[NFL] Scouting Combine 2016: Difesa

Dopo aver esaminato le prove ed i risultati dei giocatori offensivi (nell’articolo relativo all’attacco cui rimandiamo anche per un maggiore approfondimento sulle dinamiche e lo svolgimento dell’evento), passiamo ora al reparto difensivo; tra domenica e lunedì sono infatti scesi in campo gli uomini della linea di difesa, i linebacker ed i defensive backs, concludendo così il programma della Combine 2016.

Anche in questo caso proponiamo innanzitutto una tabella rappresentativa delle misure medie che i coaching staff delle squadre NFL si aspettando di vedere rispetto alle prestazioni degli atleti ruolo per ruolo:

Defense

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Com’era lecito attendersi le migliori prestazioni nella 40 yard dash sono state fatte registrare dai defensive backs; sul virtuale podio sono saliti Jonathan Jones, CB di Auburn con 4.33 secondi, la Safety di Clemson T.J. Green ad un solo secondo di distanza (4.34) ed Anthony Brown, cornerback di Purdue che ha fermato il cronometro a 4.35.

Il linebacker più veloce si è rivelato Darron Lee di Ohio State, con un eccellente tempo di 4.47 secondi, che ha rafforzato ulteriormente la candidatura del giocatore ad una selezione al primo giro del Draft. Decisamente sopra media anche la prestazione del DE più rapido, Charles Tapper di Oklahoma (4.59).

Nella prova del vertical jump l’alloro è andato al CB di Florida State Jalen Ramsey, già proiettato da molti mock draft prima della Combine come un serio candidato ad una selezione con i primissimi numeri il 28 aprile a Chicago. Con 41,5 pollici (105,41 centimetri), ha superato Deandre Elliott, CB di Colorado State ed il DE di Virginia Tech Dadi Nicolas, entrambi in grado di raggiungere i 41 pollici di altezza.

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Darron Lee, stella di Ohio State.

Nella 20 yard shuttle è stata eccezionale la performance della Free Safety del Boston College Justin Simmons che con 3.85 secondi è andato molto vicino al record assoluto della prova fatto registrare nel 2006 da Jason Allen (3.81). Dietro alla S due CB, Tavon Young di Temple ed ancora una volta Deandre Elliott, rispettivamente con 3.93 e 3.94 secondi.

La drill è ritenuta di fondamentale importanza anche per i linebacker, in quanto capacità di controllo del corpo e di cambio di direzione in spazi limitati sono caratteristiche necessarie per ricoprire la posizione. I migliori in questo caso sono stati l’ILB Nick Vigil di Utah State (4 secondi netti), e due OLB, Kentrell Brothers di Missouri (4.11) e di nuovo Darron Lee con 4 secondi e 20 centesimi.

Il prodotto di Ohio State ha eccelso anche nel Broad Jump, nel quale con 11.1 piedi (3,4 metri) è stato preceduto solo da un altro volto noto, Jalen Ramsey che ha raggiunto la distanza di 11,3. Al terzo posto con 11 Keanu Neal di Florida.

Se rispetto alla 20 yard shuttle l’attenzione è rivolta in particolare ai linebacker, nel Broad Jump, a livello difensivo, questa si sposta invece sugli uomini di linea. Si sono fatti notare tre Defensive Ends; Alex McCalister di Florida (10.8), Shawn Oakman di Baylor (10.3) ed Emmanuel Ogbah di Oklahoma State (10.1). Tra i DT il primato è stato invece ottenuto da Sheldon Rankins di Louisville con 9.10 piedi.

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Jalen Ramsey, uno dei prospetti più interessanti in vista del prossimo Draft.

Sempre i rappresentanti della defensive line hanno dominato, come ci si poteva immaginare, la sfida della bench press (225 libbre, ovvero 102 chili). Ma Chris Mayes (DT, Georgia), Ronald Blair (DE, Appalachian State) e Matthew Ionnaidis (DT, Temple), con rispettivamente 33, 32, 32 ripetizioni non sono riusciti ad avvicinare la forse ineguagliabile cifra record di 49 stabilita nel 2011 da Stephen Paea (giocatore neozelandese poi selezionato dai Redskins al secondo giro del Draft dello stesso anno).

Il già citato Justin Simmons ha infine prevalso nella 3-Cone Drill, fermando il cronometro sui 6.58 secondi. Dietro di lui i CBs Sean Davis di Maryland e Cyrus Jones di Alabama con 6.64 e 6.71.

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Ma questa è la prova regina per i pass rushers; i tre DEs che hanno maggiormente spostato su di sè i riflettori sono stati James Cowser di Utah State, con 6.73 secondi, Joey Bosa di Ohio State con 6.89 e Shilique Calhoun di Michigan State con 6.97. In questo ristretto gruppo il nome già noto era quello di Bosa, che grazie alla sua performance ha dato modo di confermare le proprie idee a coloro che lo ritengono in assoluto uno dei prospetti più interessanti della classe di eligibles 2016 (anche se non ha certo eccelso nella 40 yard dash, dove ha corso in 4.86).

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Joey Bosa, qui impegnato in una postional drill.

