[NFL] Week 5: Colori, episodi ed emozioni

Riposano Dolphins e Raiders, di ritorno dalla fatica londinese, ma non la NFL, che propone quindici partite di grande caratura tecnica ed emozionale!

Un bellissimo match è quello tra Panthers e Bears. I padroni di casa partono alla grande grazie al touchdown di Philly Brown, che ritorna, dopo un’azione convulsa, un punt per 79 yard fino alla end zone avversaria. Erano più di dieci anni (Week 17, 2003) che Carolina non segnava un touchdown su un punt returning. Chicago, però, a cavallo tra il primo e il secondo quarto cerca di scavare un solco decisivo, grazie soprattutto a due sanguinosi fumble a carico di Kelvin Benjamin e di un accerchiato Cam Newton (19/35 per 255 yard con 2 TD pass e 1 INT). Dapprima Matt Forte, vero uomo ovunque degli Orsi con le sue 17 portate per 61 yard e le sue 12 ricezioni per 105 yard, sigla la parità, poi un incerto Jay Cutler (28/36 per 289 yard con 2 TD pass e 2 INT) trova la segnatura su corsa per 10 yard ed infine Alshon Jeffery riceve un pallone sulle 25 yard dei padroni di casa e lo trasforma nel succulento touchdown del 21-7 ospite.
Carolina non ci sta e trova, grazie alle segnature di Greg Olsen e Chris Ogbonnaya, il pareggio a quota 21. Robbie Gould segna un field goal da 45 yard, ma Graham Gano sentenzia la pronta risposta dalle 44. La parità viene rotta dal secondo touchdown di giornata di uno scatenato Olsen. L’attacco degli ospiti resta abulico e la partita finisce così 31-24 per i Panthers (3-2) sui Bears (2-3), che sono ora sul fondo della NFC North.

Khiry Robinson SaintsBattaglia vera è anche tra Saints e Buccaneers. New Orleans nel primo quarto trova due field goal con Shayne Graham e, grazie anche al successivo touchdown su ricezione di Pierre Thomas, scappa avanti 13-0. Tampa Bay non ne vuole sapere di perdere, però, e, a cavallo dell’intervallo, ribalta completamente la situazione. Un buon Mike Glennon (19/32 per 249 yard con 2 TD pass e 1 INT) trova in end zone Louis Murphy da 20 yard, poi ci pensa Bobby Rainey a siglare il sorpasso con una corsa da 9 yard fino in fondo. I Saints calano a picco e Drew Brees (35/57 per 371 yard con 2 TD pass e 3 INT), invece che costruire qualcosa di buono, lancia Danny Lansanah, che riporta poi l’intercetto per 33 yard fino all’acrobatico touchdown.
Travaris Cadet trova la segnatura su ricezione del 20-24 che riavvicina i padroni di casa, ma il rookie Robert Herron ha pronta la risposta che riallarga la forbice. Sembra finita, ma New Orleans si sveglia. Thomas si regala la segnatura palla alla mano, sgusciando nella difesa avversaria per 27 yard, mentre successivamente Glennon non è reattivo in una situazione critica e subisce il sack di Junior Galette nella sua end zone, regalando i due punti della safety. È Graham a trovare, a ridosso della fine dei regolamentari, i tre punti che valgono la parità a quota 31. È overtime. Sono ancora le corse a salvare i Saints, con Robinson che sigla il touchdown decisivo da 18 yard palla alla mano con una grande azione personale. Finisce 37-31 per New Orleans (2-3) sui Buccaneers (1-4), sempre più fanalino di coda della NFC South.

