NFL Preview 2019: Los Angeles Rams
Quanto è difficile riprendersi dalla sconfitta in un Super Bowl? Apparentemente molto, se consideriamo che nelle 53 edizioni della finale NFL solamente i Dallas Cowboys del 71 ed i Miami Dolphins del 72 riuscirono a conquistare il Vince Lombardi Trophy dopo aver perso la finale l’anno precedente, mentre i Denver Broncos ed i Buffalo Bills non riuscirono nell’impresa (e Buffalo ne perse ben quattro di fila).
Nonostante le statistiche siano poco incoraggianti, un secondo tentativo di aggiudicarsi il trofeo è proprio l’obiettivo di Los Angeles per la stagione 2019, l’ultima giocata al Coliseum prima di trasferirsi nella nuova casa di Inglewood.
Lo scorso anno il front office fu protagonista di una free agency molto aggressiva, ed i risultati arrivarono, anche se la macchina si inceppò proprio nel momento clou della stagione. Quest’anno i Rams sono stati molto più “tranquilli” in offseason, ed hanno fatto parlare di sé più per le partenze che per gli arrivi e, sebbene questo possa far pensare ad un indebolimento generale della squadra, restano sempre molto alti nei power ranking di pre stagione, segno che comunque restano una squadra con cui fare i conti.
OFFENSE
La partenza di John Sullivan e Rodger Saffold ha improvvisamente aperto un fronte di crisi dalle parti della linea d’attacco. Tutti pensavano che alle due perdite si sarebbe ovviato con l’acquisizione di qualche free agent, dal momento che le scelte disponibili al draft erano troppo alte per pensare di poter raggiungere qualche offensive lineman di punta, ed invece Sean McVay ha deciso di puntare tutte le sue fiches su Joe Noteboom e Brian Allen, scelti al terzo e quarto round al draft 2018 e catapultati nei ruoli di guardia e centro titolari in un attacco che ha avuto nella linea offensiva uno dei perni dell’ultima stagione. Dopo i primi giorni di camp la scommessa pare iniziare a pagare i dividendi, ma vedremo solamente sul campo a settembre se verrà vinta o si rivelerà un azzardo.
Il rientro di Cooper Kupp restituirà a Jared Goff due mani sicure in più che sono mancate tanto nella seconda parte della stagione, oltre a quelle di Woods e Cooks, permettendo al numero 16 di proseguire nella sua crescita che, anno dopo anno, lo sta portando ad un livello consono per una prima scelta assoluta (contando che fino alla partita di Chicago, Goff era ben in corsa per il titolo di MVP, lo scorso anno).
Inutile nascondere, però, che l’argomento caldo per questa stagione non sarà né la linea, né la crescita di Goff, né il valore dei ricevitori, ma tutto ruoterà intorno al ginocchio di Todd Gurley.
In quella che è già stata denominata “The Patella Novella” si sta assistendo al fuoco di fila degli addetti ai lavori, che chiedono con cadenza giornaliera quali siano le condizioni del ginocchio di Gurley e quale sarà l’utilizzo del running back nella prossima stagione, al quale i Rams rispondono (con McVay, con Snead, Con Demoff e con Gurley stesso) sempre allo stesso modo: “He’s fine”.
Rassegniamoci a scoprire solo durante la stagione che cosa esattamente significhi quel “He’s fine”.
Per non sbagliarsi, però, i Rams hanno scelto al draft un running back con la seconda scelta a disposizione. Darrel Henderson affiancherà Malcolm Brown e John Kelly nella rotazione dei portatori di palla, che si preannuncia piuttosto movimentata.
Molto del gioco offensivo dei Rams passa attraverso Gurley, sia come portate vere e proprie, sia come “arma di distrazione di massa” con la play action che tanto successo ha portato a Los Angeles negli scorsi due anni. Siamo però abbastanza convinti che McVay stia preparando qualche sorpresa, sul campo di Irvine, ed il gioco dei Rams subirà un’evoluzione rispetto alle ultime due stagioni.
