I Sì e i No di J.J. Watt ai Cardinals

«Questo è talmente forte che andrei a prenderlo io in aereo per portarlo da noi». Quante volte vi è capitato di pensare o esclamare frasi del genere, fantasticando di un colpo di mercato della vostra squadra preferita? A me almeno un centinaio, anche se da tifoso dei Falcons mi è capitato più spesso di sognare di scortare fuori dalla Georgia Vic Beasley, Isaiah Oliver e altri fenomeni parastatali firmati dalla mia squadra negli ultimi anni. In ogni caso, quando sei un miliardario e possiedi una squadra di football e un jet privato puoi passare dalle parole ai fatti, come ha fatto ieri Il proprietario dei Cardinals ha guidato il suo Jet Privato da Phoenix a Milwaukee. Piccolo dettaglio: sul volo di ritorno c’erano due passeggeri in più.

JJ Watt era un pezzo pregiato della free agency, era inevitabile che si sarebbero mosse parecchie squadre, dai Bills ai Packers, dai Browns ai Titans. Alla fine l’hanno spuntata i Cardinals, che hanno più di un motivo per essere soddisfatti della mossa. Del resto capita piuttosto raramente di poter mettere le mani su un 3 volte defensive player of the year, per quanto in là con gli anni (32 tra poche settimane) e non più integrassimo fisicamente. Anche dal punto di vista di JJ l’accordo non è niente male: Watt riceverà 31 milioni di motivi spalmati su due anni per preferire il deserto dell’Arizona ad altre mete. Le cifre sono in linea con quanto filtrato nei giorni scorsi, ma non sapremo mai se i Cardinals hanno surclassato l’offerta delle rivali o se, a parità di compenso, JJ abbia preferito Arizona per motivi diversi dal vil denaro. Quello che sappiamo per certo è che JJ alla fine ha deciso di spendere gli ultimi anni della sua carriera ai Cardinals, e in attesa che il campo ci dica se questa scelta ha pagato, possiamo iniziare a considerare i “perché sì” e i “perché no” di questo matrimonio.

Perché sì

Perché JJ non è bollito

Vero, nel 2020 JJ Watt è regredito statisticamente rispetto ai suoi anni migliori. Il bottino di 5 sack è il più magro nelle stagioni giocate per intero da quando i Texans lo scelsero da Wisconsin. Vero, la difesa di cui JJ era leader è stata tra le peggiori della lega nella stagione appena conclusa. Ma non dimentichiamoci mai che le statistiche, soprattutto quelle più superficiali come il numero di sack, raccontano solamente una parte della storia. In un articolo uscito recentemente su Huddle ho cercato di contestualizzare quei numeri attraverso lo studio dei filmati all 22. Per riassumere, quello che ci ho trovato è un giocatore ancora di alto livello, perfettamente in grado di impattare la pass rush di una squadra, soprattutto in un contesto meno deprimente rispetto alla Houston del 2020.

Perché JJ Watt non sarà più una particella di sodio

Sull’impatto ridotto di JJ nella scorsa stagione ha pesato parecchio la scarsità di talento dei compagni. Gli attacchi hanno potuto concentrarsi esclusivamente su JJ, raddoppiandolo sui terzi down, rallentandolo con i chip di running back e tight end ed evitando di correre sul suo lato del campo. Nel 2021 gli avversari dei Cardinals non avranno il lusso di cancellare costantemente Watt dal campo. O meglio, potrebbero anche farlo, ma al prezzo di concedere 1vs1 costanti a Chandler Jones, che tornerà dall’infortunio che gli ha fatto saltare 11 partite nel 2020. Nel 2019 Jones giocò un football stellare, registrando 19 sack. Quest’anno ha scollinato i 30 e torna da un lungo stop, ma anche semplicemente con la sua reputazione di mangia quarterback riuscirà a distrarre le O Line avversarie e concedere un po’ di respiro al suo nuovo compagno di reparto. Se poi i Cardinals dovessero riuscire in qualche modo a trattenere Haason Reddick (su questo ci torniamo poi), la loro rotazione di pass rusher puri inizierebbe a far paura. In questo contesto, salute permettendo, state sicuri che i numeri di JJ Watt subiranno un’impennata rilevante.