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In avvio, sembra proprio una brutta giornata quella che i Browns si trovano a passare a Nashville, tra le mura dei Titans. Jake Locker torna titolare ed inizia alla grande, dapprima servendo Kendall Wright per il touchdown da 11 yard e poi mettendosi in proprio, portando palla per lo stesso tragitto fino alla end zone degli ospiti. Bill Cundliff sigla i tre punti che sbloccano Cleveland, ma, una volta tornato in campo Charlie Whitehurts (13/21 per 194 yard e 2 TD pass), a causa del nuovo infortunio a Locker, Tennessee allunga con altre due segnature, a panaggio, la prima, ancora di Wright, mentre la seconda, per ben 75 yard, di Justin Hunter. Sembra che si possa andare all’intervallo con una partita già virtualmente chiusa, ma i 7 punti siglati da Jim Dray su passaggio di un Brian Hoyer in crescita minuto dopo minuto (21/37 per 292 yard con 3 TD pass e 1 INT), sono acqua nel deserto per gli ospiti, che accorciano sul 10-28. Tennessee si scorda di tornare in campo dopo l’intervallo e Cundliff avvia la rimonta con un field goal da 42 yard nel terzo periodo.
Brett Kern pensa bene di farsi bloccare un punt, che stava calciando dalla sua end zone, da Tank Carder e Cleveland guadagna altri due punti per la safety, dato che il pallone termina out of bounds. Restano ancora 13 punti da recuperare, però. E’ qui che entra in gioco la premiata ditta Hoyer – Travis Benjamin. Il receiver trasforma in oro due delle quattro ricezioni di giornata e sigla i touchdown del sorpasso. Resta incomprensibile la chiamata con cui, su un quarto & inches, all’altezza delle proprie 40 yard, i padroni di casa decidano di giocarsela con tre minuti rimasti sul cronometro avanti di sei lunghezze, ma, soprattutto, la pessima gestione dell’azione, bloccata agilmente dalla difesa avversaria. I Browns (2-2) vincono dunque, all’ultimo respiro, 29-28 sui sempre più deludenti Titans (1-4).

Non altrettanto esaltante la vittoria degli Steelers sugli ormai tragici Jaguars di questo inizio stagione. La cura Blake Bortles (22/36 per 191 yard e 2 INT) non sembra ancora dare i suoi effetti e a Jacksonville non basta un preciso Josh Scobee, che infila tre field goal su altrettanti tentativi, per avere la meglio della cinica Pittsburgh. Il field goal di Shaun Suisham e il touchdown di Michael Palmer, su lancio di un Ben Roethlisberger nemmeno troppo esaltante (26/36 per 273 yard e 1 TD pass), considerano l’avversario, mantengono avanti gli ospiti di una sola lunghezza, sul 10-9, al termine del terzo periodo, prima che, lo sciagurato secondo intercetto a Bortles, da parte di Brice McCain, venga riportato dallo stesso in end zone per 22 yard. Finisce dunque 17-9 per gli Steelers (3-2) su never winning Jaguars (0-5). Almeno Antonio Brown, che sigla un nuovo record NFL per numero consecutivo di partite con almeno cinque ricezioni (21), si regala una giornata da ricordare.

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La NFC East è, oggi, più entusiasmante che mai. Guidano gli Eagles, che si sbarazzano di misura dei Rams. Philadelphia parte a mille grazie ad un punt bloccato e riportato da Chris Maragos per 10 yard fino alla end zone avversaria e ai due field goal di Cody Parker da breve distanza. Brian Quick riceve il primo passaggio da touchdown dell’eccellente partita di Austin Davis (29/49 per 375 yard e 3 TD pass), ma a rispondere al tentativo di rimonta è un grande Riley Cooper su lancio di Nick Foles, ancora lontano dagli eccelsi livelli dello scorso anno (24/37 per 207 yard con 2 TD pass e 1 INT).
Gli Eagles trovano altri punti extra dal fumble recuperato da Cedric Thornton nella end zone dei Rams, dopo un pessimo tentativo di bloccare il pallone da parte di Jake Long, oltre che altri sette dal touchdown del sempre più esaltante Jeremy Maclin. I padroni di casa sembrano nel pieno controllo della sfida sul 34-7, ma St.Louis continua a crederci. Nell’ordine Benny Cunningham, su corsa, Kenny Britt e ancora Quick su passaggio di Austin trovano 21 unanswered points consecutivi e i Rams tornano a contatto. Ci sarebbe tempo per il drive della vittoria, ma, giunti alla metà campo, la catena si ferma e gli Eagles (4-1) vincono 34-28 sugli ospiti (1-3).

I Cowboys non sembrano intenzionati a perdere l’ennesimo treno per i playoff e vincono la quarta partita consecutiva contro i Texans, guidati da un fantastico Tony Romo (28/41 per 324 yard con 2 TD pass e 1 INT), decisivo nei momenti importanti del match. Ai colpi di Terrance Williams, servito da un Romo sgusciante alla presa di J.J. Watt, e Dez Bryant, con Dallas portata avanti nei drive dal sempre ottimo DeMarco Murray (31 portate per 136 yard), risponde colpo su colpo un Arian Foster (23 portate per 157 yard e 2 TD) tornato su livelli straordinari. Houston recupera dieci punti di margine e Dan Bailey, allo scadere, sbaglia il field goal della vittoria. Le due squadre chiudono dunque i regolamentari sulla parità a quota 17. I Texans non hanno ancora sistemato il tragico problema della regia offensiva e Ryan Fitzpatrick (16/25 per 154 yard e 1 INT) non combina nulla di buono nel primo drive dei supplementari. Bryant si inventa una presa assurda (best of the year?) e Dallas avanza. Bailey, da 49 yard, non sbaglia una seconda volta. Finisce 20-17 per i Cowboys (4-1) sui Texans (3-2).