DEFENSE
La difesa è quella che ha perso più pezzi, rispetto allo scorso anno, ma i sostituti sembrano essere all’altezza, pur rappresentando, per motivi anagrafici, una soluzione temporanea piuttosto che a lungo termine. Il primo ad andarsene è stato il CB Lamarcus Joyner, la cui uscita era programmata ed attesa fin da inizio stagione. Al suo posto arriva Eric Weddle da Baltimore, un sicuro guadagno dal punto di vista tecnico, bilanciato da una perdita secca di 5 anni dal punto di vista anagrafico.
Lo stesso si può dire per il pacchetto linebacker, dove Mark Barron farà spazio all’ex Packers Clay Matthews e, considerato che qui il gap anagrafico è di soli tre anni a fronte di un gap tecnico decisamente maggiore, il bilancio può considerarsi decisamente positivo, anche se sarà necessario, sia per la secondaria che per linebacker, pensare già ai sostituti da mettere sotto l’ala protettiva dei due veterani.
Molto positiva la conferma dell’EDGE Dante Fowler jr. che, assieme a Sansom Ebukam, dovrebbe rendere la vita difficile all’esterno per gli attacchi avversari.
In linea di difesa, una volta che c’è il miglior giocatore della NFL ad ancorare il terzetto, ai suoi lati potrebbe giocare quasi chiunque senza doversi preoccupare più di tanto. La linea difensiva non soffrirà più di tanto la dipartita di Ndamukong Suh, dal momento che le sue prestazioni del 2018 si sono attestate ben al di sotto delle attese per tutta la regular season, finendo per essere più che decenti solo in occasione dei playoff. Attorno ad Aaron Donald (fresco TOP 100 NFL), Michael Brockers e Sebastian Joseph-Day saranno incaricati di portare la pressione sul QB avversario e, nel contempo, fornire una prestazione sulle corse migliore di quella dello scorso anno.
Tutto sommato, quindi, non ci aspettiamo una difesa qualitativamente inferiore al 2018, e conoscendo l’abilità di Wade Phillips di trasformare in ottimi giocatori anche i più anonimi comprimari, ci sarà da divertirsi ancora, quest’anno.
COACHING STAFF
Nulla di nuovo sotto il sole, con McVay che incassa un rinnovo contrattuale fino al 2023 assieme al General Manager Les Snead, con cui forma una coppia che in due anni ha rivoltato la franchigia come un calzino ridandogli quella dignità che aveva perso da tempo e, soprattutto, cambiando la mentalità di tutti quanti, dalla superstar al’ultimo dei magazzinieri, trasformando i Rams in una squadra vincente e consapevole e convinta dei propri mezzi.
Al primo anno McVay si fece sorprendere alla prima partita di playoff, aggiustò qualcosa ed arrivò al Super Bowl la stagione successiva, facendosi nuovamente sorprendere da quel vecchio volpone di Bill Belichick.
E’ lecito attendersi, dunque, che la lezione sia servita e sia stata assimilata a dovere, portando a quei correttivi che potranno evitare (o almeno cercare di ridurre) le armi che i Patriots (ma in precedenza anche i Bears ed i Saints) avevano mostrato al resto della lega per mettere in difficoltà i Rams.
Record previsto: 12-4
La schedule non è delle più agevoli, soprattutto all’inizio della stagione, ma questa squadra ha già dato prova di riuscire a superare anche le difficoltà del calendario. Complice la trasferta di Londra, i Rams saranno nuovamente una delle squadre che percorreranno più miglia, e questo potrebbe diventare un fattore, specialmente a fine stagione.
Nonostante la competizione sia certamente più agguerrita dello scorso anno, il titolo della NFC West dovrebbe restare a Los Angeles, con quattro partite su sei raggruppate a fine stagione.
Insidiosissime le partite della seconda e terza settimana, quando i Rams ospiteranno al Coliseum i Saints nella “rivincita della pass interference” e poi si sposteranno ad Est per rendere visita ad una delle squadre più agguerrite della AFC: i Cleveland Browns.
I nostri voti
Offense
Defense
Coaching Staff
Nonostante la competizione sia certamente più agguerrita dello scorso anno, il titolo della NFC West dovrebbe restare a Los Angeles, con quattro partite su sei raggruppate a fine stagione.
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