Perché era il pezzo che mancava a Vance Joseph

L’anno scorso la difesa dei Cardinals ha fatto grandi cose. In pochi se ne sono accorti, visto che Arizona è collassata verso il finale e ha perso il treno post season, ma il defensive coordinator Vance Joseph ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto considerando che l’infortunio di Jones lo ha privato dell’unico pass rusher di livello per due terzi della stagione. Sfruttando il “genius of desperation” che spesso è il miglior carburante dell’evoluzione tattica, Joseph ha dato fondo alla sua creatività per arrivare al QB non solo senza pass rusher, ma proprio senza defensive linemen. Sui terzi e medio lunghi, i Cardinals hanno sfoggiato i loro “amoeba fronts”, detti anche 0-5-6 per via del tipo di personale schierato: 6 defensive backs, cinque linebacker e ZERO defensive linemen. Nessuno con le mani a terra, 6-7 corpi in piedi sulla linea di scrimmage pronti a portare o a fingere pressione per confondere il QB, cosa che è successa parecchie volte nel corso della stagione.

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Ovviamente, con Watt e Jones le cose dovranno cambiare, perché è impensabile tenere due pass rusher del genere ai box proprio nelle situazioni in cui si guadagnano il proprio lauto stipendio. Con questo non sto dicendo che JJ stravolgerà la strategia dei Cardinals costringendoli a giocare un football fuori dalle loro corde. JJ si inserirà molto bene per una serie di motivi, consideriamone qualcuno:

1) Sui running down, Joseph gioca spesso una 5-2 under di ispirazione Wade Philips. In questo schema JJ potrebbe giocare varie posizioni, facendosi valere ance come run stopper di élite per la sua capacità di penetrare i gap. Anche nello schema Nickel 4-2-5 JJ Watt si potrebbe inserire senza particolari problemi, alternandosi tra interno ed esterno della linea a seconda delle situazioni

2) Anche nei terzi down, Joseph potrebbe integrare JJ senza pregiudicare la creatività dello schema. Ad esempio, in questo esempio i Cardinals usano un fronte esotico, con due linebacker a “zuccherare” gli A-Gap e due defensive linemen mani a terra. Possiamo solo immaginare i danni che un JJ sano andrebbe a creare se schierato all’interno, approfittando degli 1 vs 1 contro un centro o una guardia che questi schemi sanno creare.

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Il fit tattico non è perfetto al 100% ma JJ è un giocatore scheme proof, adattabile a qualunque schema difensivo, compreso quello di un ottimo coach come Vance Joseph, che di sicuro troverà il modo per farlo coesistere con i suoi principi difensivi.

Perché i sack si misurano, la leadership no

Per quanto sia ancora un grande giocatore in campo, JJ porta in dote ai Cardinals delle doti di leadership che non sono misurabili a livello statistico ma che alla lunga potrebbero rivelarsi un contributo tanto importante quanto i sack e le pressure. L’etica del lavoro di JJ è leggendaria, sul suo carisma ci si potrebbe scrivere un trattato di comunicazione. Tutti questi aspetti sono fondamentali per una difesa molto giovane, che di sicuro perderà un leader come Patrick Peterson e che vedrà molti volti nuovo presentarsi al training campo. JJ può diventare la controparte difensiva di Larry Fitzgerald e permettere così ai Cardinals di non perdere mai la bussola nemmeno durante le tempeste che rischiano di dirottare la stagione di una squadra.

Perché no

Perché forse non basterà neanche JJ

Il fit tattico tra JJ e i Cardinals è buono, ma se dagli XoS passiamo ai Jimmys and Joes, qualche problema in termini di personale emerge, soprattutto in relazione al salary cap. Nonostante abbiano un QB nel suo rookie contract, i Cardinals non hanno molto spazio salariale e hanno diversi buchi a roster da colmare, in particolare in difesa e ancora più nello specifico lungo la linea difensiva che JJ andrà a puntellare. Chandler Jones è giusto un anno più giovane di Watt e viene da un infortunio piuttosto grave, sebbene agli arti superiori e quindi meno impattante sull’esplosività. Insieme i due potrebbero essere devastanti, ma perché questo accada è necessario che stiano in campo con continuità. L’altro problema è cosa fare con Haason Reddick, oggetto misterioso fino a qualche mese fa, che dopo l’infortunio di Jones si è riscoperto miglior pass rusher della squadra con 12.5 sack. Il problema è che Reddick è in scadenza e i Cardinals devono stabilire se vale la pena prendersi il rischio di firmare un giocatore che in una sola partita (quella contro i Giants) ha superato il numero di sack registrato nei tre anni precedenti. Firmando Reddick, o almeno trattenendolo con il tag, i Cards sarebbero temibili davanti, ma al costo di drenare risorse necessarie per migliorare i backend, che sarà sicuramente privo di Patrick Peterson e molto probabilmente dello sciagurato Robert Alford. Se contiamo che il reparto linebacker è sospetto e avrà bisogno di passi avanti decisi da parte di Isaiah Simmons, il personale difensivo dei Cardinals è ancora un mistero. Se i Cardinals non riuscissero a risolverlo,  l’impatto di JJ, in un contesto migliore rispetto a Houston ma comunque scarno di talento, potrebbe affievolirsi. Sarà necessario un grande lavoro da parte del GM Steve Keim per fugare questi dubbi e costruire attorno a JJ e Jones il contesto adatto a migliorare la buona tenuta difensiva della squadra. C’è ancora tanto da vedere, a partire dal draft e dal riassemblamento del roster, ma queste preoccupazioni valgono uno dei due “perché no”, visto che in altre squadre più strutturate JJ non avrebbe incontrato questo genere di problematiche, e questo ci porta dritti alla seconda obiezione.

