[NFL] Week 5: i Broncos e la macchina che non si deve fermare (Arizona Cardinals vs Denver Broncos 20-41)

All’incontro con i Denver Broncos di domenica gli Arizona Cardinals ci arrivavano quasi da favoriti. La loro difesa, la quinta della nazione, sarebbe stata fronteggiata da un attacco salvato più che altro dagli eroismi di Peyton Manning che non da una effettiva buona varietà di gioco. Già in grado di fermare varie pretendenti al titolo (Seattle l’anno passato, San Francisco e San Diego in questa stagione) e sull’immacolato record di 3-0, la squadra di Bruce Arians non si dava per vinta, e anzi sperava nell’affermazione in trasferta a un miglio di altezza.
Demaryius Thomas BroncosDall’altra parte, una squadra seppur riposata dalla settimana di pausa, aveva visto dapprima avversari abbordabili uscire a testa alta dal proprio stadio per poi piombare a terra quando i Seahawks avevano a larghi tratti dominato l’attacco stellare dei blu-arancio e avevano superato la loro difesa quando più ce n’era stato bisogno.
Come si possa essere passati da una situazione di questo tipo a quello che è stato una specie di massacro sportivo è causa di dibattito in queste ore. L’ipotesi più adatta ci sembra quella per cui John Fox, dopo aver provato qualcosa di diverso nelle prime tre uscite stagionali, sia finalmente tornato sulla tendenza di consegnare la palla in mano al numero 18 e “lasciarlo fare”.
I dati sono lì per essere analizzati: 36 passaggi contro Indianapolis, 26 contro Kansas City, 47 contro questi Cardinals. La media di guadagno a lancio? 10,19 contro le 8 di media negli altri tre incontri. Arizona è passata da essere una delle migliori difese contro i passaggi (250 yard lasciate a Eli, Rivers e Kaepernick di media) a scoprire il fianco alle 476 provenienti da Peyton.
Ci sono una serie di “però”, e sicuramente i tre touchdown di differenza non esistono tra le due squadre, ma nel dipanarsi dell’incontro è parso abbastanza ovvio che i Broncos avrebbero potuto solamente perderla questa partita.

Si inizia a segnare molto nel primo periodo. Gli ospiti vanno avanti con un calcio di Chandler Catanzaro, i Broncos li prendono e sorpassano subito dopo con il 500esimo TD in carriera di Manning (secondo giocatore a raggiungere questa quota). Ma i Cardinals accorciano subito dopo, ancora con il loro kicker. Il secondo quarto è costellato di errori da parte di Manning, che prima pesca Jerraud Powers invece che un suo compagno, e poi si fa intercettare da un uomo di linea avversario (Calais Campbell, poi protagonista di un infortunio che racconteremo). Il nativo di New Orleans è costretto anche a placcare salvando i suoi da una segnatura sicura. E’ placcaggio, quello del 18, di poca importanza e molto poco elegante; “diciamo che gli ho sfiorato la gamba” ammetterà candido Manning ai microfoni della TV americana.

Arizona CardinalsQuesti errori però non fermano la macchina. Arrivano i touchdown di Demariyus Thomas (226 yard alla fine per lui) che nella seconda occasione si invola per 86 yard sui resti di quella che doveva essere una difesa impenetrabile e invece si scioglie quasi come burro al sole.
Intramezzo il touchdown messo a segno da Andre Ellington, che su corsa porta i suoi al 21-13 che accompagna le compagini negli spogliatoi.
Ellington stesso sarà protagonista di una giocata incredibile: Logan Thomas, pressato come spesso nel pomeriggio del Colorado, lascia partire una pallaccia che per un caso del destino finisce nelle mani del suo runningback che la porta in End Zone sfruttando il fatto che i suoi marcatori erano andati per l’intercetto. I Cardinals sono in partita, abbastanza casualmente ma rispettando il pronostico della vigilia, con il loro terzo quarterback a lanciare dopo che Drew Stanton era uscito per infortunio.

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E di un altro infortunio dobbiamo parlare nel peggiore dei modi: nel momento “caldo” del match Julius Thomas viene penalizzato per un chop block su Campbell, vanificando il touchdown dei suoi ma, cosa molto più grave, infortunando in modo alquanto vigliacco il defensive end avversario, forse il miglior giocatore di Arizona. Il confine tra “vigliacco” e “goffo” ci sembra troppe flebile per dare scusanti al tight end di Denver, che ci auguriamo venga sospeso per aver causato un infortunio, che sembra grave, con un fallo palese.

Con il terzo QB, un rookie, in regia e senza Campbell e Patrick Peterson, uscito per un problema alla caviglia, Arizona può costruire e arginare poco, e dall’altra parte la macchina infernale guidata dal 18 ma interpretata ottimamente da Wes Welker, i due Thomas, Emmanuel Sanders, non si ferma di certo. In difesa i Broncos concedono solo dei gran three & out, mentre il touchdown è quasi automatico per i padroni di casa. Finisce 41 a 20, con le segnature di Julius Thomas e di Juwan Thompson, runningback che a causa di un altro infortunio, quello serio di Montee Ball, si ritroverà qualche pallone in più in mano nelle prossime giornate.

Peyton Manning BroncosE a proposito di futuro, il nuovo uragano blu-arancio la settimana prossima si abbatte sulle derelitte Meadowlands, obiettivo i derelitti Jets. I Cardinals, leccandosi le ferite, saranno in casa contro Washington e poi incontreranno Oakland. Nel deserto sperano che queste due partite, sicuramente non impossibili, possano dare l’occasione alla squadra di recuperare qualche infortunato e riprendersi da quello che è stato sì un massacro sul piano del punteggio, ma che ha anche visto i bianco-rossi rimanere in campo contro un avversario impietosamente più forte.

Perché i pronostici si fanno prima del kick-off, ma se poi il coach da palla in mano a Manning e ai suoi compagni c’è così da aggrapparsi agli errori o cogliere quello che questi alieni ti lasciano: per una trentina di squadre in questa lega la partita non inizia nemmeno.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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