[AAF] Week 4: Solo gli Apollos rimangono imbattuti

Con la quarta settimana di gioco nella AAF anche la penultima delle squadre imbattute deve cedere il passo. I Birmingham Iron, infatti, perdono di un punto contro i San Antonio Commanders, lasciando campo libero agli inarrestabili Orlando Apollos che, forti del miglior quarterback della lega Garrett Gilbert, continuano senza problemi la loro marcia andando a vincere anche nella neve di Salt Lake City.

Battuta d’arresto per Arizona, che perde da Atlanta, e prima vittoria per i Memphis Express che rimontano i San Diego Fleet in una partita che sembrava oramai chiusa, grazie ad una difesa straordinaria ed un attacco che finalmente inizia a mettersi in moto dopo la consegna delle chiavi al quarterback Mettenberger. Partite abbastanza combattute dappertutto (9 punti il maggior scarto di vittoria), ma poco spettacolo da parte degli attacchi, che segnano davvero con il contagocce e ben tre squadre che segnano l’insolito score di 11 punti (in questo caso la mancanza dell’extra point gioca un ruolo decisivo).

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San Diego Fleet – Memphis Express = 23-26

San Diego si presenta al Liberty Stadium sull’onda delle due vittorie consecutive ottenute le due scorse giornate, e l’inizio della partita sembra presagire una tripletta che porterebbe San Diego in testa alla Division. Quasi alla fine del primo tempo i Fleet si portano sul 20-6 grazie al grande gioco di Nelson, che completa 9 passaggi su 12 per 110 yard ed un touchdown pass per Ford, che bissa quello di Brooks su punt return ad inizio partita. Memphis riesce a rispondere solo con un field goal di McGinnis, e tutto sembra segnato, finchè Nelson, durante una conversione di un quarto ed uno, viene colpito duro e si procura una frattura alla clavicola. Il suo sostituto Ross entra e manda subito in touchdown Baugh con un perfetto passaggio da 30 yard, ma questa impresa sarà l’unica cosa buona che farà il backup.
Gli Express riprendono vita con un altro field goal di McGinnis e subito dopo la difesa intercetta Ross restituendo la palla a Mettenberger con 1 :35 sul cronometro. Two minutes drill da manuale e Mettenberger si incarica personalmente di segnare il touchdown che riapre la partita.
Nel secondo tempo l’attacco di San Diego non riesce ad esprimere più alcun gioco degno di nota, complice anche una difesa di Memphis salita di livello, ma riesce ad allungare di tre punti all’inizio del quarto periodo grazie ad un field goal di Hageman.
E’ uno strip sack su Ross da parte di Vereen a sei minuti dal termine a determinare la svolta della partita. Memphis recupera palla e impatta lo score con un touchdown pass di Mettenberger per Magee, che lo stesso Mettenberger si incarica di trasformare. A 2:46 dal termine, il terzo field goal di giornata di McGinnis porta avanti Memphis per la prima volta e poi ancora Vereen piazza un altro sack con fumble recuperato ai danni del povero Ross per salvare il risultato, suggellare la rimonta e certificare la prima vittoria in AAF per Mike Singletary ed i suoi Memphis Express.

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Orlando Apollos – Salt Lake Stallions = 20-11

Gli imbattuti Apollos rendono visita agli Stallions, e Salt Lake City li accoglie con… la neve. In AAF non ci sono ovviamente precedenti, ma in generale una squadra della Florida che gioca sulla neve non ha mai vita facilissima. Gli Apollos, però, non si fanno intimorire dalle condizioni atmosferiche, e Garrett Gilbert continua imperterrito la sua strada verso il titolo di MVP della lega grazie ad un’altra bella prestazione che lo vede concludere la giornata con 22/32 per 244 yd e 1 TD pass. Il suo dirimpettaio Woodrum si ferma a 16/22 per 166 yd e non riesce mai ad essere incisivo, ma in generale è tutto l’attacco degli Stallions che gira a tre cilindri.
La partita è abbastanza bloccata nel primo tempo, che vede alternarsi i field goal di Fry e Bertolet che fissano lo score sul 6-3 per gli Apollos. Nel terzo quarto, però, Gilbert corona un bel drive da 10 giochi con un touchdown pass (trasformato) per Dye, al quale risponde il drive da 10 giochi degli Stallions che termina con il touchdown su corsa di Bouagnon, che tiene Salt Lake a tre punti.
E’ un fuoco di paglia, però, per i padroni di casa. Gilbert porta il proprio attacco a bussare alla porta degli Stallions, per poi mandare in touchdown Hunt con una corsa da 2 yd, lasciando alla propria difesa il compito di difendere il risultato negli 11 minuti finali, compito che riesce senza grossi problemi.
Orlando mantiene l’imbattibilità e la testa della division dando un segnale chiaro al resto della lega: la via al titolo passa sicuramente per Orlando.

