[AAF] Week 6: Perdono gli Apollos e arriva Johnny Manziel

La notizia della settimana, per la AAF, arriva poco dopo la fine della prima partita del sabato in cui i Salt Lake Stallions fanno un sol boccone dei Memphis Express nella sfida tra le due squadre con il peggior record della lega: i Memphis Express hanno ingaggiato l’ex Heisman Trophy Johnny Manziel, che sostituirà Zach Mettenberger, infortunatosi alla prima azione della partita contro gli Stallions.
Per arrivare a Manziel gli Express hanno dovuto aspettare che i San Antonio Commanders, che detenevano il diritto di mettere sotto contratto Manziel secondo le regole “regionali” della AAF (Manziel ha frequentato la high school in Texas, dove ha anche giocato al college), rinunciassero a tale diritto. La lega ha poi confermato l’accordo. Manziel esordirà domenica prossima nella partita che gli Express giocheranno in casa contro i Birmingham Iron.

Passando alle vicende più strettamente legate al campo, gli Arizona Hotshots infliggono agli Orlando Apollos la prima sconfitta della stagione, rilanciando le proprie ambizioni ad un posto in post season. Detto degli Stallions vincenti sugli Express, le due partite della domenica hanno visto i San Antonio Commanders asfaltare gli Atlanta Legends, mentre Birmingham, con Luis Perez di nuovo al comando dell’attacco, riescono ad avere la meglio dei San Diego Fleet a tempo scaduto grazie ad un field goal di Novak.

Memphis Express – Salt Lake Stallions = 9-22

La sfida tra le due cenerentole della lega si indirizza immediatamente alla prima azione d’attacco dei Memphis Express. Dopo che Woodrum ha portato gli Stallions in vantaggio con un drive da manuale terminato con un pass per Truesdell con relativa trasformazione su Leslie, Mettenberger entra in campo ad alla prima azione subisce un sack da parte di Schult e si infortuna. Al suo posto deve entrare Silvers, e le speranze degli Express vanno a farsi benedire.
Alla fine Silver mette insieme anche dei numeri interessanti (23/37 per 242 yard e 1 TD), ma molte di queste yard arrivano a risultato ormai compromesso, ed in generale Silver non dà mai l’impressione di poter condurre l’attacco degli Express sulle proprie spalle, soprattutto se il gioco di corsa di Stacy viene ottimamente fermato dalla difesa degli Stallions. Resta il solo Reece Horn, come bersaglio affidabile per Silver, ma anche l’ex Seamen Milano non può certo fare miracoli.

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Woodrum manda in touchdown Denham e Bertolet piazza un field goalche fa 19-0, prima che Mc Ginnis riesca, anch’egli con un calcio da tre punti, a togliere lo zero dal tabellone degli Express.
Prima dell’intervallo Silver trova Zac Stacy in end zone, ma la trasformazione fallisce e Memphis esce praticamente di scena.
Nel secondo tempo gli Stallions controllano la partita, potrebbero incrementare il vantaggio ma commettono un fumble sulle 2 avversarie ed infine vanno a segno con un field goal di Bertolet per il 22-9 finale che lascia gli Express solitari in fondo alla classifica con una vittoria e cinque sconfitte.
L’arrivo di Manziel sarà sufficiente per ribaltare una situazione che definire critica è dir poco?