Perché altre squadre erano più vicine al Super Bowl

JJ Watt è un futuro Hall of Famer. Il suo busto a Canton lo aspetta insieme alla sua giacca d’oro a cinque anni esatti dal momento in cui deciderà di chiamarla una carriera. Se JJ è disposto a rimettersi in gioco è perché vuole finalmente trovare quel successo in post season che gli è sempre sfuggito a Houston. Da questo punto di vista, i Cardinals non sono la situazione peggiore (non stiamo parlando di sicuro di Detroit), ma siamo sicuri che la strada più agevolo verso il Lombardi sia quella che passa per Phoenix? L’anno scorso i Cardinals non sono sembrati “one player away”. Kyler Murray ha proseguito il suo percorso di crescita, che però si è rivelato meno bruciante di quello che aveva permesso a Patrick Mahomes e Lamar Jackson di vincere l’MVP nella loro seconda stagione NFL. Tralasciando la questione Murray, nemmeno a livello di playcalling la situazione offensiva è così rosea, perché Kliff Kingsbury ha sofferto non poco l’adattamento al contesto NFL del suo attacco Air Raid, letale al college ma meno implacabile tra i pro. Se ci aggiungiamo una linea offensiva sospetta, un reparto tight end da rifondare e un pacchetto di wide receiver Hopkins dipendente, la situazione in attacco presenta diversi punti di domanda in più rispetto alle certezze che pretendenti più attrezzate e più rodate in post season come Browns, Packers e Bills. Tutte e tre hanno vinto una partita di playoff, tutte e tre sembravano e sembrano “one player away”, o almeno “one play closer” al Super Bowl. Certo, il fatto che siano state convincenti nel 2020 non significa che lo saranno anche nel 2021, visto il turnover continuo che la NFL sa generare ai suoi vertici. Può darsi benissimo che i Cardinals riescano finalmente a spiccare il volo nel 2021, e che JJ giochi un ruolo fondamentale in questo processo. Del resto, la storia recente dei playoff è piena di squadre che hanno ribaltato in positivo il proprio status nel giro di un offseason, spesso grazie alle firme di veterani come JJ. La scelta di JJ non è perdente a prescindere, è semplicemente più rischiosa, perché per ogni Malcolm Jenkins-Eagles 2017 c’è un Gerald McCoy-Cowboys 2020 a ricordarci che non tutte le scommesse sono vincenti, soprattutto perché alla fine, in NFL, i secondi sono i primi dei perdenti.

Più sì o più no?

Nei primi due perché sì perché no, dedicati alle scelte di Jalen Hurts e Jordan Love, mi ero schierato decisamente per il no, visto che né la scelta degli Eagles né quella dei Packers mi avevano convinto. In questo caso sarò molto più democristiano. Qualche motivo di scetticismo c’è, ma messi sulla bilancia i perché sì hanno un peso superiore, quindi JJ Watt ai Cardinals per me è un sì. Magari non solleverà mai il Lombardi Trophy, ma di sicuro troverà un ambiente più sano e meno disposto a scialacquare il suo talento. Questa, per JJ, è già una piccola vittoria.

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Alberto Cantù

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Un Commento

  1. Francamente mi ha spiazzato, lo avrei visto maggiormente in una squadra come Cleveland e Green Bay, però se ha scelto i Cardinals avrà sicuramente avuto i suoi buoni motivi, che mi auguro vadano ben oltre la sfera monetaria, ma su JJ da questo punto di vista non nutro dubbi.
    Suppongo avrà avuto le giuste rassicurazioni sul fatto che la squadra verrà potenziata, e parlando di ciò ammetto che nella stagione appena trascorsa nutrivo grosse speranze nei confronti dei Cardinals, non che li vedessi al Super Bowl, ma ai playoff decisamente si, ecco magari un leader come Watt potrebbe fungere da molla per dar quel qualcosina in più.
    Comunque non gli restano molti anni e ad un giocatore simile auguro almeno una volta di arrivare al gran ballo.

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