[NFL] Week 7: Tutto da rifare (New England Patriots vs Chicago Bears 38-31)

Mitchell Trubisky contro Tom Brady è come Davide contro Golia, solo che nel 99,9% dei casi storici, la battaglia la perde Davide. Lo 0,1 che fa la differenza è la maledetta yarda che manca a Kevin White per trasformare un Hail Mary di Trubisky da 55 yarde nel touchdown che avrebbe spinto i Chicago Bears all’overtime per due volte nell’arco di una settimana. Kevin White, già, quel fantasma con le treccine che ha scritto in fronte la frase “mai una gioia”, e che per un’altra domenica dovrà tenersela.

Come nella partita di Miami abbiamo visto la doppia faccia dei Bears, che perdono in casa per la prima volta in stagione; una difesa che è l’ombra di quella delle prima quattro giornate riesce a recuperare palloni interessanti con la stessa leggerezza con cui si fa infilare. Segue lo special team che forza 2 fumbles per poi farsi colpire su ritorno o peggio, regala un touchdown a Kyle Van Noy dopo essersi fatta bloccare clamorosamente un punt da Dont’a Hightower.

L’attacco non è differente, la bipolarità offensiva delle settimane dopo il bye va rivista assolutamente: il QB di Chicago può contare solo ed esclusivamente su Jordan Howard (che però non sfrutta più di tanto), su Cohen (che mette tutto l’impegno possibile, ma deve imparare a correre più avanti e meno lateralmente), e su Trey Burton che con 9 ricezioni su 11 e 126 yard è il migliore dei nostri. I tre menzionati vanno tutti in end-zone.

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I Patriots, regali del nostro special team a parte, fanno quello che dovrebbe fare un team che negli ultimi quattro anni ha fatto tre Super Bowl vincendone due, l’ultimo recuperando 25 punti in un quarto e mezzo. Riescono a tenere a bada il nostro pass rush (la difesa Bears riuscirà a fare un solo sack su Brady) e a far girare l’attacco grazie al lavoro di White, di Josh Gordon, Chris Hogan e Julian Edelman, che riescono ad ammortizzare bene l’infortunio di Sony Michel e a trovare l’end-zone per tre volte, tutti su passaggio di Brady. Curioso che il QB di Boston sia più vecchio anche dell’allenatore dei Bears.

Gli uomini di Boston riescono, in una gara comunque stretta dal punto di vista del risultato, a essere davanti con un vantaggio di due TD nel momento che conta. Fanno cioè quello che noi Bears dovremmo imparare a fare al più presto, vale a dire imparare a gestire la gara dal punto di vista mentale, per evitare di concedere all’avversario delle ragionevoli possibilità di entrare nel match.Nel frattempo Trubisky ha imparato a contare anche sulle sue gambe, correndo con estrema sicurezza e portandosi a spasso tutta la difesa di New England in un paio di occasioni. Una grande giocata che a referto gli segna 8 yard, ma sul campo sono 60, conclusa con un TD arrivato con l’aiuto di Cody Whitehair che spazza via chiunque gli si presenti davanti.

I conti però non mi tornano: Trubisky corre per 81 yard in 6 tentativi mentre tutto il reparto dei running back mette insieme 53 yard su 19 corse. Ovviamente c’è qualcosa che non va, e se gli scorsi anni il sistema offensivo era troppo impostato intorno a Jordan Howard, siamo passati da un estremo all’altro lasciandogli solo 12 carries contro i 30-35 che gli venivano affidati prima. Con Robinson che ha qualche problema fisico, il reparto dei ricevitori è da cestinare letteralmente, eccezion fatta per Burton.

Nagy non ha le redini del gioco aereo dal momento che ogni lancio di Mitch che non sia diretto a Cohen o Burton non porta a nulla se non ad un paio di intercetti che in parte ci costano la gara. Per quanto mi riguarda preferisco esprimere il concetto in francese: Bellamy renderebbe meglio ai Bears se spedito a vendere birre sugli spalti, mentre Dion Sims andrebbe cacciato dal Soldier Field.

Non comprendo molto bene il senso di avere Mack in campo incapace di contribuire all’azione difensiva: è in grado di essere pericoloso anche alla metà della forma fisica, ma probabilmente dopo Miami sarebbe stato meglio dargli un po’ di respiro in più anche in ottica futura. La linea offensiva dei Pats non è così solida, come non lo sono i suoi ricevitori. Le sole entità solide nel football del Foxborough sono Brady e Belichick, e la loro filosofia offensiva supplisce a tutte le altre mancanze del team.

Non è grave perdere contro il miglior team NFL degli ultimi 20 anni, è un peccato non capitalizzare e concedere agli avversari dei punti che solo tu potevi regalare. Ora è tutto da rifare, non siamo più al comando nella nostra divisione, ma ci possiamo tornare presto, a patto che non si perda contro Jets e Bills. Dopo il bye abbiamo certamente sottovalutato i Dolphins, ieri malamente schiaffeggiati da Detroit, che se pur in crescita è un team ben lontano dalle potenzialità dei Bears. I Pats sapevamo essere fuori dalla nostra portata, in particolare dopo i 43 punti che il team di Brady ha rifilato a Kansas City, però ci è piaciuto credere di potercela fare fino all’ultimo secondo, il che rende la sconfitta più semplice da accettare.

Qui lo scrivo e qui lo nego, se Chicago non dovesse vincere entrambe le sfide contro Jets e Bills, Alex Cavatton riporrà gran parte delle sue speranze di vedere la post-season da protagonista nel cassetto. 3 vittorie e 3 sconfitte, 2 delle quali contro Packers e Patriots rimangono un buon risultato fin qui, ma le aspettative dopo week 4 erano diverse.

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Restiamo concentrati e andiamo a riprenderci quanto ci spetta!
BearDown

Chicago Bears Alex

 

 

 

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4 Commenti

  1. Ho appena finito di guardare Chicago New England,, questa volta su DAZN, per gustarmi l’ottima telecronaca e i commenti di Roberto Gotta.. Nonostante la sconfitta ,mi é molto piaciuta la partita coraggiosa dei Bears, che anche contro i Patriots hanno mostrato una buona difesa e hanno giocato una partita coraggiosa

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