Uno sguardo al 2017: Baltimore Ravens
A stagione conclusa, vi proponiamo la review della stagione 2017 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno dei Baltimore Ravens.
COME DOVEVA ANDARE…
Il ritorno ai playoff era l’obiettivo minimo della stagione. In off-season si era speso molto più del solito per potenziare la squadra, soprattutto il reparto difensivo. Il diktat era evitare di concedere sanguinose big play agli avversari negli ultimi minuti di partita. Un draft incentrato totalmente sulla difesa faceva presagire un ritorno alle origini per Baltimore, da sempre legata ad una difesa asfissiante e un buon gioco di corse.
…E COME E’ ANDATA
Male. I playoff sono stati mancati per il terzo anno consecutivo e la delusione più cocente è stato il touchdown di Andy Dalton dei Bengals, all’ultimo minuto dell’ultima giornata, che ha messo fine alle speranze di post-season dei Ravens. Un’azione che la migliorata difesa avrebbe dovuto proprio evitare, una di quelle big play che invece, ancora una volta, sono il punto debole di un reparto a cui manca la zampata finale per diventare dominante.
La pletora di infortuni che ha colpito la squadra non ha certo aiutato, ma la realtà dei fatti è che, con un calendario molto abbordabile, i Ravens sono rimasti fuori dalla post-season, aumentando il divario che li separa dagli Steelers sempre più padroni della division. Da non dimenticare anche la cocente sconfitta oltreoceano, nella prima uscita di sempre a Londra, finita in un desolante 44 a 7 in favore dei Jacksonville Jaguars.
COSA HA FUNZIONATO…
Pur concedendo il terribile touchdown ai Bengals che li ha estromessi dai playoff, la difesa dei Ravens è stata la forza della squadra. Il secondario è stato ottimo per larghi tratti della stagione, grazie alle prestazioni dominanti di Jimmy Smith, Brandon Carr e del rookie Marlon Humprey. Terrell Suggs, a 35 anni, sembra un ragazzino di 22 che continua ad andare a caccia di quarterback. Lui, C.J Mosley ed Eric Weddle sono anche stati eletti per il Pro Bowl, segno tangibile di come in difesa il talento sia tanto.
22 intercetti sono un buonissimo numero di takeaway, così come 41 sack e 16 fumble forzati. La difesa è stata la sesta della lega per punti subiti e 3 shut-out non si vedevano da parecchi anni a Baltimore.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
Tutto l’attacco in estrema sintesi. A partire dai ricevitori, passando per i tight end e arrivando a Joe Flacco. Il quarterback da Delaware è stato limitato da un infortunio alla schiena subito in estate, ma non ha mai dato l’impressione di riuscire ad accelerare ed elevare il suo gioco. Se non fosse stato per il running back Alex Collins, l’attacco dei Ravens sarebbe stato di uno stagnante impressionante.
Nella seconda parte di stagione, le statistiche sono migliorate, fino ad arrivare al sesto posto per punti segnati, ma i numeri non raccontano pienamente la storia di una squadra che avrebbe potuto dare molto, molto di più.
E ADESSO?
Ozzie Newsome, lo storico general manager della franchigia, è alla sua ultima off-season. L’anno prossimo si ritirerà per lasciare spazio al suo delfino, Eric DeCosta. Il reparto ricevitori ha bisogno di un makeover totale e sono già arrivati John Brown e Michael Crabtree. Arriverà sicuramente altro in questo reparto, via draft o via free agency, e anche i tight end verranno migliorati con l’aggiunta di un giovane interessante.
La difesa è riconfermata in blocco ed è nelle mani di un nuovo coordinatore, Wink Martindale, già allenatore dei linebacker, che ha dichiarato di voler rendere il reparto più aggressivo e feroce.
La 2018 sarà una stagione delicata per i Baltimore Ravens. Dai risultati passano molte storie. John Harbaugh non si è mai trovato così spalle al muro, riuscirà a tirare fuori il meglio dai suoi uomini per togliersi finalmente di torno l’aura di mediocrità che avvolge i Ravens dalla vittoria del Super Bowl XLVII?
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Marco
Da tifoso penso che il limite maggiore dei Ravens post Superbowl sia la mancanza di idee nuove; Harbaugh e Newsome hanno continuato a ripetere la loro versione, legata ad un football prima di tutto difensivo ed a un attacco conservativo.
Nei primi 4 giri dello scorso draft sono stati scelti solo difensori, malgrado si sapeva mancassero playmaker offensivi, una concezione ideologica del football.
Non sembrano essersi neanche resi conto che l’ultimo Superbowl dei Ravens è stato vinto più dall’attacco che dalla difesa.
Harbaugh ha scelto dei coordinatori offensivi che più o meno replicassero quello che già lui sapeva e non lo mettessero in difficoltà. Probabilmente sarà l’ultimo anno per Harbaugh e Flacco.
Ciao Alessandro,
Analisi con cui concordo pienamente. Dopo la vittoria del Super Bowl, a mio modo di vedere, si sarebbe dovuto sfruttare il picco di forma di Flacco, circondandolo di ottimi skill player, con cui lui potesse giocare al meglio. Invece si è puntato poco e male sull’attacco, con risultato che, ad oggi, la situazione è di grave deficit in alcuni reparti. Se mancassero i playoff sicuramente prevedo tempi bui per Flacco e coach Harbaugh.