Arizona Hotshots – Orlando Apollos = 22-17

Gli Orlando Apollos cercavano la qualificazione matematica alla post season, che sarebbe arrivata a seguito di una vittoria su Arizona e l’eventuale sconfitta di Atlanta, ed invece dovranno attendere la prossima settimana, quando andranno a far visita proprio ai Legends, per staccare il biglietto per la semifinale. A fare loro lo sgambetto ci hanno pensato gli Arizona Hotshots, che tornano alla vittoria dopo una striscia consecutiva di tre sconfitte che sembrava aver segnato negativamente una stagione iniziata in maniera egregia. Arizona ha sorpreso la difesa di Orlando presentando un attacco più orientato sulle corse del trio Cook, Pressley e Stockton, limitando un po’ il gioco aereo di Wolford che, fino a questo momento, era stato un po’ il marchio di fabbrica dei gialloverdi, ma che nelle ultime partite aveva lasciato un po’ a desiderare.
Da parte loro gli Apollos si affidavano al solito Garrett Gilbert, che però questa settimana non era efficace come suo solito, pur lanciando ancora una volta oltre le 250 yard.
Le due squadre si sono rincorse per tutta la partita, con Orlando subito in vantaggio con un touchdown di Johnson ed Arizona che rimontava con due field goal di Folk. Fry metteva un field goal a segno per gli Apollos, ma prima della pausa erano gli Hotshots a mettere il muso davanti grazie ad un passaggio di Woolford per Pressley trasformato dallo stesso Woolford.

Nel quarto periodo Orlando premeva sull’acceleratore e trovava il touchdown del sorpasso quando Gilbert trovava prima Marshall in end zone e poi Hunt per la trasformazione da due che portava lo score sul 20-17.
Arizona si riportava nuovamente davanti a cinque minuti dalla fine, quando Pressley entrava in end zone dalla una yard. La trasformazione di Bundy sembrava mettere Arizona al riparo da una facile rimonta, mettendo cinque punti di distanza tra sé ed Orlando, ma il bello doveva ancora venire.
Garrett Gilbert arrivava fin sulle 37 avversarie al two minute warning, ma un sack di Yates con relativo fumble e palla recuperata da Arizona sembrava mettere la parola fine alla partita. Arizona non riusciva a far meglio di un three and out, ma Orlando doveva bruciare i due time out rimastigli per poter riprendere palla, dopo il punt, sulle proprie 18 con 55 secondi sul cronometro. La situazione era tanto disperata quanto pronta ad essere tramandata come una rimonta epica. Tralasciando i due incompleti e lo spike, Gilbert completava su Marshall per 48 e 26 yard, portando la palla sulle 8 avversarie con dieci secondi sul cronometro, tempo che corre e nessun time out per fermarlo. Tutti in linea per lo spike, ma il tackle di destra Eatmon trova il peggior momento possibile per commettere un offside. Il cronometro dice che mancano quattro secondi al termine, Orlando non ha più time out e quindi non riesce ad evitare il runoff di dieci secondi regolamentare che consegna la vittoria ad Arizona.

San Antonio Commanders – Atlanta Legends = 37-6

I San Antonio Commanders sono una delle squadre più calde della AAF, e lo dimostrano semplicemente cancellando dal campo gli Atlanta Legends. Dopo aver visto la partita, si capiscono meglio le parole del GM di San Antonio Daryl “The Moose” Johnston su Manziel. Johnston ha in pratica detto che hanno deciso di rinunciare ai diritti su Johnny Manziel perché a quarterback stanno già a posto così e l’ingresso di Manziel non avrebbe migliorato la situazione (e sì, non parlava probabilmente solo del campo…).
Con una prestazione più che convincente (17/23 per 164 yd e 2 TD), Woodside ha sgombrato il campo da qualsiasi dubbio sulle sue capacità e sulla sua abilità a condurre questa squadra a traguardi importanti.
Dal canto suo Atlanta, guidata da un Murray non irresistibile (30/41 per 215 yd, 1 TD, 3 int), ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare, regalando ai Commanders più di una situazione favorevole.
Tre intercetti, di cui uno ritornato 87 yard in touchdown, un ritorno di punt da 79 yard per un’altra segnatura, quattro fumble di cui uno perso, sono il bollettino di guerra della disastrosa partita dei Legends, che sembravano aver trovato un proprio equilibrio nelle ultime partite.
Cinque i touchdown totali messi a segno da San Antonio, due dei quali trasformati, ed un field goal, a fronte dell’unica segnatura di Atlanta ad opera di Folston su passaggio di Murray.
San Antonio conquista la testa della conference in solitaria ed ha più di un piede in semifinale, mentre Atlanta, con due vittorie e quattro sconfitte, aspetta solo la matematica per essere dichiarata fuori dai giochi, anche se una vittoria domenica prossima con Orlando ed una contemporanea sconfita di Birmingham potrebbe mantenere accesa una tenue speranza almeno per il secondo posto disponibile per i playoff.