Odell Beckham Jr GiantsIl terzo successo consecutivo dei Giants passa, ancora una volta, da una buonissima prestazione di Eli Manning (19/30 per 200 yard e 2 TD pass), che ha aggiunto al suo arco la nuova freccia chiamata Odell Beckham, dall’eccellente lavoro del running-game, che abbina Andre Williams e Rashad Jennings per 120 yard in 30 portate, e da una solida difesa, in grado di mettere sotto pressione un non brillantissimo Matt Ryan (29/45 per 316 yard con 1 TD pass e 1 INT). La partita, però, è tutt’altro che scontata, tanto che i Falcons si portano avanti, nel terzo periodo, per 20-10, grazie ai touchdown di Steven Jackson su corsa e Antone Smith da 74 yard su ricezione, oltre che ai due field goal di Matt Bryant. Da qui, però, entrano in scena i Giants. Williams accorcia le distanze con un touchdown prepotente palla alla mano, poi, a suggellare un ottimo esordio, Beckham sigla la sua prima segnatura in NFL, ricevendo un passaggio da 15 yard di Manning. A suggellare il 30-20 finale con cui i Giants (3-2) sconfiggono i Falcons (2-3) ci pensano due field goal di Josh Brown, rispettivamente da 50 e 26 yard.

La squadra che sembra ormai già tagliata fuori dai giochi è quella della capitale. Troppo forti i Seahawks, troppo forte Russell Wilson, che abbina 201 yard su lancio e due passaggi da touchdown al suo career-high palla alla mano, 122 yard in 11 portate con un’altra segnatura annessa. I Redskins, però, vengono tenuti in partita da un DeSean Jackson monumentale (5 ricezioni per 157 yard e 1 TD), servito al meglio da un ripresosi Kirk Cousins (21/36 per 283 yard e 2 TD pass), e finiscono a ridosso dei campioni in carica. Apre le marcature Jermaine Kearse, sempre puntuale alla ricezione in end zone, mentre Steven Hauschka e il touchdown di Wilson allungano sul 17-0 che sembra spezzare le gambe ai padroni di casa. Jackson, prima dell’intervallo, si regala un touchdown da 60 yard contro la miglior secondaria della Lega e accorcia. Kyle Forbath mette altri tre punti, ma Marshawn Lynch, che unisce 117 yard tra portate e ricezioni, riceve da Wilson in end zone e riapre nuovamente la forbice. Due episodi curiosi riguardo quest’ultimo drive: a Percy Harvin viene annullato il terzo touchdown di giornata per flag indirizzate a dei compagni di reparto; Seattle si inventa una trick play, fingendo che Hauschka si trovi a calciare un field goal da 49 yard su un quarto & inches e lasciando invece che sia l’holder, Jon Ryan, a portare la palla ben oltre l’immaginaria linea del primo down. Andre Roberts sigla un bel touchdown ricevendo da Cousins, ma non basta. Finisce 27-17 per i Seahawks (3-1) sui Redskins (1-4).

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Anche nella corrispondente AFC East i conti sono apertissimi. Con Miami al bye, Patriots e Bills operano il sorpasso divisionale. Che partita di New England! Tom Brady si risveglia dall’incubo di Kansas City (23/35 per 292 yard e 2 TD pass) e, grazie ai compagni di reparto Stevan Ridley (27 portate per 113 yard e 1 TD) e Rob Gronkowski (6 portate per 100 yard e 1 TD), tornato a livelli di prepotenza assoluta, guida il suo attacco alla miglior prestazione stagionale. Non c’è storia. All’intervallo i Bengals, imbattuti alla vigilia, sono già sotto 20-3, grazie alle segnature di Ridley e Timothy Wright e ai due field goal di Stephen Gostkowski.
Nel terzo periodo è battaglia vera, con Cincinnati che trova due touchdown su lancio di Andy Dalton, il quale si limita al compitino a risultato già praticamente acquisito (15/24 per 204 yard e 2 TD). Tra i viaggi in end zone di Mohamed Sanu e A.J. Green, New England sigla altrettanti punti grazie a Gronkowski e al fumble ritornato in end zone per 9 yard da Kyle Arrington. Negli ultimi quindici minuti, la passerella dei Patriots è completata da altri tre field goal dell’infallibile Gostkowski. Al termine, il pubblico di casa festeggia il 43-17 con cui i suoi beniamini (3-2) demoliscono i Bengals (3-1). Ulteriore gioia per Brady: è il sesto giocatore della storia a siglare 50.000+ passing yard.

