adatto al particolare sistema offensivo di Gus Malzahn che ritorna quest’anno a chiamare le giocate in attacco, per questo la scelta di farlo partire titolare non ci sorprende del tutto. Nix, del quale si dice un gran bene anche per il comportamento extra campo, è un giocatore elusivo ed ha il braccio per eseguire ogni lancio su un campo da football oltre alla capacità di guadgnare yards con la corsa, sarà interessante vedere il suo sviluppo a partire da un esordio abbastanza provante contro Oregon.

bo nix auburn freshman

La firma per i Broncos ha reso Hank Bachmeier il prospetto offensivo più importante nella storia di Boise State, stando ai maggiori siti di recruiting. A sentire il suo coach, Bryan Harsin, una delle cose che lo ha differenziato dalla concorrenza è stata la possibilità di arrivare prima in Idaho (tecnicamente si chiama “Early enrollee”: ovvero quando lo studente riesce a diplomarsi prima della fine dell’anno dalla High School ed è quindi autorizzato a partire per il college a gennaio, a differenza di aprile) ed imparare subito gli schemi dell’attacco di Boise State adattandosi contemporaneamente alla vita universitaria. Sostituire Brett Rypien, un solido starter per 4 anni, non sarà un’impresa facile ma questo ragazzo sembra avere la maturità giusta per tale compito. Come Bo Nix, anche Bachmeier sarà subito messo alla prova da un avversario migliore, almeno sulla carta, ovvero i Florida State Seminoles. Di positivo c’è che la difesa di FSU sarà di gran lunga la più forte che Boise State si troverà davanti per tutto il resto della stagione e, per il livello della Mountain West Conference, il giovane quarterback avrà la possibilità di mettere su grandi numeri.

Il fatto che Herm Edwards abbia dato le redini dell’attacco di Arizona State in mano al freshman Jayden Daniels è davvero poco sorprendente: è nettamente il QB più talentuoso dei Sun Devils fin dal primo momento che ha messo piede nel campus. Così come Bachmeier, Daniels è un “early enrollee” (vedi sopra) e quindi ha avuto tutto il tempo necessario per impararsi il playbook e fare i conti con l’ambientamento a Tempe. Prima di scegliere Arizona State, è stato reclutato dalle migliori università della nazione (offerte di scholarship anche da Alabama e Georgia) e non a caso: durante i quattro anni di high school ha prodotto oltre 14.000 yards e 170 touchdown con passaggio e 3.645 yard e 41 touchdown correndo; in un area, South California, dove il livello del football scolastico è molto alto. Daniels vanta un rilascio della palla rapido e compatto ma anche “delicato” e preciso quando serve, un attacco spread puro sarebbe l’ideale per lui vista la capacità di essere una minaccia anche con la corsa. Sono abbastanza convinto che abbia tutte le carte in regola per diventare una stella a livello collegiale.

Sam Howell è stato il regalo con il quale Mack Brown si è (ri)presentato a Raleigh, North Carolina. Infatti l’arrivo dell’head coach campione nazionale con Texas è stato decisivo per strappare questo prospetto da Florida State, università precedentemente scelta da Howell durante il processo di recruiting. Playmaker dai notevoli istinti offensivi, Sam Howell sembra essere perfetto per il college football, non a caso (ma forse un po’ prematuramente) si sono sprecati paragoni importanti per lui come Baker Mayfield. Dobbiamo dire che per ora lo ricorda solo fisicamente e in alcuni tratti che, se correttamente sviluppati, potrebbero farlo diventare un titolare per tutti gli anni di permanenza a North Carolina. Deve sicuramente lavorare per mantenere più il controllo dell’attacco e evitare giocate rischiose visto che ha dimostrato di essere particolarmente avvezzo alle palle perse. A Raleigh potrà beneficiare di un offensive coordinator capace come Phil Longo e di un attacco “QB friendly” come l’Air Raid.

Playmakers to watch

Cominciamo dalla difesa, dove una serie di 5-star prospects sono in procinto di cominciare la stagione tra i titolari delle rispettive squadre. E’ il caso di Kayvon Thibodeaux defensive end di Oregon, Nolan Smith defensive end di Georgia e Owen Pappoe linebacker di Auburn. Spostandoci nella secondaria non ci sono dubbi sul tipo di impatto che avrà Derek Stingley Jr, cornerback di LSU. Questo freshman vanta il record di 14 intercetti nelle ultime 20 partite giocate alla High School ai quali ha aggiunto una discreta produzione offensiva con 12 touchdown (principalmente come returner). Su di lui Orgeron, il suo head coach, ha detto che se fosse stato con loro lo scorso anno sarebbe probabilmente partito titolare (il che la dice lunga sul suo potenziale). Stingley, non solo avrà la possibilità di giocare fin da subito ma anche di essere il cornerback di riferimento dei Tigers: un predestinato che farà proseguire la fertile tradizione dei grandi defensive back usciti da Baton Rouge. Un’altra università che non è certo da meno nella produzione di cornerback  – soprattutto negli ultimi anni – sono gli Washington Huskies che potrebbero dare una chance ad un freshman molto interessante, Trent McDuffie, nonostante la concorrenza non manchi. Tra le safety i nomi da tenere sott’occhio sono Kyle Hamilton di Notre Dame, Nick Cross di Maryland ed un prospetto che è stato conteso da Alabama e Michigan fino all’ultimo giorno disponibile: Daxton Hill.