Birmingham Iron – San Diego Fleet = 32-29

Dopo aver vinto in maniera rocambolesca la scorsa settimana, questa volta tocca ai San Diego Fleet di Mike Martz perdere con un field goal a tempo scaduto, ed a beneficiare di questa vittoria sono i Birmingham Iron che escono dalla crisi in cui erano caduti due settimane fa. Gli Iron si rilanciano alla grande e lo fanno con Luis Perez, che sfrutta l’opportunità capitatagli e capitalizza al massimo.
Dopo il panchinamento di domenica scorsa, Perez aveva definitivamente perso il posto da titolare in favore di Price, ma un sandwich subito da due difensori di San Diego verso la fine del primo quarto, lasciava il quarterback titolare un po’ stordito, per cui Perez doveva rientrare in campo al suo posto. Detto fatto, Perez prendeva in mano la situazione e portava gli Iron a recuperare lo svantaggio provocato dal field goal di Hageman. Perez trovava Trent Richardson per un touchdown pass da 13 yard che era anche il primo TD pass della stagione per il quarterback in maglia nera.
Nel secondo quarto Bercovici si faceva intercettare, ma Birmingham non approfittava del turnover. Perez, però, non si lasciava scappare la seconda occasione. Dopo il punt dei Fleet, trovava Washington per un touchdown da 83 yard, portando così Birmingham avanti 12-3. Bercovici imitava il suo rivale scaricando una bomba da 72 yard, e dopo poco più di un minuto dalla segnatura di Washington lanciava anch’egli un touchdown pass su Johnson. Perez commetteva uni dei due errori della sua partita perfetta facendosi intercettare, ma anche San Diego non sfruttava il turnover come già prima aveva fatto Birmingham. Prima dell’intervallo c’era ancora tempo per un field goal di Novak che mandava le squadre al riposo sul 15-9 per gli Iron.

Nel secondo tempo San Diego appariva ben determinata a sovvertire il punteggio e recuperare il divario di sei punti. Birmingham andava a segno per prima con Richardson, ma la trasformazione non riusciva, mentre San Diego, nella immediata risposta ad opera di Ward, riusciva a rosicchiare altri due punti con la trasformazione. Peccato che nell’azione che aveva portato Bercovici a trovare Ford profondo per 70 yard, il talentuoso ricevitore di San Diego si procurasse un infortunio alla caviglia che lo costringeva a lasciare il campo. Nonostante l’assenza del suo bersaglio preferito, Bercovici sfruttava il secondo turnover causato dall’intercetto di Perez, e stavolta metteva sei punti sul tabellone con un passaggio su Watson. San Diego era di nuovo avanti 23-21. Questa volta toccava a Bercovici farsi intercettare, e Perez non perdonava, lanciando il terzo touchdown pass di giornata in apertura di quarto periodo ancora su Washington. La trasformazione portava il punteggio sul 29-23 con tutto il quarto periodo da giocare.
Salivano in cattedra le difese che obbligavano al punt gli attacchi avversari, finchè Bercovici non riusciva a trovare lo spazio per lanciare ad Owusu il touchdown del pareggio a 4:32 dalla fine. Nelson Spruce non riusciva a trasformare, e con il punteggio in parità Birmingham si apprestava all’ultimo drive della partita, condotto magistralmente da Perez. San Diego aveva un solo timeout a disposizione, e mentre Birmingham marciava dritto per il campo verso l’agognato raggio da field goal, Martz non poteva fare altro che guardare Perez e Richardson guadagnare terreno e mangiare tempo sul cronometro. Giunto sulle 25 avversarie, l’attacco di Birmingham lasciava il campo al field goal team e Novak, a tempo scaduto, calciava tra i pali la palla della vittoria che ridava fiato a Birmingham e faceva risprofondare San Diego nel calderone della lotta per i playoff.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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