Le prime pagine USA

Buffalo inizia malissimo la sua trasferta a Detroit. Golden Tate (7 ricezioni per 134 yard e 1 TD) è il migliore in campo della squadra di casa e lo dimostra subito, ricevendo da Matthew Stafford (18/31 per 221 yard con 1 TD pass e 1 INT) il pallone del 7-0 con cui si chiude il primo quarto. Successivamente, la grande difesa dei Lions colpisce ancora: Rashean Mathis intercetta Kyle Orton e riporta il pallone per 41 yard fino alla end zone avversaria. Da qui in poi, la partita cambia padrone. Sotto 0-14, Orton prende finalmente in mano le redini degli ospiti e porta a casa una convincente prestazione (30/43 per 308 yard con 1 TD pass e 1 INT). Dapprima Dan Carpenter accorcia con due field goal, poi il neo-starting quarterback di Buffalo trova Chris Gragg in end zone e la successiva corsa di Fred Jackson garantisce la conversione da due punti della parità a quota 14.
Incredibile cosa accade nell’ultimo minuto di gioco: Stafford si affida a Tate, che parte dalle sue 20 yard e non si ferma più fino alle 35 della metà campo avversaria; con 26 secondi ancora sul cronometro Alex Henery fallisce il suo terzo tentativo di giornata su altrettanti field goal tentati, questa volta da 50 yard, e ridà palla agli ospiti; Orton trova un decisivo Sammy Watkins per il guadagno da 20 yard che porta i Bills in raggio da impegnativo field goal; Carpenter si assume la responsabilità e completa l’impresa, da 58 yard. Buffalo (3-2) vince 17-14 su Detroit (3-2). Per la cronaca, i tre field goal sbagliati costano il posto a Henery. Dopo gli otto calci sbagliati finora, sarebbe ora che i Lions si rivolgano ad un kicker affidabile.

Come i Redskins, anche i Jets sembrano ormai vicini al tracollo. Che disastro l’attacco della seconda squadra di New York! Sono soltanto 191 le yard totali collezionate nell’intero corso del match, nove in più di quelle conquistate dal solo Branden Oliver, 91 su corsa e la miseria di 60 su lancio, considerando complessivamente gli orrori di Geno Smith (4/12 per 27 yard e 1 INT) e Michael Vick (8/19 per 47 yard). Il risultato non può che essere uno zero assoluto in quanto a punti siglati nel match. Dall’altra parte un solido Philip Rivers (20/28 per 288 yard con 3 TD pass e 1 INT) controlla la partita senza mai tentennare, aiutato da uno straordinario Oliver, che abbina 19 portate e 114 yard a 4 ricezioni per altre 68 yard, il tutto condito da due touchdown. Menzione anche per l’eterno Antonio Gates, che non si lascia sfuggire la ghiotta occasione di iscriversi due volte a tabellino. Finisce così 31-0 per i Chargers (4-1) sui Jets (1-4).

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Perde la sua imbattibilità anche la seconda squadra che arrivava ai blocchi di partenza senza sconfitte. La differenza tra Broncos e Cardinals sta tutta, o quasi, nel loro timoniere d’attacco. Se i padroni di casa hanno in Peyton Manning un condottiero più che affidabile (31/47 per 479 yard con 4 TD pass e 2 INT), altrettanto non si può dire degli ospiti, che si affidano invano alle folate di Drew Stanton (11/26 per 118 yard), il quale, per altro, si infortuna e deve lasciare il posto all’imbarazzante Logan Thomas (1/6 per 81 yard e 1 TD pass). Nonostante un Chandler Catanzaro ancora infallibile ai field goal (2/2 e 11/11 in stagione), nonostante un Andre Ellington che cerca di buttare il cuore oltre l’ostacolo e sigla, tra corse e ricezioni, 144 yard e due touchdown, nonostante una difesa che mette in difficoltà Manning e lo intercetta due volte, Denver ha la meglio nettamente.
I due Thomas, Demaryius (8 ricezioni per 226 yard e 2 TD) e Julius (6 ricezioni per 66 yard e 2 TD), sono insaziabili e potrebbero vincere la partita da soli, dato che siglano ben 28 punti. Al termine, la superiorità offensiva dei Broncos (3-1) dice 41, contro i 20 di Arizona (3-1). Manning scrive la storia: è il secondo quarterback, dopo Brett Favre, distante ora soltanto cinque lunghezze (508 a 503), a raggiungere quota 500 touchdown pass in carriera.