San Antonio Commanders – Birmingham Irons = 12-11

La sfida tra San Antonio e Birmingham prometteva fuoco e fiamme, viste le caratteristiche dei due quarterback che si affrontavano, e invece ha prodotto la miseria di 23 punti totali, seguendo un po’ la falsariga del Super Bowl LIII, in quanto a prestazioni offensive.
Che non sarebbe stata una giornata positiva lo si era visto subito per gli Irons, il cui quarterback Luis Perez sembrava leggermente fuori fase. Cercava spesso e con insistenza il gioco profondo senza ottenere risultati confortanti ed anzi, rischiando l’intercetto in più di una occasione, e mentre l’attacco di Birmingham sprecava tempo ed energie con una tattica che chiaramente non portava i frutti sperati, i Commanders ne approfittavano per mettere fieno in cascina in previsione che, prima o poi, l’attacco di Birmingham si sarebbe sbloccato.
Le due squadre si scambiavano un field goal a testa nel primo tempo, con gli attacchi bloccati entrambi sotto le 100 yard e le difese in grande evidenza. Gli Irons non riuscivano a mettere in moto Trent Richardson, che portava palla solamente tre volte, ma anche i Commanders, che avevano un po’ più di successo nelle corse, si impantanavano nel gioco aereo con Woodside che riusciva a trovare i ricevitori ma non la profondità.
L’intercetto lungamente cercato da Perez arrivava nel terzo quarto, e dava il La al drive di San Antonio che portava alla segnatura di Williams con una corsa da 23 yard. Perez commetteva due fumble nel secondo quarto, di cui il secondo ricoperto dalla difesa di San Antonio, che lo tramutava in tre punti con un field goal di Rose.
Finalmente l’attacco degli Irons si svegliava, ma era troppo tardi. Perez faceva i numeri in scramble, e portava Trent Richardson, che si risvegliava dal letargo dei primi tre quarti, a segnare il touchdown (trasformato) che portava lo score ad un punto di distanza da San Antonio.
La onside conversion tentata da Perez finiva, però, con un intercetto da parte di Stewart, che valeva il 12-11 con cui i Commanders espugnavano il Legion Field di Birmingham.

Atlanta Legends – Arizona Hotshots = 14-11

Un altro avvicendamento in cabina di regia che risulta vincente, quello che vede Aaron Murray sostituire il deludente Matt Simms per gli Atlanta Legends. Dall’altra parte Wolford rientra dopo l’infortunio che lo aveva costretto ad uscire dal campo domenica scorsa, ma non sembra essere al 100% della forma, ed il gioco di Arizona ne risente.
L’attacco di Atlanta dispone della difesa di Arizona a proprio piacimento, bombardandolo con 287 yard su passaggio e 177 yard su corsa, tanto che lo score finale con soli tre punti di distacco non racconta tutta la storia di questa partita, che ha visto i Legends sempre in controllo.
Il gap decisivo viene creato già nel primo quarto della partita, quando i Legends mettono a segno una safety placcando Ross in end zone, aggiungendo poi un touchdown di Robinson nel secondo quarto, al quale Arizona riesce a rispondere solo con un field goal di Folk a chiudere il primo tempo.
Dopo un terzo quarto senza segnature, nel quale Atlanta riesce a rintuzzare tutti gli attacchi degli Hotshots, il kicker degli ospiti Koo piazza la palla due volte tra i pali, e tanto basta a tenere lontana Arizona, che va a segno con Ross, finalmente pescato in end zone da Wolford, ma la trasformazione da due punti, sebbene riuscita, non basta per recuperare completamente. Il tentativo di rimonta si ferma sulle 48 di Arizona, da dove Wolford lancia l’incompleto sul quarto tentativo che chiude definitivamente l’incontro e ricaccia gli Hotshots nel calderone della division.
Molto commovente, ad inizio partita, la cerimonia di ritiro della maglia numero 19 da parte di Arizona. Il 19 è riferito ai 19 Hotshots, un corpo speciale formato da pompieri scelti, morti nell’incendio di Yarnell Hill del 2013.

Le gerarchie si stanno delineando con l’approssimarsi di metà stagione (la prossima settimana sarà il giro di boa), ed al momento gli Orlando Apollos sembrano non avere rivali in grado di contrastarli. C’è da dire che in queste ultime due settimane un grande ruolo l’hanno giocato gli avvicendamenti nel quolo di quarterback. Il cambio tra Heckenberg e Mettenberger ha giovato agli Express, che hanno così ben “sopportato” anche una giornata anonima da parte di Zac Stacy (18 x 39 il suo score finale), e lo stesso si può dire per gli Atlanta Legends con il cambio tra Matt Simms e Andy Murray che ha rivitalizzato un attacco che sembrava piuttosto anemico.
Problemi per San Diego, che con Nelson fuori dalle quattro alle sei settimane, si riaffideranno a Bercovici, i cui risultati alla prima giornata furono disastrosi, mentre per Birmingham i grossi problemi stanno in linea d’attacco. Nella partita con San Antonio gli Irons hanno perso 3/5 di linea prima che finisse il primo quarto, e la già non eccelsa qualità del reparto ne ha risentito in maniera pesante.

Classifica

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Si prevedono frenetici scambi in questa settimana, mentre per le squadre con problemi di quarterback incombe l’inquietante figura di Johnny Manziel che, rifiutato dalla NFL ed espulso dalla CFL, potrebbe trovare nella AAF un’ulteriore possibilità di rilancio. Sempre che gli interessi averne una.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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