NFL Preview 2017: Buffalo Bills
Le ultime mosse dei Buffalo Bills, come le trade che hanno coinvolto Ronald Darby e Sammy Watkins, non sembrano far sorridere i tifosi, pronti ora a una sorta di rebuild inopportuno. La verità è, come spesso accade, una via di mezzo tra il pensiero dei supporter e quello dei più ottimisti esperti. Con i cuscinetti Jets e i Dolphins con qualche grattacapo, i Bills non sono comunque da sottovalutare nella AFC East. Vediamo perché.
ATTACCO
Tyrod Taylor solleva ben più di un dubbio: è un quarterback NFL? Può ancora diventarlo? Guardando i numeri della scorsa stagione con attenzione, i Bills di certo non hanno brillato in protezione. Molti dei sack subiti da Taylor sono figli suoi, ma il resto è stato partorito da una linea offensiva che è stata 22esima della lega, per esempio, anche sulle corse.
In un draft avaro di puro talento nel ruolo di QB, probabilmente è stata saggia la scelta di non rimpiazzare lui nei primi giri ma pensare ad altri ruoli.
Il runningback LeSean McCoy è, chiaramente, nell’elite della lega. Il gioco di corse dei Bills è stato il più utilizzato in NFL nelle ultime due stagioni, contribuendo alla fama di Anthony Lynn e facendolo aspirare alla posizione di head coach (che ricoprirà per Los Angeles). Qui non c’è da parlare di singoli, solo di allenatori, cosa che faremo nell’ultimo capitolo di questa preview.
Tornando alla linea, non mancano i buoni e ottimi giocatori, ma la scelta di Dion Dawkins al secondo giro dell’ultimo draft evidenzia come quelle statistiche di efficienza sulle corse vogliano essere migliorate.
La partenza di Sammy Watkins e l’arrivo di Jordan Matthews nello slot possono far pensare a un gioco di passaggio più conservativo, meno esposto a errori, più veloce nell’esecuzione. Anche a questo penseremo nel capitolo sui coach.
Due importanti punti di domanda: il rendimento del wide receiver matricola Zay Jones e la posizione di tight end, che per ora vede il solo Charles Clay dominare la depth chart. Certo non un atleta in grado di cambiare una squadra, quest’ultimo, per il quale devono essere pensati dei set offensivi appositi in modo che possa contribuire anche lui come ricevente.
Ultim’ora: Taylor ha subito una commozione cerebrale nella terza partita di pre-season. Sembra che a sostituirlo nell’eventualità di un’assenza sarà Nathan Peterman, QB da Pittsburgh scelto nell’ultimo draft.
DIFESA
Mentre vi stiamo scrivendo, i Bills hanno mandato Reggie Ragland, linebacker interno scelto nel secondo giro nel 2016, a Kansas City per una quarta scelta. Ci si aspettava dessero al loro giocatore un’occasione di brillare dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo per tutta la sua prima stagione nella lega, ma così non è stato, anche per ragioni tattiche.
Rimane Shaq Lawson, finalmente nel suo ruolo di defensive end nel nuovo 4-3 che lo staff sta allestendo nello stato di New York. Il secondo anno farà parte di una linea difensiva molto costosa ma di talento.
La partenza di Ragland è dovuto alla conferma di Preston Brown come LB centrale. A coadiuvarlo Ramon Humber o Gerald Hodges sul lato debole e l’incursore Lorenzo Alexander a fare il quinto pass-rusher. Non si tratta di un front seven imbattibile, sulla carta, ma qui i cambi in panchina si faranno sentire.
I defensive back sarebbero stati il punto forte evidente qualora Ronald Darby fosse rimasto. Tre’Davious White ha impressionato, e il rookie cornerback sembra essere un grosso asso nella manica dei Bills. Probabilmente sarà Shareece Wright a giocare dalla parte opposta di White, creando una coppia alquanto impronosticabile. I due nuovi arrivi Jordan Poyer e Micah Hyde dovrebbero giocare come safety, ma moltissimi giocatori del reparto di questi Bills sembrano poter aggiudicarsi una grossa quantità di snap. La nuova essenza dei defensive back di Buffalo è questa: l’ecletticità. Sarà anche il suo difetto.
COACHING STAFF
E se di difesa dobbiamo parlare, è essenziale partire dal nuovo head coach Sean McDermott. L’ex Carolina Panthers è una mente difensiva di primo livello, ma non troppo articolata. Il concetto base, aldilà della 4-3 di cui già scrivevamo, è quello di spaziatura tra linebacker e defensive back, che soprattutto quando il campo si fa corto può coprire meglio il rettangolo verde in situazione di primo e secondo down.
Lo staff è del tutto nuovo, ma 10 di questi coach erano già in NFL la scorsa stagione. Un raffronto è quindi possibile tra la ciurma guidata da Rex Ryan a quella ora gestita da McDermott. Attorno alla linea di scrimmage, la difesa sembra poter migliorare (la media dei componenti del nuovo staff in yard per portata e placcaggi per perdita è molto migliore dei Bills versione 2016), mentre concederà più sul profondo. Non ci aspettiamo quindi grosse percentuali in Red Zone per gli avversari.
In attacco il nome nuovo in panchina è Rick Dennison, ex offensive coordinator dei Broncos. Erede di Mike Shanahan, garantisce una certa continuità nel gioco di corsa e conosce bene Tyrod Taylor. LeSean McCoy sa giocare la zone running, cioè la filosofia sulle corse di Dennison; l’assunzione di questo coach è quindi una scelta conservativa, non aspettiamoci grossi passi avanti ma nemmeno fallimenti.
Se anche il gioco di corse renderà leggermente meno, Taylor (sempre che giochi da subito) lancerà meno intercetti.
Offense
Defense
Coaching Staff
Sappiamo poco di questi Bills: coaching staff completamente nuovo ma solido e d’esperienza, un quarterback di medio livello e alcune trade sospette. Quella che sembra una stagione di ricostruzione potrebbe diventare una piacevole sorpresa qualora la division (Patriots a parte) si facesse accessibile. Non ci si può aspettare i Playoff in ogni caso.