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Fanno un bel balzo in avanti i Niners, che si portano a ridosso della vetta in NFC West. E dire che San Francisco trascorre la maggior parte del match a rincorrere gli ospiti. Travis Kelce continua a stupire e apre le marcature con un touchdown festeggiato, poi, alla maniera di Ric Flair. Phil Dawson e Cairo Santos si sfidano a colpi di field goal, finché non è Stevie Johnson a ricevere in end zone un lancio del discontinuo Colin Kaepernick (14/26 per 201 yard e 1 TD pass), siglando i punti del 13-10 per i padroni di casa con cui si va all’intervallo. Nella ripresa ci pensa un fantastico De’Anthony Thomas a ribaltare nuovamente la situazione su lancio di Alex Smith, il quale comincia alla grande, ma finisce per spegnersi lentamente (17/31 per 175 yard con 2 TD pass e 1 INT). E con il suo quarterback si affloscia anche l’attacco di Kansas City, che non produce nient’altro di buono. La difesa comincia a traballare e lascia spazio al piede fatato di Dawson, che mette a segno i tre field goal del sorpasso, rispettivamente da 52, 27 e 30 yard. Finisce quindi 22-17 per i Niners (3-2) sui Chiefs (2-3). Un consiglio: andatevi a rivedere la ricezione di Brandon Lloyd che aiuta i 49ers e volare oltre la metà campo, nel drive che porterà al terzo field goal di giornata per il loro kicker. Ne vale veramente la pena.

I Ravens fanno un lavoro eccellente in difesa, guidati dal rookie C.J. Mosley (13 tackle e 1 INT), sempre più rivelazione stagionale, per fermare il travolgente Andrew Luck, ridotto ai minimi termini (32/49 per 312 yard con 1 TD pass e 2 INT). Nonostante ciò, però, l’attacco non riesce ad essere decisivo e a vincere la partita, soprattutto per colpa delle numerose ed evitabili palle perse. Joe Flacco (22/38 per 235 yard e 1 INT), che, con Steve Smith marcato strettissimo, non ha alternative al suo livello da servire, gioca una partita non esaltante. Baltimore trova gli unici punti del suo inizio di match da due field goal di Justin Tucker, Indianapolis risponde con altrettanti colpi di Adam Vinatieri, ma ad essi aggiunge i touchdown di Dwayne Allen su ricezione e di Luck palla alla mano per 13 yard. La segnatura su corsa di Justin Forsett regala una speranza agli ospiti, ma l’attacco si ferma e non produce altri cambiamenti. Vincono dunque 20-13 i Colts (3-2) sui Ravens (3-2).

Il meglio di week 5

Nel match del giovedì, i Vikings subiscono violentemente gli effetti delle importanti assenze di Matt Cassel e Teddy Bridgewater. Christian Ponder (22/44 per 222 yard e 2 INT) gioca una partita contratta e, per lunghi tratti, disastrosa, lasciando tutta l’inerzia del campo ai Packers, che chiudono il match, in maniera incontrovertibile, nel giro di tre quarti. Nel primo Aaron Rodgers (12/17 per 156 yard e 3 TD pass) si appropria del palcoscenico, servendo Randall Cobb e Jordy Nelson per due touchdown fantastici.
Nel secondo la difesa di Green Bay intercetta Ponder in due drive consecutivi e costruisce altri 14 punti. Il primo intercetto viene ritornato per 49 yard da uno scattante Julius Peppers fino alla end zone degli avversari, mentre il secondo regala una posizione di campo ottimale a Rodgers, che trova poi Davante Adams per il touchdown. Si va all’intervallo sul 28-0 per i padroni di casa, ma non è ancora finita. Nel terzo quarto si scatena Eddie Lacy (13 ricezioni per 105 yard e 2 TD), che si regala due segnature, una più bella dell’altra. Sul 42-0 i padroni di casa lasciano campo a Minnesota (2-3) che, grazie al touchdown su corsa di Ponder e ad un field goal di Blair Walsh, riduce lo svantaggio, ma non la nettezza della vittoria dei Packers (3-2).

Le Conference sono, ad oggi, equilibratissime ed è ancora complesso azzardare dei pronostici, ma, Chargers da una parte, Eagles e Cowboys dall’altra guidano rispettivamente la AFC e la NFC. Grande sfida quella con cui parte la Week 6: in nottata i Colts fanno visita ai Texans!

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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