Io la penso così: Combine edition

La free agency è in arrivo. Mi resta ancora qualche giorno. Sì, perché volevo tornare un attimo sulle combine. Non sono un fan. Spiego meglio. Non sono tra chi le ritiene discriminanti per le scelte del draft. Almeno la parte che vediamo in tv e sul web. Il football è sicuramente uno sport in cui il ruolo atletico è determinante. Ma da qui a farlo diventare preponderante ce ne corre.

Bill Belichick quest’anno le ha disertate per andare a scoprire un talento di un college poco noto, di cui probabilmente non aveva nemmeno troppi video a disposizione. Ecco. Questo è il punto. Tra un ampio resoconto degli scout durante l’anno, condito da un’attenta osservazione di numerosi video, e un paio di giorni di test atletici… tutta la vita i primi. Si possono correre le 40 yard con qualche centesimo di secondo in più ed essere giocatori di football immensamente più validi di chi risulta più veloce quel giorno ad Indianapolis.

Capisco l’evento mediatico, ci sta che la NFL lo spinga per aggiungere pepe alla lunghissima off season, meno la voglia di enfatizzarne i risultati. Può esserci il D.K. Metcalf di turno che ribalta il tavolo, sicuro. Di base resto con l’idea che un giocatore vada seguito e scelto per quello che ha mostrato in campo. E per quello che si riesce a capire nei colloqui. Ecco. Questa è la vera utilità delle combine. Poter parlare con i ragazzi. Cercare di capire se sono tagliati per giocare nella NFL. Se ne hanno le caratteristiche mentali giuste per affrontare un lavoro durissimo. Elementi che non sono mostrati in tv ma valgono più di un esercizio ben fatto o sbagliato. Come le cartelle cliniche, più importanti di saltare qualche pollice in più o in meno.

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Credo che dopo alcune scottature degli ultimi anni, in cui le combine hanno modificato sensibilmente le quotazioni pre-draft di ragazzi fisicamente molto dotati, anche le franchigie si stiano un po’ affrancando dai numeri dei test atletici.
È facilmente comprensibile, infine, perché i giocatori più quotati tendano ad evitarle. Quanto rischioso è incappare in un tempo sotto tono? Perché farlo se si sa di valere? Anche per questo le combine 2020 secondo me sono state un po’ meno entusiasmanti rispetto alle edizioni precedenti, che avevano mostrato un climax crescente di interesse.

Belle per parlare di football e nuovi giocatori per una settimana. Ma se fossi un general manager darei ai risultati un peso relativo. Notevolmente inferiore a quanto hanno raccolto i miei scout durante l’anno. #iolapensocosì

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