Nel complesso sono molti i giocatori difensivi ad aver ben figurato. Non a caso sono della difesa i due reparti che, almeno secondo la grande maggioranza delle opinioni, offriranno più talento nel prossimo Draft; si tratta di quello dei Defensive Tackle e di quello dei Defensive Backs (in particolare con riferimento ai cornerbacks).

Rispetto alla defensive line un dato di particolare interesse è quello dei tempi fatti registrare nella 40 yard dash, ottimi per il ruolo, e anche se non particolarmente rilevanti per la valutazione generale di uomo di linea, certamente indice di un elevato atletismo.

Numerosi come detto i singoli giocatori la cui valutazione esce rafforzata dalla Combine; partendo dalla trincea difensiva, si può guardare ad Emmanuel Ogbah (Oklahoma State), nella top 3 del suo ruolo in diverse delle drills, e in grado di dimostrare in particolare una notevole esplosività. Tra gli uomini interni di linea, Andrew Billings (Baylor) si è mostrato più atletico di quanto ci si possa aspettare da un giocatore della sua stazza e lo stesso può dirsi per Robert Nkemdiche (Ole Miss), rispetto al quale rimangono tuttavia forti dubbi derivati dalle problematiche avute dal ragazzo lontano dal campo.

Nel gruppo dei linebacker, la scena è stata occupata dall’attore protagonista Darron Lee (il cui apprezzamento rimarrà elevato anche in ragione della duttilità e della capacità di essere schierato anche nel backfield). Ma ottime prestazioni hanno fornito anche Leonard Floyd di Georgia, il cui primo time nella 40 yard dash è stato talmente buono da permettergli di non tentare nemmeno il secondo, (tenendo tuttavia presente che per via di un infortunio non ha potuto partecipare a tutte le prove) e Kamalei Correa di Boise State, entrato ora in discussione per una selezione nel primo round.

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Il gruppo dei Defensive backs.

Tra i cornerback merita menzione William Jackson III (Houston) che ha dato del suo meglio in particolare nelle positional drills e che dopo la settimana ad Indianapolis si è meritato l’ingresso nella top 5 di posizione. Al vertice di questa si sono confermati di diritto Jalen Ramsey (in grado di giocare anche da safety nei pro), e Vernon Hargreaves (Florida), ritenuto il miglior CB di copertura puro a disposizione (il terzo dei giocatori ritenuti più forti nel ruolo, Mackensie Alexander di Clemson, non ha invece preso parte ad alcuna prova nel corso del lunedì). Altri CBs che si sono espressi ad un ottimo livello sono Eli Apple di Ohio State (altro talento da primo round), Jonathan Jones (Auburn) e Cyrus Jones (Alabama).

C’è poi chi ha fatto decisamente meno bene; Noah Spence, pass rusher di Easter Kentucky ha deluso tanto sul campo, mostrando doti atletiche inferiori alle alte aspettative, quanto nelle interviste private con i team, uscendo forse dalla discussione per la prima giornata del Draft. Darian Thompson, safety di Boise State, entrato prima della Combine nella top 50 generale dei prospetti verrà probabilmente penalizzato dalla scarsa velocità dimostrata, e medesimo discorso vale per un’altra S, Miles Killebrew (Southern Utah) rivelatosi poco agile e veloce rispetto alle necessità del ruolo. Un giocatore che in seguito ad ulteriori sviluppi vedrà purtroppo crollare la propria quotazione è infine Jaylon Smith. Nonostante il gravissimo infortunio al ginocchio sofferto nel Fiesta Bowl dello scorso gennaio, il linebacker di Notre Dame era ancora considerato appetibile per un pick tra le prime 10 (prima della rottura del crociato era ritenuto una potenziale prima scelta assoluta). Nel corso degli esami medici che fanno da corollario alla settima del Lucas Oil Stadium, il ginocchio è risultato però essere in condizioni peggiori di quanto ci si aspettava, e l’atleta, che probabilmente sarà costretto lontano dai campi per tutto il 2016, potrebbe ora vedersi selezionare solo nei mid-round del Draft, ben lontano dalle posizioni che il suo talento gli garantirebbe normalmente.

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Rich Eisen e la 40 yard dash.

Si è quindi concluso anche per quest’anno il principale meeting ed occasione di incontro per atleti, scout, coach, dirigenti e media sulla strada per l’evento principale della Offseason NFL. Ma prima che i riflettori venissero del tutto spenti è andato in scena, come ormai da tradizione, un evento in grado di attirare grande attenzione e simpatia; fin dal 2005 infatti, il giornalista di NFL Network Rich Eisen scende in campo e si cimenta in una 40 yard dash corsa indossando un completo, comprensivo della cravatta (è giusto concesso il privilegio di portare scarpe da tennis). Nel Run Rich Run 2016, Eisen ha tra l’altro fatto registrare il suo miglior risultato correndo in 5.94 secondi.

L’evento è esilarante, ma non fine a sè stesso, in quanto è atto a portare un contributo, tanto da parte della rete televisiva, quanto da parte degli spettatori che intendano partecipare, ad un entità di natura benefica. In particolare, quest’anno il ricavato verrà devoluto al St. Jude Children’s research hospital di Memphis.

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