AREA 54: il punto in casa Bears

Ristabiliti i ruoli alla Halas Hall, è tempo di fare il punto della situazione sui Chicago Bears. Tutto il coaching staff ha subito variazioni importanti:

Matt Eberflus è il nuovo capo allenatore di Chicago e dopo aver lavorato per 30 anni esatti da quel lontano 1992 a Toledo l’ex defensive coordinator dei Colts riceve il suo primo incarico di head coach. La mentalità difensiva a Chicago non manca, ma i Bears hanno perso smalto e capacità di creare turnover e di convertirli in punti; una rinfrescata in termini di stimoli era necessaria e sebbene lo stile di Eberflus possa definirsi un pò “boring”, quello che gli Indianapolis Colts hanno saputo costruire con lui è degno di nota.

Luke Getsy è il nuovo offensive coordinator e questo è il punto focale del futuro di Chicago. I Bears si sono imposti di voler costruire il loro futuro e il loro gioco intorno alla figura di Justin Fields. Eberflus è un allenatore difensivo ed è stato fortemente voluto dal nuovo general manager Ryan Poles. Come Eberflus possa lavorare con Fields rimane un mistero, ma il nodo si scioglie in modo semplice coinvolgendo la figura di Getsy. Sì, perchè Getsy ha lavorato con Aaron Rodgers abbastanza a lungo per aiutarlo a vincere due MVP consecutivi, sviluppando un gioco dominante che spesso ha demolito ogni ambizione degli stessi Bears. Getsy nel ruolo di offensive coordinator è la cosa migliore che potesse accadere ai Bears durante questa off-season; ora rimane solo da verificare se capo allenaore e responsabile degli schemi d’attacco saranno in grado di coesistere senza schiacciarsi i piedi. Ad ogni modo il futuro di Justin Fields sembra essere in buone mani.

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Alan Williams è il nuovo defensive coordinator e sostituirà Sean Desai, il quale è durato una sola stagione al comando della difesa di Chicago. I Bears, o meglio Pace e Nagy, avevano usato Chuck Pagano come capro espiatorio per sollevarsi da ogni responsabilità; ma via Pagano le cose sono solo peggiorate. Oggi la scelta di Williams appare sensata perchè mentre Eberflus sarà concentrato nel gestire l’insieme, Williams come suo assistente e collaboratore di lunga data può essere un perfetto punto di appoggio. Alan Williams ha 30 anni di esperienza proprio come Eberflus, ed è già stato coordinatore difensivo per i Minnesota Vikings nel 2012 e nel 2013 con risultati diametralmente opposti. A lui il compito di riaccendere la scintilla nella volontà di un gruppo guerriero che ha perso la sua motivazione.

Richard Hightower guiderà lo special team al posto del nostro amico Chris Tabor, il quale non aveva fatto poi così male a capo del suo reparto. Ma Hightower ha fatto decisamente meglio e per convincerci che la scelta di Hightower sia quella giusta ci basta rivedere il divisional round tra Packers e 49ers e tutte le perplessità del caso andranno a farsi benedire!

Gli altri assistenti sono Dave Bergonzi per i linebacker, Jim Dray per i tight end, Andrew Janocko QB coach, Chris Morgan per la linea offensiva, James Rowe per i defensive back, Travis Smith per la defensive line, Tyke Tolbert pass game coordinator e wide receiver, Andre Curtis per le safety, David Walker per i running back e Jim Arthur per strenght & conditioning.

Su Jim Arthur è necessario fermarsi un attimo per alcune ragioni molto valide: Arthur, 43 anni, ha due decenni di esperienza di allenatore nella NFL, dei quali gli ultimi sei con i Miami Dolphins come loro assistente allenatore di forza e condizionamento. Prima di allora, Arthur ha già lavorato dietro le quinte della Halas Hall dal 2005 al 2015. L’aggiunta di Arthur arriva sulla scia dei Bears che nominano un nuovo “direttore delle alte prestazioni” e della scienza dello sport, Brent Salazar.

La coppia lavorerà senza dubbio a stretto contatto per rinnovare i programmi nutrizionali e di allenamento dei i giocatori dei Bears, sia in bassa stagione che per il mantenimento durante la regular season. La scienza dello sport e l’allenamento vanno di pari passo non solo nella NFL moderna, ma in generale nell’atletica professionale. Si tratta di assunzioni apparentemente piccole ma integrali, che potrebbero creare o distruggere l’operazione del direttore generale Ryan Poles, soprattutto se i giocatori di talento non sono sani e all’altezza adeguata. Mancano poche settimane alla NFL Scouting Combine e i Bears hanno il loro performance duo in agguato mentre la bassa stagione avanza.

Dal momento che i Bears disporranno di relativamente poche pick al draft 2022 e considerando che Chicago fa acqua in diversi reparti, l’operato di Arthur e Salazar sarà un punto fondamentale per la riuscita del progetto (quantomeno nella sua fase di avvio).

E veniamo al draft. Siamo tutti abbastanza d’accordo nel dire che un quarterback con il potenziale di Justin Fields, in questo draft, non c’è; e potremmo persino azzardare nel dire che se Justin Fields fosse stato inserito nella classe del draft 2022, con ogni probabilità, sarebbe stato la prima scelta assoluta.

Chicago ha (apparentemente) sistemato il problema del QB. Ora rimangono i buchi della linea offensiva, nel reparto ricevitori e ad eccezione di Jaylon Jonshon ci sono delle voragini enormi tra le safety e i cornerback. Troppo da sistemare in un solo colpo. Troppo persino per un genio come Ryan Poles.

Chicago dovrà lavorare minuziosamente nel suo processo di selezione al draft e dovrà muoversi con dimestichezza anche e soprattutto in free agency. Poco spazio salariale, poche scelte al draft.

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I Bears infatti disporranno soltanto di cinque scelte alla prossima iterazione: 2° round, 3°, due scelte al 5° (una arriva dalla cessione di Anthony Miller ai Texans), e un 6° giro.

Situazione non semplice per incominciare la sua avventura, ma Ryan Poles sembra avere tutte le carte in regola per poter prima sistemare e poi rilanciare il futuro dei Chicago Bears.

#BearDown

alex cavatton firma area 54

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