In attacco non possiamo non partire da Wandale Robinson (nella foto), running-back/wide receiver di Nebraska. Dopo aver messo a ferro e fuoco i campi delle high school nel Kentucky e dopo aver snobbato le università locali, Robinson è pronto a diventare il prossimo jolly offensivo in grado di far sbavare tutti i fan del college football. Ricevitore, running-back, kick-returner: l’elettricità fisica di questo ragazzo è impressionante. Su di lui coach Frost si espresso in termini entusiastici dichiarando “Abbiamo un nuovo giocattolo per il nostro attacco”. Ed è proprio il sistema offensivo di Nebraska – che è perfetto per le qualità di Robinson – la chiave per il successo di questo nuovo binomio. Molto spesso viene avvicinato a Rondale Moore (uno che da freshman lo scorso anno ha distrutto record a Purdue) e onestamente il paragone regge: stessa statura, stesso fisico e stessa preoccupante – per le difese avversarie – abitudine alle giocate esplosive.

wandale robinson nebraska freshmen

La classe di ricevitori del 2019 ha anche altri prospetti importanti che, a seguito di una grande primavera, si sono conquistati la considerazione delle rispettive squadre: Garrett Wilson di Ohio State, Joseph Ngata di Clemson e George Pickens di Georgia. Per quanto riguarda i running-back attenzione a Zach Charbonnet di Michigan, Jerrion Ealy di Ole Miss, John Emery di LSU e Zonovan “Bam” Knight di North Carolina State. Charbonnet sarebbe stato sicuramente in considerazione per il ruolo di running-back titolare se non si fosse fatto male durante la primavera saltando tutto il training camp. Tornato in azione quest’estate ha ricominciato da dove aveva lasciato e ci aspettiamo grandi cose da lui nel nuovo e più moderno attacco di Michigan. Jerrion Ealy e John Emery sono due freak atletici. Il primo ha rifiutato un ricco contratto dalla MLB per giocare a football e il secondo ha fatto letteralmente girare la testa ai difensori di LSU che lo hanno affrontato in allenamento. Zonovan Knight, invece, potrà contare sulla possibilità di imporsi fin da subito visto che NC State non dispone di molta profondità nel ruolo di running-back.

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Tra le linee

Imporsi in una linea, difensiva o offensiva, di una squadra collegiale può essere un’impresa titanica per un ragazzo appena uscito dalla high school. In questi due ruoli, infatti, la differenza fisica è troppo evidente il più delle volte e i prospetti necessitano di almeno un anno di intenso lavoro in sala pesi per poter reggere il colpo con i colleghi più esperti. Tuttavia non mancano i talenti speciali neanche in queste complicate posizioni. DJ Dale ad esempio, defensive tackle di Alabama. Pur essendo il meno celebrato dai siti di recruiting tra i defensive lineman portati da Saban nella classe 2019, Dale ha dimostrato di poter da subito contribuire nella monstre linea di Alabama grazie alla sua rapidità ed alla sua potenza. In una squadra come i Crimson Tide che perdono ogni anno tanto talento per la NFL, è fondamentale un rapido ed efficace ricambio generazionale. Quando George Karlaftis ha scelto Purdue ha, di fatto, sorpreso gran parte del mondo del college football diventando una delle migliori reclute nella storia dei Boilermakers. Questo defensive end, nativo proprio di West Lafayette, Indiana, ha scelto Purdue per la vicinanza a casa e per i pregi accademici, ma anche per avere la possibilità di giocare fin da subito.

Una delle prime cose di cui Jeremy Pruitt si è reso conto appena arrivato a Knoxville lo scorso anno è stata la situazione pietosa della offensive line dei Tennessee Volunteers. Per risolvere questo problema ha dovuto attendere il suo primo ciclo di recruiting completo e l’attesa ha dato i suoi frutti, infatti l’ex defensive coordinator di Alabama ha messo le mani su due tra gli offensive linemen più ricercati di tutta la nazione: Wanya Morris e Darnell Wright. Non sarà facile per loro essere impeccabili, specialmente in una conference come la SEC rinomata per le difese molto aggressive, ma il talento fisico e tecnico di questi due ragazzi unito al forte bisogno di una svolta nella linea offensiva di Tennessee, permetterà loro di far vedere da subito di che pasta sono fatti. In particolare Wanya Morris si è preso il posto di left tackle titolare ed è l’unico giocatore della linea che il coach Will Friend non ha mai ruotato. Il fatto che Morris abbia affrontato quotidianamente in allenamento la linea difensiva titolare è un bonus che tornerà utile, in termini di esperienza, quando arriveranno le partite e gli avversari seri. Un altro offensive lineman che ha fatto strabuzzare gli occhi ai proprio allenatori e che probabilmente avrà molto spazio, nonostante la solita SEC,  è Charles Cross di Mississippi State.

Il Preview di Week 1 NCAA

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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